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lunedì 5 maggio 2014

Galleria immagini: I BAMBINI DI FALLUJA - L'OSPEDALE DEGLI ORRORI

iraqchildrenDi Robert Fisk - independent.co.uk

Bambini nati morti, handicap, deformazioni troppo raccapriccianti da descrivere  - quali sono le bugie che si nascondono dietro l’angoscia del Fallujah General Hospital?

Le foto scorrono sullo schermo, in un piano alto del Fallujah General Hospital (Policlinico di Fallujah). E, di colpo, l’ufficio amministrativo di Nadhem Shokr al-Hadidi si trasforma in una piccola camera degli orrori. Un neonato con una bocca terribilmente deformata . Un altro con una malformazione del midollo spinale, con materia midollare che fuoriesce dal corpicino. Un neonato con uno spaventoso, enorme occhio da ciclope. Un altro neonato, con solo mezza testa, nato morto come i precedenti, data di nascita 17 giugno 2009. Un’altra foto passa sullo schermo: data di nascita 6 luglio 2009, mostra un minuscolo neonato con solamente un mozzicone del braccio destro, del tutto privo della gamba sinistra e senza genitali. 

"Assistiamo continuamente a scene del genere", dice Al-Hadidi, quando un medico donna entra nella stanza e volge lo sguardo verso lo schermo. Ha fatto nascere alcuni di questi bambini nati morti. "In tutta la mia carriera, non ho mai visto niente di così raccapricciante", dice tranquillamente. Al-Hadidi risponde al telefono, accoglie i visitatori nel suo ufficio, ci offre del tè con i biscotti mentre queste immagini da brivido si materializzano sullo schermo. Ho chiesto di poter vedere queste fotografie per assicurarmi che i bambini nati morti, con le loro deformità, fossero reali. C'è sempre un lettore o uno spettatore che, sottovoce, grida alla "propaganda".
Ma le fotografie rappresentano una schiacciante, orribile ricompensa a tali dubbi. 7/1/2010: un bambino con la pelle sbiadita, giallognola e le braccia deformi. 26/4/2010: una massa grigia su un lato della testa del bambino. Un dottore accanto a me parla di "Tetralogia di Fallot", un difetto del setto interventricolare. 3/5/2010: una creatura dall’aspetto di una rana in cui – commenta il medico appena entrato nella stanza - "è come se tutti gli organi addominali cercassero di uscire dal corpo".
È troppo. Le fotografie sono eccessivamente crude; incarnano un dolore e una angoscia che ne rende la visione, per lo meno ai poveri genitori, impossibile. In poche parole, non possono essere pubblicate.
L’atteggiamento dei medici di Falluja è molto pratico. Sono consapevoli che la loro tragedia non ci è ignota. Infatti, le deformità dei bambini di Fallujah non rappresentano una novità. Già altri corrispondenti - tra cui il mio collega Patrick Cockburn - hanno visitato Falluja per denunciare quel che sta accadendo. Quel che è veramente vergognoso è che queste deformità si ripetono senza alcun tipo di monitoraggio o controllo. Un medico di Fallujah, una ostetrica formatasi in Gran Bretagna, dove ha acquistato a sue spese uno scanner da 79.000 sterline per la rilevazione prenatale delle anomalie congenite destinato alla sua clinica privata – e che è rientrata a Fallujah solo cinque mesi fa - mi dice il suo nome e mi domanda perché il Ministero della Salute a Baghdad non promuova una approfondita indagine ufficiale sui bambini deformi di Fallujah.
"Sono andata ad incontrare il ministro", dice. "Diceva che avrebbe creato un comitato. Sono andata ad incontrare il comitato. Non hanno fatto nulla. Non sono riuscita ad ottenere alcun tipo di risposta". Più tardi, ventiquattro ore dopo, la stessa donna inviava un messaggio ad un mio amico, un altro medico iracheno, in cui mi chiedeva di voler restare anonima.
Nonostante il numero di bambini nati morti di Fallujah sia altissimo, il personale medico presso il Policlinico di Fallujah dimostra la propria onestà invitando ripetutamente a non formulare conclusioni avventate.

venerdì 14 febbraio 2014

Allarme inquinamento radioattivo da torio 232 in Friuli, nel poligono militare Cellina-Meduna

poligono friuli radioattivo
L’eurodeputato Andrea Zanoni, eletto nell’Italia dei Valori e che aderisce al gruppo Democratici e Liberali, ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea sulla preoccupante contaminazione da torio 232 registrati nell’area del poligono militare Cellina-Meduna di Cordenons, San Quirino, Vivaro e San Giorgio della Richinvelda, in Provincia di Pordenone.
Zanoni, che si presenta ora come eurodeputato Pd, fa parte della commissione Envi ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare al Parlamento europeo, e chiede che «l’Ue intervenga per evitare la contaminazione dalla sostanza tossica e radioattiva. I dati dell’Arpa pubblicati a fine dicembre parlano chiaro. Bisogna evitare ogni rischio per l’ambiente e la salute dei cittadini».
L’Agenzia regionale per la protezione ambientale del Friuli-Venezia Giulia ha infatti comunicato i dati delle analisi effettuate a fine dicembre al Comando della 132esima Brigata Ariete dell’esercito di Cordenons alla Regione, alla Provincia e alla Prefettura di Pordenone, ai Comuni interessati ed all’Azienda per i servizi sanitari. «Nello specifico – si legge in una nota di , Zanoni – in 4 degli 8 bersagli (carcasse di carri armati utilizzati per l’addestramento a fuoco) analizzati dall’Arpa, è stata riscontrata una presenza di torio 232 notevolmente superiore al livello normalmente presente in natura, avente origine artificiale e presumibilmente collegata alle attività di addestramento militare. Si tratta probabilmente dell’eredità lasciata dalle esercitazioni svoltesi tra gli anni ’80 e ‘90 nel sito: tra il 1986 e il 2003, infatti, le compagnie dell’Esercito italiano avevano in dotazione missili anticarro spalleggiabili “Milan”, che emettevano torio 232 (gli stessi utilizzati nel poligono interforze di Quirra in Sardegna, tristemente noto per gli effetti prodotti dalla contaminazione da torio 232)».

domenica 26 gennaio 2014

Amianto, "Gli elicotteristi cambiavano i pezzi a mani nude"

Amianto elicotteri
Amianto, "Gli elicotteristi cambiavano i pezzi a mani nude": Le testimonianze raccolte dal Cocer dell'Aeronautica


Agli elicotteristi i pezzi in amianto glieli facevano cambiare a mani nude, e senza neanche una mascherina. E le vecchie pastiglie dei freni con amianto, e quelle nuove che ne sono prive, vengono a volte confuse fra loro. Questo il tenore delle testimonianze raccolte da Alfio Messina, delegato Cocer dell’Aeronautica Militare, che si è sempre sentito ripetere le stesse cose, nelle segnalazioni arrivate dalle basi di Grosseto, Grazzanise, Decimomannu, Pratica di Mare, Padova e Vicenza, dove il personale presta o ha prestato servizio.
Prima di rilasciare a titolo personale un’intervista all’Huffington Post, Messina ha infatti avuto modo di ascoltare storie di colleghi che oggi temono per la propria salute. “Hanno saputo dell’esistenza di questo problema da notizie di cronaca – racconta il delegato – e ora quelli che hanno lavorato e continuano a lavorare su velivoli che contengono componenti o parti tecniche in amianto, hanno realizzato che fino ad oggi non sono stati debitamente informati sui rischi per la propria salute”. Sono preoccupati, e si rivolgono al Cocer cercando, “qualche parola di conforto, cosa che certo non ricevono dagli organi preposti. Perché a quanto ci risulta, in tutti questi anni i responsabili delle loro attività non hanno mai informato il personale di bordo della presenza di amianto. Ammesso che ne fossero loro stessi stati messi a conoscenza”.
“Ovviamente – premette doverosamente Messina – non siamo un comitato scientifico, e non possiamo fare azioni ispettive, ma questo è ciò che i colleghi che rappresentiamo mi hanno detto”. Ed è anche ciò che il Cocer andrà a riferire – vedi documento – al Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, ossia lo stesso generale Pasquale Preziosa che con l’istituzione del “Comitato amianto” (anticipata dall'HuffPost) ha già dimostrato la sua sensibilità verso questa tematica.

mercoledì 10 luglio 2013

Il maresciallo Diana: "Aiutatemi, sto morendo: fate la guerra per salvarmi"


“A I U T A T E M I  s t o  m o r e n d o”,  è il grido d’aiuto  che il suo assistente lancia sulla pagina Facebook  del maresciallo Marco Diana, 44 anni, di Villamassargia ex militare dell’Esercito malato di cancro che attacca il sistema immunitario e linfatico e metastasi nel fegato. Non ce la fa più a scrivere, la congiuntivite lo tormenta ancora, così deve farlo il suo assistente.
Ecco l’ultimo disperato appello: “Proprio oggi ho ricevuto due comunicazioni; una da parte della sanità che mi comunica che mi è stata completamente sospesa dal 30 giugno la somministrazione di tutti i medicinali e gli integratori. In più il Ministero della Difesa che mi vuole nuovamente sottopormi a visita alla Commissione medico legale di Cagliari per accertare nuovamente se io ho ancora il cancro e se dipende dal servizio e se le terapie di cura che sto facendo sono causate dalla malattia contratta per colpa del servizio. Inoltre,  devono accertare se ho necessità di essere assistito 24 ore al giorno”.
L’angelo bianco, così si presenta chi scrive per il Maresciallo Diana e continua: “Chiedo a tutti di iniziare la guerra. Sollevare i toni dell'opinione pubblica al massimo del possibile dell'inimmaginabile a tutti i livelli. Vi imploro con questa supplica perché fra un po’ sarò morto.
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