(Disclaimer: in questo articolo è stata inserita un'immagine che, seppur dimostrativa di una procedura medica, potrebbe colpire la sensibilità di alcuni lettori)
Il trapianto di testa, una chimera che sembrava destinata a rimanere tale, potrebbe essere un passo (anzi, più di uno) vicino alla realizzazione: il chirurgo italiano Sergio Canavero, diventato il volto ufficiale di questo progetto, ha infatti spiegato di aver portato a termine con successo una serie di esperimenti su animali e cadaveri umani con la collaborazione di alcuni scienziati in Cina e Corea del Sud.
L'obiettivo di Canavero è quello di definire un protocollo chirurgico per il trapianto di testa entro due anni in modo da poter procedere all'esecuzione del primo intervento. "Direi che abbiamo molti dati per procedere", spiega il chirurgo. "È importante che la gente smetta di pensare che questo sia impossibile: è assolutamente possibile e stiamo lavorando in questa direzione".
In effetti, come spiegato più volte, la definizione "trapianto di testa" è decisamente fuorviante: dal momento che quello che rende una persona ciò che è si trova nel cranio, è il "proprietario" della testa ad essere il ricevente, e di conseguenza si dovrebbe parlare di "trapianto di corpo". Ad ogni modo, "trapianto di testa" è l'espressione più usata in questi anni su tutti gli organi di informazione e anche dallo stesso Canavero, quindi anche noi continueremo a definire l'intervento in questo modo.
I dettagli degli esperimenti del chirurgo e dei suoi collaboratori saranno pubblicati in sette paper che troveranno spazio su Surgery e CNS Neuroscience & Therapeutics nel corso dei prossimi mesi. All'interno della comunità scientifica, il fatto che la pubblicazione sia stata annunciata in anticipo è stata giudicata quasi unanimemente come una mossa pubblicitaria.
Le rivelazioni anticipate di Canavero sono state criticate "per una buona ragione", secondo quanto dichiarato da Thomas Cochrane, neurologo del centro di bioetica della Harvard Medical School, a New Scientist. "Genera eccitazione prima che l'eccitazione sia garantita. Per quanto posso dire, questa operazione sta riguardando più la pubblicità che la produzione di buona scienza".
Le procedure delineate da Canavero e che saranno presumibilmente descritte nei paper sono corredate da immagini e video già diffusi, dei quali al momento non è possibile verificare l'attendibilità. Il filmato che potete vedere qui sotto mostra un topo che, secondo quanto riportato, è in grado di muovere nuovamente le gambe poche settimane dopo che il suo midollo spinale è stato spezzato e poi riconnesso.
Come riportato da New Scientist, l'esperimento è stato messo in atto da C-Yoon Kim della Konkuk University School of Medicine in Corea del Sud. Secondo Canavero, il lavoro di Kim mostra come sia possibile "riconnettere" il midollo spinale se questo viene tagliato in presenza di glicole polietilenico (PEG).
Uno studio del 2004 ha effettivamente mostrato come questa sostanza sia in grado di favorire la guarigione da danni spinali nei cani. I risultati di quegli esperimenti confermarono quanto emerso in una ricerca del 2001, che mostrò come l'iniezione di PEG nel flusso sanguigno dei porcellini d'India potesse essere in grado di accelerare la guarigione da danni spinali favorendo la riparazione a livello molecolare della guaina mielinica.
"Questi esperimenti (quelli di Kim, ndr) mostrano una volta per tutte che semplicemente usando il glicole ploietilenico si può vedere un recupero parziale", spiega Canavero. Oltre all'utilizzo del PEG, i paper prodotti dal chirurgo e dai suoi collaboratori dovrebbero includere altri dettagli sulla sua tecnica, come ad esempio le tecniche di stimolazione del midollo spinale o l'utilizzo di un dispositivo a pressione negativa in grado di creare un vuoto che stimoli i nervi a fondersi.
Lavorando in Cina con un team guidato da Xiaoping Ren della Harbin Medical University, Canavero sostiene invece di essere riuscito a trapiantare la testa di una scimmia su un nuovo corpo, garantendo il circolo del sangue tra le due parti ma senza riconnettere il midollo spinale. Questa è in effetti una riedizione di quanto già eseguito negli anni '70 dal chirurgo statunitense Robert White, ovviamente avvalendosi dei progressi in ambito medico ottenuti negli ultimi decenni.
Lo scopo in questo caso, secondo Canavero, era quello di dimostrare che, portando la testa della scimmia ad una temperatura di -15°C durante l'intervento, è possibile evitare danni cerebrali: "La scimmia è sopravvissuta alla procedura senza alcun danno neurologico di qualsiasi tipo", spiega il chirurgo italiano, aggiungendo che la scimmia è stata mantenuta in vita soltanto per 20 ore dopo l'operazione per ragioni etiche.
L'obiettivo finale di Canavero è quello di riuscire ad eseguire per la prima volta un trapianto di testa su Valery Spriridonov, un 31enne paziente russo paralizzato da anni. Poter raggiungere questo traguardo richiederà, tra le altre cose, anche consistenti finanziamenti: il chirurgo è persino intenzionato a chiedere un contributo a Mark Zuckerberg, fondatore e CEO di Facebook. Nel frattempo, il direttore di un ospedale di Hanoi si è detto disposto ad ospitare l'intervento nella sua struttura.
"Se il cosiddetto trapianto di testa funzionerà, questo aprirebbe la strada ad una scienza interamente nuova sulla ricostruzione post-trauma del midollo spinale", spiega Michael Sarr, il direttore responsabile di Surgery e chirurgo della Mayo Clinic di Rochester (Minnesota) a New Scientist. Siamo interessati alla ricostruzione del midollo spinale utilizzando il trapianto di testa come dimostrazione di un concetto. Il nostro giornale non supporta necessariamente questo intervento, a causa di parecchie questioni etiche e di molte considerazioni sul consenso informato e sulla possibilità di conseguenze negative".
Fonte: it.ibtimes.com