La reazione a catena continua, una regione italiana dopo l’altra dice “no” alle sanzioni alla Russia, che danneggiano le imprese del Paese. Ora tocca alla Toscana, dove in Consiglio regionale la risoluzione contro le sanzioni è stata approvata all’unanimità.
La Toscana, seppur governata dal Partito Democratico, lancia un forte messaggio a Roma e si aggiunge al coro delle regioni che esercitano pressione sul governo Renzi per eliminare le misure restrittive contro Mosca.
Rispetto a Germania e Francia, l'Italia ha visto un fenomeno tutto particolare: le regioni, Veneto e Lombardia fra quelle più colpite dall'embargo, una dopo l'altra reagiscono e prendono in mano la situazione. Quale sarà la prossima regione? Quali effetti a livello nazionale si potranno raggiungere? Sputnik Italia ha raggiunto per un'intervista Manuel Vescovi, primo firmatario della risoluzione, presidente della Lega Nord nel consiglio regionale della Toscana.
— È stato approvato il testo della risoluzione sulle sanzioni alla Russia. Manuel Vescovi, che cosa chiedete al governo?
Manuel Vescovi, presidente della Lega Nord nel consiglio regionale della Toscana
— Io sono il primo firmatario della risoluzione, poi abbiamo concordato il testo con tutte le forze. È da notare che il testo è passato all'unanimità. La risoluzione impegna la Regione Toscana a fare pressione sul governo italiano affinché l'embargo contro la Russia si elimini. Queste sanzioni stanno provocando un danno alle nostre aziende ed è una follia. È come se io mi tagliassi le mani se mangio troppo. Siccome ho tanta fame, mi taglio le mani, è una pura follia.
Proprio per questo, secondo noi, quest'Europa va cambiata, deve essere un'Europa dei popoli e non dei burocrati. L'Italia aveva ottimi rapporti commerciali con la Russia, il governo italiano sta completamente sbagliando linea secondo me, come l'Unione europea. Renzi, che è una persona non eletta da nessuno come presidente del Consiglio ed è un nominato, si guardi un po'attorno e capisca che oggi l'economia italiana e quella russa devono poter commercializzare.
— Ormai sono quattro le regioni italiane che hanno approvato una risoluzione contro le sanzioni alla Russia. Solo in Italia c'è stata questa reazione a catena. Secondo voi riuscirete a coinvolgere altre regioni ancora?
— Secondo me sì. Il Veneto, la Lombardia e la Liguria hanno fatto una risoluzione più forte, noi abbiamo dovuto adeguarla perché qui governa il Pd di Rossi, che ha delle visioni diverse da Renzi. Il testo è stato adeguato quindi, ma è passato.
Tenere distante la Russia è una follia, perché la Russia non starà ferma, guarderà ad altri mercati. Perdere questi rapporti di buon vicinato, anche culturali oltre che commerciali è folle. Speriamo che le regioni continuino ad esercitare questa pressione sul governo di Roma affinché l'Europa faccia qualcosa.
— A livello nazionale quali sono i suoi auspici? Queste risoluzioni alla fine che risultato otterranno?
— Il mio auspicio è che Renzi vada a casa e che il nuovo governo instauri con la Russia un rapporto ancora più stretto. Bisogna costruire dei ponti con la Russia, come abbiamo scritto nella risoluzione, perché è una potenza mondiale vicina a noi. Il governo italiano sta facendo un grosso danno all'Italia.
— Quali danni ha subito la Toscana per le sanzioni antirusse?
— Le perdite sono state molto importanti. La Toscana aveva tutto l'abbigliamento, il settore del food, il manifatturiero legato alla Russia. Le nostre aziende ci hanno rimesso tantissimo. Ho sentito recentemente gli operatori turistici che lamentano sempre meno presenze russe anche sulle nostre coste.
Renzi non ha mai fatto impresa nella sua vita, non capisce le sofferenze delle imprese. Non avendo mai fatto attività di impresa non capisce questi problemi, ma le aziende falliscono. Diverse aziende stanno aprendo in Russia, l'economia italiana però ci perde. La Russia dal canto suo si guarda attorno e vede altri mercati. Chiudendo questi canali è anche difficile poi riaprirli.
La Russia è un partner fondamentale per la Toscana: nel turismo, nell'interscambio di merci, ma anche nella cultura. Un partner che non dobbiamo perdere.
Fonte: http://it.sputniknews.com