IL GOVERNO ORBAN BLOCCA I GRANDI CENTRI COMMERCIALI LA DOMENICA, IN DIFESA DEI PICCOLI NEGOZI LOCALI (COME IN ITALIA...)
LONDRA - Al contrario di quanto combinano i "regnanti" dell'Italia, il governo ungherese ha sempre avuto a cuore l'interesse dei suoi cittadini e per tale motivo il 15 marzo scorso e' entrata in vigore una legge che vieta l'apertura domenicale ai negozi con una superficie superiore ai 200 metri quadrati.
Lo scopo di tale provvedimento, che contiene molte eccezioni, e' quello di proteggere i piccoli commercianti dallo strapotere delle grandi catene di distribuzione e dei centri commerciali e adesso tale restrizione potrebbe essere estesa anche ai supermercati situati nei siti protetti dall'UNESCO che ricoprono una grossa parte di Budapest e che fino ad ora sono stati esenti.
Ma in cosa consiste esattamente questa legge?
Ebbene questa legge entrata in vigore quindici giorni fa stabilisce che a dover restare chiusi la Domenica sono i negozi di dimensioni superiori ai 200 metri quadrati, ad eccezione di quelli il cui personale attivo la domenica è un proprietario per almeno il 20% o un membro della famiglia dei proprietari.
Gli orari di apertura saranno comunque limitati dalle 6 del mattino alle 22 durante tutta la settimana.
Tutti i negozi di retail saranno autorizzati a restare aperti nelle 4 domeniche che precedono il Natale, dalle 6 del mattino alle 22 e in un’altra domenica aggiuntiva, a scelta del proprietario. Il 24 e il 31 dicembre i punti vendita potranno restare aperti dalle 6 del mattino fino al pomeriggio.
Un’altra eccezione sarà vigente per le panetterie, che potranno stare aperte dalle 5 del mattino a mezzogiorno la domenica e negli altri giorni festivi e dalle 5 alle 22 negli altri giorni.
Quelli che vendono solo pane e latticini possono aprire alle 5 del mattino anche durante la settimana. Fiorai e giornalai possono aprire la domenica dalla mattina alle 6 fino a mezzogiorno.
La legge stabilisce inoltre che il governo sia autorizzato a regolare gli orari per casi singoli in caso di speciali ambienti locali, nel caso di località turistiche, ma anche in base a numero di dipendenti, di abitanti e di trend della zona.
Come e' possibile vedere i legislatori ungheresi hanno cercato di far quadrare il cerchio cercando di proteggere il piu' possibile tutte quelle attivita' che pur essendo grandi non fanno parte di grosse catene commerciali e giustamente hanno cercato di salvaguardare quanti piu' posti di lavoro possibile.
Nei prossimi mesi sara' possibile vedere che questa legge riuscira' a raggiungere il suo scopo ma di certo tale provvedimento dovrebbe essere copiato e adottato anche in Italia dove la concorrenza sleale di tanti centri commerciali ha danneggiato enormemente il tessuto del commercio locale, formato da negozi di quartiere, di paese. Negozi che davano lavoro a centinaia di migliaia di italiani e che ora sono chiusi per colpa della concorrenza sleale delle grandi catene di stributive, che in più operano in Italia ma spesso hanno sede in altre nazioni dove pagano molto meno tasse.
GIUSEPPE DE SANTIS - Londra.
Fonte: ilnord.it