giovedì 19 settembre 2013

Renata Polverini era davvero abusiva (ma di pregio) in una casa popolare

La parlamentare Pdl aveva vissuto a scrocco in una casa pubblica insieme all'ex marito - ora sfrattato - a San Saba, una delle zone più belle di Roma.

Di Massimo Lauria
Hanno pagato per anni 380 euro di affitto (sanzioni comprese) senza averne i requisiti, e in una zona della capitale - San Saba - dove i prezzi d'affitto a libero mercato sono più alti di almeno quattro volte. La parlamentare del Pdl ed ex governatrice della Regione Lazio ci ha vissuto per 24 anni - fino al 2004 - insieme al marito, prima che si separassero. Poi il suo ex compagno, Massimo Cavicchioli, ha continuato ad abitarci con la nuova compagna, fino allo sgombero forzato di ieri mattina, quanto sono arrivati i vigili urbani a dargli il ben servito.

«È una persecuzione politica, qui è pieno di case occupate e siete venuti solo da me. Qui ci sono nato 52 anni fa e non mi è mai stata data l'opportunità di comprare questo appartamento», avrebbe detto Cavicchioli mentre gli operai del comune entravano in casa per dare seguito allo sgombero. Una giustificazione ridicola, dal momento che dal 1989 (anno in cui la coppia si è trasferita all'Aventino) l'inquilino di pregio non ha mai avuto formalmente l'assegnazione dell'appartamento in cui prima viveva la nonna.

Ma soprattutto è un insulto alle migliaia di famiglie romane, vittime di sfratto esecutivo e in piena emergenza abitativa. Che la coppia Polverini-Cavicchioli fosse abusiva era già risultato oltre 2 anni fa, dopo le rivelazioni di un'inchiesta de L'Espresso, che aveva portato la procura di Roma ad indagare sulla faccenda. A quanto si legge sui documenti dell'Ater - l'azienda regionale per le case popolari -, Cavicchioli è stato «occupante abusivo (dell'appartamento, nrd) non sanabile» fin dal 1989. Ovvero da quando si era trasferito lì, dopo la morte della nonna.

Una pratica a dire il vero molto diffusa nel giro delle case popolari, che il più delle volte vengono abusivamente ereditate dai parenti più prossimi degli assegnatari, anche senza averne diritto. La stessa cosa era successa a Massimo Cavicchioli, che ha tentato per anni di subentrare alla nonna. Ma l'Ater ha sempre negato la possibilità di assegnazione, perché cumulando i redditi della coppia la cifra che risultava era decisamente superiore a quanto previsto dalla legge, per l'assegnazione delle case popolari. La pratica non è mai stata sanata e i 380 euro d'affitto prevedevano quindi il cumulo delle sanzioni per occupazione abusiva.

Fonte: popoff.globalist.it

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