In pochi mesi il governo Macri ha effettuato forti aumenti nei principali servizi pubblici del paese e realizzato licenziamenti di massa
di Fabrizio Verde
La parola d'ordine è «normalizzare l'economia», dove il termine normalizzare significa riportare indietro le lancette della storia, tornare alla «larga noche neoliberal» che drammi inenarrabili ha prodotto a queste latitudini.
Il mese di aprile non inizierà sotto un buon segno per gli argentini, infatti, il governo neoliberista di Mauricio Macri ha decretato aumenti fino al 500% delle tariffe dei principali servizi pubblici. Vale a dire acqua, elettricità, carburante e trasporti in Argentina.
Il quotidiano Pagina 12 informa che le tariffe relative al servizio idrico subiranno un aumento del 500%, quelle del gas incrementeranno del 300%, mentre i trasporti del 150%.
Nel caso dell'acqua l'aumento è richiesto dall'azienda statale Agua y Saneamientos Argentinos (Aysa), che già in varie occasioni durante il mandato della presidente Cristina Fernández de Kirchner aveva insistito per ottenere un sostanzioso incremento.
Il Ministro dell'Energia, Juan José Aranguren, ha confermato che gli aumenti del gas saranno del 300%. Forti incrementi si segnalano anche nel settore dei carburanti: Luis Malchiodi presidente della Federación de Entidades de Combustible de Argentina ha annunciato che la nafta aumenterà di pari passo con l'inflazione.
Stangata in arrivo anche per la telefonia fissa: le autorità hanno concordato con le compagnie telefoniche aumenti del 186%, come informa TeleSur. «Si tratta del primo aumento accordato dal Potere Esecutivo dopo 14 anni di tariffe congelate». Questo il commento del quotidiano Pagina 12.
Queste misure vanno a sommarsi ai licenziamenti di massa e alla stretta repressiva imposta dal regime neoliberista di Mauricio Macri.