I dati scioccanti diffusi da uno studio americano
Consumare sale in eccesso può portare alla morte. A dirlo non sono i cosiddetti “salutisti”, ma esperti accreditati nel settore che mettono in guardia tutti noi dall’abuso di questa sostanza nella nostra alimentazione. Le vittime del sodio (elemento chiave del sale) nel mondo sono più di 1 milione e 650 mila ogni anno. In pratica un decimo dei decessi cardiovascolari. I consumi medi registrati (3,95 grammi di sodio al giorno) sono quasi doppi rispetto alla dose massima raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità (2,3 grammi/giorno corrispondenti a circa 5 grammi di sale da cucina). L’effetto killer è stato misurato e verificato da uno studio americano che ha analizzato i dati di 205 indagini sul consumo di sodio in 187 Paesi del mondo.
L’abuso di sodio conta 58 mila morti cardiovascolari all’anno soltanto negli Usa, ma l’allarme riguarda soprattutto i Paesi in via di sviluppo: 4 decessi su 5 attribuibili a un eccesso di sodio riguardano proprio le nazioni a basso-medio reddito. Si va dai 2,18 grammi al giorno dell’Africa sub-sahariana ai 5,51 grammi dell’Asia centrale, ai 3,60 degli Stati Uniti.
“Un elevato consumo di sodio provoca un aumento della pressione arteriosa, principale fattore di
rischio per malattie cardiovascolari come eventi cardiaci e ictus”, afferma Dariush Mozaffarian, decano della Friedman School of Nutrition Science and Policy della Tufts University di Boston, che ha guidato lo studio. I risultati dell’analisi sono stati tarati a fattori come età ed etnia. L’obiettivo è indurre all’attivazione di programmi per ridurre l’apporto giornaliero di sodio: “Sarebbero una misura concreta - spiegano gli esperti -per ridurre le morti premature nella popolazione adulta in tutto il mondo”.
rischio per malattie cardiovascolari come eventi cardiaci e ictus”, afferma Dariush Mozaffarian, decano della Friedman School of Nutrition Science and Policy della Tufts University di Boston, che ha guidato lo studio. I risultati dell’analisi sono stati tarati a fattori come età ed etnia. L’obiettivo è indurre all’attivazione di programmi per ridurre l’apporto giornaliero di sodio: “Sarebbero una misura concreta - spiegano gli esperti -per ridurre le morti premature nella popolazione adulta in tutto il mondo”.
Fonte: lifestyle.tiscali.it