lunedì 22 settembre 2014

Si spengono i riflettori e aumenta la ferocia di Israele contro i palestinesi

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Di Stefania Rizzo - L’occupazione continua, feroce più che mai. Questa volta nel silenzio assordante dell’opinione pubblica mondiale. E’ il processo di normalizzazione che tanto piace a Israele che, lontano dalle bombe e dalla luce dei riflettori, può continuare indisturbato nella sua politica di oppressione e distruzione del popolo palestinese.
Nel giorno in cui è arrivata la notizia secondo cui il numero di abitanti ebrei residenti nel territorio della Cisgiordania è ulteriormente aumentato, raggiungendo quota 7500 persone, un decreto delle autorità israeliane ha vietato ai contadini di irrigare le loro terre nei cosiddetti gradini in Atov, nella parte orientale della città di Tubas.
Chi contravverrà al divieto di coltivare la terra, sarà arrestato. Come se non bastasse, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa palestinese Safa, “le forze di occupazione hanno distrutto il sistema di acqua e i contadini della zona sono stati costretti ad abbandonare le loro terre”. In questo modo Israele continua a privare la zona di Atov di tutti i tipi di infrastrutture.

Il presidente del Consiglio di Atov  ha protestato in modo energico: “Arrestare e minacciare gli agricoltori è il secondo passo dopo la distruzione della rete idrica. Il vero obiettivo delle forze di occupazione è quello di esercitare il pieno controllo sui territori di Atov e Al-Bakya”. Decine di persone sarebbero state arrestate nei campi di Tyaseer e i loro documenti sarebbero stati sequestrati “solo perché stavano lavorando nelle terre agricole della regione”.
QUASI 400MILA COLONI EBREI VIVONO IN CISGIORDANIA - Il numero di ebrei in Cisgiordania a partire dall’inizio di quest’anno ha raggiunto le 374 mila persone e si è alzato negli ultimi mesi fino a raggiungere la quota di 382 mila persone, con un aumento del 2% e con una crescita pari al doppio rispetto a quella della popolazione propria dello stato ebraico, che aumenta dell’1,9% all’anno. I dati sono stati diffusi dal Consiglio “Yesha” degli insediamenti che segnala come ì maggiori stanziamenti ebraici in Cisgiordania siano noti come “case d’elitè”, costruite su terre a sud-ovest della città di Gerusalemme, e abitati da una popolazione totale di 63 mila persone. “I dati ebraici – evidenzia l’agenzia di stampa Quds – hanno segnalato che ci sono circa 200 mila ebrei stanziati nella zona orientale della città di Gerusalemme”. Vale la pena ricordare che la comunità internazionale non ammette l’annessione della Gerusalemme orientale allo stato ebraico, così come considera illegali gli insediamenti ebrei fondati in Cisgiordania.
12 GIORNALISTI PALESTINESI DETENUTI DA ISRAELE – Colpire l’informazione è il primo passo necessario per evitare che le notizie sugli abusi commessi da Israele nei confronti del popolo palestinese possano fare il giro del mondo. Le autorità israeliane nei giorni scorsi hanno arrestato dodici giornalisti palestinesi, tra cui l’inviato dell’agenzia stampa Quds Press, Muhammad Muna. Secondo il Centro Studi Prigionieri palestinesi, i 12 reporter sono incarcerati “nel tentativo di nascondere i crimini commessi contro il popolo palestinese, di isolarlo dalle telecamere dei media e dalle penne dei giornalisti che lo pongono sotto la luce dei riflettori e mostrano agli occhi del mondo le sue pratiche criminali, e rivelano il suo vero volto e mettono a nudo le sue false asserzioni secondo cui rispetta e applica i diritti umani”. Tra i giornalisti arrestati vi è Muhammad Anur Muna (32 anni), di Nablus, corrispondente dell’agenzia stampa Quds Press International, sequestrato nel luglio 2013 e sottoposto a detenzione amministrativa, rinnovata diverse volte.
L’AREA C ORAMAI E’ TUTTA ISRAELIANA – Un rapporto dettagliato rivela che più del 99% dell’Area C è stato confiscato dalle autorità israeliane per stabilire ed espandere gli insediamenti israeliani, le zone militari chiuse e il controllo sulle riserve naturali. “Il rapporto – scrive l’agenzia di stampa Infopal citando una nota dell’Assessorato alla Cultura e all’Informazione dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) – ha evidenziato le recenti dichiarazioni ufficiali rilasciate da Israele, la misura della sua conformità con la pulizia etnica e l’imposizione della propria piena sovranità sul territorio palestinese occupato.Il rapporto ha dichiarato che “Israele non solo ha usato la militarizzazione e la violenza per intimidire il popolo palestinese e separare la Striscia di Gaza dal resto del popolo palestinese, ma ha usato le sue energie e risorse politiche e finanziarie per estendere la propria egemonia sulla Cisgiordania e sulla Gerusalemme occupata attraverso la confisca e il furto della terra palestinese e la rapida espansione degli insediamenti prima della delimitazione di una futura Palestina”.

Fonte: spondasud.it

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