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lunedì 9 febbraio 2015

Mangiate il SALAME? ECCO CON GLI ABUSI A COSA ANDATE INCONTRO

salame (1)
Nuovo studio condotto su un milione di persone in 10 paesi europei. In Italia figuravano centri importanti come Firenze, Verona, Napoli e Ragusa. Questi studi hanno accertato e dimostrato che i salumi con in primis salame, prosciutto e tutta la carne lavorata fanno aumentare (e non di poco) i rischi di una morta prematura. A colpire sono sopratutto le malattie cardiovascolari o il cancro.
Gli esperti, soprattutto in modo cautelare, consigliano la riduzione di carne rossa; quest’ultima, soggetta a molti studi, incide non poco. L’esempio tangibile arriva dai vegetariani che, buon per loro, hanno uno stile di vita più sano. Se a tutto questo, mettete anche una buona attività fisica, certamente il vostro organismo non potrà che giovarne.
Lo studio Epic (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition) ha confermato che solitamente una dieta ad alto contenuto di carne lavorata era associata anche ad altre scelte di vita poco salutari: donne e uomini che ne fanno un maggior consumo tendono anche a consumare meno frutta e verdura e hanno più probabilità degli altri di essere fumatori. Gli uomini che consumano molta carne tendono anche ad avere un elevato consumo di alcol.

giovedì 4 dicembre 2014

Il grande imbroglio nell’etichetta della carne


Metà della carne di maiale venduta in Italia proviene dall'estero, ma spesso la tracciabilità è falsificata

Mai fidarsi delle etichette, una nuova inchiesta del Corriere della Sera ne è la conferma. La carne di maiale venduta nei supermercati che porta in etichetta il marchio Igp (Indicazione Geografica Protetta) spesso proviene da allevamenti di paesi extraeuropei come la Turchia, in cui gli standard sono molto più bassi rispetto all’Italia. Scrive Francesco de Augustinis sul Corriere:
Camion dopo camion, con carichi di cosce, carni congelate, animali vivi, attraversano le frontiere di mezza Europa prima di raggiungere la loro destinazione. Si tratta di centinaia di migliaia di maiali nati e cresciuti in Romania, in Ungheria, in Polonia e in altri paesi dell’Est, oppure in paesi che non fanno neanche parte dell’Unione Europea, come la Turchia. Maiali allevati con standard piuttosto diversi da quelli italiani o europei, ma che finiscono anche nelle filiere dei nostri salumi tipici contrassegnati dal marchio europeo Igp, acronimo di Indicazione Geografica Protetta. Un passo prima del Dop, per intenderci“.
La metà della carne di maiale prodotta in Italia proviene dall’estero:

lunedì 10 novembre 2014

Farmaci ai bovini per produrre più latte: scoperto mercato nero


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mucca
Farmaci ai bovini per produrre più latte: scoperto mercato nero
di Redazione InformaSalus.it

Bovini 'dopati' per produrre più latte. Un vero e proprio mercato nero di farmaci veterinari è stato scoperto grazie alle perquisizioni negli allevamenti Cremona, Mantova, Bergamo, Verona, Brescia, Parma, Piacenza, Rovigo e Ragusa. 4Mila mucche e ingenti quantità di farmaci sono stati sequestrati in 16 allevamenti. 

medicinali venivano somministrati ai bovini per aumentarne fino al 20% la produzione di latte. In particolare Somatropina bovina è il nome del farmaco sequestrato in dosi massicce, oltre ad altre sostanze provenienti da Paesi extra Ue prive di prescrizioni e di registrazioni, vendute ad allevatori in siringhe e flaconi, pronte per essere somministrate agli animali.

giovedì 6 novembre 2014

LA FABBRICA DEGLI ANIMALI: viaggio nello sviluppo INsostenibile


http://youtu.be/XIo-oCq-UJQ 

LA FABBRICA DEGLI ANIMALI - Viaggio nello sviluppo insostenibile con Enrico Moriconi


domenica 1 giugno 2014

LE NOVE PEGGIORI COSE CHE TROVI NELLA CARNE CHE MANGI



A cura di Francesca di NonSoloAnimali

1. ANTIBIOTICI
Le condizioni di vita negli allevamenti industriali sono responsabili del debole stato di salute degli animali. Senza i farmaci, quindi, non sarebbe possibile far funzionare alcun allevamento intensivo. Per produrre 1 chilogrammo di carne sono impiegati mediamente 100 mg di antibiotico. I farmaci rimangono spesso nei tessuti degli animali e arrivano nel piatto. Ciò significa che l’italiano medio che consuma circa 87 kg di carne ogni anno (senza considerare i consumi di prodotti ittici) ingerisce involontariamente quasi 9 grammi di antibiotici, equivalenti alla somministrazione di circa 4 terapie antibiotiche ogni anno. Il consumo di carne comporta rischi sanitari di cui si parla ben poco in Italia e di cui raramente i consumatori hanno consapevolezza: dal rischio di assumere antibiotici ‘a pranzo e a cena’, al rischio di venire a contatto con patogeni che hanno sviluppato resistenze agli antibiotici.
Secondo l’Autorità alimentare europea, Efsa (European Food Security Authority), in molti casi i cibi di origine animale trasmettono all’uomo batteri resistenti agli antibiotici. L’ingestione continuata - tramite la carne - di questi medicinali può provocare alla lunga disturbi intestinali cronici e l’inefficacia degli antibiotici quando ne sorga la necessità. Il rischio è non avere la possibilità di guarire dalle patologie trasmesse da questi batteri, dalle più semplici a quelle che potrebbero avere esiti potenzialmente fatali. Tra questi patogeni che hanno sviluppato resistenze agli antibiotici ci sono anche la Salmonella typhimurium e parathyphimurium (l’infezione si trasmette con le uova e la carne, soprattutto avicola e suina), lo Staphylococcus aureus, Campylobacter coli e jejuni. Ma i rischi maggiori sono quelli che potrebbe causare un altro batterio divenuto resistente: un particolare ceppo di Escherichia coli che provoca colite emorragica e insufficienza renale. La contaminazione del cibo (carne e latte bovino) avviene attraverso le feci dell’animale, ma anche tramite l’acqua. Il maggior fattore di rischio è rappresentato dal consumo di carne macinata di manzo cruda o poco cotta (hamburger disease), ma ne è stata dimostrata la presenza anche in carni di pollo, agnello e maiale.

2. BATTERISi potrebbe pensare che con la somministrazioni degli antibiotici in corso , la carne sia libera da batteri. Niente di più falso. I batteri sono all'ordine del giorno nella carne proveniente dagli allevamenti, inclusi i batteri resistenti agli antibiotici conosciuti anche come superbatteri . Quasi la metà delle carni di manzo, pollo, maiale e tacchino, in campioni testati nei negozi di alimentari degli Stati Uniti conteneva batteri stafilococco, tra cui il resistente batterio MRSA stafilococco ( meticillina-resistente Staphylococcus aureus ). Anche la carne di maiale testata dal Consumer Reports nel 2013, conteneva anche MRSA e altri quattro tipi di batteri resistenti .

venerdì 8 novembre 2013

Carni gonfiate finivano sulla tavola dei consumatori

Se mangiare carne fa male sempre, in quanto l'apparato digerente umano non è concepito per mangiare carne  figuriamoci quanto lo fa se consideriamo:
  1. Gli animali degli allevamenti vengono sottoposti a vaccinazioni;
  2. Spesso gli viene somministrato antibiotici anche senza reale necessità, a scopo preventivo: se un capo di bestiame si ammala, contagerebbe tutti gli altri, provocando perdite economiche.
  3. Le mucche vengono 'gonfiate' con anabolizzanti e ormoni: spesso vediamo le mucche utilizzate per la produzione di latte le cui mammelle sono molto più sviluppate del normale, per aumentare la capacità produttiva. (tra l'altro la continua mungitura, a mezzo di un apposito macchinario, provoca irritazione alle mammelle, e spesso le mucche hanno la mastite cronica: gli vengono somministrati quindi farmaci, e comunque il pus finisce nel latte, tanto che l'UE ha stabilito che una certa quantità di PUS nel latte è 'normale' e tollerabile; è stato stabilito un "limite di legge" per la presenza di pus.
  4. Le mucche vengono alimentate con farine animali: ovvero gli scarti della macellazione e in prevalenza ossa. Dopo un periodo in cui l'uso di queste è stato proibito, da qualche tempo l'UE ha deciso di consentire nuovamente il loro utilizzo, con tutto ciò che questo comporta.
Redazione Informatitalia
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ANIMALI GONFIATI: 160 INDAGATI, LA CARNE DOPATA FINIVA SULLA TAVOLA DEI CONSUMATORI !!!

Si allarga l’indagine sui vitelli e maiali gonfiati con farmaci acquistati sul mercato clandestino. Ai 65 allevatori e veterinari indagati nella prima tranche dell’inchiesta partita da Mantova, se ne sono aggiunti 160, metà dei quali mantovani. La Procura è certa: la carne gonfiata è finita sulla tavola dei consumatori

MANTOVA. Aumenta il numero degli indagati per traffico di farmaci veterinari, distribuiti al mercato clandestino e destinati a gonfiare i vitelli e i maiali del Nord Italia. Ai 65 iniziali se ne sono aggiunti altri 160. Di questi, oltre la metà, sono mantovani, in gran parte allevatori ma anche veterinari. Ad occuparsene è il numero uno della Procura di Mantova Antonino Condorelli che ha ordinato nuovi controlli e sopralluoghi.
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