Dopo che ho già illustrato per la prima volta pubblicamente in una assemblea bancaria (CARIGE, 30 aprile 2014, mio intervento notarizzato, vedi nota (1) il problema della creazione monetaria da parte di una singola banca senza che fosse correttamente contabilizzata da parte della stessa, ben cinque mesi prima che venisse pubblicato l'articolo fondamentale del Prof.
Werner sulla specifica questione della creazione monetaria arbitraria di una singola banca, nella rivista scientifica finanziaria più importante del mondo, mi trovo ancora a dover leggere, questa volta a firma del Prof. Zingales, delle assurdità del genere:
“La crisi economica ed ancor più la crisi del sistema bancario, cui è stato giustamente richiesto di ricapitalizzarsi, hanno ridotto l’ammontare di prestiti bancari e quindi indirettamente l’ammontare di moneta in circolazione.“ (2)
La frase corretta ovviamente sarebbe:
“La decisione unilaterale ed arbitraria del sistema bancario di ridurre l'ammontare dei prestiti bancari e quindi direttamente dell'ammontare di moneta in circolazione, hanno provocato surrettiziamente una crisi economica che viene utilizzata come scusa per giustificare una supposta “crisi del sistema bancario” che vedrebbe le banche obbligate a ricapitalizzarsi”.
Infatti, l'articolo di Werner ci chiarisce la questione attraverso un esempio empirico: ha preso un prestito di 200.000 euro presso una banca tedesca, l'ha versato su di un altro conto presso un'altra banca, per dimostrare che era denaro reale e spendibile, e poi subito dopo l'ha restituito.
La banca iniziale ha rinunciato a richiedere gli interessi per sponsorizzare la ricerca empirica. Il tutto è stato ripreso in video, passo per passo comprese le schermate a video della banca, dal cameraman della BBC Alastair Fee. La banca iniziale ha fornito tutte le causali su carta dei vari passi dell'operazione dimostrando che tale operazione si realizzava attraverso la creazione estemporanea di denaro dal nulla.
Non è dato sapere però se, per la parte dell'esperimento che riguarda la restituzione della somma prestata, l'economista si sia premurato di ritirare in contanti dalla seconda banca la cifra per poi ridepositarla sempre in contanti presso la prima banca ad estinzione del prestito. Perché dico questo ? Perché avrebbe fatto luce su una curiosa anomalia: alla eventuale restituzione in contanti del prestito effettuato in moneta elettronica, il cassiere della prima banca si sarebbe limitato ad estinguere la posizione del cliente aggiornando la contabilità MA NON AVREBBE DISTRUTTO IL CONTANTE APPENA INCASSATO ! Il che avrebbe dimostrato che la banca originaria, ancorché contabilmente a zero, avrebbe ora materialmente 200.000 euro in contanti IN PIU', rispetto all'inizio dell'operazione, che non risulterebbero nelle scritture contabili!
Mentre questo ultimo esempio chiarirebbe come la banca guadagna nel caso del versamento in contanti, diventa meno facile da capire quando si tratta di versamento in moneta elettronica. Occorre sapere sostanzialmente che la banca incassa denaro da altre banche tramite un conto accentrato dal quale poi si desumono ulteriori scritture contabili, ma il denaro elettronico ricevuto rimane depositato e non viene effettuata nessuna operazione per “distruggerlo” semplicemente a causa del fatto che la banca, al momento in cui lo crea, non lo accredita subito a sé stessa prima di spenderlo ad esempio prestandolo!
Quindi, non avrebbe motivo né convenienza a distruggere un qualcosa che - ma solo contabilmente - già “non esiste”. Il risultato è che per tutto il denaro virtuale, oltreché per le banconote, non esisterebbe contabilmente un legittimo possessore originario poiché le banche se ne addebitano la spesa senza prima averne dichiarato contabilmente il possesso!
Quello che il Prof. Zingales ignora, come si evince dal prosieguo del suo fantasioso articolo, potrebbe costituire il corpo di un ponderoso volume che non può trovare spazio nel presente articolo. Ma i punti principali che intendo sottolineare sono:
A – Le banche creano singolarmente, arbitrariamente e senza limiti, se non seguendo un preciso diktat imposto dalle banche centrali che le minacciano attraverso possibili ritorsioni della vigilanza (“immoral suasion”), tutta la moneta elettronica di cui abbisognano per gli impieghi (acquisto di beni mobili e immobili nonché, perlopiù, prestiti) (3);
B – La BCE è sostanzialmente una società privata che fabbrica denaro sottoforma di banconote, in ambito SEBC, ma più massicciamente moneta elettronica attraverso la creazione di linee di credito ed attraverso fantasiose “operazioni di mercato aperto” con cui capitalizza aziende “amiche”;
C - L'impegno della BCE nella frenetica creazione di denaro penalizza tutti i paesi dell'Eurozona indiscriminatamente poiché, attraverso l'erronea contabilizzazione dello stesso, il guadagno derivante dall'operazione non viene redistribuito alle Tesorerie dei paesi partecipanti: infatti la banca di Draghi pretende di contabilizzare come PASSIVITÀ la creazione di denaro quando già nel 2007 è stato precisato che tali passività sono del tutto fasulle (4);
D – Zingales ignora completamente la questione fondamentale del signoraggio e suggerisce addirittura, senza rendersene conto, di trasferirlo agli USA diventando una specie di tassa da colonizzazione occulta. Scrive infatti: “Se i tedeschi volessero venirci incontro, si potrebbero trovare soluzioni alternative. Un’economista americano, ad esempio, ha suggerito che invece di comprare titoli pubblici europei, la BCE compri titoli pubblici americani.” Secondo Zingales quindi, “avrebbe l’effetto di svalutare l’euro rispetto al dollaro”, mentre è evidente che avrebbe l'effetto semplicemente di rivalutare i titoli del debito statunitense.
Il problema di questi economisti, di cui Zingales rappresenta un tipico campione, è che credono ancora che le banche siano semplicemente intermediari finanziari, mentre era già universalmente noto fin dagli anni 1920 che le banche sono principalmente fabbriche di denaro dal nulla. La propaganda economista che segue alla seconda guerra mondiale e che non ci racconta dei fatti semplici, come del corretto processo di creazione del denaro e dell'errata applicazione degli standard contabili internazionali da parte delle banche stesse, perdura ancora al punto che si potrebbe dire che l'attuale crisi dell'euro è un falso problema se prima non si acclarano e risolvono le questioni che ne sono alla base.
Quindi, la questione della sopravvivenza stessa dell'euro non è il punto fondamentale, ma bensì fondamentali sono le regole che stanno alla base della creazione di moneta e dell'accredito dei mancati benefici derivanti agli stati, o allo stato, che tale moneta usano. Se non si affrontano alla base la questione della moneta e la questione bancaria, si rischia di proporre false soluzioni a falsi problemi continuando ad ingannare il pubblico e rimanendo nella Matrix orwelliana tanto cara ai sicari economici.
Non mancano gli autori italiani che si sono dedicati nell'ultimo decennio a cercare di illuminare il pubblico (vedi i testi di Galloni, Della Luna, Tamburro, Maggiore, Monaco, Forcheri, un folto gruppo facente capo alla Scuola Auritiana, solo per citarne alcuni).
Non sarebbe troppo chiedere che finalmente, per salvare quello che resta della loro reputazione, anche gli economisti di grido (e a contratto) cominciassero ad occuparsi della realtà reale prima ancora che lo faccia il popolo esasperato dalle continue vessazioni?
Note:
(1) CARIGE Verbale assemblea 30 aprile 2014, pagg. 44-47
Vedi anche: “Note per uno studio di settore sull'attività bancaria”, 16 maggio 2014.
Vedi pure: CARIGE: CONSOB contesta bilancio 2013, chiesto l'annullamento.
(2) “Mossa obbligata per salvare l'euro”, Luigi Zingales, L'Espresso, 31 dicembre 2014.
(3) La BCE ammette l'esistenza di moneta elettronica: quello che stupisce è che ne indica la quantità totale per l'eurozona in soli 5,4 miliardi di euro.
(4) “SEIGNIORAGE”, Willem H. Buiter, NBER Working Paper 12919, February 2007.
Vedi anche: “Note per uno studio di settore sull'attività bancaria”, 16 maggio 2014.
Vedi pure: CARIGE: CONSOB contesta bilancio 2013, chiesto l'annullamento.
(2) “Mossa obbligata per salvare l'euro”, Luigi Zingales, L'Espresso, 31 dicembre 2014.
(3) La BCE ammette l'esistenza di moneta elettronica: quello che stupisce è che ne indica la quantità totale per l'eurozona in soli 5,4 miliardi di euro.
(4) “SEIGNIORAGE”, Willem H. Buiter, NBER Working Paper 12919, February 2007.
Autore: Marco Saba / Fonte: ilnord.it
Fonte: Ecplanet