giovedì 20 novembre 2014

Tracollo Italia: Si avvicina il prelievo forzoso sui risparmi degli italiani

euro 7
di Attilio Folliero
Da tempo, l’informazione alternativa avverte sui pericoli di una manovra tendente a colpire i risparmi, ossia un prelievo forzoso. Oggi a parlarne è perfino “Il Giornale”, che in un suo articolo intitolato “Il prelievo forzoso in banca non farà sconti a nessuno” (1) parla della possibilità di un prelievo forzoso del 10%. La novità di oggi è che questo prelievo non riguarderebbe solo i conti correnti superiori a 100.000 euro, come per esempio attuato a Cipro, ma riguardi tutti i risparmi. Insomma è probabile che a pagare non siano solo i più ricchi ma tutti, anche un povero disgraziato che abbia magari solo 10.000 euro faticosamente risparmiati.
Se malaguratamente una persona si ritrovasse a vendere un appartamento ed incassa (sul conto corrente) i soldi proprio il giorno in cui dovesse attuarsi il prelievo forzoso, si ritroverebbe con una doppia fregatura: oltre ad aver venduto un bene di per se già svalutato, a causa della crisi nel settore immobiliare, si rtitroverebbe anche a pagare un ulteriore 10%. Ammesso che riesca a vendere un apartamento a 100.000 euro, su questi soldi si ritroverebbe a pagare 10.000 Euro di prelievo forzoso.
In realtà non si tratta di una novità assoluta. In Italia, il governo Amato nella notte tra il 9 ed il 10 di luglio [1992] attuò un prelievo forzoso del 6 per mille. A quell’epoca i risparmi degli italiani ammontavano a circa 500 miliardi di euro, …
… per cui un prelievo del 6 per mille fruttò allo stato 3 miliardi di euro. Una cifra tutto sommato irrisoria. Oggi, pero’ si parla di un prelievo forzoso che potrebbe essere del 10%, ossia per una persona con 100.000 euro di risparmi il prelievo ammonetrebbe a 10.000 euro; per una persona con 10.000 euro il prelievo sarebbe di 1.000 euro.

Ovviamente questa proposta non arriva all’improvviso, come un fulmine a ciel sereno: nel 2013 il Fondo Monetario Internazionale aveva parlato della necessità di un prelievo forzoso del 10% sui conti correnti degli europei; a febbraio di quest’anno l’Unione Europea ha proposto la “confisca” dei rispami di 500 milioni di cittadini europei per realizzare investimenti a lungo termine. In un nostro articolo si precisava che la Commisione Europea avrebbe richiesto agli organi competenti l’emanazione di un disegno di legge per “mobilitare” i risparmi dei cittadini europei, al fine di effettuare investimenti a lungo termine. Dicevamo che il documento della Commissione Europea utilizzava il termine “mobilitare” che significava “sollecitare la collaborazione”, ossia un termine elegante per nascondere la confisca!
Oggi, senza nascondersi dietro termini eleganti che comunque potrebbero trarre in ignanno solamente uno sprovveduto, si inizia a delineare la vera manovra del prelievo forzoso che riguarderà tutti i risparmi, anche quelli inferiori a 100.000.
Un cittadino italiano o europeo come può tutelarsi? La prima idea che verrebbe alla mente è quella di ritirare tutti i risparmi o la maggior parte e tenere i soldi sotto il classico materasso; è indubbiamente una soluzione e molti l’hanno già adottata. I governi, per aggirare questa soluzione possono adottare almeno due contromosse: 1) sostituire i soldi in circolazione con nuove banconote; le vecchie banconote cesserebbero di avere corso legale e quindi coloro che hanno i soldi sotto il materasso si vedrebbero costretti a tirarli fuori e portarli in banca per il cambio; 2) vietare la compravendita con il contante; tutte le operazioni avverrebbero tramite transazione bancaria; anche in questo caso la persona che avesse ritirato i soldi sarebbe fregata. Inoltre esiste sempre il problema, per grosse cifre, del momento in cui bisogna rimettere in circolo questo contante. Se trattasi di grosse cifre, appunto, quando si torna a depositare scatta l’accertamento fiscale ed il cittadino è costretto a giustificare la sua provenienza.
Quale altra possibile soluzione? Rifugiarsi nell’oro e nell’argento, ossia in beni pregiati. Questa appare una buona soluzione e tra l’altro in questo momento il prezzo dell’oro e dell’argento è basso, per cui è veramente conveniente investire in oro e soprattutto in argento. Entrambi questi beni rifugio e soprattutto l’argento sono destinati a rivalutarsi enormemente nei prossimi anni.
L’argento non solo è un materiale prezioso, come l’oro, ma a differenza dell’oro, che dall’inizio della storia umana si conserva praticamente per intero, l’argento si utilizza e spesso si butta nella spazzatura! Ovvero l’argento è utilizzato nei contatti dei prodotti elettronici: nei cellulari ed in tutti gli apparati elettronici si utilizzano microgrammi di argento e quando buttiamo nella spazzatura l’apparato, per esempio il cellulare, stiamo buttando anche l’argento; si tratta di piccole quantità, che però moltiplicate per miliardi di pezzi, finiscono per trasformarsi in tonnellate di argento che vanno perse; ovviamente non si procede al riciclaggio o al recupero di questi pochi microgrammi per pezzo considerato l’alto costo necesario rispetto al suo valore attuale. In conclusione, parte dell’argento estratto dalle viscere della terra alla fine è buttato via. Considerando che, secondo le stime del Servizio Geologico degli Stati Uniti (U.S. Geological Survey) sul pianeta terra ci sono circa 520.000 tonnellate di argento da estrarre; considerato che annualmente vengono estratte circa 25.000 tonnellate (3) è facile pensare che da qui a qualche decenio i giacimenti terresti si saranno esauriti. L’argento è destinato ad aumentare di prezzo, man mano che si reduce la quantità da estrarre. Lo stesso discorso vale per l’oro, che con la crescente crisi della valuta fiduciaria (i soldi di carta senza valore alcuno, come il Dollaro e l’Euro) potrebbe tornare ad avere un ruolo anche come vera e propia valuta (valuta in oro). Anche il prezzo dell’oro è destinato a crescere nel tempo ed anche enormemente.
Indubbiamente avere risparmi in oro o argento ha la sua convenienza, ma ricordiamo che anche in questo caso potrebbero esserci dei rischi e non solo al momento della vendita, i cui guadagni vanno dichiarati e sottoposti ad imposte, ma anche per la possibile confisca da parte degli stati.
Ricordiamo che la storia è piena di esempi di confisca dell’oro; l’esempio più conosciuto, negli USA l’Ordine esecutivo n. 6102 del 5 aprile 1933. Con tale decreto emanato dal Presidente degli Stati Uniti, Franklin Delano Roosevelt, si proibisce il possesso dell’oro da parte dei cittadini statunitensi; erano esclusi da tale decreto solamente gioiellieri, artisti, professionisti e persone che utilizzavano l’oro nel loro lavoro. Il decreto stabiliva l’obbligo di consegnare tutto l’oro posseduto allo stato entro il primo maggio 1933 ad un prezzo prefissato. In caso di mancata consegna si era soggetti ad una multa di 10.000 euro e 10 anni di carcere. La proibizione del possesso dell’oro per i cittadini statunitensi fu revocata solamente il 14 agosto del 1974 dal Presidente Gerald Ford.
Quindi? C’è un’unica vera soluzione. La situazione nei paesi europei ed in particolare in Italia è destinata a peggiorare sempre più; il debito pubblico è altissimo e continuerà a crescere. Per cui non solo ci sarà il prelievo forzoso, ma andremo incontro ad un aumento esponenziale delle tasse, soprattutto quelle sulla casa (vedasi la riforma del catasto in atto); ci sarà la privatizzazione di tutti i servizi municipali (acqua, luce, gas, spazzatura) che passeranno nelle mani di poche multinazionali ed ovviamente ci saranno i relativi aumenti delle tariffe; presto si tornerà a parlare della necessità di una riforma delle pensioni, con l’innalzamento ulteriore dell’età, il calcolo sempre più orientato al sistema contributivo e comunque ci saranno i tagli all’assegno di pensione (ma non a quelle più alte), così come sta avvenendo in Grecia; ci saranno i tagli alla sanità: alla sanità pubblica subenterà quella privata, mediante il sistema assicurativo; ci saranno tagli all’educazione e quindi sempre meno ragazzi potranno andare a scuola ed ancora meno potranno accedere agli studi superiori, ovvero all’università. Aumento della disoccupazione e della precarietà, in sostanza un processo di schiavizzazione vero e proprio degli operai, destinati a lavorare sempre di più e pagati sempre meno. Inevitabile la caduta nei consumi e per conseguenza una inevitabile diminuzione della domanda e della produzione industriale ed il fallimento di centinaia di migliaia di imprese; la delocalizzazione (emigrazione) delle imprese sarà sempre più all’ordine del giorno. Il popolo europeo ed in particolare il popolo italiano sarà affamato, malato e malcurato perchè non potrà accedere alla sanità privatizzata e costosissima, ignorante perchè non potrà andare a scuola ed all’università.
L’unica vera soluzione è andarsene; andarsene prima possibile, con i pochi risparmi disponibili e cercare di ricostruirsi una vita altrove, soprattutto per il bene dei propri figli, delle generazioni future. Non è facile ricostruirsi una vita altrove, magari nei paesi in via di sviluppo, ma sempre meglio che stare ad aspettare la fine.
L’unica vera alternativa a questa soluzione estrema è la sollevazione popolare. Ma in un paese come l’Italia, dove la libertà di espressione è fortemente repressa, di questo non si può parlare, pena l’applicazione dell’art. 272 e seguenti del Codice Penale.
In ogni caso non si tratta di una visione pessimista della realtà, ma realista. Poi ognuno è libero di pensare ed agire come meglio crede.
Attilio Folliero
Tratto da: morasta


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