sabato 2 maggio 2015

Chi c’è dietro i Black Bloc ?

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Di Salvatore Santoru
Che sia il G8, il G20, l’Expo o altri eventi internazionali con grande copertura mediatica, appaiono sempre i cosiddetti “black bloc”, e ogni volta è la stessa storia:automobili bruciate, città messe a ferro e fuoco, scontri con la polizia e così via.
Oltre a questi eventi, i black bloc si sono visti nelle primavere arabe, e solitamente compaiono nei “riots”,  ad esempio in quelli delle banlieu francesi o nei quartieri inglesi, e tattiche praticamente identiche si sono viste nelle proteste di Ferguson e  Baltimora delle comunità afroamericane.
Black bloc egiziano (notare la curiosa scritta della felpa),  http://www.news24.com
Altri black bloc egiziani (da notare la bandiera diOtpor rivisitata nello stile del gruppo “mascherato”), http://rt.com
Riot di Ferguson 1
Altri black Bloc in Egitto, https://militantz.wordpress.com

Tutti questi eventi hanno qualcosa in comune, visto che sia primavere arabe, sia le proteste di Ferguson che di Baltimora e molti altri “riots” in giro per il mondo sono stati finanziati da George Soros, che è anche tra gli ideatori di Otpor! e delle “rivoluzioni colorate”, tramite la “Open Society Institute” che presiede.
Il principale sito internet della galassia “antagonista” e “no global”  ( da una cui frazione derivano i black bloc) mondiale è il portale “Indymedia”, che per la sua creazione è stato finanziato dalla Open Society di Soros con ben 70mila dollari.
Si veda:
E oltre:

Interessante risulta il fatto che Soros stesso è critico, come molti black bloc e tutti i movimenti altermondialisti(molti di essi finanziati dallo stesso), verso l’economia di libero mercato e il sistema capitalista basato sulla classe media e la proprietà privata, e sostiene la creazione di un nuovo ordine mondiale basato sulla fine delle sovranità nazionali e la concessione di maggiori poteri per l’ONU, ente in cui ha diversi  agganci, tra cui quello dell’economista “progressista” e “socialista” Jeffrey Sachs, che sostiene da anni obiettivi nobili come la redistribuzione della ricchezza tra tutti le nazioni del mondo, per mettere  “fine della povertà” entro il 2015, ed inoltre ente che è visto molto benevolmente dagli “no global”.
Interessante risulta anche che durante le riunioni di gruppi come il “Council o Foreign Relations” ( finanziato anche questo da Soros, http://keywiki.org/George_Soros_-_Affiliations#Council_on_Foreign_Relations ), della Trilaterale o del Bilderberg, i black bloc non si sono mai visti, visto che l’area politica più vicina ad essi ritiene che non sono importanti nonché argomento dell’odiato “complottismo” da essi accusato di “fascismo”, mentre i veri nemici sarebbero il capitalismo e il fascismo che pervaderebbero la società, e il sistema della proprietà privata su cui si fondano.
Su quest’ultimo punto, i black bloc e gli “antagonisti” più vicini ad essi giustificano l’azione di distruggere le automobili e le vetrine dei negozi, quasi sempre di piccoli commercianti, in quanto proprietà privata e quindi espressione del “capitalismo” da essi combattuto, e per il resto la distruzione della città viene considerata di primaria importanza in quanto l’ordine essi lo associano al “fascismo” o comunque alla “civiltà borghese” odiata, mentre il caos al nichilismo “rivoluzionario” necessario per la creazione di un nuovo ordine mondiale fondato sull’assenza della proprietà privata e delle sovranità nazionali, che descrivono come migliore ma …
risulta che anche Soros nonché i principali esponenti dell’alta finanza e dei cosiddetti “poteri forti” internazionali la pensino in modo sostanzialmente simile, visto che per entrambi il problema è l’esistenza della classe media e del sistema di libero mercato, e in questo modo l’utopico e speranzoso “no nation, no border” degli antagonisti viene a realizzarsi in una costruzione di un mondo post-capitalista, senza nazioni e senza frontiere sotto guida dell’ONU e di altre organizzazioni internazionali, egualitario e collettivista  per la massa ma guidato dall’avanguardia “rivoluzionaria” rappresentata dalle più influenti e ricche personalità “progressiste” (Soros, Buffet e compagnia ), insomma una sorta di “neofeudalesimo” spacciato come la realizzazione dell’utopia socialista, una versione “liberal” dell’URSS.
Sembrerà magari ancora irrealistico, ma sembra che tutto ciò non sia poi così lontano dalla realtà, e a tal riguardo si pensi al fatto che Soros, oltre ad essere tra i maggiori finanziatori del Partito Democratico USA, lo è diventato anche di quella sinistra postcomunista che se fino agli anni 90 guardava all’URSS, oggi guarda agli USA e nemmeno così incoerentemente, e a tal proposito c’è da segnalare, che oltre a comprarsi parte dei gioielli industriali italiani, lo stesso Soros fa affari d’oro con le “coop rosse”…




Tratto da: Sapere è un dovere


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