venerdì 30 agosto 2013

La disoccupazione giovanile arriva al 40%

La disoccupazione in Italia resta ferma al 12% durante il mese di luglio. Invariata rispetto al mese precedente, ma in aumento su base annua, con un rialzo di 1,3 punti percentuali. Lo rileva l'Istat (i dati sono ancora provvisori). La disoccupazione, dunque, resta su livelli allarmanti. Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 76 mila, è diminuito dello 0,3% rispetto al mese precedente (-10 mila unità), ma ha toccato la soglia del 12% su base annua (+325 mila).

L'incremento è diffuso su tutto il territorio e interessa per oltre il 50% dei casi persone con più di 35 anni. Il 55,7% dei disoccupati cerca lavoro da più di un anno.

Se si analizza poi il tasso di disoccupazione giovanile l'indice sfiora il 40% aumentando di 0,4% punti rispetto al mese precedente e di 4,3 punti sul 2012. Nel secondo trimestre tra i 15-24enni il tasso sale al 37,3% (+3,4 punti), con un picco del 51% per le giovani donne del Mezzogiorno.


I dati Istat rivelano che la disoccupazione in Italia è salita di 585.000 unita' rispetto a un anno prima (2,5%) con un incremento nel Mezzogiorno (5,4%, pari a 335.000 unità). A farne le spese sono soprattutto gli uomini (3,0% con 401.000 unità) mentre sono meno penalizzate le donne (1,9% che perdono 184.000 unità). Disoccupazione in crescita anche tra i più giovani (532.000 unita') e tra i 35-49enni (267.000) Mentre invece aumentano gli occupati con almeno 50 anni (+214.000 unità).

Il calo dell'occupazione è maggiore nell'industria (-2,4% con 111.000 posti in meno) e nelle costruzioni (-12,7% con 230.000 posti in meno). A ritmi più sostenuti, l'occupazione si riduce anche nel terziario (-1,0%, pari a -154.000 unità). Non si arresta il calo degli occupati a tempo pieno (-3,4%, pari a -644.000 unità rispetto al secondo trimestre 2012), che in quasi metà dei casi riguarda i dipendenti a tempo indeterminato (-2,5%, pari a -312.000 unità). Gli occupati a tempo parziale aumentano in misura minore rispetto al recente passato (1,5%, pari a +59.000 unità). E la crescita - spiega l'Istat - riguarda esclusivamente il part time involontario. Per il secondo trimestre consecutivo, e con maggiore intensità - spiega infine l'Istat - cala il lavoro a termine (-7,2%, pari a -177.000 unità), cui si accompagna la nuova diminuzione dei collaboratori (-7,0%, pari a -32.000 unità).


Fonte: controlacrisi.org
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