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Omar Mateen era legato all’ex-guardia del corpo dell’agente della CIA shayq Umar Abdurahman
Kurt Nimmo, Infowars 12 giugno 2016 - Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
Kurt Nimmo, Infowars 12 giugno 2016 - Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
Omar Mateen era un seguace di Marcus Dwayne Robertson, ex-marine degli Stati Uniti e guardia del corpo dello “sceicco cieco” Umar Abdurahman.
Fox News riferisce: “L’uomo che ha ucciso almeno 50 persone in una discoteca della Florida era un seguace di un controverso capo di rapinatori di banche (Marcus Dwayne Robertson) rilasciato dal carcere lo scorso anno nonostante gli avvertimenti dei procuratori che avrebbe reclutato persone per azioni violente, secondo le fonti di FoxNews.com. Abdurahman era un capo spirituale dei mujahidin appoggiati dalla CIA in Afghanistan. Negli anni ’80 “fu arruolato da funzionari dell’intelligence pakistana e statunitense che orchestravano la guerra in Afghanistan. Una sessantina di ufficiali delle Forze speciali e della CIA lo consideravano una ‘risorsa preziosa’, secondo uno di loro, trascurandone il messaggio anti-occidentale e l’incitamento alla guerra santa perché lo volevano aiutare ad unificare i gruppi dei mujahidin“, secondo The Atlantic Monthly. Dopo che il mentore di Usama bin Ladin, Abdullah Azam, fu assassinato nel 1989, la CIA collaborò strettamente con Abdurahman. L’agenzia lo portò negli Stati Uniti in numerose occasioni, nonostante fosse sulla lista di sospetti terroristi. Fu anche pagato dalla CIA per visitare Londra, dove radicalizzò i musulmani reclutandoli per la guerra contro i sovietici in Afghanistan (vedi Sean O’Neill, La fabbrica del suicidio, Abu Hamza e la moschea di Finsbury Park). A New York, secondo un “funzionario egiziano di grado molto elevato“, Abdurahman continuò a lavorare con la CIA. Abdurahman fu implicato nell’assassinio del rabbino sionista radicale Meir Kahane, ma la CIA bloccò l’indagine. “E’ un caso che lo sceicco ebbe il visto ed sia ancora nel Paese. È qui sotto le bandiere di Sicurezza nazionale, dipartimento di Stato, NSA e CIA“, disse un agente dell’FBI secondo The Village Voice. La CIA avrebbe poi bloccato le indagini sul coinvolgimento di Abdurahman nel complotto per bombardare il WTC e altre sedi nel 1993. Alla fine fu arrestato e accusato. Un documento della CIA concluse che l’agenzia era “parzialmente colpevole” per l’attentato del 1993 al World Trade Center, perché contribuì ad addestrare e supportare alcuni degli attentatori.
Marcus Dwayne Robertson, alias Abu Taubah, era un marine e membro di una banda di New York che lavorava con la CIA. “Anche se questa affermazione può sembrare fantastica, un memorandum sulla condanna emessa dai suoi avvocati, a fine aprile, afferma che il governo confermò una serie di affermazioni di Robertson sulle passate attività clandestine condotte per conto del governo“, scrive Murtaza Hussain per Intercept. Robertson, che fu anche informatore dell’FBI per 15 anni, venne arrestato, imprigionato e accusato di possesso di arma da fuoco di un criminale, e condannato nel 2011. Era l’imam del Seminario della Conoscenza Fondamentale Islamica di Orlando, al momento. Nei primi anni ’90 fu la guardia del corpo dello sceicco Umar Abdurahman. “Bill Warner, investigatore privato di Sarasota in Florida e attivista anti-islamista, che seguiva Marcus Robertson dal 2009, sostiene che oltre agli ultimi crimini Robertson ha ‘legami con al-Qaida risalenti almeno al 1993, a New York City, e in precedenza era legato ad Umar Abdurahman, il cosiddetto ‘sceicco cieco’ il cui gruppo estremista fu accusato del primo attentato al World Trade Center del 1993. Abdurahman, condannato per cospirazione sediziosa con altri nove, sconta l’ergastolo al Butner Federal Correctional Institution nel North Carolina“, riferiva Fox News a marzo. Fox News e gli altri media corporativi evitano l’ovvio. Abdul-Rahman, Robertson e si può ragionevolmente presumere Omar Mateen erano controllati della CIA e, probabilmente, dall’FBI. Questo, naturalmente, va contro la storia su Mateen lupo solitario ispirato dallo Stato Islamico, a sua volta variante di al-Qaida cresciuta sulla scia della guerra in Afghanistan contro i sovietici negli anni ’80 (i taliban anche derivano dai resti dei mujahidin).
Marcus Dwayne Robertson, alias Abu Taubah, era un marine e membro di una banda di New York che lavorava con la CIA. “Anche se questa affermazione può sembrare fantastica, un memorandum sulla condanna emessa dai suoi avvocati, a fine aprile, afferma che il governo confermò una serie di affermazioni di Robertson sulle passate attività clandestine condotte per conto del governo“, scrive Murtaza Hussain per Intercept. Robertson, che fu anche informatore dell’FBI per 15 anni, venne arrestato, imprigionato e accusato di possesso di arma da fuoco di un criminale, e condannato nel 2011. Era l’imam del Seminario della Conoscenza Fondamentale Islamica di Orlando, al momento. Nei primi anni ’90 fu la guardia del corpo dello sceicco Umar Abdurahman. “Bill Warner, investigatore privato di Sarasota in Florida e attivista anti-islamista, che seguiva Marcus Robertson dal 2009, sostiene che oltre agli ultimi crimini Robertson ha ‘legami con al-Qaida risalenti almeno al 1993, a New York City, e in precedenza era legato ad Umar Abdurahman, il cosiddetto ‘sceicco cieco’ il cui gruppo estremista fu accusato del primo attentato al World Trade Center del 1993. Abdurahman, condannato per cospirazione sediziosa con altri nove, sconta l’ergastolo al Butner Federal Correctional Institution nel North Carolina“, riferiva Fox News a marzo. Fox News e gli altri media corporativi evitano l’ovvio. Abdul-Rahman, Robertson e si può ragionevolmente presumere Omar Mateen erano controllati della CIA e, probabilmente, dall’FBI. Questo, naturalmente, va contro la storia su Mateen lupo solitario ispirato dallo Stato Islamico, a sua volta variante di al-Qaida cresciuta sulla scia della guerra in Afghanistan contro i sovietici negli anni ’80 (i taliban anche derivano dai resti dei mujahidin).
Umar Abdurahman
Il padre di Omar Mateen aveva appena visito Congresso e dipartimento di Stato degli USA
Jack Phillips, Epoch Times,13 giugno 2016
Jack Phillips, Epoch Times,13 giugno 2016
Il padre di Omar Mateen, il 29enne che ha compiuto la peggiore strage nella storia degli USA, è un attivista politico che concorre alle presidenziali dell’Afghanistan. Seddique Mateen, cittadino afghano, era stato a Washington DC di recente, cercando supporto presso dipartimento di Stato e Congresso, secondo The Independent Journal. Ha pubblicato le ultime immagini di se stesso su Facebook presso il dipartimento di Stato e gli uffici dei democratici del comitato dei servizi esteri. “Abbiamo il dovere di dire al mondo che il Pakistan uccide il popolo afghano“, ha scritto in un post, secondo The Journal. In un altro post ha parlato di incontri con il Comitato per le Relazioni Estere e della partecipazione a un’audizione sulla sicurezza in Afghanistan. Ha anche incontrato i deputati repubblicani Charlie Rangel, Dana Rohrabacher ed Ed Royce, secondo i suoi post su Facebook. Epoch Times ha contattato Seddique Mateen su Facebookper un commento. Il Washington Post ha riferito che cercava di concorrere alle presidenziali dell’Afghanistan. “Il video più recente sul canale youtube di Mateen lo mostra dichiarare la candidatura alla presidenza afghana. La tempistica del video è strana, avvenendo un anno dopo le elezioni presidenziali in Afghanistan“, riferisce il Post. Mateen ha anche inviato messaggi all’amministrazione Obama, tra cui una foto di lui con uno striscione che dice: “I taliban sono AFGHANI al 100%. Nessuno li controlla e vogliono distruggere la Linea Durand“. In un altro post ha scritto: “Oh Presidente Obama, il Pakistan è la capitale del terrorismo“, e un altro dice: “L’ISI del Pakistan uccide soldati statunitensi e afgani“. Parlando con la NBC News, Mateen ha detto che l’attacco di suo figlio “non ha nulla a che fare con la religione“. “Chiediamo scusa per l’incidente. Non sapevamo delle azioni che ha preso. Siamo scioccati, come tutto il Paese“, ha detto l’emittente.
I funzionari dicono che almeno 50 persone sono state uccise ed altre 53 ferite nella sparatoria nella discoteca, avvenuta il 12 giugno di prima mattina. Il sospettato di New York, Omar Mateen, veniva ucciso dalla polizia circa 3 ore dopo l’incidente. Ron Hopper, capo dell’FBI di Orlando, ha detto che il suo ufficio seguiva Omar nel 2013, quando fece dei “commenti infiammati” ai colleghi su possibili “legami terroristici”, secondo al-Jazeera. Nel 2014, i funzionari l’indagarono per “possibili legami” col kamikaze statunitense Moner Mohammad Abusalha. Il contatto di Omar con Abusalha era “minimo e non costituiva un rapporto sostanziale o una minaccia all’epoca“, ha detto Hopper all’emittente. Omar aveva legalmente acquistato le due armi che si ritiene abbia utilizzato nella sparatoria, pochi “giorni prima”, ha detto Trevor Velinor, portavoce del Bureau of Alcohol, Tabacco, and Firearms(ATF). Hopper rispose alle domande su come Omar abbia ottenuto le armi pur essendo indagato dall’FBI dicendo: “non c’era nulla per poter continuare le indagini“. Quando i giornalisti glielo chiesero ancora, rispose: “Ancora una volta, l’indagine è stata chiusa“.
I funzionari dicono che almeno 50 persone sono state uccise ed altre 53 ferite nella sparatoria nella discoteca, avvenuta il 12 giugno di prima mattina. Il sospettato di New York, Omar Mateen, veniva ucciso dalla polizia circa 3 ore dopo l’incidente. Ron Hopper, capo dell’FBI di Orlando, ha detto che il suo ufficio seguiva Omar nel 2013, quando fece dei “commenti infiammati” ai colleghi su possibili “legami terroristici”, secondo al-Jazeera. Nel 2014, i funzionari l’indagarono per “possibili legami” col kamikaze statunitense Moner Mohammad Abusalha. Il contatto di Omar con Abusalha era “minimo e non costituiva un rapporto sostanziale o una minaccia all’epoca“, ha detto Hopper all’emittente. Omar aveva legalmente acquistato le due armi che si ritiene abbia utilizzato nella sparatoria, pochi “giorni prima”, ha detto Trevor Velinor, portavoce del Bureau of Alcohol, Tabacco, and Firearms(ATF). Hopper rispose alle domande su come Omar abbia ottenuto le armi pur essendo indagato dall’FBI dicendo: “non c’era nulla per poter continuare le indagini“. Quando i giornalisti glielo chiesero ancora, rispose: “Ancora una volta, l’indagine è stata chiusa“.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora