venerdì 28 novembre 2014

IL FMI INSISTE: “ITALIA SENZA FUTURO, BISOGNA TAGLIARE LE PENSIONI”

Durante la presentazione del rapporto del Fmi sul nostro paese l’organizzazione statunitense è tornata alla carica chiedendo all’Italia di tagliare la spesa previdenziale per abbattere i costi del Paese.

Il direttore esecutivo del FMI, Andrea Montanino nel presentare il rapporto sul nostro Paese ha detto: “L’Italia, nelle condizioni attuali, non è un Paese per cui si possa assicurare un futuro radioso, o quantomeno sereno. La crescita potenziale dell’Italia di fatto crolla per gli anni futuri, siamo inchiodati allo 0,5%”. Il Fmi nel suo report ha stimato che la crescita dell’Italia sarà dello 0,2, a fronte dello 0,3 previsto nel precedente rapporto. Inoltre Montanino ha ricordato come il private equity (investimenti in società no quotate da parte di fondi specializzati) sia molto più sviluppato negli Usa e che l’Europa è troppo “bancocentrica” e se questo bisogna fare di più perché “le banche italiane hanno fatto progressi nel rafforzare i bilanci, ma devono affrontare sfide e venti contrari ciclici” e devono quindi “essere pronte a soddisfare la domanda quando l’economia si riprenderà”.
Il fondo monetario internazionale già nello scorso Settembre aveva esortato l’Italia a intervenire anche in modo abbastanza drastico sul bilancio pubblico affrontando una riduzione delle pensioni e del sistema sanitario. Come affermato da Kennet Kang, capo missione dell’istituzione guidata da Lagarde, “la spesa pensionistica è troppo alta e un taglio della spesa pubblica deve passare per un taglio della spesa previdenziale”.
Inoltre Kang ha ribadito come il piano di riforme per l’Italia è “audace e ambizioso, ma bisogna agire in fretta per implementarlo” dato che “ il debito pubblico è sostenibile, ma il Paese resta vulnerabile sui mercati”. Ecco perché “bisogna ridurre le tasse sul lavoro, fare investimenti pubblici e rendere la revisione della spesa parte integrante del budget”.
Inoltre il Fmi ha presentato anche un rapporto più completo che affronta il problema della crescita in Europa. “L’evidenza dimostra che l’aumento dell’età pensionabile non necessariamente porta a un aumento della partecipazione della forza lavoro” e quindi si vorrebbero inserire manovre che potrebbero “includere regole per il pensionamento anticipato, razionalizzando i benefici, e l’adozione di altri incentivi finanziari, insieme però a politiche che aumentino la domanda per coloro che intendono posticipare il pensionamento”. Anche se poi queste manovre dovrebbero essere accompagnate da riforme serie per i giovani, per i quali il problema del lavoro resta sempre di una gravità assoluta.






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