Agli elicotteristi i pezzi in amianto glieli facevano cambiare a mani nude, e senza neanche una mascherina. E le vecchie pastiglie dei freni con amianto, e quelle nuove che ne sono prive, vengono a volte confuse fra loro. Questo il tenore delle testimonianze raccolte da Alfio Messina, delegato Cocer dell’Aeronautica Militare, che si è sempre sentito ripetere le stesse cose, nelle segnalazioni arrivate dalle basi di Grosseto, Grazzanise, Decimomannu, Pratica di Mare, Padova e Vicenza, dove il personale presta o ha prestato servizio.
Prima di rilasciare a titolo personale un’intervista all’Huffington Post, Messina ha infatti avuto modo di ascoltare storie di colleghi che oggi temono per la propria salute. “Hanno saputo dell’esistenza di questo problema da notizie di cronaca – racconta il delegato – e ora quelli che hanno lavorato e continuano a lavorare su velivoli che contengono componenti o parti tecniche in amianto, hanno realizzato che fino ad oggi non sono stati debitamente informati sui rischi per la propria salute”. Sono preoccupati, e si rivolgono al Cocer cercando, “qualche parola di conforto, cosa che certo non ricevono dagli organi preposti. Perché a quanto ci risulta, in tutti questi anni i responsabili delle loro attività non hanno mai informato il personale di bordo della presenza di amianto. Ammesso che ne fossero loro stessi stati messi a conoscenza”.
“Ovviamente – premette doverosamente Messina – non siamo un comitato scientifico, e non possiamo fare azioni ispettive, ma questo è ciò che i colleghi che rappresentiamo mi hanno detto”. Ed è anche ciò che il Cocer andrà a riferire – vedi documento – al Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, ossia lo stesso generale Pasquale Preziosa che con l’istituzione del “Comitato amianto” (anticipata dall'HuffPost) ha già dimostrato la sua sensibilità verso questa tematica.
Gli equipaggi degli elicotteri sono mai stati informati della presenza di amianto a bordo degli elicotteri, e degli annessi rischi per la salute? O quanto meno, rispetto alla componentistica che l’AgustaWestland indica contenere amianto, è mai stato loro raccomandato – anche senza entrare nello specifico – di maneggiarla con particolare cautela?"La mancanza d’informazione, da quanto emerso dalle dichiarazioni dei colleghi, è stata assoluta, e solo di recente ci sono stati dei timidi tentativi. Ma quando dico timidi, intendo all’acqua di rose. A quanto mi risulta, parlando con i colleghi degli equipaggi, niente è stato fatto in passato, e molto poco ancora adesso. Ad alcuni, ad esempio, hanno semplicemente detto che i freni delle ruote e del rotore andavano sostituiti perché contenevano amianto, e loro l’hanno fatto. A mani nude, con dei semplicissimi guanti di lattice".
Quanto “poco” viene fatto, anche adesso?Ad esempio, ai miei colleghi di Pratica di Mare hanno annunciato nel corso di un briefing l’imminente “pensionamento” del vecchio HH-3F. Benché paradossalmente, rispetto ad altri modelli, contenesse poco amianto e fosse in realtà più facilmente sanabile. L’AB 212 invece, un mezzo dalla vita ben più lunga, è compromesso dall’amianto e ben più difficile da ripulire fino in fondo: in questo caso la Marina, in un primo momento, aveva deciso che venissero messi a terra. Non si può certo dire che verranno dismessi. Addirittura mi è stato riferito che alle nuove pastiglie fornite dall’AgustaWestland prive di amianto sia stato attribuito un codice di magazzino identico a quello della vecchia componentistica. E che quindi siano state confuse fra loro.
Perché chi ci lavora – e chi ci ha lavorato – si sente a rischio?"Innanzitutto bisogna tener presente che cosa fa esattamente chi lavora sugli elicotteri. C’è il personale tecnico e manutentore. Come gli elettromeccanici, quelli che mettono mano alla componentistica: gli hanno dato dei guanti di lattice, che servono solo a proteggersi dagli olii, ad esempio, ma nessuno ha mai fornito loro neanche una mascherina, né gli hanno mai spiegato che c’era l’amianto. Lo stesso discorso vale per il personale pilota: si siedono sul velivolo e svolgono il proprio servizio senza che venga loro detto alcunché. Entrambe le categorie sono state tenute all’oscuro. E le uniche eccezioni di cui sono a conoscenza risultano in realtà ulteriore conferma di questa regola".
Quali eccezioni?"Un collega mi ha raccontato che nel ’98 una vecchia direzione che oggi non esiste più fece una cosiddetta “precisazione tecnica applicativa” [PTA, ndr]. In pratica si comunicava che alcune parti dell’HH-3F dovevano essere smaltite, perché contenenti amianto. Ma non c’erano indicazioni sulle precauzioni da prendere. L’altra è molto più recente, nel 2012, quando in una riunione col personale manutentore dissero che le guarnizioni delle pompe idrauliche contenevano amianto, e andavano sostituite: un collega mi ha raccontato che quando le sostituivi, quelle vecchie si sfaldavano, si polverizzavano".
Che cosa gli è stato risposto?"Non si sono posti particolari problemi. Non gli hanno fornito né strumenti di protezione, né precauzioni. Si sono limitati a ribadire: “Sappiate che devono essere sostituite”.
I medici che visitano gli equipaggi degli elicotteri hanno mai mostrato particolare interesse per il loro stato di salute?"Assolutamente no. Gli elettromeccanici di bordo ogni sei mesi fanno una visita, ma su tutt’altri parametri, nulla di specifico per l’amianto. L’intento è quello di capire se sei idoneo al volo. E siccome le malattie legate all’amianto si possono manifestare anche trent’anni dopo, l’unica cosa che interessa è l’idoneità all’attività lavorativa in quel determinato momento".
Oggi invece che cosa è cambiato negli hangar, dalla diffusione della notizia degli elicotteri all’amianto in poi?Poco o niente. Qualche settimana fa, è circolata voce nell’ambiente di lavoro che stessero valutando la possibilità di fermare gli AB 212. Mentre per gli HH-3F, il problema tra virgolette non si pone, perché concluderanno la propria vita lavorativa fra un anno, e quindi per loro la questione si estinguerà naturalmente. Anche se per un altro anno i nostri uomini se lo dovranno respirare, senza neanche una mascherina. Ci sono colleghi che lavorano su queste linee dall’86 e si sono respirati tutto. E se lo continuano a respirare.
Che cosa farà con tutte queste testimonianze?"Io faccio parte di un organismo collegiale, con il compito di sottoporre al vertice le problematiche che i colleghi ci rappresentano. Vorrei sinceramente essere smentito, ed il condizionale è d’obbligo, ma i colleghi che ce ne parlano sono tanti. E la tutela della loro salute è il principale fra i compiti della rappresentanza militare: preferisco riportare l’esistenza di queste preoccupazioni, e magari vederle dimostrate infondate, piuttosto che minimizzare, per poi scoprire che è tutto vero".