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giovedì 14 luglio 2016

La Sicilia pianta il grano antico e batte le multinazionali




- di G. Musumeci -
“Ho convertito 100 ettari dell’azienda familiare a grano locale” confessa Giuseppe Li Rosi, un agricoltore siciliano che davanti alle pressioni internazionali e ai grani francesi o canadesi che ci vengono dati come unica scelta possibile, ha trovato insieme ad altri una via alternativa che salva qualità ed economia. I cosiddetti “grani antichi”, riscoperti dopo quasi un secolo di dimenticatoio.
Timilia, Maiorca e Strazzavisazz… grani che gli antichi Greci conoscevano e i Romani coltivavano, usati fino ai primi del Novecento, poi perduti nella nebbia della memoria. Sono tornati in auge di recente, anche perché ottimi sostituti del grano normale per le persone che soffrono di celiachia a altre intolleranze. Ma non è solo una questione medica. I grani antichi, coltivati con metodi noti solo in Sicilia, riportano lavoro e movimento economico del commercio locale… salvando l’isola dalla crisi. Vi pare poco? Molti contadini siciliani stanno passando al biologico, la Sicilia è tra le prime regioni produttrici di prodotti Bio, e questi grani sono la novità del secolo.
Chi si impegna a gestire campi di grano antico, deve dedicare almeno 10 ettari a ogni coltura, mantenendo la purezza del seme. Li Rosi, presidente dell’associazione “Simenza, cumpagnia siciliana sementi contadine”, ha raccolto intorno a sé 70 produttori ma alle porte premono almeno un centinaio di altri agricoltori, entusiasti dell’idea. Contrariamente alle rigide regole dei grani multinazionali, che sono sempre gli stessi, i grani antichi si seminano con miscugli di sementi, sono insomma variegati e questo rende la qualità della spiga più resistente e anche la terra più produttiva. Sono tecniche che risalgono a mille anni fa e richiedono pazienza. Il primo anno si semina e raccoglie discretamente, il secondo e il quarto anno la produzione subisce incrementi significativi. La domanda ora è una sola: quanto scommettiamo che tra poco qualche mega organismo mondiale dirà che i grani locali sono pericolosi e cancerogeni… allo scopo di fermare questa ventata di novità salva-crisi che fa paura ai grandi?


lunedì 4 luglio 2016

Pesticidi e Parkinson: nuova ricerca trova la cura



I ricercatori hanno rilevato che il largo uso che viene fatto di pesticidi causa spesso l'insorgere della malattia di Parkinson, aumentando le concentrazioni di un tipo di proteina nel cervello.

Il recente studio condotto in California suggerisce che concentrandosi su questa proteina si potrebbero aiutare i pazienti le cui condizioni non sono correlate all'esposizione ai pesticidi.
Come riportano i ricercatori dell'Università di Los Angeles della California, il pesticida incriminato è il fungicida Ziram della Bayer, ampiamente utilizzato in agricoltura, sembrerebbe legato ai casi di Parkinson che non si spiegano però con la genetica, ma con nuove evidenze emerse dalle sue conseguenze nell'aumentare i livelli della proteina alfa-sinucleina che potrebbe aiutare nel trattamento dei pazienti affetti da questo male. Lo Ziram fa parte di un gruppo di pesticidi chiamati ditiocarbammati che sono da tempo correlati all'insorgenza del Parkinson, una malattia progressiva del sistema nervoso causato dalla morte dei neuroni che producono dopamina nel cervello.
Agglomerati di questa proteina, l' α-sinucleina, arrestano il funzionamento dei neuroni contribuendo così ai problemi di movimento tipici dei pazienti con questa malattia.
Compiendo degli esperimenti su un pesce tropicale, lo zebrafish, i ricercatori sono riusciti a prevenire l'aumento della comparsa di α-sinucleina nel loro cervello, impendendo l'insorgenza dei problemi di nuoto nonostante fossero stati esposti a Ziram.
I ricercatori pensano che la scoperta potrebbe essere significativa in quanto oltre il 70 per cento dei casi di malattia di Parkinson non sono causati da mutazione genetica.
"Questo risultato è importante - stabilisce che le tossine ambientali lavorano sullo stesso percorso che è in gioco nella predisposizione genetica al Parkinson," ha affermato in una nota stampa il Dr Jeff Bronstein, professore di neurologia e direttore della ricerca sui disturbi del movimento presso l'Università della California di Los Angeles. "Il segnale più importante è che, possiamo usare d'ora in poi i farmaci in fase di sviluppo nei pazienti che hanno riscontrato il morbo di Parkinson a causa dell'esposizione a Ziram."
Lo studio
Per lo studio, pubblicato sul The Journal Environmental Health Perspectives, i ricercatori hanno sviluppato il modello di Parkinson nello zebrafish, esponendo loro allo Ziram al fine di causare la perdita di dopamina comune nei malati di Parkinson. Il pesce così non riusciva a nuotare correttamente, e i ricercatori l'hanno considerato la prova della condizione.
Successivamente hanno colpito geneticamente la proteina α-sinucleina ed esposto di nuovo il pesce allo ziram, che nonostante l'esposizione ha continuato a nuotare correttamente,suggerendo quindi che la mancanza della proteina l'ha protetto dalla malattia.Per verificare ulteriormente la teoria, i ricercatori hanno trattato i pesci con un farmaco chiamato CLR01 che rompe i grumi di proteine ​​come quelli trovati nei pazienti con morbo di Parkinson, rilevando che dopo il trattamento il pesce continua a nuotare correttamente.
I ricercatori sostengono che maggiori ricerche sono necessarie per sapere se altri pesticidi o sostanze chimiche causano gli stessi effetti devastanti per l'uomo come è avvenuto con il Parkinson.
"Questi risultati aggiungono alla crescente letteratura che collega l'esposizione ai pesticidi e lo sviluppo della malattia di Parkinson, offrendo importanti informazioni sui meccanismi di tossicità dello ziram", ha detto Bronstein. "Una migliore comprensione della patogenesi della malattia di Parkinson porterà a nuovi trattamenti e, infine, una cura."


giovedì 16 giugno 2016

Referendum, Renzi e Jp Morgan ci cedono alle multinazionali



Ridurre i costi della politica e accelerare i tempi di decisione. Sono i due obiettivi agitati da Renzi in vista del referendum sulla “rottamazione” della Costituzione, ma in realtà – ricorda Guglielmo Forges Davanzati – sono la traduzione perfetta dei diktat enunciati nel 2013 da un colosso finanziario come la Jp Morgan, che condanna l’impronta ancora “socialista” della nostra Carta, laddove lascia allo Stato anche funzioni di programmazione economica. Da Renzi, solo propaganda. Tagliare i costi della politica? «Non si capisce per quale ragione non farlo – in modo estremamente più semplice – attraverso l’attuazione delle numerosissime proposte di riduzione degli stipendi e degli emolumenti di chi ci rappresenta». I futuri senatori non saranno più pagati in qualità di membri del Senato? Vero, però «le medesime indennità le percepiranno dalle istituzioni da cui sono espressi». Costi, peraltro, «assolutamente marginali rispetto ai costi che i cittadini italiani (in particolare, i lavoratori dipendenti e le piccole imprese) sostengono per una tassazione che serve solo in misura marginale a pagare il ceto politico».
L’attuale super-tassazione, continua Davanzati in una riflessione su “Micromega”, «serve semmai a generare avanzi di bilancio», prescritti dall’euro-politica Ue (pareggio di bilancio) che, di questo passo, “amazza” lo Stato impedendogli di investire Renzi Jp Morgane, di conseguenza,  stronca l’economia privata, aziende e famiglie. Tuttavia, nel confronto con la media europea, «ci troviamo di fronte al paradosso per il quale siamo maggiormente tassati per pagare più di altri una classe politica che, nella sua espressione governativa, ci somministra dosi di austerità fiscale (riduzioni di spesa combinate con aumenti della pressione fiscale) superiori a quanto accade altrove», scrive Davanzati. Quanto al secondo argomento sventolato da Renzi – la rapidità decisionale («apparentemente inoppugnabile: chi vorrebbe maggiore lentezza delle decisioni?») è quello più rilevante, «giacché attiene ai rapporti fra dimensione economica e sfera delle decisioni politiche». La Costituzione che si intende ridisegnare è «finalizzata a rendere l’economia italiana più attrattiva per gli investitori esteri», in coerenza con la logica della globalizzazione, che però «è in radicale contrasto con la tutela dei diritti, in particolare dei diritti sociali».
Ecco dunque «la base teorica della riforma che si intende attuare: il passaggio, niente affatto neutrale, da un modello costituzionale pensato per la tutela dei diritti sociali, attraverso un incisivo intervento pubblico in economia, a un modello costituzionale pensato in una logica di perseguimento di obiettivi di efficienza economica, da perseguire mediante il minimo intervento pubblico in economia (si pensi, a riguardo, alla costituzionalizzazione del pareggio di bilancio)». Governabilità ed efficienza? «Non è affatto scontato che una maggiore rapidità dei tempi della decisione politica implichi un aumento dell’efficienza di sistema, obietta Forges Davanzati. «In altri termini, appare discutibile l’idea che, se anche il superamento di una Costituzione basata sulla tutela di diritti sociali si renda necessario per garantire la ‘governabilità’, quest’ultima produca Guglielmo Forges Davanzatibenessere per tutti». Anche perché il decisore politico sarebbe facilmente “catturato” da gruppi di interesse, interessati al proprio business e non al benessere della comunità nazionale.
Attenzione: «Esiste un’ampia letteratura economica che mostra come un fondamentale presupposto per la crescita risieda esattamente nella tutela dei diritti sociali e, a questi connessi, a una più equa distribuzione del reddito». Certo, si tratta di una letteratura «marginalizzata dal pensiero dominante e palesemente non funzionale all’attuale modello di sviluppo, basato semmai su crescenti diseguaglianze distributive e su quella che Luciano Gallino, nei suoi ultimi scritti, definiva la ‘lotta di classe dall’alto’». In questo senso, conclude Davanzati, il referendum di ottobre ha una notevole implicazione economica, visto che «pone in evidenza il fondamentale discrimine fra una visione della carta costituzionale come strumento di tutela delle fasce deboli della popolazione e una visione della stessa come dispositivo finalizzato alla governabilità per l’efficienza, laddove quest’ultima passa attraverso il superamento del modello di democrazia economica delineato nella Costituzione attualmente vigente».

Fonte: libreidee.org

giovedì 5 marzo 2015

Alimentazione: chi non è "consapevole" morirà di cancro, infarto o ictus


Di A.R. per nocensura.com

Il titolo è volutamente forte, forse provocatorio, ma è assolutamente aderente alla realtà. Il celebre oncologo Umberto Veronesi (nei cui confronti non nutriamo alcuna stima, in quanto sostenitore del nucleare, degli OGM e degli inceneritori, che secondo lui non fanno male, così come si è più volte eretto a difensore dell'uranio impoverito, ma di cui riconosciamo l'autorevolezza di cui gode sui media) ha detto qualcosa di sacrosanto quando ha affermato quanto segue:
"50 anni fa si ammalava di tumore un italiano su 30, oggi si ammala un italiano su tre. E in futuro se ne ammalerà uno su due". E' la spaventosa previsione di una fonte più che autorevole, l'oncologo Umberto Veronesi. "Nel 70% dei casi i pazienti possono salvarsi, ma solo se..." leggi tutto
L'incidenza dei tumori è notevolmente aumentata,  ed è tutt'ora in costante incremento. Presto arriveremo al livello che una persona su due si ammalerà di cancro nel corso della sua vita. 

Le cause sono da ricercare certamente nell'inquinamento, compreso quello elettromagnetico, in abitudini nocive come il fumo, ma la causa principale è certamente da ricercare nell'alimentazione. Che ha un ruolo fondamentale sia nell'insorgenza che nella PREVENZIONE del cancro.

Ormai è scientificamente dimostrato che le cellule del cancro si sviluppano e proliferano in un ambiente acido. Un'alimentazione alcalinizzante, priva di proteine di origine animale, mantengono il ph dell'organismo alcalino, e in questo le cellule del cancro non si sviluppano, (o almeno, è molto, molto, molto più difficile), non crescono, ed in alcuni casi regrediscono.

Alcuni di questi casi sono stati illustrati in alcuni ottimi servizi de Le Iene, che hanno intervistato il dr. Franco Berrino e la dr.ssa De Petris. 

I dati sono sotto gli occhi di tutti. Lo è la realtà dei fatti. Ma poche persone elaborano questi dati e li trasformano in comportamenti e scelte diverse.

sabato 28 febbraio 2015

Dal commercio di oppio alla maxi evasione fiscale...

DAL COMMERCIO DELL'OPPIO ALL'EVASIONE FISCALE SISTEMATICA, LA STORIA DI UNA BANCA DAL PRESENTE NEBBIOSO


DI ERIC TOUSSAINT
bastamag.net

Gli scandali continuano a colpire la Hong Kong and Shangai Banking Corporation (HSBC). Dopo
essere stata l'arma finanziaria dell'esercito britannico in Asia, la banca è ora infangata dal
dossier SwissLeaks, uno scandalo dalle molteplici sfaccetature, dalla frode fiscale in Francia agli
affari politici e finanziari in Spagna o in Grecia. Senza dimenticare altri crimini e manipolazioni.



La banca HSBC si riprende le prime pagine. Secondo le informazioni pubblicate su diversi giornali
il 9 febbraio 2015, 180,6 miliardi di euro sarebbero stati spesi, a Ginevra, per conto dell'HSBC, tra
il 9 novembre 2006 e il 31 marzo 2007- ossia in meno di 5 mesi! Mohamed IV re del Marocco,
celebrità del mondo dello spettacolo, alcune società private, avrebbero delegato a HSBC la
missione di occultare al fisco e alla giustizia dei loro Paesi una parte delle rendite.

In quest'articolo, torniamo sulla storia passata e recente dell'HSBC, una delle principali banche
private al mondo.


UNA BANCA NATA DAL COMMERCIO DI OPPIO
La sigla HSBC significa Hong Kong and Shangai Banking Corporation. Dalle sue origini la banca è
immischiata nel commercio internazionale di droghe pesanti. Fu fondata a seguito della vittoria
Britannica contro la Cina nelle due guerre dell'oppio (1839-1842 e 1856-1860). Queste due guerre
risultarono cruciali per il consolidamento dell'impero britannico e la marginalizzazione della Cina,
durata circa un secolo e mezzo. Durante queste due guerre, il Regno-Unito riuscì ad imporre alla
Cina di accettare le esportazioni britanniche d'oppio di provenienza Indiana, componente
dell'impero britannico. La Cina tentò di contrastare il commercio di oppio, ma l'arma britannica
con il sostesgno di Washington, ebbe il sopravvento.

sabato 31 gennaio 2015

Grazie alla crisi, l’1% sta per superare in ricchezza il 99%

La ricchezza oggi è insaziabile. Premia sempre di più coloro che hanno già tutto, e toglie ancora di più a coloro che non hanno quasi niente. Alla vigilia del World Economic Forum di Davos, la Ong Oxfam ha pubblicato il rapporto annuale “Grandi disuguaglianze crescono”, che aggrava lo scenario tracciato solo un anno fa. All’inizio del 2014 Oxfam aveva calcolato che 85 persone possedevano la ricchezza della metà più povera della popolazione mondiale, un dato choc che è stato ultra-citato in questi mesi a controprova del livello di estrema diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza e che oggi la lotta di classe esiste, e l’hanno vinta i ricchi. Le nuove stime, effettuate sui dati del Credit Suisse, ricalcolano il numero dei miliardari che nel 2013 possedevano la stessa ricchezza del 50% più povero, e attesta che oggi il loro numero esatto è 92 e non più 85. Oxfam fa una previsione: nel 2016 la ricchezza dell’1% della popolazione mondiale supererà quella del 99%, rendendo obsoleto persino lo slogan del movimento di Occupy Wall Street.
L’1% dei super-ricchi possiede oggi il 48% della ricchezza globale e lascia al restante 99% il 52% delle risorse. Questo 52% è, a sua volta, posseduto da 20% di “ricchi”. Il restante 80% si deve arrangiare con il 5,5% delle risorse. Dal 2010, spiega il Bill Gatesrapporto, gli 80 ultra-miliardari della lista stilata da “Forbes” (primo Bill Gates, secondo Warren Buffett, terzo Carlos Slim, quindicesimo Mark Zuckerberg; primo tra gli italiani Michele Ferrero e famiglia) hanno visto le loro ricchezze moltiplicarsi con l’esplosione della crisi globale. Cinque anni fa detenevano una ricchezza netta pari a 1.300 miliardi di dollari. Oggi contano su 1.900 miliardi di dollari. Un aumento di 600 miliardi di dollari, il 50% in termini nominali. Oxfam segnala inoltre una lotta tra i ricchi, visto che il loro numero è diminuito dai 388 del 2010 agli attuali 92 che detengono il volume equivalente alla ricchezza della metà più povera della popolazione mondiale. Tre miliardi e mezzo di persone si dividono dunque il totale della ricchezza posseduta da queste persone.

domenica 25 gennaio 2015

Obama arriva in India a difendere Big Pharma Farmaci per poveri a rischio

Guerra aperta tra Big Pharma e India, che produce medicine salva vita a basso costo. Profitti a rischio
Le grandi multinazionali del farmaco fanno pressing su Obama per imporre sanzioni economiche contro i brevetti delle medicine low cost. In ballo c’è la salute di decine di milioni di persone nel mondo. Eppure la pillola anti epatite C in Europa costa 1000 euro, in India 1 euro. Chi ha ragione?
Big Pharma festeggia l’arrivo in India del presidente Usa Barack Obama, previsto per il 25 e 26 gennaio prossimo. Ad accoglierlo il primo ministro indiano Naranda Modi. Il viaggio potrebbe rappresentare la fine dei farmaci anti cancro a basso costo per milioni di persone in tutto il mondo. I due capi di governo, infatti, parleranno di cambiamenti climatici, scambi commerciali, ma anche dei fastidiosi brevetti sulle medicine low cost prodotte dal gigante asiatico, che rallentano i profitti delle grandi corporation.
 big pharma

Non è un segreto la guerra aperta tra i big del farmaco e l’India, uno dei maggiori produttori di versioni generiche a basso costo di farmaci che vengono venduti in tutto il mondo. Ecco perché la visita di Obama rappresenta un nodo fondamentale per il futuro della politica sanitaria globale. L’esempio indiano, che rivede a ribasso i brevetti delle grandi multinazionali, piace a molti. Indonesia e Filippine hanno recentemente adottato leggi simili a quel modello. Brasile e Colombia stanno per fare lo stesso.

sabato 24 gennaio 2015

Quello strano gelato della Walmart, che non si scioglie ... VIDEO

Guarda il video a fine articolo
Il gelato della Walmart, multinazionale statunitense...

[Questa stranezza] ha fatto si che Christie Watson, madre di due figlie, della periferia di Cincinnati [USA] replicasse l' esperimento per vedere se cio' che stava vedendo era veramente reale e ha confrontato diverse marche di gelato 


Non sorprende che  il marchio Walmart abbia mantenuto la sua forma, mentre gli altri gelati piu costosi, si sono sciolti almeno parzialmente, se non completamente.
Walmart ha risposto velocemente alla protesta per proteggersi dal fatto di venire messo in ridicolo di fronte al pubblico, affermando che se non si scioglieva era perchè c'era tanta
crema nel loro gelato a sandwich. [
ma quanto sono "svegli" i consumatori... da far credere alla multinazionale che questa ucita possa essere accettata tout court ?? Sarà un caso che poi ben altre bufale politiche e del sistema passino come "ovvia verità" ? ndt ] 


Sean O’Keefe, tuittavia, un professore e chimico alimentare  alla Virginia Tech, ha dato una risposta diversa, spiegando che un maggior contenuto di crema, dovrebbe mostrare uno scioglimento piu' veloce del gelato.

martedì 20 gennaio 2015

NESTLE’, DANONE E COCA COLA – SI STANNO RUBANDO TUTTA L’ACQUA

L’ACQUA E’ UNA RISORSA IMPORTANTE E LA NESTLE’ LO SA BENE, continuando nelle sue acquisizioni, in questo caso nella riserva degli indiani Morongo in California. Gli abitanti di Riverside, vivendo in una terra arida con penuria di acqua al confine di questa regione, si lamentano del fatto che la multinazionale svizzera riesca ad estrarla dal sottosuolo e imbottigliarla con il marchio Pure Life rivendendola in tutto il Nordamerica. Tutto regolare dal punto di vista giuridico, visto che l’accordo della Nestlé con gli indiani, stipulato nel 2002 con termine 2027, non può essere modificato perché lo Stato della California non ha nessuna giurisdizione in questo territorio, aggiungendo il fatto che sono ignoti i termini del contratto e la quantità di acqua che viene estratta, ma risulta certo il profitto da parte del colosso elvetico stimato in circa 8 miliardi di euro l’anno. Questa storia è stata raccontata dal regista svizzero Urs Schnell nel documentario “Bottled Life” premiato lo scorso anno al Festival di Berlino, denunciando il fatto che coloro che vivono ai margini della riserva indiana si lamentano della cattiva qualità dell’acqua, e del fatto che durante la giornata, viene interrotta più volte l’erogazione.
 NESTLE', DANONE E COCA COLA - Si stanno rubando tutta l'acquaQUESTA E’ UNA VERA E PROPRIA GUERRA PER ACCAPARRARSI LE RISORSE, in questo caso dell’acqua, ambito nel quale la Nestlé ha ormai assunto una posizione di monopolio, assieme a Danone e Coca Cola, e quando questo “risiko” sarà completato potranno chiudere i rubinetti e ricattare il mondo come già stanno facendo. L’acqua viene presa in ostaggio, con le buone o con le cattive, divenendo profitto per pochi, mentre noi ignari consumatori ci sentiamo ormai “sicuri” solo se l’acquistiamo in bottiglia, frutto di politiche mirate e di un battage pubblicitario finalizzato a considerare l’acqua sicura solamente se imbottigliata. Lo sappiamo bene in Italia, visto che in Europa siamo i maggiori consumatori di acqua in bottiglia, mentre nel mondo siamo al secondo posto, come riferito dal Censis, il Centro Studi Investimenti Sociali.

domenica 4 gennaio 2015

Ecco chi controlla e produce il cibo dei supermercati

controllo cibo
IL GRAFICO OXFAM: LA MAPPA DELLE MULTINAZIONALI DEL SETTORE ALIMENTARE. CLICCA PER INGRANDIRE

Sono dieci i signori che controllano da soli più del 70 per cento dei piatti del pianeta. Queste multinazionali gestiscono 500 marchi che entrano nelle nostre case quotidianamente. Così pasta, biscotti e caffè diventano globali, anche in Italia. E le grandi questioni, come l’uso di oli e grassi nei prodotti, vengono decise a tavolino
di PAOLO GRISERI
STANNO seduti intorno alla tavola del mondo e controllano da soli più del 70 per cento dei piatti del pianeta. Sono i 10 signori dell’industria alimentare: 450 miliardi di dollari di fatturato annuo e 7.000 miliardi di capitalizzazione, l’equivalente della somma del pil dei paesi più poveri della Terra. Non sempre sono nomi noti in Italia. Da un secolo la Coca Cola è il sinonimo della multinazionale ma solo gli addetti ai lavori conoscono la Mondelez. Un po’ più numerosi sono gli italiani che ricordano la Kraft, vecchio nome proprio della Mondelez. Quasi tutti invece hanno incontrato al supermercato marchi come Toblerone, Milka e Philadelphia. “I 500 marchi riconducibili ai dieci signori della tavola — spiega Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia — sono spesso vissuti dai consumatori come aziende a sé stanti. In realtà fanno parte di multinazionali in grado di condizionare non solo le politiche alimentari dell’Occidente ma anche le politiche sociali dei paesi più poveri”.

SARÀ MAI POSSIBILE UN FRONTE UNICO CONTRO IL NUOVO ORDINE MONDIALE?

Il fondamento di ogni dittatura, di ogni tirannia è sempre la centralizzazione del potere. E in tutto il mondo, da almeno un ventennio a questa parte, e in modo accelerato, stiamo assistendo esattamente a questo: grazie al sottostante della globalizzazione, infatti, siamo spettatori inermi sempre più di integrazioni e centralizzazioni continentali, le quali – è quasi superfluo aggiungere – evolveranno in qualcosa di ancora più grande che è già in agenda, ovvero un governo mondiale capitanato dalla finanza, che, già adesso, attraverso i suoi meccanismi fraudolenti di creazione e restituzione di moneta-debito, possiede tutte o quasi le nazioni del Pianeta. 
l’Unione Europea, per esempio, è tutto fuorché una democrazia: chi comanda è una Banca Centrale (del tutto privata e fuori controllo) che indebita le nazioni con “denaro dal nulla”, mentre una Commissione non eletta da nessuno si impone ormai per il 75% sulle varie legislazioni dei paesi che ne fanno parte. Il Parlamento Europeo, l’unico organo eletto dai cittadini, nonostante il Trattato di Lisbona disponga poteri uguali alla Comissione per colmare il famoso “deficit democratico”, non ha ancora questi poteri, e anche se li avesse, visto che i politici sono solo i camerieri della finanza internazionale, di certo non cambierebbe un granché, dato che ciascuno… ha il suo prezzo, purtroppo. 
Almeno fino a quando il “valore” del denaro sarà così importante per questa società, nonostante la sua stupida genesi.
Stessa centralizzazione, anche se in modo diverso, avviene nei “democratici” States: anche se qui vi sono diversi organi come il Presidente e il Congresso (quest’ultimo composto perlopiù da membri comprati da varie lobbies, comprese quelle finanziarie) i cosiddetti “ordini esecutivi” sono norme giuridicamente vincolanti emesse dal Presidente senza l’approvazione dei parlamentari; tuttavia hanno lo stesso peso legale delle comuni leggi. 
Se il Congresso approva un disegno di legge che contrasta un ordine esecutivo, il Presidente può porre il veto. Per revocare questo veto, servono i due terzi di ciascuna camera, cosa che visto il livello di corruzione delle stesse, non è poi così difficile trovare (sempreché si arrivi a questo punto, cosa che capita raramente). 

Illuminati: Storia, Strategia, Influenza - DOSSIER

illuminati-dominiodi The Vigilant Citizen
Traduzione di Anticorpi.info

L'Ordine degli Illuminati è spesso citato nei dibattiti sull'impatto delle società segrete sulla storia umana. E' vero che governano segretamente il mondo, o è solo un mito? Da quando l'interesse su di essi è cresciuto, le vere informazioni si sono disperse in un mare di disinformazione, complicando l'opera del ricercatore. Il presente articolo si concentrerà solo sui fatti esposti da alcune delle più credibili fonti documentali.

L'appellativo 'Illuminati' è usato con una certa disinvoltura per indicare un presunto gruppo di elite che controllerebbe il mondo. Molti si sono creati un'idea di massima sul significato del nome, ma il quadro si fa più confuso se si sposta il discorso sulla loro effettiva collocazione e le loro idee. Gli Illuminati coincidono con la Massoneria? Quali sono i loro obiettivi e la loro filosofia? Perché agiscono in segreto? Tracciare un ritratto oggettivo è estremamente arduo, dato che la quasi totalità delle fonti affronta il tema con due modalità tipiche: sprezzante disinformazione finalizzata a negare (e ridicolizzare) ogni informazione al riguardo, oppure retorica da racconto horror con cui si intende solo incutere spavento e creare malintesi. In entrambi i casi il ricercatore finisce per ottenere una versione molto distorta della verità.

Considerando che le faccende delle società segrete sono - per definizione - segrete, e che la storia è spesso riscritta da chi detiene il potere, ottenere qualche verità imparziale circa gli Illuminati è una sfida. Questo articolo non ha la pretesa di svelare o esporre tutto ciò che concerne gli Illuminati; tenterà invece di tracciare un quadro più preciso dell'Ordine citando un insieme di autori che hanno ampiamente studiato il tema. Che siano critici o apologeti nei confronti degli Illuminati, questi autori basano le loro riflessioni su fatti credibili. Alcuni dei documenti più interessanti sugli Illuminati sono stati scritti da iniziati di società segrete in funzione della loro personale comprensione del background filosofico e spirituale di questo strano Ordine. Attraverso questi scritti cercheremo di ricostruire le vere origini, i metodi e il suo impatto sulla storia mondiale.

Tipi di società segrete.
Sebbene in passato diversi gruppi si attribuirono l'appellativo di Illuminati, il più influente e noto è certamente l'ordine degli Illuminati di Baviera. L'organizzazione che Adam Weishaupt fondò il primo maggio del 1776 era mossa da intenti sia spirituali che politici, per perseguire i quali si avvalse delle conoscenze occulte della Massoneria e dei Rosacroce. L'Ordine degli Illuminati fu attore di primo piano sulla scena mondiale. Mentre molte società 'segrete' sono in realtà poco più che un passatempo per signori ricchi e affascinati dall'occultismo, gli Illuminati di Baviera cercarono davvero di cambiare profondamente il mondo.

Storicamente le società segrete sono sempre esistite, ognuna con il proprio obiettivo e il proprio ruolo in società. Mentre le scuole misteriche egiziane erano parte delle istituzioni, altri gruppi erano segreti (clandestini) per via dei loro disegni sovversivi e cospiratori. Le seguenti citazioni sintetizzano due punti di vista sulle società segrete:

venerdì 5 dicembre 2014

NOTIZIA CENSURATA: Raccolto 1 milione di firme in Europa contro il TTIP


NOTIZIA CENSURATA / RACCOLTE UN MILIONE DI FIRME IN EUROPA CONTRO IL TRATTATO USA-UE CHE DA' CARTA BIANCA AI COLOSSI USA

Gli opponenti del discusso e criticatissimo trattato commerciale Usa-Ue hanno raccolto oltre un milione di firme per una petizione che sperano possa convincere Bruxelles ad abbandonare l'intesa. I negoziatori europei e statunitensi lavorano da oltre un anno per creare la più grande intesa mondiale per il ibero commercio e gli investimenti, la Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP).

I negoziati, che inaugurano un nuovo round a febbraio, hanno attirato pesanti critiche su una serie di questioni, dalla possibilità di superare le leggi locali alle accuse che i colloqui sono segreti a beneficio degli interessi delle grandi società. La coalizione Stop TTIP, composta da ong e attivisti, ha annunciato di aver raggiunto un milione di firme nell'ambito dell'European Citizens Initiative che chiede alla Ue di lasciar cadere l'intesa così come un accordo dello stesso tenore con il Canada.

"Stop TTIP ha raccolto più di un milione di firme in tempi record" ha detto John Hilary, membro della coalizione che raccoglie 320 gruppi di 24 Paesi. "E' particolarmente imbarazzante per la Commissione europea che ha tentato a più riprese di bloccare il coinvolgimento dei cittadini nel modo in cui questi trattati vengono negoziati e nell'esito che dovrebbero avere i colloqui" ha detto.

In base alle norme Ue, una iniziativa che raccoglie oltre un milione di firme obbliga la Commissione europea a rivedere le sue scelte e a essere ascoltata dal Parlamento europeo. Ma già a settembre la Commissione ha respinto preventivamente l'iniziativa, affermando che l'obiettivo dichiarato di fermare un negoziato in corso non è valido sul piano legale. Stop TTIP si è rivolta alla Corte di giustizia Ue.

lunedì 1 dicembre 2014

Affaritaliani choc: "L'Ikea un'azienda? No, è una onlus. Ecco come aggira il fisco"


E così si scopre che l'Ikea è in realtà un'opera pia. No, non è un caso di omonimia, staimo parlando proprio di quel posto in cui comprate mobili carini smontati a prezzi ragionevoli, che per aggirare (legalmente, per carità) il fisco risulta essere un ente non profit.
Lo racconta, passaggio per passaggio, scatola cinese per scatola cinese,Gabriella Meroni in un lungo articolo su Vita.it., in cui spiega come l'azienda svedese in realtà abbia in realtà poco a che fare persino con la Svezia, visto che in realtà quelle poche tasse che paga le versa in Olanda.
Ma andiamo con ordine. Ikea risulta infatti, scrive la Meroni, una "controllata dall'azienda olandese Ingka Holding, a sua volta posseduta da una fondazione non profit, la  Stichting Ingka Foundation, creata nel lontano 1982 dal fondatore del mobilificio Ingvar Kamprad con la nobile motivazione di 'diffondere il progresso dell'architettura e dell'interior design'. La fondazione è una delle più grandi non profit al mondo, con un patrimonio che supera i 35 miliardi di dollari".
Ovviamente, trattandosi di una onlus, "Ikea versa al fisco quanto previsto dalla legge olandese per le associazioni senza fine di lucro: un misero 3,5% dell'imponibile. Inoltre finanzia con qualche milione l'anno alcune università svedesi, tanto per non perdere la faccia. Ma pare sia tutto, a livello di beneficienza. Il vero scopo della fondazione è creare una 'riserva di capitali' per Ikea group, in caso di 'aumentata necessità'”.

domenica 30 novembre 2014

"TTIP": lo strapotere delle multinazionali diventa legge! GUARDA & DIVULGA!!!

VIDEO IMPORTANTE DA GUARDARE E FAR GIRARE OVUNQUE!





Su Facebook il video lo trovi QUI




lunedì 24 novembre 2014

Sicilia, le multinazionali pretendono l'acqua regalata. Lo scandalo delle tariffe

Autore: Fabrizio Salvatori

Acqua regalata per le multinazionali che imbottigliavano in Sicilia. Oltre 35mila metri cubi che prima della legge del 2013 finivano nelle mani degli imprenditori ad appena 13 centesimi a metro cubo. E ora, che la tariffa è aumentata Confindustria insiste per gli "sconti". La denuncia arriva dal Movimento 5 stelle dell'Assemblea regionale siciliana. Spulciando tra le carte arrivate ai deputati dopo una richiesta di accesso agli atti è stata scoperta un “listino prezzi” davvero paradossale: più si estraeva e meno si pagava. 

Canone fisso di 516,46 euro per l'acqua estratta (e munta) fino a 5000 metri cubi, da 5000 mc a 35000 mc il costo passava a 1,03 euro, mentre oltre i 35000 mc il canone scendeva vertiginosamente a 13 centesimi al metro cubo. ''I pochi dati incompleti e parziali che abbiamo ricevuto - afferma la deputata Claudia La Rocca - bastano a far capire che i beneficiari di questo canone irrisorio erano le grandi multinazionali dell'acqua. Una di queste, infatti, estrae 238.545mc di acqua, a fronte dei 15.052mc di un'altra piccola impresa del settore”.

Nel 2013 il prezzo a metro cubo è passato a circa 2 euro al metro cubo. “Un rospo difficile da ingoiare per Confindustria, dicono i pentastellati, che l'altro giorno ha portato alla commissione Attività produttive dell'Ars una proposta per riportare i canoni molto vicini a quelli 'da saldo': 30 centesimi al metro cubo". ''Per sostenere la sua proposta – afferma La Rocca - Confindustria si fa scudo della crisi delle piccole imprese, ma è chiaro che il suo obiettivo è tutelare gli interessi delle multinazionali. Il M5S chiede un canone equo, che non avvantaggi le grandi multinazionali a dispetto delle piccole e medie imprese, una norma che si coniughi pure con il rispetto delle risorse del territorio siciliano''.

domenica 2 novembre 2014

Riflessioni sulla società odierna: poteri forti, oppressione e cittadini


Di Alessandro Raffa - nocensura.com

Se oggi milioni di persone scappano dal terzo mondo, e centinaia di milioni vorrebbero farlo ma non ne hanno la possibilità, è grazie al ricco occidente... che ha colonizzato, sfruttato, relegato a discarica buona parte del pianeta.

Il "colonialismo", così come lo "schiavismo", continuano anche oggi, seppure in forma più "evoluta"; per colonizzare una nazione non c'è più bisogno di occuparla militarmente, così come per schiavizzare non c'è più necessità di mettere in catene le persone. E' sufficiente far salire al potere un burattino, che in cambio di ricchezza personale svende il suo popolo e il suo territorio, così come per rendere schiava una persona basta indebitarla, o comunque costringerla a lavorare 12, 14 ore al giorno per sopravvivere. La casa, un diritto inalienabile, è diventata un lusso; c'è chi realizza profitti milionari con un terreno che da "agricolo" diviene edificabile, e chi deve lavorare 20 anni per comprare un buco di casa...

Fino a qualche decennio fa, in occidente c'era benessere: negli anni '60-'70-'80 moltissime famiglie italiane hanno acquistato la casa al mare, si concedevano un mese intero di vacanze, un padre che lavorava poteva mantenere agevolmente la famiglia vivendo dignitosamente, mentre quando lavoravano entrambi i coniugi era possibile risparmiare, acquistare una bella casa o la "seconda casa", concedersi le vacanze due volte all'anno e vivere bene.

Questo non fu concesso per generosità, per senso della giustizia, per democrazia, ma per uno scopo ben preciso.
Nel dopoguerra l'Italia fu ricostruita e iniziò a crescere: all'epoca della "guerra fredda" gli USA foraggiavano le nazioni sotto la loro influenza per mantenerne il controllo, i consensi; ma il benessere diffuso fu concesso anche per RAMMOLLIRCI; le nuove generazioni venivano viziate, inoltre mediante la propaganda - ad iniziare dai cartoni animati - ci hanno reso innocui, inoffensivi, incapaci persino di difenderci. Le nuove generazioni che sono nate in una società con un certo grado di benessere inoltre sono rincretinite. Proprio così: l'assenza di preoccupazioni, di responsabilità, ha condotto la società verso la stupidità. E mentre il popolo era distratto, iniziavano a INDEBITARCI: alla luce di come funziona il sistema monetario, era PREVEDIBILE e INEVITABILE che l'epilogo fosse quello attuale; era solo questione di tempo, il debito sarebbe aumentato vertiginosamente, e con l'Euro - che impone un tasso di interesse ancora più alto - hanno velocizzato la crisi.

Edison e Ford già nel 1920 contestavano il funzionamento del sistema monetario, BASATO SUL DEBITO (vedi: http://www.nocensura.com/2012/07/sovranita-monetaria-ford-e-edison-ne.html) ma con la creazione definitiva della FED ed il consolidamento del potere bancario-finanziario, chi parlava di questi temi fu censurato.

sabato 1 novembre 2014

Cos'è il TTIP? Ecco come banche e multinazionali vogliono governare!



Cos'è Il TTIP ? La resa dell'Europa - Una pericolosa perdita sul piano Alimentare,Sociale ed Etico. Informare sullo strapotere delle multinazionali e delle banche è il minimo che possiamo fare.




La Campagna Stop TTIP Italia nasce a febbraio 2014 per coordinare organizzazioni, reti, realtà e territori che si oppongono all’approvazione del Trattato di Partenariato Transatlantico su commercio e Investimenti (TTIP).



giovedì 23 ottobre 2014

Dopo la Russia, nel mirino degli Usa c'è l'Ungheria dello "scomodo" Orban!

DOPO LA RUSSIA ORA NEL MIRINO DEGLI USA C'E' L'UNGHERIA DI ORBAN! ERA INEVITABILE CHE ACCADESSE, VISTO CHE IL PREMIER UNGHERESE HA RIFIUTATO I DIKTAT DELL'UE, DEL FMI E DEI POTERI FORTI IN GENERALE: HA NAZIONALIZZATO LE AZIENDE DEI SERVIZI ESSENZIALI (acqua, luce, gas) RENDENDOLE "NO PROFIT" FAVORENDO I CITTADINI, NON LE MULTINAZIONALI COME AVVIENE IN ITALIA (DOVE CON LA "RIFORMA DEL TITOLO V" CEDEREMO ALLE LOBBY ANCHE LE UTILITIES!) E ALTROVE NELL'EUROPA DELLE BANCHE!

A FINE ARTICOLO APPROFONDIMENTI SULL'UNGHERIA E SULLE RIFORME DI ORBAN

Redazione Informatitalia
Dopo la Russia, gli Usa hanno iniziato a sanzionare anche l'Ungheria
Dopo la Russia, gli Usa hanno iniziato a sanzionare anche l'Ungheria
Nella guerra di Stati Uniti e Unione Europea contro la Russia, Jackson Diehl, editorialista del Washington Post, scrive come tre paesi europei membri della Nato come Ungheria, Slovachia e Repubblica ceca hanno apertamente assunto un atteggiamento ostile. Con il premier ungherese Orban che ha addirittura definito il primo ministro Putin un modello politico da emulare. Considerando anche i sentimenti filorussi molto forti in Serbia, prossima all'ingresso nell'Ue, Jackson Diehl conclude come paesi membri Nato stanno tacitamente passando dalla parte di Mosca
La decisione americana di sanzionare alcuni politici, dirigenti fiscali e uomini d'affari ungheresi è l'emblema di questa situazione e ha suscitato una grande reazione di sdegno a Budapest. Anche la Commissione europea non ha osato seguire questo esempio, nonostante accusi costantemente il premier Orban di violare sistematicamente il diritto europeo. In gioco, scrive su Strategic Culture Pyotr Iskenderov, c'è la posta in gioco più importante dalla seconda guerra mondiale. L'obiettivo è di utilizzare le sanzioni e altri mezzi per soggiocare la Russia e renderla servile agli interessi vitali dell'occidente. L'Unheria è “l'anello debole” nei ranghi europei e si è posta alla guida di un gruppo di paesi che sfida apertamente la politica di Bruxelles e Washington. 

Incidente aereo del presidente della Total: inquietanti coincidenze

La morte del CEO della Total, Christophe de Margerie, in un incidente aereo suscita molti dubbi. Qualcuno ha accostato la sua morte a quella di Enrico Mattei, altri hanno ricordato il recente suicidio del manager di "Tata motors" che voleva produrre l'auto ad aria... 

Ecco i misfatti che meritano di essere conosciuti. A fine articolo alcuni casi simili...

Redazione informatitalia
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La Francia ha il suo Mattei: de Margerie
Chiediamo al Signor Occidente parafrasando l'intervista di Scalfari ad Andreotti: "E' un caso che Lei sia stato tirato in ballo in tutti gli scandali del mondo moderno? Delle due l'una, o lei è il più grande scaltro criminale del mondo perché l'ha sempre fatta franca oppure è il più grande perseguitato della storia. Allora Le chiediamo, tutte queste coincidenze sono frutto del caso o della volontà di Dio?".

Di Sebastiano Caputo

Vi ricordate l’aereo precipitato pochi mesi fa in Ucraina? La stampa occidentale non ne ha più parlato, eppure il governo russo aveva fornito le prove satellitari che dimostravano l’innocenza dei resistenti del Donbass. Silenzio. La linea che separa la realtà dalla realtà mediatizzata non deve essere tracciata. Su questo pilastro si regge tutto il sistema propagandistico e la manipolazione dell’informazione. Per ogni strage iper-mediatizzata o sotto-mediatizzata c’è sempre un mandante. Nel 2014 nulla può e deve accadere per caso.

E’ un caso che ieri l’aereo privato a bordo del quale viaggiava Christophe De Margerie, 63 anni, alla guida di Total dal 2007, si è scontrato in fase di decollo contro uno spazzaneve guidato da un uomo ubriaco? E’ un caso che tornava da Mosca dove era stato ospitato dal governo russo – colpito da sanzioni Usa ed Ue per la crisi ucraina – per un evento di investitori stranieri a Gorki? E’ un caso che De Margerie era tra i più strenui difensori della Russia e della sua politica energetica anche dopo lo scoppio della crisi ucraina (a luglio aveva detto che l’Ue dovrebbe smetterla di pensare a tagliare i legami energetici con Mosca e concentrarsi anzi sul renderli piu’ sicuri)? E’ un caso che il numero uno di Total aveva sottolineato come le tensioni con l’Occidente stessero spingendo sempre più la Russia verso la Cina (come dimostrava la maxi intesa da 400 miliardi di dollari raggiunta a maggio per la fornitura di gas per 30 anni a Pechino)? E’ un caso che poco prima di morire De Margerie aveva incontrato il primo ministro russo Dmitry Medvedev, nella sua residenza privata? E’ un caso che il presidente francese François Hollande abbia lanciato un semplice comunicato stampa dell’Eliseo senza averne fatto un caso nazionale e iper-mediatizzato?

Chiediamo al Signor Occidente parafrasando l’intervista di Scalfari ad Andreotti: “E’ un caso che Lei sia stato tirato in ballo in tutti gli scandali del mondo moderno? Delle due l’una, o lei è il più grande scaltro criminale del mondo perché l’ha sempre fatta franca oppure è il più grande perseguitato della storia. Allora Le chiediamo, tutte queste coincidenze sono frutto del caso o della volontà di Dio?”. Di una cosa però siamo certi: ora anche la Francia ha il suo Enrico Mattei.

Fonte: lintellettualedissidente.it
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Il CEO “anti-petrodollaro” della Total muore in un incidente aereo
Tre mesi fa l’amministratore delegato della Total, Christophe de Margerie, aveva osato pronunciare una frase mai sentita nel mondo dei petrodollari, “Non vi è alcun motivo di pagare il petrolio in dollari“, come abbiamo visto qui. Oggi, RT riporta la terribile notizia che è stato ucciso nell’incidente del proprio aviogetto a Vnukovo, Mosca, dopo che l’aereo in fase di decollo aveva colpito un spazzaneve. L’aeroporto ha rilasciato una dichiarazione confermando che “una indagine è stata aperta sulla violazione delle norme di sicurezza”, aggiungendo che insieme a 3 membri dell’equipaggio dell’aereo, anche l’autista dello spazzaneve è stato ucciso. De Margerie, 63 anni, entrò alla Total nel 1974, dopo la laurea presso l’École Supérieure de Commerce di Parigi. Occupò diverse posizioni nelle divisioni Finanza ed Esplorazione & Produzione. Nel 1995, divenne presidente di Total Medio Oriente, prima di entrare nel Comitato esecutivo della Total come presidente della divisione Esplorazione & Produzione nel maggio 1999. Nel maggio 2006 fu nominato membro del Consiglio di Amministrazione, e poi Presidente e Amministratore Delegato della Total, il 21 maggio 2010.
Come riporta RT, “Secondo i dati preliminari, l’aereo ha urtato uno spazzaneve in fase di decollo, ha detto alla RIA una fonte all’aeroporto della capitale. Il velivolo aveva inviato un allarme mentre decollava, segnalando un incendio a bordo e danni a un motore, secondo LIFEnews. Schiantatosi sulla pista, il velivolo è stato avvolto dalle fiamme uccidendo tutti a bordo. Mentre i rapporti iniziali suggerivano che quattro persone erano morte nella tragedia, i funzionari riferiscono che cinque corpi sono stati trovati sul luogo dello schianto, indicando l’autista del veicolo spazzaneve. L’aeroporto di Vnukovo ha temporaneamente sospeso tutti i voli dopo l’incidente. Un’indagine è stata aperta sulla violazione delle norme di sicurezza nell’incidente a Vnukovo“, ha detto la funzionaria dei trasporti Tatjana Morozova. Un gruppo investigativo lavora sul luogo dello schianto, ha aggiunto Morozova. Oltre alle persone a bordo dell’aereo, ha detto, anche l’autista dello spazzaneve è stato ucciso. I resti del velivolo erano sparsi fino a 200 metri dal luogo dell’incidente, secondo i soccorsi. Il motore è stato trovato a circa 50 metri dal luogo dell’incidente, mentre uno dei carrelli staccato è stato trovato a 200 metri dalla principale massa di relitti.
L’aereo…
falcon-50__2Naturalmente questo potrebbe semplicemente essere un triste incidente… a parte tale recente coincidenza… Christophe de Margerie, amministratore delegato della Total (13° produttore petrolifero al mondo e 2° d’Europa), riteneva che “Non vi sia alcun motivo di pagare il petrolio in dollari“, Chiaramente, con tale commento, superiamo il picco del petrodollaro.
Come riporta Reuters, “l’amministratore delegato della Total aveva detto che l’euro dovrebbe avere un ruolo più importante nel commercio internazionale, anche se non è possibile fare a meno del dollaro statunitense. Christophe de Margerie rispondeva a domande sugli appelli dei politici francesi per trovare modi, a livello UE, per sostenere l’uso dell’euro nel commercio internazionale dopo la multa record degli USA alla BNP. … “Non vi è alcun motivo per pagare il petrolio in dollari”, ha detto. Ha detto che il fatto che i prezzi del petrolio siano quotati in dollari non significava che i pagamenti debbano effettivamente essere fatti in tale valuta”. Quindi, anche uno dei principali beneficiari dello status quo sembrava intravedere la fine del petrodollaro. Inoltre, nonostante le sanzioni occidentali alla Russia che vietano finanziamento e trasferimento di tecnologia occidentali per alcuni progetti energetici russi, laTotal continua a perseguire il progetto sul gas naturale Jamal, una joint venture con la Novatek russa e la CNPC cinese. “Possiamo vivere senza gas russo in Europa? La risposta è no. Ci sono ragioni per vivere senza di esso? Penso, e non difendo gli interessi della Total in Russia, di no“, aveva detto il boss della Total a Reuters, la scorsa estate.
Naturalmente, doveva accadere in Russia!
0Putin: la Russia ha perso un amico, con la morte del presidente della Total
RBTH 21/10/2014
392483_le-pdg-de-total-christophe-de-margerie-g-au-cote-de-l-ancien-chancelier-allemand-gerhard-schroeder-le-31-aout-2012-lors-des-universites-d-ete-du-medef-a-jouy-en-josas-pres-de-parisIl presidente russo Vladimir Putin ha detto che il suo Paese ha perso un “vero amico”, con la morte del presidente della compagnia petrolifera francese Total Christophe de Margerie in un incidente aereo a mezzanotte, nell’aeroporto di Mosca Vnukovo. Lo ha detto il capo del Cremlino in un telegramma di cordoglio inviato al suo omologo francese, Francois Hollande. “Sono scioccato dalla notizia dell’incidente che ha ucciso il presidente del consorzio Total, Christophe de Margerie, e i membri dell’equipaggio di volo”, ha detto Putin. Il presidente russo ha invitato Hollande a trasmettere le sue sincere condoglianze alla famiglia e agli amici di De Margerie. Putin ha sottolineato che il presidente di Total è stato un “uomo d’affari francese di primo piano, fautore di molti grandi progetti comuni che hanno gettato le basi per la lunga e fruttuosa cooperazione tra Russia e Francia nel settore dell’energia. Nella persona di Christophe de Margerie abbiamo perso un vero amico del nostro Paese. Il suo ricordo rimarrà con noi”. Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha detto che Putin “conosceva da tempo De Margerie e aveva stretti contatti di lavoro“.
L’aereo del presidente del consorzio, un Dassault Falcon 50, s’era schiantato mentre si preparava a decollare, dopo la collisione con uno spazzaneve il cui conducente era ubriaco. È stato stabilito che il conducente dello spazzaneve fosse ubriaco, ha detto il portavoce del comitato investigativo russo Vladimir Markin. Nell’incidente, i tre membri dell’equipaggio del Falcon, i due piloti e un assistente di volo sono stati uccisi. La portavoce di Vnukovo, Elena Krilova, ha detto alla stampa locale che l’aereo del presidente della Total non è riuscito a decollare e ha preso fuoco dopo la collisione con lo spazzaneve, che era sulla pista. Inizialmente è stato riferito che il conducente dello spazzaneve era morto, ma in seguito l’ufficio stampa dell’aeroporto ha riferito che era uscito illeso dall’incidente. “Preferisco astenermi dal commentare“, ha detto il ministro dei Trasporti della Russia Maksim Sokolov, alle domande se aveva informazioni sulle cause dell’incidente.
Areva: Luc Oursel si dimette per motivi di salute
Il governo dovrebbe annunciare presto decisioni sulla governance del gruppo nucleare
Les Echos 20/10/2014
Deplacement du ministre de l'industrie sur le site d'AREVA a Chalon Saint MarcelMentre discussioni aperte si svolgono sul governo di Areva, l’annuncio ha colto tutti di sorpresa. Luc Oursel, attuale amministratore delegato del gruppo nucleare, ha detto di dimettersi per motivi di salute. “In molto difficili circostanze personali, nonostante il mio forte attaccamento ad Areva, ho dovuto rassegnare le dimissioni non potendo continuare i miei doveri a capo della società, cessando il lavoro per motivi di salute“, ha detto in una dichiarazione. Una decisione a sorpresa, annunciata questo fine settimana dal governo che sembra pronunciarsi presto sul futuro di Areva. A margine di una visita alla mostra sul cibo, il primo ministro Manuel Valls garantiva che decisioni saranno prese “nelle prossime ore“. “Ci sarà continuità nella successione alla leadership di questa grande impresa che è Areva“, ha detto non senza aver salutato il coraggio di Luc Oursel “funzionario molto professionale”. Il presidente del Consiglio di Sorveglianza Pierre Blayau, entrato a far parte del Consiglio di Sorveglianza e del Comitato esecutivo, ha anche pubblicato un comunicato “pregando che Luc Oursel si riprenda il più rapidamente possibile“, e annunciando che il Consiglio di Sorveglianza il 22 ottobre “adotterà i procedimenti necessari“.
Difficoltà finanziarie
La dipartita a sorpresa di Luc Oursel potrebbe quindi accelerare le decisioni attese sul governo del gruppo nucleare. Lo Stato, che detiene direttamente o tramite soggetti pubblici l’87% di Areva, ha deciso di trasformare la società, che ora ha un consiglio di gestione e uno di sorveglianza, in società con consiglio di amministrazione. Obiettivo, rafforzare il controllo statale dopo le delusioni per la costruzione dell’EPR in Finlandia e l’acquisizione del gruppo minerario Uramin. Tale cambio deve essere approvato da una riunione generale prevista per il 9 dicembre. La questione della nomina di al psoto di Luc Oursel a Direttore Generale è chiaramente posta, mentre il nome di Philippe Knoche, viceamministratore delegato del gruppo, viene regolarmente citato come possibile sostituto. Luc Oursel è stato nominato Presidente del CdA il 30 maggio 2011, in sostituzione di Anne Lauvergeon, per un periodo di cinque anni. Dopo diversi mesi s’è indebolito per le difficoltà del gruppo nucleare, che aveva declassato ai primi di agosto tutti gli obiettivi per il 2014. Non solo il mercato nucleare mondiale rimane chiuso per l’effetto combinato del disastro di Fukushima, della crisi e del gas di scisto degli USA, limitando i nuovi ordini di reattori. Ma Areva fatica anche a controllare costi e tempi di realizzazione dei progetti. Il gruppo ha annunciato, un paio di settimane fa, la riduzione degli investimenti, nuove vendite di asset ed emissione di titoli ibridi per rafforzare il proprio capitale. Vi sono varie questioni strategiche, dalla rilevanza del modello integrato al riavvicinamento ad EDF, cui il nuovo capo del gruppo nucleare dovrà rispondere.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora


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