martedì 16 luglio 2013

In Val di Susa c'è la guerra... si a chi la spara e la scrive più grossa

Ormai è prassi, e tra le strategie messe in campo per indebolire il movimento notav, l’informazione gioca un ruolo fondamentale. Lo hanno capito bene dalle parti della Questura, dove ormai lavora a pieno regime un ufficio stampa che dirama comunicati minuziosi già prnti per la pubblicazione sui siti e sulla carta stampata dei giornali.

Lo hanno capito bene alcunii “giornalisti”, a cui basta copiare e incollare due o tre comunicati, e non devono nenahce perdere tempo a scrivere l’articolo. Lo ha capito bene qualche Senatore in cerca di continua pubblicità e qualche sindacalista poliziotto che cerca una poltrona alle prossime elezioni.

Chi lo ha capito bene però sono quei “giornallisti” che amano alimentare la boutade, gonfiandola ad uso e consumo non solo proprio, ma al servizio della lobby del Tav. E così via, la gara a chi la spara più grossa diventa la guerra che c’è in Valsusa, dove, le azioni dirette al danneggiamento del cantiere proseguono da tempo.

Se viene danneggiato un generatore si parla di tentato omicidio, un fuoco d’artificio diventa una specie di bazooka e poi l’obbiettivo è sempre quello di fare il morto, a dir loro.

Eppure ci sono pure dei video che testimoniano le cose di cui poi si parla, questo ricevuto anonimamente dal nostro sito che presenta il punto di vista di chi era li quella notte, e questo girato da La Stampa dove non sembra che gli agenti siano così scioccati come sostengono i giornali.

Ma tutto vale, magari per oscurare (come per’altro è già avvenuto da parte di Stampa e Repubblica ad esempio) della scandalosa richiesta di archiviazione per i fatti portati alla luce dall’operazione Hunter sulle brutalità della polizia; oppure per coprire le notizie che arrivano dalla Francia che non sono così rosee per i pro tav.

Triste refrain insomma a cui siamo abituati, come siamo abituati alle dichiarazioni del genere:”Non possiamo più accettare questa situazione e non tolleriamo più il silenzio delle istituzioni e di chi ha l’obbligo di prendere delle decisioni. Bisogna militarizzare l’area, inviare l’esercito e fare pulizia di campeggi e presidi dei No Tav violenti che infestano la valle[...] , afferma Nicola Tanzi, segretario generale Sap.

Ora si procede per il reato di armi da guerra, perchè sul tavolo della conferenza stampa in questura appaiono delle bottiglie, come avviene dal 2001 in tutti i mesi di luglio.

La guerra però è tra chi la spara più grossa e tenta di batterci con altri mezzi rispetto a quelli fin qui utilizzati che evidentemente non hanno dato i frutti sperati, quindi sotto a magistrati e poliziotti.

Il movimento notav fa la sua parte, quella che deve fare, dando battaglia con metodo.


Fonte: http://www.osservatoriorepressione.org/2013/07/in-val-di-susa-ce-la-guerra-si-chi-la.html