Stiamo parlando degli ecovillaggi, comunità basate prevalentemente sulla sostenibilità ambientale e, secondo l’ecologo ed agronomo australiano David Holmgren,caratterizzate dall’adesione volontaria dei partecipanti e da nuclei abitativi progettati per ridurre al minimo l’impatto ambientale, dall’uso di energie rinnovabili e dall’autosufficienza alimentare, basata sulla permacultura o altre forme di agricoltura biologica.
Il sistema si sta moltiplicando in tutta Europa: in Italia, in particolare, sta raccogliendo numerose adesioni, tanto da creare una vera e propria Rete italiana villaggi ecologici (RIVE), un’associazione costituita da comunità, ecovillaggi e progetti di comunità.nel 1996 con lo scopo di far conoscere le esperienze comunitarie dove è possibile vivere l’utopia di una società basata sulla solidarietà, la cooperazione e l’ecologia, la RIVE è composta da esperienze differenti tra loro per orientamento filosofico e organizzazione, ma tutte comunque ispirate a un modello di vita sostenibile dal punto di vista ecologico, spirituale, socioculturale ed economico. La diversità tra i membri della RIVE è un tratto caratterizzante dell’associazione stessa, che ispira a molteplici stili di vita, uniti però dalla convinzione che la sostenibilità sia l’attitudine di un gruppo a soddisfare i propri bisogni senza ridurre, ma anzi migliorando, le prospettive ambientali presenti e delle future generazioni.