“Fino a quando i fondi per le banche insolventi provengono da stati distrutti a livello fiscale, l'abbraccio mortale continuerà”
Le potenze del Nord Europa hanno lanciato moniti precisi alla Grecia e dichiarano di voler continuare a mantenere una posizione inflessibile sul debito. Syriza non riceverà quindi alcuno sconto sul `Memorandum’ imposto dai creditori e se Alexis Tsipras vuole arrivare a rompere i termini del piano di salvataggio – firmato dai leader precedenti in condizioni totalmente ingiuste per Atene – l'Europa taglierà i 54 miliardi di euro di supporto al sistema bancario greco, determinando il default e una rapida uscita dall'euro. Lo scrive Ambrose Evans-Pritchard nel suo ultimo articolo sul Telegraph.
A tal proposito restano emblematiche le parole del ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble che ha semplicemnete ribadito in più occasioni come il nuovo governo sia vincolato al pacchetto di aiuti da 245 miliardi di euro di prestiti dalla Troika. “Le elezioni non cambiano nulla. Ci sono delle regole”.
Con la crisi del 2010 riemersa poi nel 2012, l'Europa non è stata in grado di offrire una protezione adeguata e la conflagrazione ha minacciato il diffondersi dalla Grecia al Portogallo, dall'Irlanda alla Spagna. Oggi, al contrario, per Schäuble non c'è più rischio domino per la zona euro. E a Francoforte, il governatore della Bundesbank Joachim Nagel ha sostenuto come ci saranno “conseguenze fatali” se la Grecia dovesse violare i termini dell'accordo. Le sue parole sono state rafforzate da quelle del membro del board della Bce Benoît Cœuré dirette a Tsipras: “Deve pagare, queste sono le regole del gioco, non c'è spazio per comportamenti unilaterali in Europa”, ha dichiarato.
La risposta da Atene è stata precisa: la Grecia non avrà, come ha dichiarato all'incontro di venerdì ad Atene con il presidente dell'eurogruppo, il neo ministro delle finanze Yanis Varoufakis, più rapporti con la Troika. I creditori, sottolinea il Columnist del Telegraph, stanno trattando con questa dilemma siano convinti che le conseguenze non sarebbero maggiori che il default argentino del 2001. Bruxelles per ora ha scelto la linea dura: “Ci aspettiamo che adempino tutto quello che hanno promesso di adempiere”, ha dichiarato il responsabile economico dell'Ue Jyrki Katainen.
Gli esperti, prosegue Ambrose Evans-Pritchard, sono profondamente divisi sulla strategia migliore e sulle implicazioni della Grexit. Il professore Luis Garicano della London School of Economics ha dichiarato che Syriza ha fatto male i suoi calcoli, sia alleandosi con un partito anti-tedesco e sia violando i temini della Troika con il blocco alle privatizzazioni, l'aumento del salario minimo a 750 euro al mese, la riassunzione di 10 mila dipendenti del servizio pubblico e il blocco agli sfratti. Garicano ritiene che la zona euro possa ora gestire il contagio della Grexit con il Quantitative Easing della Bce che ha salvato la zona euro. Eliminando la Grecia – sostiene Garicano – la Cancelliera Angela Merkel potrebbe poi ottenere “una copertura politica” per poi rilassare l'austerità e premiare quei paesi che hanno invece giocato alle regole.
I mercati dei titoli, prosegue Evans-Pritchard, sembrano concordare con questa visione: non c'è stato alcun contagio su Spagna e Portogallo dopo la vittoria di Syriza. In Portogallo addirittura i titoli a 10 anni hanno ragigunto un nuovo record negativo a 2.55pc. “Nulla è come il 2012. Abbiamo ora un grande QE e se ci sarà contagio, la BCE pagherà il conto”, ha dichiarato David Owen di Jefferies.
Ma ci sono altri segnali negativi. Paddy Power paga ormai 6/4 la Grexit dal 2016 e in aumento anche per Spagna 3/1, 4 a 1 per il Portogallo e 13 a 2 per l'Italia, una classifica che riflette più la politica che le finanze. Perché è la politica che ora conta e funzionari veterani dell'Ue sostengono che una cattiva gestione del dramma greco in corso potrebbe essere un colpo mortale al progetto europeo stesso. Deplorano e arrivano a definire come idiota il comportamento bellicoso di Berlino e Bruxelles in una fase in cui il centro politico sta implodendo in diversi paesi, non solo nel Sud.
Il partito laburista olandese, la forza oggi dominante in Olanda dopo la seconda guerra mondiale, è collassato di 9 punti percentuali nelle elezioni europee dello scorso anno. Si è immolato come tanti ex grandi partiti socialisti europei, eseguendo le politiche reazionarie degli anni '30 per la cieca obbedienza alla zona euro. "Il centro-sinistra ha perso ogni credibilità", ha detto Simon Tilford dal Centre for European Reform.
Nel frattempo, prosegue Ambrose Evans-Pritchard, il partito spagnolo Podemos guida i sondaggi in Spagna con il 27%, Marine Le Pen e il suo Front National ha vinto le elezioni europee in Francia con un programma chiaro sull'uscita dall'euro. Non vi è alcun contagio della situazione politica in Grecia, ma stanno correndo in parallelo. E' chiaro che il come verrà gestito la crisi in Grecia, i dibattiti interni ovunque in Europa. Secondo Giles Merritt, presidente del think tank Friends of Europe, la rivolta di Syriza ha mostrato in tutta la sua chiarezza il fallimento strategico della gestione della crisi della zona euro. “Le persone a Bruxelles stanno perdendo pazienza con la Germania. La vera questione in gioco è come verrà salvata la zona euro a causa di cinque anni di austerità mal guidato. Tspiras potrebbe presto scoprire che ha più amici in questa città di quello che pensa”, ha dichiarato.
Il Professore Ashoka Mody, ex responsabile FMI per i salvataggi in Europa e ora professore alla Princeton University, ha poi dichiarato che le minacce dei membri della BCE di staccare la spina alle banche greche sono “estremamente irresponsabili” e oltre la loro autorità. “Dovrebbero essere i guardiani della stabilità finanziaria. Non ho mai sentito parlare di queste minacce stravaganti prima. Le autorità dell'Unione europea non hanno idea di quali siano le conseguenze di una Grexit o che cosa potrebbero essere 'tremori sconosciuti' per colpire il sistema dei pagamenti globali. Stanno giocando con il fuoco”, ha dichiarato.
Marc Ostwald di Monument sostiene, inoltre, che la Grexit potrebbe aprire la scatola di Pandora. “Ci sono tutti i rischi che una volta che la Grecia esca dall'euro, si fissa un precedente che nessuno voleva. Come potrebbe rimanere Cipro all'interno dell'euro con la dipendenza nelle banche in Grecia? Come abbiamo visto anche per il franco svizzero, una volta che il sistema si deforma, i mercati cercheranno la prossima vittima come una piaga di locuste”.
La Bce, scrive Ambrose Evans-Pritchard, potrebbe proteggere il Portogallo dal default immediato dopo la Grexit, ma dubbi corrosivi si inizierebbero a intavolare. Come ha dichiarato il giornale portoghese Publico in un editoriale dal titolo “il Portogallo non è la Grecia, ma...”, il paese ha gli stessi problemi di debito corrosivo, bassa crescita e mancanza di competitività all'interno della zona euro. Il debito pubblico combinato del Portogallo (pubblico e privato) è del 380% del Pil, il più alto in Europa, rendendo il paese particolarmente vulnerabile per le dinamiche deflattive del debito. Non è ancora visto come un paese in grado di uscita dall'austerità. “Le riforme sono in stallo. A parte le partenze hanno interrotto i tagli. E' sorprendente che le persone non hanno prestato attenzione”, ha dichiarato Raoul Ruparel di Open Europe. “Siamo formiche, i greci sono le cavallette”, ha protestato il ministro portoghese Luís Marques Guedes. “Il Portogallo è nella nostra opinione il paese a rischio contagio”, ha dichiarato Alberto Gallo di RBS. “Il suo debito è già insostenibile. Ha un debole settore bancario e aziende altamente indebitate. Metà delle aziende quotate ha debiti 5 volte superiori ai profitti”.
Mody ha dichiarato che la terapia shock della zona euro pone l'Unione monetaria su una via precisa: i deficit della crisi della zona euro si sono ridotti, ma il mix di stagnazione e “bassa inflazione” - ora la deflazione è a meno 0.6% – hanno causato lo stock di debito una spirale verso l'alto. Questo è un effetto matematico: i costi d'interesse stanno crescendo di più del Pil nominale. Il risultato è che il debito pubblico italiano è passato dal 116 al 133% del Pil in tre anni nonostante i surplus di bilancio ottenuti. Il danno dell'isteresi prodotto con la disoccupazione giovanile – ancora il 50% in Spagna e il 44% in Italia – ha poi eroso le competenze di lavoro e quindi ridotto futuro della crescita necessaria per ripagare il debito.
Non ci sono stati alcuni passaggi significativi verso l'Unione fiscale nel frattempo. Il compromesso di questo mese sul QE significa che ogni banca centrale nazionale sarà responsabile per l'80% dei suoi debiti sovrani, aumentando la frammentazione della zona euro. L'Unione bancaria europea tradisce poi il suo nome. E' infatti un'unione di supervisione: i leader non hanno proseguito il loro impegno di finire il circolo vizioso in cui le crisi bancarie e le crisi di debito sovrano si alimentano l'uno con l'altro. “Fino a quando i fondi per le banche insolventi provengono da stati distrutti a livello fiscale, l'abbraccio mortale continuerà”, ha dichiarato Varoufakis.
Il neo ministro greco e Tsipras pensano che molta della crisi della zona euro sia una farsa Potemkin. A torto o a ragione concludono che il bluff tedesco possa essere quindi svelato. “L'Europa si sta avvvicinando in una situazione molto pericolosa”, ha dichiarato Hans Redeker di Morgan Stanley. “La diplomazia si sta sgretolando e stiamo assistendo ad un comportamento emotivo simile ai fraintendimenti del 1914. L'Unione Europea ha sempre detto che l'unione monetaria è irrevocabile. Una volta che hai distrutto questa fede, la zona euro diviene poco più di un sistema a cambi fissi, un 'ERM3' con valuta coda rischio sempre un dubbio assillante. Pensiamo che l'euro possa scendere sotto lo 0,90 molto velocemente”, ha dichiarato.
La posta in gioco è molto alta. La Grecia è un membro Nato sui bordi di un “arco di instabilità” in Europa, una serie di conflitti, guerre civili e stati falliti che dall'Ucraina, attraverso il Levante alla Libia. I critici dichiarano che sarebbe un atto di vandalismo strategico per spingere la Grecia sull'abisso in questo vortice. “Credere che si possa parlare di Grexit e poi contenere gli effetti collaterali, vuol dire possedere una certa stupidità”, ha dichiarato Varoufakis.
Eppure questo è esattamente dove questo "gioco del pollo", conclude Ambrose Evans-Pritchard, sta portando la zona euro.
Fonte: lantidiplomatico.it