venerdì 5 luglio 2013

Deroga al patto di stabilità: è una bufala!

Un amico, un tesoro di amico, Homo Aeserniensis, ci ha inviato una nota sulla supposta deroga al patto di stabilità. Pubblichiamo con la sua autorizzazione ma senza tagli che lui, persona educata, ci aveva chiesto con riguardo alla battuta da caserma. D’altronde è tipico degli economisti supporre questo o quello. Supponiamo, per esempio, di avere un supponente come Presidente del Consiglio…

La deroga supponente

di Homo Aeserniensis

Spero che a nessuno sia sfuggito il fatto che la supposta deroga al patto di stabilità sia una bufala. In realtà Letta non ha strappato nessuna particolare concessione all'Europa (a differenza della perfida Albione). ll margine dello 0,5% del Pil oltre il 3% di deficit esisteva già automaticamente per tutti i paesi fuori dalla procedura di infrazione. In ogni caso dovremo rispettare parecchie altre
condizioni.

La prima è la "regola della spesa", che nel nostro caso impone che la spesa pubblica non possa crescere affatto tra il 2014 e il 2016. Quindi maggiori investimenti possono essere realizzati solo tagliando qualcos'altro.  Ma non basta, dobbiamo rispettare anche la "regola del debito" che richiede una riduzione del rapporto debito Pil a ritmi "adeguati", che nel nostro caso significa una riduzione del 3,4 punti l'anno (tralasciando alcune sottigliezze bizantine sull'argomento). E' questo il vero limite agli investimenti pubblici. Il bello è che Francia, Spagna e altri, che non sono ancora usciti dalla procedura, non sono obbligati a seguire anche quest'ultimo criterio fino al 2015 ... e quindi avranno paradossalmente più margini di noi (da qui il riferimento da caserma alla "supposta" deroga che avremmo ottenuto).  Infine la Commissione si riserva di valutare se lo "sconfino" è giustificato da investimenti particolarmente produttivi e che rientrano tra quelli cofinanziati dall'Europa (TAV? F35?).

Un governo furbo sarebbe rimasto sotto procedura e avrebbe sfruttato tutti i margini concessi dai trattati, a cominciare dalle condizioni "particolari" che consentono di derogare dai vari criteri, per finire con una sana contabilità creativa a base di "garanzie" dello stato e della CDP su prestiti a imprese e famiglie. Insomma, una volta tanto, aveva ragione Berlusconi (che forse proprio per questo è stato messo all'angolo da tutti).

L'entusiasmo di Letta per le "concessioni" della UE mi ricorda una barzelletta che mi raccontò  il ministro XXX (fervente cattolico) molto prima di diventare ministro.
<Un miscredente e peccatore impenitente muore e naturalmente finisce all'inferno. Appena arrivato trova un diavolo che lo accoglie con grande cortesia e deferenza, come in un grande albergo, e gli chiede se ha preferenze particolari sul suo soggiorno. Gli mostra un catalogo di possibili "accompagnatrici", le  diverse sistemazioni a disposizione, ecc. Il peccatore, piuttosto perplesso, fa le sue scelte e viene accompagnato alla sua suite da una avvenente diavolessa. Dall'ascensore vede il classico girone con i dannati che urlano tra fiamme e i diavoli che li tormentano. Insospettito, chiede chi siano e la diavolessa gli risponde: "Quelli sono i cattolici, a loro piace così".>

Ecco: a Letta piace così.



Fonte:  http://politicaeconomiablog.blogspot.it/2013/07/la-deroga-supponente.html?spref=fb

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