Di Barbara Romano - liberoquotidiano.it
Sul pulpito di Montecitorio predica la spending review. Lontano dai riflettori vuole togliersi lo sfizio di un hacker e due nerd telematici. Perché no? Pagano i contribuenti. Così Laura Boldrini, la presidente della Camera che – come ha scritto l’Espresso - «fa dello sfoggio pubblico dell’anti-casta una certificazione di santità», taglia con l’accetta i portaborse altrui, ma non bada a spese per il proprio staff. Che ha raggiunto una tale densità demografica in Parlamento da necessitare un censimento. Al nutrito esercito dei Boldrini Boys stanno per aggiungersi infatti tre nuovi acquisti. E se alla fine non ci sarà un pirata telematico alle dipendenze della Camera è solo perché i questori hanno già risposto con un «no» rotondo alla proposta bislacca di Lady Montecitorio.
L’idea è stata di Anna Masera, nuova capo ufficio stampa voluta dalla Boldrini e quindi accettata dall’Ufficio di presidenza della Camera. Classe 1960, vanta una carriera inaugurata con un master in giornalismo alla Columbia University di New York e coronata alla Stampa, dove lancia la testata nel web diventando Social Media Editor. Una vocazione, quella digitale, che chiude in valigia e porta con sé a Palazzo. Solo quella, in realtà, perché la Masera, non appena approdata alla Camera, ostenta subito con orgoglio di essere totalmente digiuna di cosa pubblica: «Io non ci capisco nulla di politica, non sono mai stata in Parlamento», dice a ogni collega che gli capita a tiro. In effetti, prima di assumere l’incarico che adesso le rende oltre 6.500 euro netti al mese, in Transatlantico la Masera non s’era mai vista. Neanche dopo, a dire la verità. La sua presenza, invece, si è notata subito nella piazza virtuale di Montecitorio.
«Twitta a rotta di collo», dicono di lei nel Palazzo, che è tutto un cinguettio da quando è giunta la pioniera di Twitter. La prima cosa che ha fatto, non appena insediata, è stata aprire di propria iniziativa un profilo della Camera sul social network, suscitando non pochi mal di pancia ai vertici amministrativi e politici, nella segreteria generale e tra i componenti del Comitato della comunicazione, che la Masera si è guardata bene dal consultare. Una mossa percepita come uno sgarbo istituzionale soprattutto da parte dell’Ufficio di presidenza, che aveva avallato a larga maggioranza (10 favorevoli, 2 contrari, 3 astenuti) la nomina proposta dalla presidente di Montecitorio, la quale aveva indicato proprio la Masera tra i sei finalisti della selezione cui avevano partecipato in 750. Quando la paladina dei rifugiati era assurta a terza carica dello Stato e aveva scelto come portavoce Roberto Natale, si era capito subito chi sarebbe stata la predestinata: visto il rapporto di amicizia e stima che lega la Masera a Natale, nessuno si è stupito che, alla fine, quella poltrona sia andata proprio a lei.
Se la sua prima mossa è stata cinguettare, la seconda è stata chiedere l’assunzione di tre esperti telematici che l’aiutino ad avviare Twitter e sviluppare la comunicazione multimediale della Camera. Uno dei tre, inizialmente, avrebbe dovuto essere un hacker, un pirata informatico. Proposta, quest’ultima, immediatamente bocciata dai questori della Camera, convinti che sia meglio cercare un profilo professionale più ortodosso. Così stamattina i questori si riuniranno per decidere se dare il via libera alle tre assunzioni, per le quali la Masera intende fare stanziare 50mila euro dall’ufficio stampa di Montecitorio. I nuovi arrivati potrebbero essere inquadrati come grafici o redattori, con compensi che oscillano tra i 2000 e i 2.500 euro netti al mese.
Tanti, in questo ramo del Parlamento, si chiedono a cosa servano tre nuovi assunti quando ci sono già tre consulenti addetti al canale multimediale della Camera (Gustavo Pacifico 50mila euro, Rosaria Marchese 40mila, Giuseppe Caiola 30mila: compensi che figurano sul sito web della Camera alla voce «spese» del primo semestre 2013). Profumatamente pagati eppure al momento disoccupati, visto che il canale trasmette solo le sedute quotidiane dell’aula e nel fine settimana le registrazioni dei lavori delle commissioni: un servizio già svolto dai reparti radiotelevisivi di Montecitorio.
Se il Collegio dei questori darà il via libera, non saranno le prime assunzioni della Boldrini. Da quando si è insediata sulla poltronissima di Montecitorio, lo staff del presidente è già aumentato di sei unità. Tra le quali, per inciso, c’è già un’addetta ai social network: Giovanna Pirrotta. Ma per la rivoluzione digitale che ha in mente la Masera, evidentemente, ne servono di più.
Fonte: liberoquotidiano.it