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domenica 26 ottobre 2014

Disastro Basilicata: è la nuova Terra dei fuochi (CENSURATA)

SOTTO IL LAGO PERTUSILLO IL PIÙ GRANDE GIACIMENTO DI IDROCARBURI D’EUROPA. ENI E SHELL TRIVELLANO SENZA SOSTA. I PESCI MUOIONO E LE COLTIVAZIONI MARCISCONO.

Di Edoardo Bettella - popoffquotidiano.it

Ogni giorno 2.658.861 uomini, donne, bambini bevono l’acqua proveniente dal lago Pertusillo. La popolazione delle province di Bari, Taranto e Lecce. Con la stessa acqua, vengono irrigati i campi della Basilicata che producono alcune tra le eccellenze dell’agricoltura italiana: vino doc e biologico, olio, fagioli, peperoni, frutta.Accade che, nel 2011, il lago inizia a puzzare. La brina del mattino, segno di una notte che se ne va e di un nuovo giorno che nasce, brucia le piante su cui si poggia, appena viene toccata dai primi raggi del mattino. È acida. Accade che l’uva, quando la si mette in bocca, sa di petrolio. Anzi, in molti nemmeno riescono ad assaggiarla: è già tanto se si riesce ad arrivare al raccolto. Accade che la pera campanella, peculiarità lucana, non riesce più a maturare sull’albero, come dovrebbe, perché cade prima. E accade che le carpe, pesci che vanno a cercare il cibo tra i sedimenti del fondale, muoiono.
L’area in cui si trova il Pertusillo, la Val d’Agri, si trova nella Basilicata occidentale, e ospita anche il più grande giacimento di idrocarburi in terraferma d’Europa. E, da anni, l’Eni e la Shell trivellano senza sosta. I pozzi si trovano proprio in prossimità del lago e dei fiumi immissari. Secondo le autorità competenti, però, non c’è rischio di inquinamento: «Se in Basilicata c’è un problema di inquinamento da polveri sottili è in centro a Potenza e non certo in Val d’Agri», dichiarò nel 2012 l’ex presidente Pd della Regione Basilicata Vito De Filippo, ora sottosegretario alla Salute nel governo Renzi.
L’Eni, tramite Enrico Cingolani, vice presidente esecutivo per la regione Europa meridionale e orientale, ha sostenuto, sempre nel 2012: «Un sistema di controllo puntuale ed efficiente è la migliore assicurazione sui nostri investimenti, la nostra forma di tutela più forte. Stiamo per consegnare alla Regione le chiavi di una rete di monitoraggio unica in Italia e probabilmente in Europa, capace di verificare non solo la qualità dell’aria, ma anche dell’acqua e degli ecosistemi, che verifica la soglia del rumore e quella del cattivo odore, vigilando anche su eventuali rischi».
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