venerdì 17 giugno 2016

Bilderberg 2016: i membri del club temono il brexit



“Una storia d’amore col silenzio”, così il Guardian chiama la tradizionale segretezza intorno alla conferenza Bilderberg, un meeting annuale del quale un tempo si parlava assai poco sui media mainstream, ma che sta sentendo crescere, anno dopo anno, la pressione intorno a sé.
La ragione è semplice, vi partecipano alcuni fra i più potenti capi di Stato, vertici delle multinazionali, alcuni giornalisti, e ciascuno rigorosamente vincolato a tacere i contenuti dell’incontro. Questo garantirebbe la libertà di espressione dei partecipanti. Ma al pubblico, anche non solo a quello appassionato di complotti, tanta riservatezza sembra ingiustificata, se non sospetta.
Quest’anno, potrebbe essere tenuta una conferenza stampa dell’evento, fatto che in precedenza mai accaduto? Questa la domanda che l’inviato del Guardian ha posto a qualcuno degli invitati alla conferenza, una domanda legittima, “visto il numero di politici che vi prendono parte”. Fra gli interrogati c’è anche una vecchia conoscenza del Bilderberg e dell’alta finanza italiana, Franco Bernabé.
La sua risposta, dopo una risata: “Ci sono un po’ di vostri colleghi nella conferenza, membri della stampa. Giornalisti”. Vero, ma vincolati dall’omertà del Bilderberg; che farsene, del resto, di giornalisti che non possono esercitare il loro obbligo d’informare? “Pensavo fosse accettabile che almeno Nbc, Bloomberg e il Financial Times, che hanno giornalisti all’interno del Bilderberg, fossero a Dresda per coprire il summit”, scrive sconsolato il reporter del Guardian, “ma non ci sono”.
Le misure di sicurezza sono, come sempre, impressionanti, si parla di mille poliziotti impiegati per contenere 15 dimostranti, di telefoni che non funzionano per giorni, con pochi media tradizionali interessati a fare breccia in un evento apertamente ostile a ogni forma di trasparenza. Tuttavia, nota il Guardian, le cose stanno pian piano cambiando: “per cominciare le agenzie d’informazione hanno iniziato a venire. Getty Images e Reuters sono qui”.
La loquacità dei partecipanti resta pochissima, ma quest’anno almeno uno di loro, Peter Thiel, cofondatore di PayPal e fra i più giovani invitati alla conferenza, ha voluto offrire una spiegazione sulla folle ossessione per la privacy che avvolge il Bilderberg:

“Il libertarianismo non è sinonimo di trasparenza radicale. […] Penso che spessi si abbiano le migliori conversazioni in gruppi piccoli, dove non tutto è monitorato; questo è il modo di fare conversazioni molto oneste e di pensare al futuro nel modo migliore”.

Brexit: Bilderberg non lo permetterà mai
Le élite globali hanno paura che uno scenario di Brexit possa mandare in fumo 70 anni di alleanza atlantica. Come previsto da Stratfor tempo addietro, i nazionalismi si sarebbero inevitabilmente opposti alla creazione di un blocco statale monolitico e il progetto degli Stati Uniti d’Europa voluto dalla Germania è destinato a fallire, o per lo meno rimanere in fase di stallo.
L’agenzia di intelligence americana osserva come tutto sia iniziato quando nel 2004 Bilderberg ha votato per l’allargamento dell’Ue, che ha scatenato una prima grande ondata migratoria dalla Polonia al Regno Unito.
Nonostante le politiche di confini aperti dell’Europa, la crisi dei migranti e gliattentati terroristici di Parigi e Bruxelles, hanno costretto i leader politici dei singoli Stati membri dell’Ue a tentare di accontentare i cittadini, per ragioni ovvie di popolarità. Il risultato è un progressivo rafforzamento dei confini e innalzamento delle barriere anti migranti, con l’obiettivo di ridurre sia il numero di rifugiati in fuga da guerre come quella in Siria, sia la manodopera a basso costo in entrata.
Per quanto abbiano tentato di eliminare qualsiasi sovranità nazionale, le autorità politiche delle forze europee sono nazionali prima di tutto e mettono i propri interessi davanti a qualsiasi altra cosa. Se non altro per tentare di essere rielette.



Per grande dispiacere dei potenti del mondo delle conferenze Bilderberg – imprenditori, banchieri, politici, commentatori – dopo 70 anni di tentativi, il progetto per sopprimere le sovranità nazionali per creare un unico blocco europeo è per il momento è in serio pericolo. Una vittoria del fronte dei ‘Leave’ darebbe il definitivo colpo di grazia a tale progetto. E il gruppo dei Bilderberg non lo permetterà.
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