Visualizzazione post con etichetta islanda. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta islanda. Mostra tutti i post

sabato 14 marzo 2015

L’Islanda ritira la candidatura per l’adesione alla Ue. "Euro? No grazie!"


Gunnar Bragi Sveinsson, ministro degli Esteri dell’Islanda, ha annunciato che il suo paese ritira la candidatura per l’adesione all’Unione Europea. Lo ha fatto in una nota inviata alla Lettonia (Paese che ha la presidenza di turno del Consiglio Ue). Nella missiva viene specificato che Reykjavik non ha intenzione di far ripartire i negoziati.


L’Islanda aveva fatto domanda di ingresso nell’Unione nel 2010, quando al potere c’erano i socialdemocratici. Tuttavia, con la vittoria alle elezioni del 2013 delle due formazioni euroscettiche, Partito dell’Indipendenza e Partito Progressista, la visione sulle politiche comunitarie è profondamente cambiata. Supportato da un grande consenso popolare, il governo ha deciso di rompere con le politiche di austerità degli anni precedenti. In particolare a pesare sulla svolta anti-europeista era stata la questione dell’indebitamento: una famiglia su dieci era in ritardo nei pagamenti dei mutui per la casa o nel rimborso dei prestiti immobiliari.
In ogni caso, non sono mancate anche le polemiche interne. Subito dopo la tornata elettorale, il premier, Sigmund David Gunnlaugsson, aveva promesso che il ritiro della candidatura sarebbe stato sottoposto ad un referendum popolare. Ma poi i due partiti di maggioranza hanno deciso di bypassarlo, raggiungendo un accordo su un progetto di legge. Ciò ha scatenato le proteste a Reykjavik, tanto che nel mese scorso le opposizioni sono scese in piazza per chiedere che venisse rispettato l’impegno precedentemente assunto dal governo.

venerdì 21 novembre 2014

ISLANDA: FINISCONO IN GALERA I BANKSTERS RESPONSABILI DEI DISSESTI NEL 2008

ISLANDA: FINISCONO IN GALERA I BANKSTERS RESPONSABILI DEI DISSESTI NEL 2008 (INVECE I PADRINI POLITICI DI MPS GOVERNANO)


ISLANDA: FINISCONO IN GALERA I BANKSTERS RESPONSABILI DEI DISSESTI NEL 2008 (INVECE I PADRINI POLITICI DI MPS GOVERNANO)

LONDRA - Probabilmente nessuno ha mai sentito parlare di Sigurjon Arnason ed e' un vero peccato perche' la sua storia e' un esempio di come la giustizia dovrebbe funzionare in un paese civile.

Infatti questo signore e' l'ex amministratore delegato di Landsbanki, una delle tre banche islandesi il cui fallimento nel 2008 ha fatto sprofondare l'Islanda nella peggiore crisi finanziaria della sua storia.

Cio' che contraddistingue Sigurjon Arnason da altri bankster - ovvero: banchieri gangster - e' il fatto che alcuni giorni fa il tribunale di Reykjavik l'abbia condannato a un anno di galera per aver manipolato il prezzo delle azioni della sua banca nel periodo precedente il suo fallimento e aver cosi' ingannato i suoi azionisti.

Assieme ad Arnason ad essere condannati sono stati anche Ivar Gudjonsson, ex direttore del trading di Landsbanki e Julius Heidarsson, ex broker, condannati entrambi a 9 mesi di carcere per aver manipolato il prezzo delle azioni di Landsbanki tramite l'erogazione di prestiti a investitori da usare per comprare azioni della stessa banca.

martedì 7 ottobre 2014

INCREDIBILE Islanda: società finanziarie costrette dal governo a saldare 100.000 mutui

Il governo islandese era già intervenuto nell'Aprile 2012 per aiutare i cittadini a pagare i mutui, evitando che migliaia di famiglie perdessero la casa... che differenza rispetto al nostro governo, vero? Come avevamo scritto pochi giorni fa, perché invece di parlare di "Modello spagnolo" il nostro governo non parla del "Modello islandese" ?!?
Staff nocensura.com
- - - -
ar_image_1957_l
Il premier Gunnlaugsson: «La finanza ha provocato la crisi e inguaiato le famiglie, la finanza le tirerà fuori dai guai». L’Islanda era stato anche l’unico Paese ad andare in fallimento, su decisione di un referendum popolare. Inutili le minacce di Fmi e Standard & Poor’s.
di Franco Fracassi - popoffquotidiano.it
«È stata la finanza a provocare la crisi economica e il tracollo della nostra economia. È stata la finanza a mettere nei guai i nostri cittadini. E adesso dovrà essere la finanza a tirare fuori dai guai gli islandesi». Il primo ministro Sigmind Gunnlaugsson ha mantenuto la sua promessa elettorale. I mutui di centomila islandesi (un terzo della popolazione) sono stati ridotti di ventiquattromila euro (novecento miliardi di euro in totale). A pagare sono state le società finanziarie e gli hedge fund.
L’economia dell’Islanda era stata la prima a collassare sotto il peso dei derivati, nel 2008. Le due principali banche islandesi erano fallite, il numero dei disoccupati era quintuplicato. La società era a pezzi. Il governo un referendum popolare aveva spinto il governo a dichiarare fallimento.

mercoledì 12 febbraio 2014

L’Islanda come modello rivoluzionario

rivoluzione-islanda
Ma sarebbe ancor più utile una presa di coscienza che faccia tornare il mondo «indietro» alle regole abbandonate negli ultimi quattro decenni perché il capitalismo nato dalla rivoluzione liberista non è solo ingiusto: è insostenibile.
di Antonio Marinotti
Da 2008 è in corso una vera rivoluzione in Europa, ma sono in pochi a parlarne, eppure è l’unica nazione finora che è riuscita a superare quasi del tutto la crisi economica, evitare il fallimento e a far pagare i danni ai colpevoli e non ai cittadini.
È accaduto in un paese con la democrazia probabilmente più antica del mondo, le cui origini vanno indietro all’anno 930 e che ha occupato il primo posto nel rapporto del ONU sull’indice dello sviluppo umano nel 2007/2008. Indovinate di quale paese si tratta? Sicuramente la stragrande maggioranza non ne ha idea.
Si tratta dell’Islanda, dove si è fatto dapprima dimettere il governo in carica al completo, poi si è passati alla nazionalizzazione delle principali banche per la loro condotta fortemente speculatrice, infine si è deciso di non pagare i debiti che queste avevano contratto con la Gran Bretagna e l’Olanda (a causa della loro ignobile politica finanziaria); infine si è passati alla costituzione di un’assemblea popolare per riscrivere la propria costituzione.
Un esplosione democratica che  terrorizza i poteri economici e le banche di tutto il mondo, che porta con sé messaggi rivoluzionari di democrazia diretta, autodeterminazione finanziaria e annullamento del debito. Che cosa accadrebbe se il resto dei cittadini europei seguissero l’esempio islandese?
Brevemente, la cronologia dei fatti:

giovedì 12 settembre 2013

L'Islanda ci ripensa e dico NO all' Unione europea: sospesi i negoziati

 Ha vinto la linea dell'attuale coalizione di centro destra, euroscettica. Sospesi i negoziati.

Il ministro degli Esteri islandese, Gunnar Bragi Sveinsson, ha annunciato oggi che il suo governo ha sospeso per tutta la durata della legislatura i negoziati di adesione all' Unione Europea. "Abbiamo sciolto la squadra e i gruppi di negoziatori; non avrà più luogo alcun incontro. L'Ue ha stabilito che non ci sarà più una dotazione Iap", ha affermato Sveinsson durante un discorso in Parlamento.

L'Ue aveva accordato all'Islanda 5,8 milioni di euro per il 2013 a titolo di Strumenti di aiuto di preadesione, dopo la candidatura lanciata da Reykjavik nel 2009.

Ma ad aprile, la coalizione di centro-destra, euroscettica, ha vinto le elezioni proprio con la promessa di mettere fine a questo iter di adesione.

"Il governo è unanime su questo dossier. L'iter è stato sospeso, nulla è stato chiuso, noi vogliamo migliorare la nostra comunicazione e rafforzare i legami con l'Ue senza però aderire", ha spiegato Sveinsson. (TMNEWS)


Fonte: wallstreetitalia.com

lunedì 3 giugno 2013

L’Islanda vince ancora: non dovrà risarcire le banche

L'Islanda vince sull’UE: non dovrà risarcire le banche straniere
La piccola isola tra i ghiacci a Gennaio ha vinto una importante battaglia legale nei confronti dell’Unione Europea in materia di compensazioni per le perdite causate agli investitori stranieri a causa de fallimento di alcune banche islandesi avvenuto cinque anni fa.
Il Tribunale dell’EFTA (Associazione Europea del Libero Commercio, alla quale aderiscono oltre ai paesi dell’UE anche Islanda, Liechtenstein e Norvegia), con sede a Lussemburgo, ha stabilito oggi che il governo dell’Islanda non ha violato la legislazione europea quando ha deciso di non risarcire gli investitori straneri della banca on-line Icesave, dipendente da una delle principali entità finanziarie fallite nel 2008.
Nella sentenza l’Efta spiega che l’Islanda non ha contravvenuto le normative europee vigenti al momento dei fatti quando decise di non risarcire gli azionisti stranieri, decisione tra l’altro avallata da un referendum appositamente convocato, attraverso il quale la maggioranza dei cittadini del paese valutarono di non investire denaro pubblico per ripianare i debiti con le banche private fallite. Il Tribunale dell’Efta ha anche stabilito che il governo islandese non ha compiuto un atto discriminatorio decidendo invece di risarcire gli azionisti del paese. 
loading...
loading...