Dovrebbe essere chiaro a tutte le persone di buon senso e dotate di spirito critico come la "narrazione" della realtà che ci viene imposta dal Sistema sia completamente manipolata in funzione degli interessi di potere dominanti. Il decalogo che ha scritto Noam Chomsky per individuare le menzogne che ci dicono dovremmo tenerlo sempre a portata di mano. Eppure la maggioranza di noi continua a seguire tg e talk show politici (e qui probabilmente predomina l'irrefrenabile bisogno di molti di immedesimarsi in questo o quel personaggio facendo il tifo perché il "nostro" campione prevalga dialetticamente sull'avversario) ed a comprare giornali subalterni alle lobby di potere. Il problema non sono tanto le notizie nude e crude (per quello alla fine basta il televideo) quanto la scelta truffaldina di quelle da mettere in evidenza, l'interpretazione che se ne dà, la logica con cui vengono contestualizzate, la rappresentazione che si dà - mettendo insieme i pezzi del mosaico - della realtà e del mondo in cui viviamo.
Così, tanto per citare qualche esempio, non esiste alternativa al capitalismo liberista fondato sul primato del profitto e del mercato, lo Stato è per sua natura inefficiente mentre il privato crea ricchezza per tutti, il venti per cento di italiani che ha votato Renzi alle elezioni Europee diventa il Paese che ha dato al segretario piddino un mandato maggioritario per governare e fare le "riforme", Napolitano è stato un Presidente che ha fatto gli interessi degli italiani, il jobs act aumenterà l'occupazione stabile, il conflitto in Ucraina è nato dall'espansionismo russo, Israele bombarda i palestinesi per difendersi dagli attacchi terroristici.
L'unico antidoto possibile per sfuggire a questa manipolazione della realtà e per tentare di capire qualcosa di ciò che ci succede intorno è quello di boicottare la "narrazione" (non necessariamente i singoli programmi e i singoli articoli) propinata dalle televisioni e dai tradizionali quotidiani (Repubblica e Corriere in primis) ed allargare lo sguardo andandosi a cercare altre fonti, attraverso le quali diventa poi possibile anche dare la giusta dimensioni alle interpretazioni mainstream.
Internet da questo punto di vista offre molto a patto di avere il tempo e la pazienza di mettere insieme più fonti, di confrontarne le "narrazioni", di coglierne gli stimoli alla riflessione ed il punto di vista che esprimono anche per valutarne l'attendibilità su ogni specifico fatto.
Il mio personale elenco, senza alcuna pretesa di esaustività, di siti che vale la pena leggere e consultare giornalmente comprende Il Fatto Quotidiano, Il Manifesto, Contropiano, Megachip ed altri che propongono una rassegna di articoli, notizie e approfondimenti con cui vanno a centrare i temi e gli argomenti su cui vale la pena riflettere e soffermarsi (anche in opposizione alle interpretazioni dominanti): Triskel182, Controlacrisi, Micromega, Diritti Globali, Eddyburg. A questi poi si possono e debbono aggiungere ulteriori siti e blog per specifici temi.
E' il complesso di queste fonti (ognuna delle quali ha il limite di una impostazione pregiudizialmente prevalente: ad esempio Il Fatto "legalista", Il Manifesto "vendoliano", Contropiano "antagonista", Megachip "filorusso") che consente una panoramica ed una ricostruzione, a mio avviso, adeguata di ciò che succede intorno a noi.
Resta però, irrisolto e insoluto, il tema di come l'informazione alternativa possa perdere il carattere di nicchia e diventare informazione popolare e di massa in grado di liberare la maggioranza delle persone dalla dittatura del pensiero unico liberista e capitalista. E su questo non basta la buona volontà dei singoli ma servono organizzazione, mezzi, militanza, capacità di comunicare in modo semplice e comprensibile.
da Linkiesta.it
Noam Chomsky, “ecco 10 modi per capire tutte le menzogne che ci dicono”
Noam Chomsky, padre della creatività del linguaggio, definito dal New York Times “il più grande intellettuale vivente”, spiega attraverso dieci regole come sia possibile mistificare la realtà.
La necessaria premessa è che i più grandi mezzi di comunicazione sono nelle mani dei grandi potentati economico-finanziari, interessati a filtrare solo determinati messaggi.
1) La strategia della distrazione, fondamentale, per le grandi lobby di potere, al fine di mantenere l’attenzione del pubblico concentrata su argomenti poco importanti, così da portare il comune cittadino ad interessarsi a fatti in realtà insignificanti. Per esempio, l’esasperata concentrazione su alcuni fatti di cronaca (Bruno Vespa é un maestro).
2) Il principio del problema-soluzione-problema: si inventa a tavolino un problema, per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Un esempio? Mettere in ansia la popolazione dando risalto all’esistenza di epidemie, come la febbre aviaria creando ingiustificato allarmismo, con l’obiettivo di vendere farmaci che altrimenti resterebbero inutilizzati.
3) La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socio-economiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.
4) La strategia del differimento. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, al momento, per un’applicazione futura. Parlare continuamente dello spread per far accettare le “necessarie” misure di austerità come se non esistesse una politica economica diversa.
5) Rivolgersi al pubblico come se si parlasse ad un bambino. Più si cerca di ingannare lo spettatore, più si tende ad usare un tono infantile. Per esempio, diversi programmi delle trasmissioni generaliste. Il motivo? Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni, in base alla suggestionabilità, lei tenderà ad una risposta probabilmente sprovvista di senso critico, come un bambino di 12 anni appunto.
6) Puntare sull’aspetto emotivo molto più che sulla riflessione. L’emozione, infatti, spesso manda in tilt la parte razionale dell’individuo, rendendolo più facilmente influenzabile.
7) Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità. Pochi, per esempio, conoscono cosa sia il gruppo di Bilderberg e la Commissione Trilaterale. E molti continueranno ad ignorarlo, a meno che non si rivolgano direttamente ad Internet.
8) Imporre modelli di comportamento. Controllare individui omologati é molto più facile che gestire individui pensanti. I modelli imposti dalla pubblicità sono funzionali a questo progetto.
9) L’autocolpevolizzazione. Si tende, in pratica, a far credere all’individuo che egli stesso sia l’unica causa dei propri insuccessi e della propria disgrazia. Così invece di suscitare la ribellione contro un sistema economico che l’ha ridotto ai margini, l’individuo si sottostima, si svaluta e addirittura, si autoflagella. I giovani, per esempio, che non trovano lavoro sono stati definiti di volta in volta, “sfigati”, choosy”, bamboccioni”. In pratica, é colpa loro se non trovano lavoro, non del sistema.
10) I media puntano a conoscere gli individui (mediante sondaggi, studi comportamentali, operazioni di feed back scientificamente programmate senza che l’utente-lettore-spettatore ne sappia nulla) più di quanto essi stessi si conoscano, e questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un gran potere sul pubblico, maggiore di quello che lo stesso cittadino esercita su sé stesso.
Si tratta di un decalogo molto utile. Io suggerirei di tenerlo bene a mente, soprattutto in periodi difficili come questi.
Fonte: veritaedemocrazia.blogspot.it