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La Cina ha consumato più cemento tra il 2011 e il 2013 di quello usato negli Usa in tutto il Ventesimo secolo. Il dato, sconcertante, arriva da un’analisi dello storico Vaclav Smil, che si è basato sulle stime della US Geological Survey e della International Cement Review...
Di Valentina Neri - Valori.it
La Cina ha consumato più cemento tra il 2011 e il 2013 di quello usato negli Usa in tutto il Ventesimo secolo. Il dato, sconcertante, arriva da un’analisi dello storico Vaclav Smil, che si è basato sulle stime della US Geological Survey e della International Cement Review.
Cina e Stati Uniti – ricorda il Washington Post – hanno un’estensione geografica tutto sommato simile, attestandosi rispettivamente al terzo e al quarto posto per superficie al mondo. Ma la Cina ha una popolazione che è oltre quattro volte quella statunitense nel 2015 e ben nove volte quella statunitense degli anni Cinquanta. Per costruire la stragrande maggioranza delle proprie infrastrutture e dei propri grattacieli, durante il Ventesimo secolo gli Usa hanno usato all’incirca 4,4 gigatonnellate di cemento (una gigatonnellata equivale a un miliardo di tonnellate). Nei tre anni tra il 2011 e il 2013, la Cina ne ha consumate 6,4 gigatonnellate.
Ma come si può spiegare un dato così estremo? In primo luogo, la Cina stia vivendo un’urbanizzazione senza precedenti, molto più veloce di quella intrapresa nel secolo scorso dagli Usa. Ogni anno oltre 20 milioni di cinesi si spostano dalle campagne alle città: più degli abitanti di New York City, Los Angeles e Chicago messi assieme. La Cina ospita una delle regioni più densamente urbanizzate al mondo (quella del Delta del Fiume delle Perle,che contava 42 milioni di abitanti nel 2010) così come una pletora di città pressoché sconosciute all’estero, ma delle dimensioni comparabili a quelle dei grandi centri occidentali. Nel 2009 in Cina 221 città superavano il milione di abitanti: in Europa erano solo 35. Per giunta, stando ad alcune stime, la metà delle infrastrutture cinesi (dalle ferrovie alle dighe, passando per gli aeroporti) è stata costruita a partire dal 2000.
Altre motivazioni sono legate a doppio filo al cemento. La sua produzione globale negli anni Cinquanta pareggiava quella dell'acciaio, ma da allora ha vissuto tassi di crescita molto più rapidi. Per giunta, conclude il Washington Post, l'industria è di fatto “drogata”: i principali colossi nazionali sono di proprietà del governo di Pechino e pertanto possono contare sul sostegno pubblico e su un facile accesso al credito. A pagarne le conseguenze, come spesso accade, è l’ambiente: a livello scientifico si stima che l’industria globale del cemento rappresenti il 5% delle emissioni di gas serra.
Foto: Wikimedia Commons (pubblico dominio)
Foto: Wikimedia Commons (pubblico dominio)
25 Marzo 2015
Valentina Neri @neri @valori.it
Fonte: valori.it