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Lo studio della University of Texas di Austin ha dimostrato, osservando un campione di 316 persone di età compresa tra i 18 e i 29 anni, che c’è una stretta connessione tra depressione, solitudine e indigestione di Tv, o meglio di serie televisive.
Quando cioè, una puntata tira l’altra e non ci si riesce a ‘staccare’ dallo schermo, vuol dire che qualcosa non va, un ‘sintomo’ vero e proprio campanello di allarme per la nostra salute mentale. I ricercatori, diretti da Yoon Sung Hi, autore dello studio, dopo aver analizzato i sentimenti di solitudine, la conseguente depressione e la loro frequenza di ritorno, ma anche la capacità di autocontrollo e gestione di tali situazioni da parte dei giovani, oggetto della ricerca, si sono concentrati sulla quantità di televisione ‘consumata’. Da qui la scoperta: chi guarda molta Tv è maggiormente depresso e solitario. I programmi Tv aiutano ad allontanare i sentimenti negativi e, nei soggetti con basso autocontrollo, l’auto soddisfazione è talmente alta da impedire l’allontanamento dalla trasmissione. Tale fenomeno ha oggi anche un nome che risponde a ‘Binge-watching’.
Per Yoon Sung Hi il fenomeno non deve essere trascurato, ancor meno banalizzato. Affaticamento fisico e obesità possono essere dirette conseguenze del ‘Binge’. Nei casi più gravi si potrebbe arrivare anche al punto di allontanarsi dalla realtà, trascurando affetti e lavoro. Dalla Università del Texas anche l’appello ad intensificare il numero di ricerche sul fenomeno.
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Fonte: diregiovani.it
Tratto da pianetablunews