giovedì 20 novembre 2014

Aria italiana sempre più irrespirabile

Non siamo per fortuna ai livelli di Cina e India, ma anche in Italia l’aria è sempre più irrespirabile. I dati vengono certificati dall’ultimo rapporto Air Quality 2014 dell’Agenzia europea dell’ambiente

Non siamo per fortuna ai livelli di Cina e India, ma anche in Italia l’aria è sempre più irrespirabile. E non ci si riferisce al clima politico, sociale ed economico, ma proprio all’aria che respiriamo nelle nostre città. I dati vengono certificati dall’ultimo rapporto Air Quality 2014 dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea): applicando i parametri dell’Organizzazione mondiale della sanità c’è troppo inquinamento (oltre il 90% dei cittadini delle aree metropolitane è esposto a livelli di Pm2,5 e ozono superiori a quelli indicati dall’Oms), con punte particolarmente preoccupanti per quanto riguarda l’Italia.

Un italiano su due in città respira troppe polveri sottili (Pm10) e il 62% nei centri urbani è esposto a quantità eccessive di ozono, con picchi record a livello europeo. In testa a questa poco invidiata classifica ci sono Lecco, Padova, Monza, Varese, Vicenza e Udine. L’Italia secondo l’Aea nel 2012 ha il record di 3.377 decessi legati all’ozono, mentre ha la seconda posizione con 64 mila vittime dietro la Germania per quanto riguarda le morti dovute alle polveri sottili (Pm2,5). Problema che si accentua nella Pianura Padana anche a causa di «condizioni meteorologiche e orografiche particolarmente sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti atmosferici», come ha ricordato Maurizio Conte, assessore all’Ambiente del Veneto in una riunone all’Europarlamento del gruppo Air, che riunisce tredici regioni europee fra cui Veneto, Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna. «Quest’anno però non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione da parte di Bruxelles sulle nostre criticità, cosa che avveniva regolarmente dal 2005», afferma l’assessore all’Ambiente della Lombardia, Claudia Terzi.

«L’inquinamento dell’aria è ancora elevato in Europa», avverte il direttore esecutivo dell’Aea, Hans Bruyninckx. Il principale problema rimangono le polveri sottili: secondo l’Aea l’esposizione di lungo periodo al Pm10 sarebbe responsabile della maggior parte delle 400 mila morti premature provocate dall’inquinamento dell’aria nel 2011. In Italia un dato positivo registrato è il calo nella stima della popolazione urbana esposta al biossido di azoto (NO2) fra 2011 e 2012, che passa dal 46,1% al 25,2%.
Qualcosa però si sta muovendo e le città italiane hanno messo in atto alcune misure per migliorare la qualità dell’aria. Per esempio «Torino e altre città hanno investito molto sul teleriscaldamento: si sostituiscono piccole caldaie con una centrale unica più efficiente», ha spiegato Alberto Valmaggia, assessore all’Ambiente del Piemonte. La Regione Veneto ha emesso un bando da 2 milioni di euro aperto fino al 12 dicembre che finanzia per il 50% la sostituzione delle vecchie stufe: nella regione, infatti, la legna bruciata in caminetti e stufe contribuisce quasi alla metà delle emissioni di polveri sottili. Fino a dicembre la Regione incentiva la rottamazione delle auto più inquinanti per l’acquisto di veicoli euro 5/6 o ibridi e si è appena chiuso un bando per creare una rete di Comuni con bike sharing. La Lombardia prevede da ottobre 2015 l’estensione da 209 a 570 dei Comuni dell’area critica soggetta a divieti della circolazione.


Fonte: affaritaliani.it


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