Visualizzazione post con etichetta prelievo forzoso. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta prelievo forzoso. Mostra tutti i post

sabato 7 marzo 2015

Prelievo forzoso sulle pensioni, Inps e Governo passano all’incasso: ecco cosa sta succedendo


La clamorosa indiscrezione, riportata dal Fatto Quotidiano, racconta nei dettagli quello che milioni di pensionati stanno subendo. Vale a dire un assegno di pensione più basso a causa di una nuova trattenuta che, francamente, ha dell’incredibile. Ecco cosa sta succedendo

Non inizia sotto i migliori auspici il nuovo anno per i pensionati italiani, racconta Patrizia De Rubertis sul Fatto Quotidiano.
Perchè? È presto detto: a gennaio hanno ricevuto un assegno inferiore rispetto a quello di dicembre.
La causa si chiama “conguaglio pensione da rinnovo”, una nuova trattenuta “effetto della perequazione automatica, vale a dire il meccanismo di rivalutazione delle pensioni, che nel 2014 ha avuto un effetto negativo. Meccanismo che ha portato l’Inps a sottrarre circa 12 euro ogni 1.000 euro di pensione. Con un’altra notizia negativa: il prelievo non c’è stato solo sul rateo di gennaio, ma verrà applicato anche su quello di febbraio, così come è stato specificato nella Circolare numero 1/2015  che ha pubblicato l’Istituto di previdenza”.
Non parliamo di grandi cifre perchè, “a conti fatti, su una pensione minima (con un importo medio di circa 500 euro lordi) verranno sottratti 5,40 euro, mentre su un assegno di 1.500 euro la somma da decurtare è di circa 16 euro”. In ogni caso si tratta, less or more, di una sorta di prelievo forzoso che a piccole dosi non dovrebbe fare troppo male nè troppo rumore.

lunedì 26 gennaio 2015

Prelievo forzoso: lo hanno già fatto! Ecco i dati sulla più grande rapina ai danni degli Italiani tenuta ben nascosta


Il prelievo forzoso sui conti correnti degli italiani c’è già stato, e negli ultimi 3 anni ha tolto dalle nostre tasche qualcosa come 9 miliardi di euro. Per interdersi sulle proporzioni: quello ufficiale e dichiarato, anche se eseguito nottetempo, ad opera dell’allora premier Giuliano Amato nel luglio 1992 oggi corrisponderebbe a 3 miliardi di euro. A fare la conta sull’incredibile escalation di pressione fiscale sui 3.800 miliardi di euro di attività finanziarie detenute dalle famiglie italiane è una ricerca del centro studi Impresa Lavoro pubblicata sul settimanalePanorama. E i numeri del triennio 2011-2014, corrispondente ai governi di Mario MontiEnrico Letta e Matteo Renzi, se messi l’uno dopo l’altro sono impressionanti.
La rapina occulta di 9 miliardi - A pesare sulle tasche degli italiani sono stati tre interventi massicci, che sommati risultano un cero e proprio prelievo forzoso criminaleInnanzitutto, l’aumento delle aliquote sui redditi di natura finanziaria, passata dal 12,5% al 26% (eccetto i titoli di Stato), che nel 2015 porterà all’Erario 11,2 miliardi di euro rispetto ai 6,5 stimati per il 2011. Quindi l’introduzione della tassa su una parte delle transazioni finanziarie, la celebre Tobin Tax: secondo gli analisti, la tassa non ha portato nelle casse dello Stato non più di qualche centinaia di milioni di euro. Le stime parlano di 300 milioni, praticamente la stessa entità della diminuzione degli scambi sui mercati italiani, riflesso negativo della misura.

sabato 22 novembre 2014

Piano segreto Ue, prelievo forzoso dai nostri conti correnti!!!

Un’euro-rapina sui conti correnti? Potrebbe accadere, e i poveri risparmiatori subirebbero una mazzata con pochi precedenti (tra i quali il prelievo forzoso notturno del 1992 effettuato dal governo Amato). E, soprattutto, è quello che teme il focoso europarlamentare leghista, Gianluca Buonanno, che ha presentato un’interrogazione scritta alla Commissione Ue e alla Bce per chiedere di confermare «l’esistenza di un piano di misure adottato nel luglio 2014» secondo il quale, come già sperimentato a Cipro, «sarebbe prevista l’imposizione di misure d’urgenza che consentirebbero il congelamento dei conti correnti bancari dei cittadini e delle imprese europee e il prelievo forzato delle somme ritenute necessarie a fronteggiare l’esposizione debitoria». Ma la domanda che pone Buonanno è anche un’altra: «La Bce ritiene che il rischio di default sia concreto a tal punto da permettere l’adozione di un tale piano?». La risposta non è semplice: anche se le crisi si presentano sempre in forme diverse, l’opera di prevenzione (anche se l’Ue ha raggiunto soglie maniaco-depressive) può rappresentare un aiuto.
Tuttavia, quando si ascoltano le parole del capo economista di Standard & Poor’s, Jean-Michel Six, lo shock è fortissimo: «La ripresa economica ha perso molto slancio e, avvicinandoci al 2015, nell’Eurozona sono aumentati i rischi di una terza Merkel e Draghirecessione dopo il 2009 e il 2011», ha detto. I quesiti aumentano. Perché il presidente della Bce, Mario Draghi, e soprattutto le istituzioni italiane – pubbliche e private – in questi mesi hanno messo l’accento sulla creazione di una bad bank, cioè di un ente che si faccia carico dei crediti deteriorati degli istituti (in Italia hanno superato i 180 miliardi) per ripulire i bilanci e consentire una migliore sopravvivenza del sistema? Perché la principale banca italiana, Intesa Sanpaolo, ha scaricato dal portafoglio 17 miliardi di Btp? Qui rispondere è più facile: hanno ripreso valore e ha guadagnato, la Bce li penalizza e, se la recessione proseguisse, meglio stare leggeri. Perché allora Buonanno lancia questo allarme?

giovedì 20 novembre 2014

Tracollo Italia: Si avvicina il prelievo forzoso sui risparmi degli italiani

euro 7
di Attilio Folliero
Da tempo, l’informazione alternativa avverte sui pericoli di una manovra tendente a colpire i risparmi, ossia un prelievo forzoso. Oggi a parlarne è perfino “Il Giornale”, che in un suo articolo intitolato “Il prelievo forzoso in banca non farà sconti a nessuno” (1) parla della possibilità di un prelievo forzoso del 10%. La novità di oggi è che questo prelievo non riguarderebbe solo i conti correnti superiori a 100.000 euro, come per esempio attuato a Cipro, ma riguardi tutti i risparmi. Insomma è probabile che a pagare non siano solo i più ricchi ma tutti, anche un povero disgraziato che abbia magari solo 10.000 euro faticosamente risparmiati.
Se malaguratamente una persona si ritrovasse a vendere un appartamento ed incassa (sul conto corrente) i soldi proprio il giorno in cui dovesse attuarsi il prelievo forzoso, si ritroverebbe con una doppia fregatura: oltre ad aver venduto un bene di per se già svalutato, a causa della crisi nel settore immobiliare, si rtitroverebbe anche a pagare un ulteriore 10%. Ammesso che riesca a vendere un apartamento a 100.000 euro, su questi soldi si ritroverebbe a pagare 10.000 Euro di prelievo forzoso.
In realtà non si tratta di una novità assoluta. In Italia, il governo Amato nella notte tra il 9 ed il 10 di luglio [1992] attuò un prelievo forzoso del 6 per mille. A quell’epoca i risparmi degli italiani ammontavano a circa 500 miliardi di euro, …
… per cui un prelievo del 6 per mille fruttò allo stato 3 miliardi di euro. Una cifra tutto sommato irrisoria. Oggi, pero’ si parla di un prelievo forzoso che potrebbe essere del 10%, ossia per una persona con 100.000 euro di risparmi il prelievo ammonetrebbe a 10.000 euro; per una persona con 10.000 euro il prelievo sarebbe di 1.000 euro.

martedì 15 ottobre 2013

L'immodesta proposta del Fondo Monetario: prelievo forzoso del 10% sui conti correnti

L'immodesta proposta del Fondo Monetario: prelievo forzoso del 10% sui conti correnti


Chi sogna lo sbarco della Troika in Italia per fare in modo che finalmente vengano attuate le tanto evocate riforme (che non si capisce mai bene quali siano), dovrebbe leggersi il box di pagina 49 dell'ultimo Fiscal Monitor del Fondo Monetario Internazionale, in cui gli economisti dell'istituto guidato da Christine Lagarde danno la ricetta ideale per risolvere il problema del debito pubblico. Il modo più efficace per riportare il livello del debito pubblico ai livelli pre-crisi, ovvero a fine 2007, in 15 Paesi dell'euro (chi verrebbe esentato? Forse il Lussemburgo e la Germania) è quello di un prelievo una tantum del 10% sulla ricchezza privata.

Secondo gli estensori del Fiscal monitor, le condizioni per  il successo di questa misura una tantum "sono forti, ma vanno pesate contro i rischi di misure alternative, che comprendono il ripudio del debito pubblico o una sua riduzione attraverso misure inflazionistiche". Queste ultime due misure, però, notano gli economisti del Fondo, sono una forma particolare di tassa sulla ricchezza che pesa sui detentori di bond e anche sui non residenti. Tradotto: pesa sulle banche, anche quelle estere che magari in portafoglio hanno titoli di Stato italiani.

Per evitare questo fardello alle banche, dunque, il Fondo consiglia di prelevare il 10% dalle tasche dei cittadini. Ma d'altronde non sarebbe una novità, visto che operazioni simili sono state attuate in Europa dopo la Prima Guerra Mondiale e in Germania e Giappone (guarda caso i due Paesi sconfitti) dopo la Seconda Guerra Mondiale. Gli economisti dell'istituto di Washington dimenticano di citare il caso italiano. Chi c'era ricorda però benissimo che nella notte tra il 9 e il 10 luglio del 1992 il governo guidato da Giuliano Amato prelevò dai conti correnti il 6 per mille sulle cifre depositate. Un simpatico buffetto se paragonato al 10% proposto dal Fondo.

loading...
loading...