L'EUROGRUPPO FINISCE UFFICIALMENTE CON UN ''COMPROMESSO'' TRA GRECIA E UE, MA LA SOSTANZA E' UN'ALTRA: LA GRECIA HA VINTO.
BRUXELLES - L'Eurogruppo speciale sulla Grecia ha raggiunto stasera a Bruxelles "un accordo di processo e non di contenuto", come l'ha definito il ministro italiano dell'Economia Pier Carlo Padoan, sull'estensione per quattro mesi dell'accordo di prestito dell'Eurozona alla Grecia.
Il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha spiegato alla fine della riunione che se il governo greco vuol adottare delle misure diverse da quelle che prevedeva l'accordo con il governo precedente, in particolare a carattere sociale, dovrà ottenere "l'accordo delle istituzioni", che sarà possibile se Atene dimostreraà che quelle misure non mettono a rischio "la ripresa economica, la sostenibilità di bilancio e la stabilità finanziaria", ovvero che sono "pienamente finanziate". Questa, secondo Dijsselbloem, è la "flessibilità" prevista nell'attuale di cui si farà "pieno uso".
"Non abbiamo firmato nessun Memorandum d'intesa, e' l'inizio di una fase senza questo". Cosi' il ministro delle finanze Yanis Varoufakis. "Saremo co-autori della nostra lista di riforme, non seguiremo piu' uno script datoci da agenzie esterne, bisogna avere veramente la vista corta per pensare che abbiamo firmato il vecchio accordo".
"Abbiamo rifiutato un gioco a somma zero", al contrario "questo accordo e' nell'interesse dell'europeo medio". Commenta Varoufakis. "Ora abbiamo avuto la possibilita' di cominciare a lavorare insieme ai nostri partner e alle istituzioni" da cui "abbiamo molto da imparare". L'accordo di oggi e' "il primo passo nella direzione giusta di un lungo viaggio", per cui "ci sono volute tre riunioni per girare pagina". "Abbiamo combinato due cose di solito ritenute contraddittorie, l'ideologia e la logica, ossia la democrazia e il rispetto delle regole".
"A differenza del precedente governo, non ci siamo impegnati ad aumentare l'Iva, a tagliare le pensioni ne' ad un avanzo primario del 3% nel 2015 ne' nei prossimi anni", ha sottolineato Varoufakis, anzi "abbiamo evitato la parte delle misure recessive del precedente programma". "Siamo riusciti a scamparci una sequenza di molti anni di surplus strutturale che non avremmo raggiunto senza distruggere le basi produttive della nostra economia", ha aggiunto il ministro, "e l'Eurogruppo ha molto saggiamente accettato che il 2015 sara' un anno difficile". "Noterete", ha aggiunto, "un ottimo esempio di costruttiva ambiguita' della formulazione" del testo dell'accordo su questo punto. Per quanto riguarda un aumento del salario minimo, ha precisato Varoufakis, "questo riguarda solo il settore privato e quindi non ha nessun impatto fiscale", e "la mia risposta ai paesi come Slovacchia e Lettonia" che hanno sottolineato che il livello del loro salario minimo e' inferiore a quello greco, "e' che il loro livello dei prezzi e' molto piu' basso".
Fin qua, i fatti.
Ora, questo compromesso si può riassumere come la sconfitta - quasi totale - della Germania, messa di fronte a due sole possibilità diverse dalla vitttoria della Grecia: buttarla fuori dall'euro oppure lei stessa uscire dall'euro.
Ha capito, Berlino, che era molto meglio perdere, che distruggere. Ora vedremo se Berlino resisterà al contraccolpo della sconfitta. Politico e non solo.
Resta che Tsipras con Varoufakis hanno vinto, la Merkel con Schaeuble hanno perso. Il resto sono chiacchiere.
Max Parisi
Fonte: Il Nord