L’economia ha registrato un contrazione dello 0,4% tornando sotto i livelli del 2000: il governo stimava un -0,3%, mentre l’Ue prevedeva -0,5%. Il debito pubblico sale al 132,1% del Pil nonostante l’aumento della pressione fiscale.
L’Italia archivia il quarto anno consecutivo in recessione: nel 2014 il Pil è calato dello 0,4%, un dato tuttavia migliore rispetto a quelli recentemente rilasciati dalla Commissione europea, che ha aggiornato le previsioni economiche con il dossier invernale. Secondo gli economisti di Bruxelles, infatti, il Pil italiano del 2014 avrebbe messo a referto una diminuzione dello 0,5%, mentre il disavanzo si è attestato – come previsto – al 3% del Prodotto. Per il Fondo monetario internazionale, la recessione – dopo il -1,3% del 2013 – si sarebbe dovuta attestare al -0,4% del 2014. Una previsione in linea con Ocse, Confindustria e Bankitalia.Il governo, che nell’autunno scorso ha aggiornato il Documento di economia e finanza, metteva allora in conto una perdita di 0,3 punti di Prodotto. Alla luce dei dati pubblicati, l’Istat ha rilevato che l’economia italiana è tornata sotto i livelli del 2000.
Apreoccupare è, piuttosto, il debito pubblico che è salito dal 128,5% del 2013 al 132,1% del Pil, il massimo dal 1995, da quando cioè sono state ricostruite le serie storiche. Lo rende noto l’Istat. Le previsioni del governo nella Nota di aggiornamento Def indicavano nel quadro programmatico un rapporto del 131,6%, la Ue, invece, stimava una crescita al 131,9%. Un progressione continua nonostante le pressione fiscale sia salita al 43,5% del Pil, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al 2013 (43,4%).
Dati che trovano in disaccordo il Mef: per il Tesoro, nel 2014 la pressione fiscale effettiva è stata al 43,1% del Pil, in calo rispetto al 43,4% del 2013 e al 43,5% del 2012, se si utilizzando contabilizza il bonus da 80 euro con un modello diverso metodo rispetto all’Istat (cioè come minor peso fiscale invece che come spesa sociale). In ogni caso, l’Istat è fiducioso per l’andamento economico nel 2015.
Tratto da: euroscettico