Guerra aperta tra Big Pharma e India, che produce medicine salva vita a basso costo. Profitti a rischio
Le grandi multinazionali del farmaco fanno pressing su Obama per imporre sanzioni economiche contro i brevetti delle medicine low cost. In ballo c’è la salute di decine di milioni di persone nel mondo. Eppure la pillola anti epatite C in Europa costa 1000 euro, in India 1 euro. Chi ha ragione?
Big Pharma festeggia l’arrivo in India del presidente Usa Barack Obama, previsto per il 25 e 26 gennaio prossimo. Ad accoglierlo il primo ministro indiano Naranda Modi. Il viaggio potrebbe rappresentare la fine dei farmaci anti cancro a basso costo per milioni di persone in tutto il mondo. I due capi di governo, infatti, parleranno di cambiamenti climatici, scambi commerciali, ma anche dei fastidiosi brevetti sulle medicine low cost prodotte dal gigante asiatico, che rallentano i profitti delle grandi corporation.
Non è un segreto la guerra aperta tra i big del farmaco e l’India, uno dei maggiori produttori di versioni generiche a basso costo di farmaci che vengono venduti in tutto il mondo. Ecco perché la visita di Obama rappresenta un nodo fondamentale per il futuro della politica sanitaria globale. L’esempio indiano, che rivede a ribasso i brevetti delle grandi multinazionali, piace a molti. Indonesia e Filippine hanno recentemente adottato leggi simili a quel modello. Brasile e Colombia stanno per fare lo stesso.
L’India cattiva maestra insegna al mondo come salvare vite umane spendendo poco. La stessa pillola anti cancro che la svizzera Novartis vende a 2.600 euro a confezione, il Paese asiatico la fa avere ai suoi malati per 176 euro. Sulla vicenda il colosso elvetico ha perso una battaglia legale. La Corte suprema indiana ha messo il diritto alla salute della popolazione davanti agli interessi privati. Ecco perché Big Pharma è infuriata e tenta di convincere gli Stati Uniti a emettere sanzioni economiche se le cose non cambieranno.
È il profitto bellezza e tu non puoi farci niente! In ballo però c’è la salute di decine di milioni di persone non solo in Asia, ma anche in Africa e America Latina. In realtà la cosa interessa anche i Paesi più ricchi. In Italia ogni compressa del farmaco che cura l’epatite C costa 1000 euro –66 mila euro per tre mesi di terapia. L’Ufficio brevetti Indiano ha respinto la richiesta di registrazione presentata dall’azienda farmaceutica americana Gilead. Ora lo producono a un prezzo 1000 volte inferiore a quello venduto in Usa ed Europa, ovvero 1 euro ogni singola pillola.
Intanto le multinazionali del farmaco si stanno organizzando, tornando alla carica per sfruttare le trattative in corso tra Usa e India per i nuovi investimenti. «Raccogliamo un milione di firme per difendere l’India, in questi anni la preziosissima farmacia dei poveri di tutto il mondo», scrive Avaaz, il portale delle campagne sociali online. Sul web le adesioni sono arrivate a oltre 750 mila. Raggiunta la cifra tonda del milione verranno consegnate a Obama durante il suo viaggio indiano, fanno sapere.
Massimo Lauria
Fonte: remocontro.it