Intervista con il dott. Armand Sprecher. 18/09/2007 (ma ancora molto attuale; tratta da Medici senza frontiere)
Armand Sprecher è un medico di MSF specializzato in febbri emorragiche come l'Ebola e il Marburg. Attualmente sta lavorando con MSF contro l'epidemia di Ebola in corso nella provincia del Kasai Occidentale, nella Repubblica Democratica del Congo. In questa intervista descrive la febbre emorragica Ebola e le misure che vengono prese per controllare l'epidemia.
Che cos'è l'Ebola?
L'Ebola è stata scoperta nel 1976, in Zaire e in Sudan. È una malattia virale. Durante gli ultimi 30 anni sono state registrate epidemie periodiche di Ebola e del suo cugino Marburg in Africa centrale. MSF è intervenuta per rispondere a queste epidemie in Gabon, Uganda, Repubblica Democratica del Congo, Congo-Brazzaville, Sudan e Angola.
Quali sono le origini della malattia?
Probabilmente all'origine il virus era nei pipistrelli, da lì si è spostato nelle grandi scimmie e poi negli uomini. Si trasmette tra gli uomini attraverso il contatto coi fluidi corporei (sangue, vomito, diarrea…), che, punto importante, può avvenire durante la cura dei malati. Questo significa che durante un'epidemia di Ebola il virus tende a diffondersi anche al personale sanitario e ai familiari dei pazienti.
Quali sono i sintomi?
La malattia è come un'influenza. Inizia con febbre, mal di testa, dolori ai muscoli, poi le persone iniziano a vomitare e ad avere la diarrea. Successivamente, nel corso della malattia, possono iniziare a sanguinare (nel vomito, nella diarrea, dal naso e dalle gengive). Fino al 90% delle persone colpite dall'Ebola moriranno, a seconda del ceppo del virus.
Quanto sono importanti queste febbri emorragiche in termini di salute pubblica?
Nella storia dell'Ebola e del Marburg ci sono stati circa 2mila morti accertate, meno di quelle provocate dalla malaria in un giorno. Forse questa malattia ha un impatto minore in termine di salute pubblica di un paese, ma è molto significativa a causa del rischio estremo che rappresenta per la popolazione colpita.
Esiste una cura per l'Ebola?
Non esiste né un antidoto, né una cura per questa malattia, di conseguenza le cure che possiamo fornire sono solo di supporto e palliative. La maggior parte dei nostri sforzi sono indirizzati a controllare l'epidemia, tramite l'identificazione dei malati e il loro isolamento dal resto della popolazione. Questo è quanto stiamo facendo in questo momento nella provincia del Kasai Occidentale.
Fonte: medicisenzafrontiere.it
Ebola: trasmissione, sintomi, diagnosi, trattamento e prevenzione del terribile virus killer
da Meteoweb.eu
TRASMISSIONE: Il virus Ebola si trasmette all’uomo attraverso lo stretto contatto con il sangue, le secrezioni, gli organi o gli altri fluidi di animali infetti. L’infezione è stata riscontrata in Africa in diversi mammiferi, tra cui scimpanzè, gorilla, pipistrelli della frutta, vari tipi di scimmie, antilopi di foresta e istrici, trovati morti o malati nella foresta pluviale. Il virus Ebola, dopo lo stretto contatto animale/uomo, si propaga nelle comunità umane e poi, adattandosi, si diffonde attraverso la trasmissione interumana, risultante da uno stretto contatto con sangue, secrezioni, organi o altri fluidi corporei tra persone infette. Durante le cerimonie funebri di persone decedute ed infettate dal virus, lo stesso contatto diretto con il corpo del defunto (pensiamo alla diffusa tradizione del lavaggio del corpo del morto nei villaggi rurali) può svolgere un ruolo importante nella trasmissione del virus Ebola. Anche la trasmissione attraverso lo sperma infetto, durante un rapporto sessuale, può verificarsi fino ad un periodo di 7 settimane dopo la guarigione clinica del soggetto che ha superato la malattia. Il contagio si può verificare tra operatori sanitari, medici ed infermieri, durante il trattamento di pazienti affetti, con una mortalità molto elevata.
TRATTAMENTO: Dato che nessun farmaco antivirale è efficace nel trattamento dell’Ebola; la terapia primaria consiste esclusivamente in cure ospedaliere di supporto che comprendono: bilancio degli elettroliti (dato che i pazienti sono frequentemente disidratati), ripristino dei fattori di coagulazione per arrestare il sanguinamento, mantenimento dei parametri ematici e di ossigenazione, trattamento delle complicanze infettive e delle eventuali sovrainfezioni.
Fonte: meteoweb.eu