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domenica 8 marzo 2015

Le menzogne sullo spread: non facciamoci prendere in giro

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Venerdì 27 febbraio 2015. Su tutti i mezzi di informazione e i social network impazza la notizia che lo spread BTP/BUND è sceso sotto i 100 punti base (98). Non accadeva dal 2010.
Giudizi trionfalistici si sprecano nei telegiornali e talk show; politici della maggioranza parlamentare e ministri fanno a gara per complimentarsi con il Presidente del Consiglio; alcuni giornaloni nazionali si spingono addirittura oltre il buon senso affermando che è tutto merito del Jobs Act… e chi più ne ha, più ne metta!
Non riesco a capire come si possa giungere a fare una tale cattiva informazione, tanto più che – al di là della totale assenza di qualsiasi nesso di causalità – i decreti attuativi del Jobs Act non erano ancora neppure entrati in vigore. Insomma, tutti acriticamente balzati sul carro del vincitore con un grido comune: “W il Presidente!” (mi sembra di ricordare una scena di Fantozzi mentre lui e Filini apprendono in sala mensa dell’invito a casa del direttore per un torneo di biliardo: “E’ un graaaan direttore!…”.
Bene. Sappiate che tutto quello che avete sentito in TV o letto sui giornaloni in questi ultimi giorni è il frutto di un’informazione fatta da giornalisti supinamente allineatisi al Pensiero Unico Dominante, quindi alla dittatura eurocratica e alle sue derivazioni nostrane.
Sapete quanti posti di lavoro ha creato e creerà lo spread sotto i 100 punti base? ZERO!
Sapete di quanti centesimi diminuirà il costo del caffè al bar sotto casa? ZERO!
Sapete quanti euro in più troverete a fine mese in busta paga? ZERO!
Lo spread così basso (relativamente basso) consentirà allo Stato di risparmiare solo 1-2 mld € di interessi sul debito. Null’altro! ZERO posti di lavoro in più!

mercoledì 5 novembre 2014

Barnard: "Lo spread tornerà, e vi taglierà la gola"

Prima di lasciarvi all'articolo di Barnard, meditate su questi dati...



Di Paolo Barnard

Dai giorni di Monti, quando Berlusconi fu suicidato dalla BCE, abbiamo tutti visto lo spread e i tassi d’interesse che l’Italia paga sui suoi titoli di Stato abbassarsi man mano. E naturalmente tutti i buffoni del Corriere o del Sole 24 ad attribuire il merito a Mario Macellaio-umano Monti, a Letta, alle riforme, a Renzi, all’Italia che obbedisce al rigore ecc. Pagliacciate, menzogne da conati.
L’unico, e ripeto L’UNICO, motivo per cui lo spread è calato assieme agli interessi sui titoli di Stato in Italia (e altrove), sono state le dichiarazioni del defunto Draghi che promise ai Mercati di intervenire “senza limiti” (“whatever it takes”) per sostenere l’euro e il valore di qualsiasi titolo in euro. Quindi avrebbe fatto sortilegi come il LTRO, OMT, TLTRO, ABS PURCHASES e, alla fine, un bel Quantitative Easing all’Americana, il QE!
Ok, hanno detto gli investitori dei Mercati, se questa è la promessa ottima occasione: oggi compriamo un titolo Eurozona a 10, poi quando la BCE spara quelle cartucce il titolo ci va a 30 e ci facciamo su una fortuna! Ok, compriamoli, e tanti, subito, anche quelli italiani, a man bassa. E siccome la regola è che più si comprano titoli di Stato più si abbassano  gli interessi che quello Stato ci paga sopra, allora abbiamo visto scendere lo spread e appunto gli interessi da pagare. La marmaglia di puzze parlamentari o governative italiane non HA NESSUN MERITO in questo, ZERO.

mercoledì 12 febbraio 2014

L’intrigo Monti-Colle e lo spread strumento per limitare la sovranità

Grafico andamento spread a cura di ANSA-Centimetri
A cura di Leo Junior
Ed ora quali armi utilizzerà la finanza internazionale per punire gli svizzeri che si sono ribellati ai loro banchieri? Perché – come dimostra la squallida vicenda italiana di Napolitano, Monti e Berlusconi – i mercati intervengono per punire i popoli che votano male. La democrazia? È accettabile solo quando i voti premiano i personaggi imposti dagli speculatori. Se no si scatena una bella manovra per far lievitare artificiosamente lo spread oppure si attacca la moneta, si contrastano i commerci.
Sono varie le misure che la finanza può mettere in campo. Cambiano a seconda dei Paesi. In Ucraina, come nel resto dell’Europa dell’Est ma anche in America Latina, si punta sulle Ong finanziate dai “mecenati” che speculano e pagano le organizzazioni per scendere in piazza contro i governi legittimamente eletti. Ma quando non bastano le manifestazioni violente di piazza, come in Turchia ad esempio, si ricorre alla magistratura infiltratata da tempo oppure si utilizzano le armi del Fmi.
L’attacco, contemporaneo, alle monete di tutti i Paesi emergenti – Russia, Turchia, Brasile, Argentina, Indonesia – è la più recente dimostrazione di come si possa intervenire in ogni parte del globo per indirizzare le politiche nazionali verso i sentieri voluti dagli speculatori. Così come era accaduto con l’attacco all’Italia sul fronte dello spread. Ora Friedman “scopre” che Napolitano e Monti si sarebbero incontrati già nell’estate del 2011 per ipotizzare la cacciata di Berlusconi dalla presidenza del Consiglio.
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