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sabato 14 marzo 2015

UNA "BUONA SCUOLA"... SI... MA PER I BANCHIERI!!!


Alcuni commentatori hanno già messo in evidenza l'ossimoro contenuto nello slogan renziano della "Buona Scuola". 
 Idealizzare la Scuola è sempre stato infatti il modo più sicuro per delegittimarla. 
Per il resto nel "progetto di riforma" di Renzi non c'è nulla che non sia stato già fatto o detto dai governi precedenti. Uno studio diffuso dalla UIL ha posto in evidenza che anche i famosi, e fumosi, premi al "merito" dei docenti annunciati da Renzi si riducono in effetti a spiccioli. 

Ma il concetto di premio al "merito" va valutato in base al contesto. In un lager il premio consisteva nel sopravvivere, e lo stesso vale per la "Buona Scuola", dove si è ormai accesa una guerra per bande per poter accedere all'olimpo dei "tutor", dei "mentor" e del mitico "staff" dirigenziale, in vista del consolidamento di una mafia carrieristica intenta a giudicare gli altri per non essere giudicata essa stessa.

Per pagare gli insegnanti il meno possibile si è sempre avvolto l'insegnamento di retorica missionaria, ma in passato un sistema di potere più interessato all'effettivo funzionamento dell'istruzione, aveva elaborato la tronfia espressione della "libertà di insegnamento", per garantire anche al più timido dei docenti quel minimo di autonomia che gli consentisse di sfuggire alle ingerenze di dirigenti, colleghi e genitori

Il demagogico slogan del "merito" si risolve invece in un generalizzato diritto all'ingerenza; ciò in nome di una finta didattica ideale che serva a distruggere quella reale.

giovedì 12 febbraio 2015

Europa, la democrazia è finita: Draghi lo ricorda a Tsipras

Non chiamatele pressioni, sono ricatti. Non parlate di separazione di poteri, al vertice dell’Unione Europea non esistono. Sto parlando, ovviamente, del trattamento che “l’Europa” sta riservando alla Grecia. Quando la Banca centrale europea annuncia che non accetterà più i titoli pubblici greci a garanzia dei prestiti bancari, compie un gesto politico, dalla forza dirompente, paragonabile a un atto militare. Di fatto priva le banche di liquidità, ed è come se si riducesse l’ossigeno a un paziente reduce da una lunga malattia. Gli spin doctor della Bce hanno presentato la decisione alla stregua di “pressioni” sul governo greco; in realtà è una forma di ricatto, che dimostra, ancora una volta, come in questa Europa la democrazia sia più formale che sostanziale e come la volontà popolare non abbia possibilità di affermazione non appena contrasta con gli interessi e i piani delle élite europee. Fuor di metafora: Draghi ha messo Tsipras con le spalle al muro: se persiste sulla strada della rinegoziazione del debito, le banche greche, nel giro di poche settimane o forse di pochi giorni, si troveranno senza fondi, alcune chiuderanno, la gente assalirà, inutilmente, bancomat e sportelli, l’economia si fermerà.
A quel punto Tsipras avrà di fronte a sé due alternative: rompere definitivamente e uscire dall’euro o chinare la testa. Secondo voi come finirà? L’effetto, se questo scenario dovesse realizzarsi, sarebbe disastroso per la nostra democrazia: dimostrerebbe Draghiche i vari Syriza, Podemos, eccetera non hanno alcuna possibilità di realizzare le proprie promesse elettorali e che ai popoli europei non resta in realtà che una scelta: applicare i diktat della Troika con un premier di centrosinistra o applicare i diktat della Troika con un premier di centrodestra. Cambia l’etichetta, non la sostanza. Nell’Europa di oggi, chi controlla la moneta, ovvero l’euro, di fatto rappresenta il potere più forte, condizionante in quanto ostativo, di tutte le istituzioni nazionali ed europee. Un potere che è assoluto. A chi risponde la Bce? A nessuno. Qual è il contropotere della Bce? Non esiste. Chi può giudicare la Bce? Nessun tribunale, la Banca centrale beneficia di fatto di un’immunità assoluta. Ma, vien da pensare, concetti che pensavamo sacri come la tripartizione dei poteri, la sovranità popolare? Spariti in un colpo.

venerdì 6 febbraio 2015

Troppi italiani non hanno ancora capito le reali cause della crisi

A cura di nocensura.com

Secondo vari sondaggi il 40% degli italiani vogliono uscire dall'euro; i media ed i politici ne parlano come se fosse un numero enorme, sembrano quasi "sorpresi"... in realtà è sconfortante apprendere che il 60% degli italiani non hanno compreso quali siano le cause di questa crisi. O meglio, il 55% non lo ha capito, c'è anche un 5% di persone che sanno benissssimo come funzionano le cose, ma a loro conviene così...

Molte, troppe persone credono che uscire dall'euro ci danneggerebbe: ma quando c'era la Lira si stava male? Si era terzo mondo? Oppure eravamo una POTENZA economica? Un'economia caratterizzata da molte piccole imprese, ovvero benessere diffuso... 

i problemi ce li ha portati questa moneta, non è una teoria, è palese. E' dinnanzi agli occhi di tutti. Cinque milioni di italiani sono alla FAME, e se non ci fossero genitori/nonni/figli/fratelli ad aiutare parenti in difficoltà, il numero dei disperati sarebbe quattro o cinque volte superiore.

Il problema in ogni caso non è l'euro in quanto tale: ma il modo in cui viene emesso (addebitandolo e non accreditandolo) e il fatto che sia, scandalosamente, gestito da PRIVATI !!! Banchieri PRIVATI come è privato il burger king! E qui siamo all'assurdo, alla TRUFFA. 

La proprietà della moneta all'atto dell'emissione deve essere dello STATO, ovvero della collettività, e non di banchieri privati che creano moneta dal nulla, banconote prive di convertibilità in oro, e la PRESTANO alle nazioni, indebitandole sistematicamente. Non c'è via di scampo. 

lunedì 2 febbraio 2015

I creditori europei giocano con il fuoco nel portare la Grecia sull'orlo del precipizio


I creditori europei giocano con il fuoco nel portare la Grecia sull'orlo del precipizio
“Fino a quando i fondi per le banche insolventi provengono da stati distrutti a livello fiscale, l'abbraccio mortale continuerà”

Le potenze del Nord Europa hanno lanciato moniti precisi alla Grecia e dichiarano di voler continuare a mantenere una posizione inflessibile sul debito. Syriza non riceverà quindi alcuno sconto sul `Memorandum’ imposto dai creditori e se Alexis Tsipras vuole arrivare a rompere i termini del piano di salvataggio – firmato dai leader precedenti in condizioni totalmente ingiuste per Atene – l'Europa taglierà i 54 miliardi di euro di supporto al sistema bancario greco, determinando il default e una rapida uscita dall'euro. Lo scrive Ambrose Evans-Pritchard nel suo ultimo articolo sul Telegraph.
 
A tal proposito restano emblematiche le parole del ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble che ha semplicemnete ribadito in più occasioni come il nuovo governo sia vincolato al pacchetto di aiuti da 245 miliardi di euro di prestiti dalla Troika. “Le elezioni non cambiano nulla. Ci sono delle regole”. 
 

domenica 25 gennaio 2015

Il prof. Giacinto Auriti spiega in modo facile il "valore indotto della moneta" DA DIVULGARE AL MAX!



GUARDATE IL VIDEO E FATELO GIRARE!!!

Il professor Giacinto Auriti spiega il "valore indotto della moneta", ovvero il fatto che le banconote sono a tutti gli effetti "carta priva di valore", non convertibile in oro come in passato, e hanno valore solo perché i cittadini gliene riconoscono: tizio accetta la banconota da caio in cambio di beni o servizi perché sa che potrà scambiarla a sua volta con beni o servizi: il valore della banconota è INDOTTO dalla accettazione della stessa. Non si tratta di un valore reale e oggettivo.

Le banche creano denaro dal NULLA e lo PRESTANO alle nazioni, indebitandole. Il debito pubblico è una vera e propria TRUFFA perpetrata dai banchieri privati che gestiscono l'emissione monetaria a danno dell'umanità.

E' SCONCERTANTE e SCANDALOSO che l'emissione della moneta sia delegata a BANCHIERI PRIVATI; lo è altrettanto il fatto che le nazioni anziché stampare moneta se la facciano prestare dai banchieri in cambio di titoli di stato, e corrispondendo MILIARDI E MILIARDI di interessi.

Negli ultimi 30 anni, CONTI ALLA MANO abbiamo pagato 3.100 miliardi di euro SOLO A TITOLO DI INTERESSI (vedi: http://www.nocensura.com/2013/07/litalia-in-20-anni-ha-pagato-3100.html) la cifra è aggiornata al 2012, se consideriamo anche il 2013 ed il 2014 il conto sale a 3300 miliardi in 32 anni!!! E abbiamo ancora un debito di 2.150 miliardi per il quale paghiamo 100 miliardi all'anno di interessi! Un debito INESTINGUIBILE che ci costringerà a ripagarlo cedendo ai creditori (banche) i nostri BENI REALI: case, aziende, automobili etc.

Edison e Ford lo dicevano già nel 2012: "assurdo che lo stato emetta titoli (indebitandosi) anziché moneta"
http://www.nocensura.com/2012/06/edison-e-ford-assurdo-che-lo-stato.html


Staff nocensura.com - Video di Informati


http://www.nocensura.com/2015/01/il-prof-giacinto-auriti-spiega-in-modo.html



domenica 4 gennaio 2015

SARÀ MAI POSSIBILE UN FRONTE UNICO CONTRO IL NUOVO ORDINE MONDIALE?

Il fondamento di ogni dittatura, di ogni tirannia è sempre la centralizzazione del potere. E in tutto il mondo, da almeno un ventennio a questa parte, e in modo accelerato, stiamo assistendo esattamente a questo: grazie al sottostante della globalizzazione, infatti, siamo spettatori inermi sempre più di integrazioni e centralizzazioni continentali, le quali – è quasi superfluo aggiungere – evolveranno in qualcosa di ancora più grande che è già in agenda, ovvero un governo mondiale capitanato dalla finanza, che, già adesso, attraverso i suoi meccanismi fraudolenti di creazione e restituzione di moneta-debito, possiede tutte o quasi le nazioni del Pianeta. 
l’Unione Europea, per esempio, è tutto fuorché una democrazia: chi comanda è una Banca Centrale (del tutto privata e fuori controllo) che indebita le nazioni con “denaro dal nulla”, mentre una Commissione non eletta da nessuno si impone ormai per il 75% sulle varie legislazioni dei paesi che ne fanno parte. Il Parlamento Europeo, l’unico organo eletto dai cittadini, nonostante il Trattato di Lisbona disponga poteri uguali alla Comissione per colmare il famoso “deficit democratico”, non ha ancora questi poteri, e anche se li avesse, visto che i politici sono solo i camerieri della finanza internazionale, di certo non cambierebbe un granché, dato che ciascuno… ha il suo prezzo, purtroppo. 
Almeno fino a quando il “valore” del denaro sarà così importante per questa società, nonostante la sua stupida genesi.
Stessa centralizzazione, anche se in modo diverso, avviene nei “democratici” States: anche se qui vi sono diversi organi come il Presidente e il Congresso (quest’ultimo composto perlopiù da membri comprati da varie lobbies, comprese quelle finanziarie) i cosiddetti “ordini esecutivi” sono norme giuridicamente vincolanti emesse dal Presidente senza l’approvazione dei parlamentari; tuttavia hanno lo stesso peso legale delle comuni leggi. 
Se il Congresso approva un disegno di legge che contrasta un ordine esecutivo, il Presidente può porre il veto. Per revocare questo veto, servono i due terzi di ciascuna camera, cosa che visto il livello di corruzione delle stesse, non è poi così difficile trovare (sempreché si arrivi a questo punto, cosa che capita raramente). 

giovedì 1 gennaio 2015

L'INQUIETANTE E POTENTISSIMO IMPERO DEI ROTHSCHILD



Una delle tante dimore della famiglia Rothschild

NON SI MUOVE FOGLIA CHE DIO ROTHSCHILD NON VOGLIA

Non si può capire veramente cosa accade nel mondo se non si studia La Famiglia-Per-Eccellenza, ossia i Rothschild, veri comandanti del pianeta Terra. C'entrano anche con l'Italia? Eccome. Non c'è foglia che non si muova nel nostro paese, senza la loro espressa volontà. Nel resto del mondo la musica poi non cambia affatto.

PROPRIETARI DI BANCA D'ITALIA E DELLA BARCLAYS

Sono i maggiori proprietari della Banca d’Italia e possiedono pure la Barclays (tra le maggiori azioniste di Intesa SanPaolo) soprattutto tramite Markus Agius. Possiedono puree la JpMorgan (che controlla Monte dei Paschi di Siena) tramite la famiglia Rockefeller, Mediobanca (colei che controlla Unicredit) tramite Vincent Bolloré e Jean Azema della Groupama Holding S.A., Banca Carige (attraverso Francois Perol), con Ana Patricia Botin il Banco Santander Central Hispano (il quale controlla ABN AMRO, un altro pilastro di Unicredit).

CONSULENZE DI TONY BLAIR, GERHARD SCHROEDER E BORIS ELSTIN

Tony Blair (l’ex Primo Ministro inglese) lavora per loro ora con tanto di paga, stessa sorte per l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, diventato loro consulente. Hanno avuto stretti rapporti con Boris Elstin. La maggior parte delle privatizzazioni nel Mondo ha reso i componenti di questa famiglia i principali beneficiari. Tra i capi di Facebook c’è Jeff Rothschild, tanto per non sbagliare.
Il Global Warming viene utilizzato come tematica fondamentale per la salvezza dell’umanità, peccato che quello che propongono come soluzione sia una tassa globale che renderebbe i componenti di questa famiglia come i maggiori beneficiari.

sabato 27 dicembre 2014

L’avvocato dei consumatori: “Ecco i 10 motivi per i quali non ho una carta di credito”

L’avvocato Ralph Nader, ambientalista e saggista americano, da anni impegnato sul fronte dei diritti dei consumatori, scende in campo contro il consumismo e contro uno degli strumenti per alimentarlo: la carta di credito. E spiega perché lui ha scelto di tenerla lontana da sé.

di Giovanni Fez 

“L’industria” delle carte di credito permette di controllare in maniera molto stringente i mercati, le merci e i…consumatori, molto più, naturalmente, del denaro contante. Questo lo sa molto bene l’avvocato americano Ralph Nader che negli States è un vero e proprio punto di riferimento per i diritti dei consumatori e per gli attivisti ambientalisti. E l’esclusione dei contanti dalle transazioni è andata via via aumentando in proporzione all’aumento e alla diffusione del mercato di beni e servizi tanto che oggi, soprattutto negli States ma ora anche in Italia, molti di questi non possono di fatto essere acquistati se non attraverso una carta di credito o strumento analogo. E il trend è quello di limitare sempre di più l’utilizzo del contante.
Per molti può essere conveniente, ma chi appartiene alle fasce di popolazione a basso reddito può trovarsi nella condizioni di dover chiedere un’estensione del credito pagando poi costi nascosti. Comunque sia, l’avvocato Ralph Nader, dal canto suo, ha deciso di non possedere né utilizzare la carta di credito e spiega le dieci ragioni della sua scelta.
1. La carta di credito conduce ad una massiccia invasione della privacy; i dati personali di chi acquista circolano nel mondo senza controllo. I data base divengono accessibili sia da parte dei governi che da parte degli hacker. E’ praticamente impossibile impedire la circolazione delle informazioni personali.

giovedì 25 dicembre 2014

L'ennesimo regalo della BCE alle banche spacciato per aiuti alle imprese



La farsa dei 960 miliardi che la Bce immetterebbe nel mercato: a beneficiarne sarebbero le banche mentre a imprese e famiglie andrebbero solo 5 o 6 miliardi, cioè lo 0,3%!


Di Stefano Di Francesco - ioamolitalia.it

Da qualche giorno una nuova ventata d’ottimismo pervade la pagine dei giornali, i talk-show, il web. La notizia secondo cui la BCE (Banca Centrale Europea) sarebbe pronta ad intervenire in modo massiccio sul mercato finanziario attraverso una iniezione di liquidità per 960 miliardi di euro, ha ridato speranza e fiducia all’opinione pubblica. Si tratterebbe di una sorta di Quantitative Easing (QE) simile a quello realizzato dalla FED negli USA, ma in realtà non si conoscono ad oggi particolari e modalità dell’intervento.
E subito lo spread scende ai minimi (140 punti base)! Come diceva una famosa pubblicità di qualche anno fa, potremmo oggi dire: “Draghi, basta la parola!”
E invece no. Non basta e non basterà. Poveri illusi questi commentatori da quattro soldi, un mix d’incapacità, ignoranza e malafede esplosiva. Tanto per chiarire come stiano le cose, il consigliere della BCE Yves Mersch ha subito dichiarato che “Lanciare un ‘quantitative easing’ (QE), ossia un programma di acquisto di attività finanziarie su larga scala, nell’Eurozona resta “un concetto teorico” e c’è ancora strada da fare per una sua attuazione. Tuttavia siamo pronti a prepararci all’ipotesi ancora lontana di una deflazione”. Mersch, secondo l’agenzia Bloomberg, ha detto che l’annuncio di Mario Draghi era inteso a mostrare che la Bce ha un “piano B”.
Facciamo chiarezza. Il nuovo nemico della BCE si chiama Deflazione, cioè una tendenza decrescente dei prezzi nel tempo.

martedì 2 dicembre 2014

La casta di Bankitalia: Visco guadagna 450.000 euro all'anno

La casta di Bankitalia: Visco guadagna 450.000 euro all'annodi Francesca Morandi - lantidiplomatico.it
 
Non un taglio netto agli stipendi per i vertici della Banca d’Italia, ma solo qualche “sforbiciata”. Secondo le recenti decisioni del Consiglio Superiore di Via Nazionale la retribuzione annua del governatore Ignazio Visco calerà da 496mila a 450mila euro lordi all’anno, con una diminuzione di 46mila euro. La remunerazione del direttore generale Salvatore Rossi passerà da 450mila a 400mila euro. Troppo poco per il presidente di Adusbef (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari), Elio Lannutti che in una nota, nei giorni scorsi, ha definito il sacrificio <insufficiente e provocatorio in una fase di gravissima crisi  economica per il Paese>.
Resteranno invariati i compensi dei vicedirettori generali della Banca d’Italia, che ammontano a 315 mila euro annui. Cifre astronomiche per la “gente comune” e numeri eccessivi anche per il governo che, con il decreto sulla riduzione degli stipendi dei manager pubblici aveva fissato, lo scorso aprile, un tetto di 240mila euro annui a tutti gli stipendi statali. 
 
Tuttavia, Bankitalia ha deciso di non adeguarsi giustificando la sua decisione in virtù dell’indipendenza finanziaria dell’Istituto di via Nazionale.  Sebbene la Banca d’Italia sia riconosciuta come “istituzione dello Stato italiano” - motivo per il quale la nomina del governatore avviene con decreto del  presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d’Italia -,  è una società a capitale privato. Ma lo schiaffo ai “cittadini normali”, milioni dei quali vessati dai debiti e disoccupati, resta sonoro.  Finora il governatore della Banca d’Italia Visco ha guadagnato 496.000 euro all’anno,  più del presidente della Bce, Mario Draghi, (375.000 euro l’anno) e del presidente della Federal Reserve, Janet Yellen (346 mila euro l’anno). 
 

lunedì 24 novembre 2014

La strana morte del primo governatore BCE, che osò parlare di signoraggio

Di seguito pubblichiamo un articolo circa la vicenda dell'ex governatore della BCE Wim Duisenberg, il primo governatore della Banca Centrale Europea che osò denunciare il signoraggio bancario... e guarda caso muorì.

La morte risalente al Luglio 2005, mentre l'articolo che vi proponiamo di seguito è del 2006. Si tratta di una vicenda poco conosciuta anche negli ambienti della contro informazione, in quanto all'epoca i blog erano pochi e scarsamente seguiti, mentre sui media main stream la questione fu riportata ovviamente senza citare fatti e circostanze a dir poco insolite...

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Il padre dell'Euro, che aveva osato denunciare il signoraggio, e' morto

La scorsa estate è deceduto Wim Duisenberg, primo governatore della Banca Centrale Europea. Per la cronaca una sola cosa è certa: la data del decesso, il 31 luglio 2005. Le cause rimangono ancora oscure e nessuno, a quanto pare, si è preoccupato di indagare.
Secondo fonti ufficiali, il banchiere sarebbe stato trovato morto ai bordi della piscina della sua villa nel sud della Francia e la morte sarebbe da attribuirsi, genericamente, ad un malore. Secondo le dichiarazioni, imminenti all'accaduto, della gendarmeria francese, le cause della morte non sono state invece precisate. Secondo altri, Duisenberg sarebbe morto nel salotto e poi, chissà perché, trasportato fino ai bordi della piscina.
La poco chiara vicenda, degna di una trama da libro giallo, ci porta a far luce sulla figura del banchiere olandese.
Duisenberg inizia la sua carriera nel Fondo Monetario Internazionale, per poi ricoprire il ruolo di Ministro delle Finanze olandese, governatore della Banca Centrale olandese, molto vicino ad Hans Tietmeyer, presidente della potentissima Bundesbank tedesca. Proprio la sua posizione filo-tedesca, volta al rigore monetario, gli comporta molti avversari Oltremanica; in particolar modo in ambienti molto influenti negli Stati Uniti, poiché, dal momento del varo dell'euro, è in atto nel mondo una serie di guerre di apparente basso profilo che motivano la minaccia nei confronti del dollaro. Da governatore della BCE, lo stesso Duisenberg si è permesso di parlare pubblicamente di argomenti che non devono pervenire all'opinione pubblica: ci riferiamo esplicitamente alla risposta che lo stesso governatore fornì al Ministro Tremonti sulla possibilità di adozione di banconote da 1 e 2 euro. Duisenberg osò pronunciare una parola che, unitamente ad altre posizioni assunte, gli risultò fatale: osò parlare di signoraggio. La risposta data alla richiesta proveniente dall'Italia fu infatti questa: Spero che Mr. Tremonti si renda conto che se tale banconota dovesse essere introdotta, egli perderebbe il diritto di signoraggio che si accompagna ad essa. Dunque se egli, come ministro dell'Economia, ne sarebbe contento non lo so. Duisenberg ha osato tuonare contro i grandi sacerdoti del tempio. 

sabato 22 novembre 2014

La gente si svegli, se volessero l'Italia potrebbe riprendersi in un mese!

“L’OPINIONE PUBBLICA SI SVEGLI, IL PIL DEL NOSTRO PAESE POTREBBE RADDOPPIARE IN UN MESE. BASTEREBBE UN DECRETO DEL GOVERNO”.

banche
di Francesca Morandi
 “Le banche usano, di fatto, mezzi illeciti come il falso in bilancio e l’autoriciclaggio nello svolgimento della loro attività al fine di ottenere enormi guadagni che non dichiarano”. La provocazione viene da Marco Saba, direttore della ricerca presso il Centro Studi Monetari di Milano (http://www.studimonetari.org/), il cui obiettivo è “dare una sveglia” all’opinione pubblica “in un’epoca in cui la stragrande maggioranza degli italiani è soffocata dai debiti e l’amministrazione dello Stato è vessata dal debito pubblico”.
 “Ma le cose possono cambiare, perché i cittadini hanno il diritto e gli strumenti giuridici per mutare lo status quo attuale”, spiega Saba, già membro dell’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata di Ginevra (http://www.o-c-o.net/), che cita innanzitutto l’ultimo studio condotto dall’economista Nino Galloni, raccolto nel libro “Il futuro della Banca” (ed. Eurilink), dove si dimostra come la contabilità bancaria attuale sia alterata, “falsa”.
  - Che cosa intende quando dice che il denaro in possesso delle banche è “falso”?  
“Quando la banca riceve contanti crea sui conti correnti denaro elettronico equivalente al contante ottenuto “clonando” quindi il valore del denaro liquido che dovrebbe essere annullato o distrutto. Giuridicamente, infatti, le banche non hanno una esplicita licenza di creare denaro virtuale, ma vengono considerate solo come società di intermediazione finanziaria. L’attività principale delle banche consiste invece proprio nella creazione di denaro ex novo,  che – ad oggi – non risulta contabilizzato a bilancio. Se gli istituti di credito evitano di iscrivere in contabilità, nel risultato lordo d’esercizio, la quota annuale di denaro virtuale che creano dal nulla, è evidente che lo considererebbero esse stesse “denaro falso”. A norma di legge i debiti contratti con denaro falso sono viziati e non sono giuridicamente validi. Ne deriva che tutti i debiti contratti con le banche sarebbero annullabili, un vero e proprio miracolo degno della “Madonna dei Debitori”! Ma la notizia buona è che non c’è nessun bisogno di cambiare le regole esistenti: se le banche seguissero la regola contabile principale ovvero quella che richiede che il bilancio esponga la situazione economica, patrimoniale e finanziaria reale, allora si regolarizzerebbe questo denaro”.

Piano segreto Ue, prelievo forzoso dai nostri conti correnti!!!

Un’euro-rapina sui conti correnti? Potrebbe accadere, e i poveri risparmiatori subirebbero una mazzata con pochi precedenti (tra i quali il prelievo forzoso notturno del 1992 effettuato dal governo Amato). E, soprattutto, è quello che teme il focoso europarlamentare leghista, Gianluca Buonanno, che ha presentato un’interrogazione scritta alla Commissione Ue e alla Bce per chiedere di confermare «l’esistenza di un piano di misure adottato nel luglio 2014» secondo il quale, come già sperimentato a Cipro, «sarebbe prevista l’imposizione di misure d’urgenza che consentirebbero il congelamento dei conti correnti bancari dei cittadini e delle imprese europee e il prelievo forzato delle somme ritenute necessarie a fronteggiare l’esposizione debitoria». Ma la domanda che pone Buonanno è anche un’altra: «La Bce ritiene che il rischio di default sia concreto a tal punto da permettere l’adozione di un tale piano?». La risposta non è semplice: anche se le crisi si presentano sempre in forme diverse, l’opera di prevenzione (anche se l’Ue ha raggiunto soglie maniaco-depressive) può rappresentare un aiuto.
Tuttavia, quando si ascoltano le parole del capo economista di Standard & Poor’s, Jean-Michel Six, lo shock è fortissimo: «La ripresa economica ha perso molto slancio e, avvicinandoci al 2015, nell’Eurozona sono aumentati i rischi di una terza Merkel e Draghirecessione dopo il 2009 e il 2011», ha detto. I quesiti aumentano. Perché il presidente della Bce, Mario Draghi, e soprattutto le istituzioni italiane – pubbliche e private – in questi mesi hanno messo l’accento sulla creazione di una bad bank, cioè di un ente che si faccia carico dei crediti deteriorati degli istituti (in Italia hanno superato i 180 miliardi) per ripulire i bilanci e consentire una migliore sopravvivenza del sistema? Perché la principale banca italiana, Intesa Sanpaolo, ha scaricato dal portafoglio 17 miliardi di Btp? Qui rispondere è più facile: hanno ripreso valore e ha guadagnato, la Bce li penalizza e, se la recessione proseguisse, meglio stare leggeri. Perché allora Buonanno lancia questo allarme?

venerdì 21 novembre 2014

ISLANDA: FINISCONO IN GALERA I BANKSTERS RESPONSABILI DEI DISSESTI NEL 2008

ISLANDA: FINISCONO IN GALERA I BANKSTERS RESPONSABILI DEI DISSESTI NEL 2008 (INVECE I PADRINI POLITICI DI MPS GOVERNANO)


ISLANDA: FINISCONO IN GALERA I BANKSTERS RESPONSABILI DEI DISSESTI NEL 2008 (INVECE I PADRINI POLITICI DI MPS GOVERNANO)

LONDRA - Probabilmente nessuno ha mai sentito parlare di Sigurjon Arnason ed e' un vero peccato perche' la sua storia e' un esempio di come la giustizia dovrebbe funzionare in un paese civile.

Infatti questo signore e' l'ex amministratore delegato di Landsbanki, una delle tre banche islandesi il cui fallimento nel 2008 ha fatto sprofondare l'Islanda nella peggiore crisi finanziaria della sua storia.

Cio' che contraddistingue Sigurjon Arnason da altri bankster - ovvero: banchieri gangster - e' il fatto che alcuni giorni fa il tribunale di Reykjavik l'abbia condannato a un anno di galera per aver manipolato il prezzo delle azioni della sua banca nel periodo precedente il suo fallimento e aver cosi' ingannato i suoi azionisti.

Assieme ad Arnason ad essere condannati sono stati anche Ivar Gudjonsson, ex direttore del trading di Landsbanki e Julius Heidarsson, ex broker, condannati entrambi a 9 mesi di carcere per aver manipolato il prezzo delle azioni di Landsbanki tramite l'erogazione di prestiti a investitori da usare per comprare azioni della stessa banca.

giovedì 20 novembre 2014

Tracollo Italia: Si avvicina il prelievo forzoso sui risparmi degli italiani

euro 7
di Attilio Folliero
Da tempo, l’informazione alternativa avverte sui pericoli di una manovra tendente a colpire i risparmi, ossia un prelievo forzoso. Oggi a parlarne è perfino “Il Giornale”, che in un suo articolo intitolato “Il prelievo forzoso in banca non farà sconti a nessuno” (1) parla della possibilità di un prelievo forzoso del 10%. La novità di oggi è che questo prelievo non riguarderebbe solo i conti correnti superiori a 100.000 euro, come per esempio attuato a Cipro, ma riguardi tutti i risparmi. Insomma è probabile che a pagare non siano solo i più ricchi ma tutti, anche un povero disgraziato che abbia magari solo 10.000 euro faticosamente risparmiati.
Se malaguratamente una persona si ritrovasse a vendere un appartamento ed incassa (sul conto corrente) i soldi proprio il giorno in cui dovesse attuarsi il prelievo forzoso, si ritroverebbe con una doppia fregatura: oltre ad aver venduto un bene di per se già svalutato, a causa della crisi nel settore immobiliare, si rtitroverebbe anche a pagare un ulteriore 10%. Ammesso che riesca a vendere un apartamento a 100.000 euro, su questi soldi si ritroverebbe a pagare 10.000 Euro di prelievo forzoso.
In realtà non si tratta di una novità assoluta. In Italia, il governo Amato nella notte tra il 9 ed il 10 di luglio [1992] attuò un prelievo forzoso del 6 per mille. A quell’epoca i risparmi degli italiani ammontavano a circa 500 miliardi di euro, …
… per cui un prelievo del 6 per mille fruttò allo stato 3 miliardi di euro. Una cifra tutto sommato irrisoria. Oggi, pero’ si parla di un prelievo forzoso che potrebbe essere del 10%, ossia per una persona con 100.000 euro di risparmi il prelievo ammonetrebbe a 10.000 euro; per una persona con 10.000 euro il prelievo sarebbe di 1.000 euro.

martedì 28 ottobre 2014

Con le privatizzazioni arrivano gli avvoltoi delle grandi banche

di Luciano Lago - I sostenitori del libero mercato come “fattore di progresso” ci hanno raccontato che l’Italia, come qualsiasi altro paese, deve rinunciare a molti dei servizi che oggi sono in mano pubblica, dello Stato o degli Enti Locali,
per procedere alle privatizzazioni che darebbero luogo a maggiore efficienza e alleggerirebbero i conti del debito pubblico.
Sarà come dicono lorsignori, i sostenitori ad oltranza delle teorie neoliberiste e del primato del mercato sulle esigenze della collettività e delle persone. I partiti di governo in Italia, per primo il PD, sono i primi convinti assertori della necessità di liberalizzare e rottamare ogni incrostazione di mano pubblica in conformità alla esigenza di adeguarsi al mercato omologato ed all’Europa.
Matteo Renzi lo ha sostenuto anche alla Leopolda ed in altre occasioni: “non bisogna avere nostalgia per rimanere aggrappati al vecchio mondo, quello dove lo Stato provvedeva a tutto, forniva i servizi, pagava le pensioni, gestiva gli ospedali, provvedeva ai trasporti, dava le case popolari a meno abbienti, ecc… Non esiste più il posto fisso, il mondo è cambiato”.
Molto meglio certo avere uno Stato più snello ed affidare tutti i servizi ai privati che possono gestirli con efficienza: i trasporti, la sanità, i fondi pensione, ecc., tutto a società private che svilupperanno (secondo Renzi ed i suoi sodali del PD) anche posti di lavoro e alleggeriranno i compiti dello stato.
Tutto questo nella teoria ma, per verificare come questa idea possa essere messa in pratica, disponiamo di un ottimo esempio in un paese a noi vicino e simile all’Italia, per molti aspetti: la Spagna.
Bene in Spagna si è proceduto già nel corso del 2013 ad alleggerire lo Stato e gli enti locali dai tanti compiti che gravavano su di esso. Ad esempio la municipalità di Madrid (el Ayuntamiento) e di altri governi regionali, aveva annunciato la vendita di 5.000 appartamenti (di proprietà pubblica) a consorzi privati come Goldman Sachs e Blackstone, assicurando che non si sarebbero variate le condizioni per gli inquilini con i quali era stato fissato il costo dell’affitto.

sabato 25 ottobre 2014

Le grandi banche iniziano a fatturare interessi negativi sui depositi in euro


Il Wall street Journal scrive che diverse grandi banche hanno iniziato a fatturare interessi negativi sui depositi in euro dei loro maggiori clienti.
E’ la conseguenza della decisione, lo scorso giugno, della Banca centrale europea di adottare un tasso d’interesse negativo per incitare le banche a concedere prestiti alle aziende e ai privati e favorire così la crescita economica, invece di tenere in cassa enormi quantità di moneta.
Da allora, le banche che piazzano fondi presso la BCE non ricevono più alcun interesse. Addirittura, per effettuare questi depositi devono pagare.
In settembre la BCE ha abbassato il tasso da -0,10% a -0,20%. A partire da quel momento, alcune grandi banche hanno iniziato a ripercuotere questi costi sui loro clienti.
La Bank of New York Mellon ha iniziato ad applicare un tasso d’interesse negativo di 0,20% sui depositi in euro dei suoi clienti. Anche Goldman Sachs e J.P. Morgan Chase & Co. hanno iniziato a caricare interessi negativi sui saldi positivi.

sabato 18 ottobre 2014

Ecco chi é Veramente Mario Draghi - La TV Tedesca lo Massacra!




Sconvolgente! Banca d’Italia sta ritirando dalla circolazione le banconote da 200 e da 500 Euro!

Sconvolgente! La Banca d’Italia sta ritirando dalla circolazione le banconote da 200 e da 500 Euro!
Di Nicola Bizzi - Signoraggio.it
Se siete titolari di un conto Bancoposta, come oltre sei milioni di Italiani, di una carta Postepay o di un libretto postale, vi invito a fare un piccolo esperimento: andate all’ufficio postale più vicino e fate un prelievo allo sportello. Ma, mi raccomando, un prelievo che sia almeno pari o superiore ai 200 Euro. Chiedete poi gentilmente al cassiere o alla cassiera di darvi una banconota da 200 Euro.
Ebbene: quale sarà il risultato? Potrete scordarvi di quel pezzo di carta giallo che, a dire la verità, ben pochi Italiani ormai tengono abitualmente nel portafoglio.
Perché? Perché il cassiere (o la cassiera), all’atto di erogarvi il prelievo, vi dirà che in cassa dispone soltanto di tagli più piccoli, e vi porgerà sicuramente tutti pezzi da 50 o da 20 Euro.
Provate a insistere, gentilmente ma con fermezza, ribadendo che vi occorre in tutti i modi una banconota da 200 e chiedete all’impiegato che vi sta servendo di farsene dare una dalla cassa di qualche collega vicino. La risposta che otterrete sarà una sola: pur nascondendo un certo imbarazzo, l’impiegato vi dirà, senza neanche controllare, che in tutto l’ufficio non ci sono al momento banconote da 200 Euro.
Se non ci credete, ripetete l’esperimento il giorno successivo. Mandate però prima, nello stesso ufficio, un vostro amico, anche lui correntista Bancoposta, a depositare sul proprio conto una o più banconote da 200 Euro (ammesso che riesca a reperirle da qualche parte). Pochi minuti dopo il suo versamento, entrate voi in azione e ritentate il vostro prelievo di sportello, chiedendo anche questa volta una banconota da 200 Euro. La risposta che otterrete sarà la stessa del giorno precedente: in tutto l’ufficio non c’è una sola banconota da 200 Euro!!!!
Ovviamente voi sapete che non è vero, e ne avete anche la prova, avendo assistito pochi minuti prima al deposito del vostro amico, ma di quelle banconote gialle e un tantino ingombranti non ve ne sarà più traccia!
Inutile dirvi di provare l’esperimento con i tagli da 500 Euro. Quelli sono già scomparsi da un pezzo dalla circolazione.
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