DI CHRIS HEDGES
truthdig.com
Il mio atteggiamento verso il diventare un vegano era simile all’atteggiamento di Agostino verso il diventare casto – “Dio mi conceda l’astinenza, ma non ancora.” Ma con la zootecnia come causa principale dell’estinzione delle specie, inquinamento delle acque, zone morte nell’oceano e distruzione dell’habitat, e con la morte in aumento dell’ecosistema sempre più affermata, diventare vegani è il cambiamento più importante e diretto che possiamo fare nell’immediato per salvare il pianeta e le sue specie. La prima è stata mia moglie– che era il motore dietro i cambiamenti della nostra famiglia – e io ho seguito.
La zootecnia è la maggiore responsabile delle emissioni di gas serra in confronto all’insieme dei trasporti in tutto il mondo – macchine, camion, treni, navi e aerei. Il bestiame e i loro rifiuti e le flatulenze rappresentano almeno 32 000 tonnellate di anidride carbonica (CO2) all’anno, vale a dire il 51% delle emissioni di gas serra a livello mondiale. Il bestiame causa il 65% di tutte le emissioni di ossido di azoto, un gas serra 296 volte più distruttivo dell’anidride carbonica. I raccolti coltivati per nutrire il bestiame consumano il 56% dell’acqua usata negli Stati Uniti. L’80% del raccolto di soia al mondo è cibo per animali, e la maggior parte di questa soia è coltivata su terreni ripuliti che una volta erano foreste pluviali.
Tutto questo sta avvenendo mentre una stima di 6 milioni di bambini nel pianeta muoiono ogni anno di fame e mentre la fame e la malnutrizione riguardano un ulteriore miliardo di persone. Negli Stati Uniti il 70% del grano che coltiviamo va ad alimentare il bestiame allevato per il consumo.
Le risorse naturali usate per produrre perfino la minima quantità di derivati animali stanno vacillando – 1000 galloni di acqua per produrre 1 gallone di latte. A questo si aggiunge l’enorme disboscamento e altre distruzioni di foreste, specialmente in Amazzonia – dove la distruzione delle foreste è salita al 91% - e ci ritroviamo a saccheggiare mortalmente i polmoni della terra principalmente a beneficio dell’industria della zootecnia. Le nostre foreste, specialmente le nostre foreste pluviali, assorbono l’anidride carbonica dall’atmosfera e la scambiano per l’ossigeno: Uccidere le foreste è una sentenza di morte per il pianeta. I terreni dedicati esclusivamente all’allevamento di bestiame ora rappresentano il 45% della quantità di terreni sulla terra.
E questo non include l’assalto agli oceani, dove tre quarti delle industrie ittiche di base del mondo sono state eccessivamente utilizzate e vaste parti dei mari rischiano di diventare zone morte.
Noi possiamo, diventando vegani, rifiutare di essere complici della tortura di miliardi di animali per il profitto aziendale e possiamo avere benefici ben documentati per la salute associati ad una dieta vegetale, specialmente nelle aree con malattie al cuore e cancro.
Richard A. Oppenlander nel suo libro, “Comfortably Unaware: What We Choose to Eat Is Killing Us and Our Planet,” (Comodamente Inconsapevoli: quello che scegliamo di mangiare sta uccidendo noi ed il nostro pianeta, ndr) disegna il terrificante scenario che avverrà a meno che non cambiamo quello che mangiamo. Osserva che possiamo risparmiare più acqua rifiutando di mangiare una libbra di manzo – che consuma più di 5000 galloni di acqua per produrla – che non facendosi la doccia per un anno e che metà dell’acqua negli Stati Uniti è usata per mantenere il bestiame. Scrive:
Il vostro contributo all’inquinamento comincia con quello che decidete di acquistare per consumare. Non è solo con l’acquisto occasionale; è con ogni tipo di cibo che mangiate, ogni giorno.
Con la carne e i prodotti animali, l’inquinamento associato alla vostra scelta è enorme. (Per allevare quell’animale affinché voi lo mangiate, c’è un peso che silenziosamente arriva con esso – silenzioso per te, nonostante urli altrove.) Solo negli Stati Uniti, polli, tacchini, maiali e mucche nelle imprese agricole producono più di 5 milioni di libbre di escrementi al minuto. Questi sono gli animali allevati ogni anno così che la gente possa continuare a mangiare carne, e producono 130 volte più escrementi rispetto all’intera popolazione umana nel nostro paese. Questo letame è responsabile del surriscaldamento globale, inquinamento delle acque e del suolo, inquinamento dell’aria, e utilizzo delle nostre risorse. I rifiuti prodotti dagli animali allevati per il cibo includono con essi tutti gli antibiotici, pesticidi, erbicidi, ormoni, e altri prodotti chimici usati durante l’allevamento ed il processo di crescita. Inoltre vi è il metano rilasciato dagli animali stessi, oltre al carbonio, all’ ossido di azoto ed ulteriori emissioni di metano prodotte durante l’intero processo di allevamento, nutrizione e abbattimento.
Su ogni acro di terreno possiamo coltivare da dodici a venti volte la quantità in libbre di vegetali commestibili, frutta, e grano l’equivalente in libbre di prodotti animali edibili. Stiamo sostanzialmente usando venti volte la quantità di terreno e raccolti e centinaia di volte l’acqua, oltre ad inquinare i nostri corsi d’acqua e di aria ed a distruggere le foreste pluviali, per produrre animali da uccidere e mangiare… che è molto meno sano che mangiare i prodotti delle piante che potremmo aver coltivato.
L’industria della zootecnia ha usato la scusa della sicurezza nazionale, della sicurezza pubblica, degli accordi commerciali e il bisogno per i segreti del business di approvare quelle che sono conosciute come leggi ag-gag in circa una dozzina di stati e, a livello federale, l’Animal Enterprise Protection Act, il tutto potenziato con leggi anti-terrorismo per criminalizzare chiunque faccia indagini o sfidi le industrie. E’ illegale sotto il Patriot Act pubblicare fare affermazioni o mettere in pratica azioni che danneggino i guadagni dell’industria dell’agricoltura alimentare. Il cambiamento radicale, come ogni sfida al potere del nostro stato societario, dovrà essere fatto fuori dalle strutture del potere, inclusi i principali gruppi ambientalisti, che hanno rifiutato di affrontare l’industria del bestiame.
Sei membri del gruppo Stop Huntingdon Animal Cruelty (SHAC) sono stati giudicati colpevoli dalla corte federale di Trenton, N.J., nel 2006 per aver usato il loro sito web per incitare gli attacchi contro Huntingdon Life Sciences, un laboratorio per la sperimentazione animale. Sono stati accusati di cospirazione per violazione dell’Animal Enterprise Protection Act. Uno degli imputati, Andrew Stepanian, che da allora è stato rilasciato, è stato trattenuto in isolamento in un “settore di gestione del governo” federale.
Considerata la grande quantità di leggi recenti che proibiscono di fotografare o filmare come commerciamo il nostro bestiame, non aspettiamoci di vedere molte foto dall’interno dei vasti magazzini dove gli animali sono mantenuti in condizioni atroci in attesa della macellazione. Non aspettiamoci che i politici, corrotti dal denaro del business agricolo, sostengano una dieta che possa avere un enorme impatto sul surriscaldamento globale. E non aspettiamoci che i mass media, che dipendono dai dollari delle pubblicità delle industrie, ci informino su quello che questa industria sta facendo al pianeta.
“Cowspiracy: The Sustainability Secret,” (Il complotto del bestiame: il segreto della sostenibilità, ndr) un nuovo documentario, esamina il potere dell’industria della zootecnia, che è ancora un pezzo importante del puzzle dello strangolamento societario del bene comune. Il film prova a far conoscere al pubblico non solo gli effetti ambientali della zootecnia ma cosa viene fatto e messo nel cibo che mangiamo.
“L’industria della zootecnia è una delle più potenti industrie sul pianeta,” dice il giornalista Will Potter in “Cowspiracy”. “La maggior parte delle persone in questo paese è consapevole dell’influenza del denaro e dell’industria sulla politica. Lo vediamo davvero in modo chiaro sul monitor con questa industria in particolare. La maggior parte delle persone sarebbe scioccata nell’apprendere che i diritti animali e gli attivisti dell’ambiente sono la minaccia di terrorismo interno N°1 secondo l’FBI… Loro, più di ogni altro movimento sociale oggi, stanno minacciando direttamente i profitti aziendali”.
Il film si apre con Bruce Hamilton, il direttore della tutela del Sierra Club, che ci espone il tragico futuro davanti a noi.
“Gli scienziati del clima mondiale ci dicono che la soglia di sicurezza più elevata di emissione è circa 350 parti per milione di anidride carbonica e gas serra nell’atmosfera” dice. “Siamo già a 400. Ci dicono che la cosa più sicura che potremmo sperare di fare senza avere pericolose implicazioni financo la siccità, carestia, conflitti umani ed estinzione delle maggiori specie sarebbe un aumento della temperatura di circa 2 gradi Celsius. Ci stiamo rapidamente avvicinando a ciò e con tutta l’anidride carbonica incorporata nell’atmosfera stiamo per oltrepassarlo facilmente. Sul nostro orologio stiamo affrontando la prossima maggiore estinzione delle specie sulla terra che abbiamo mai visto fin dal tempo della scomparsa dei dinosauri. Quando interi paesi vanno sott’acqua a causa dell’aumento del livello dell’acqua, quando interi paesi capiscono che c’è così tanta siccità che non possono mantenere le loro popolazioni e come risultato hanno bisogno di migrare disperatamente in un altro paese o invadere un altro paese, stiamo per avere guerre climatiche nel futuro.”
“E riguardo al bestiame e la zootecnia?” chiede Kip Andersen, che co-dirige “Cowspiracy” con Keegan Kuhn. “Uhh,” risponde Hamilton, “bene- riguardo essi?”
Il rifiuto dalle maggiori organizzazioni ambientaliste, inclusi Greenpeace, 350.org e Sierra Club, di confrontarsi con gli affari della zootecnia è una dimostrazione di quanto impotente è diventata la comunità attivista di fronte al potere societario.
Ho raggiunto telefonicamente Kuhn a Berkeley e Andersen a San Francisco.
“Così tante più persone hanno un collegamento con la zootecnia , sia nella società che nel governo, rispetto a quelle che hanno un collegamento diretto all’industria del petrolio,” dice Kuhn. “L’industria del petrolio impiega, relativamente parlando, una percentuale molto piccola di persone ed è controllata da una percentuale molto piccola di persone. L’industria dell’agricoltura, sia zootecnia che granaglie utilizzate per nutrire quegli animali, coinvolge una demografia molto più grande. Politicamente è molto più redditizio. Le aziende come Cargill, una delle aziende di derrate di cibo più grandi al mondo, è capace di creare la politica americana. La convinzione è che dobbiamo mangiare prodotti animali per sopravvivere. Non è qualcosa che è ancora messo in discussione. L’industria del combustibile fossile è più facilmente messa alla prova attraverso il dibattito sulle alternative. Le persone non percepiscono che c’è un’alternativa al mangiare gli animali.”
“Perché vorremmo creare leggi che ci rendono più difficile sapere come viene prodotto il nostro cibo?” chiede Kuhn. “Nessun consumatore lo vuole. Loro vogliono maggiore trasparenza. Questo mostra come questa industria è in combutta con il governo. Possono modellare e dettare la legislazione che non beneficia noi o il pianeta.”
“Nascondere gli animali, nascondere le aziende agricole, nascondere l’intera questione è uno strumento di marketing utilizzato dall’industria,” dice Kuhn. “La loro mentalità è, se non puoi vederlo, non è lì. Ci sono oltre 10 miliardi di animali da fattoria macellati ogni anno negli Stati Uniti. Ma dove sono questi 10 miliardi di animali? Viviamo in un paese con 320 milioni di umani. Vediamo umani ovunque. Ma dove sono questi miliardi di animali? Sono nascosti via nei capannoni. Questo permette all’industria di effettuare queste atrocità, sia come trattano gli animali che come trattano l’ambiente.
“Avete anche il marketing degli animali nutriti con foraggio nelle aziende agricole più piccole,” dice Andersen, “e mentre inizialmente sembra meglio, è in verità peggio. L’allevamento in aziende agricole è orribile per gli animali, ma è meglio per l’ambiente rispetto al nutrimento dei bovini al pascolo a causa delle emissioni di metano, delle escrezioni delle feci e tutti i cavalli e i lupi che vengono uccisi così che il bestiame possa pascolare sul terreno pubblico, che noi paghiamo con i nostri dollari pubblici. Nel film non ci siamo concentrati sulle aziende agricole. Tutti ne sono a conoscenza. Volevamo osservare queste cosiddette aziende agricole sostenibili, come se questa cosiddetta agricoltura umana sia la risposta. Nella maggior parte delle situazioni, queste aziende agricole sono peggio per l’ambiente, sebbene sia meglio per gli animali.”
“Se avessimo una diversa sequenza temporale, o se ci fossero 1.5 miliardi di persone sul pianeta, allora ci potrebbero essere un minimo di misure (intermedie) che potremmo intraprendere,” dice Kuhn. “La situazione che stiamo affrontando dal punto di vista ecologico, comunque, significa che non c’è nessuna soluzione tranne un cambiamento immediato verso uno stile di vita basato sui vegetali.”
“Come possiamo usare al meglio le nostre risorse?” Chiede Oppenlander in “Comfortably Unaware.” “Quali cibi avranno il minor effetto sul nostro paese? Quali cibi sostengono al meglio la nostra stessa salute umana e benessere, e quali sono i più rispettosi? Abbiamo davvero bisogno di macellare un altro essere vivente per mangiare? Oppure, purtroppo, è perché lo vogliamo?”
Ci sono rimasti pochi anni, nelle migliori delle ipotesi, per fare dei cambiamenti radicali per salvare noi stessi dal collasso ecologico. Una persona vegana salverà 1.100 galloni d’acqua, equivalenti a 20 libbre di CO2, 30 piedi quadrati di terreni ricoperti di boschi, 45 libbre di cereali, 30 vite di animale ogni giorno. Noi, considerato ciò che è in serbo per noi, non abbiamo nessun’altra opzione.
Chris Hedges, la cui rubrica è pubblicata il lunedì su Truthdig, in passato ha trascorso quasi due decenni come corrispondente estero nell’America Centrale, in Medio Oriente, in Africa e nei Balcani. E’ stato corrispondente da più di 50 paese e ha lavorato per The Christian Science Monitor, National Public Radio, The Dallas Morning News ed il New York Time, per il quale è stato corrispondente estero per 15 anni.
Fonte originale truthdig.com
Fonte: Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ANNA GRASSO