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lunedì 9 marzo 2015

La morte del magistrato Bisceglia, tutte le prove del depistaggio

Di seguito pubblichiamo il coraggioso articolo di laprovinciadicosenza.it circa l'incidente stradale che è costato la vita al magistrato Federico Bisceglia, 45 anni, pubblico ministero della Procura di Napoli Nord. Se non conoscete la vicenda, leggete l'articolo Giudici scomodi ai quali capitano improbabili incidenti del 2 Marzo.


Informatitalia


La morte del magistrato Bisceglia, tutte le prove del depistaggio

Di Michele Santagata -  laprovinciadicosenza.it

Alcuni testimoni riferiscono di un incidente sulla carreggiata nord 


“A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. Diceva Andreotti. E lui di complotti, depistaggi e insabbiamenti era uno che se ne intendeva. Noi abbiamo voluto seguire il suo consiglio. Abbiamo pensato male. E così ci siamo recati sul luogo dell’incidente che ha coinvolto, e in cui ha perso la vita, il dottor Federico Bisceglia. Insieme a lui viaggiava Anna Russolillo, un medico di 34 anni, che è rimasta ferita e subito trasportata in ospedale in prognosi riservata. “L’Anas comunica che intorno alla mezzanotte di oggi domenica 1° marzo 2015, si è verificato un incidente mortale al km 205,700 dell’autostrada A3 Salerno–Reggio Calabria, in carreggiata sud, tra gli svincoli di Frascineto e Sibari. Un’autovettura, per cause in corso di accertamento, ha impattato contro le barriere laterali in un tratto rettilineo non interessato da lavori di ammodernamento, finendo fuori strada dopo alcuni testacoda. L’impatto ha provocato il decesso di un esponente della magistratura e il ferimento di una seconda persona, entrambi a bordo del veicolo. Nell’incidente non sono stati coinvolti altri veicoli. L’autostrada è rimasta chiusa fino alle ore 5,00 circa di questa mattina, al termine della messa in sicurezza del tratto e la conclusione dei rilievi delle Forze dell’Ordine”. In seguito a questo comunicato abbiamo contattato gli uffici dell’Anas, per meglio capire la dinamica dell’incidente. Nei primi comunicati si parlava di colpo di sonno ma il responsabile romano dell’ufficio stampa dell’Anas ci dice che le cause dell’incidente sono da ricercarsi nell’elevata velocità della vettura guidata dal magistrato. C’è da dire che una prima anomalia di questo strano incidente si riscontra dai vari articoli, pubblicati su tutti i giornali, nazionali, locali e on line, in cui ognuno dice la sua sulle dinamiche e sul luogo dell’incidente.

sabato 7 febbraio 2015

Roma: arriva il quartiere a luci rosse, ma senza far pagare tasse!

Siamo all'assurdo! Roma presto sperimenterà una "zona a luci rosse", dove la prostituzione sarà di fatto tollerata, senza sanzioni ne per le lucciole, ne per i clienti.

Con questa mossa, la prostituzione sarà di fatto LEGALIZZATA, ma allo stesso tempo le prostitute continueranno a non pagare le tasse, così come non saranno sottoposte ad alcun controllo medico, al contrario di quanto avviene nei paesi civili, come Svizzera, Olanda e Germania (ma non solo) dove la prostituzione è legale e regolamentata, con tanto di controlli medici periodici. In queste realtà non ci sono ragazze costrette, le mafie che gestiscono le strade della prostituzione, sono state messe fuori gioco e sopratutto le prostitute PAGANO LE TASSE: e se consideriamo che guadagnano dai 10.000 ai 30.000 euro il mese ed in alcuni casi anche di più, sarebbero tanti bei soldoni per le casse dello stato. Consideriamo che in Italia operano oltre 100.000 professioniste del sesso. Sarebbe un'entrata miliardaria, oltre alle migliaia di posti di lavoro che si verrebbero a creare nell'indotto.

Invece no. Il governo italiano lascia ai clan business come la prostituzione ed il controllo della cannabis, di cui l'Italia è tra i principali consumatori europei.

In un periodo di crisi come quello attuale, con MILIONI di persone povere abbandonate al loro destino da una classe politica che non ha rinunciato al minimo privilegio, con il governo che ha tagliato i fondi persino all'assistenza dei "grandi disabili" - persone paralizzate al 100%, ferme a letto - e raschia il barile, quei MILIARDI annuali sarebbero una boccata di ossigeno!

Con questo non vogliamo certo attaccare il sindaco di Roma Ignazio Marino, che anzi dimostra grande coraggio (a due passi dalla Santa Sede...) e buon senso. L'esperimento che partirà a Roma da Aprile (forse: poiché è già stato rimandato più volte...) può essere un importante apripista per arrivare alla regolamentazione a livello nazionale: un passo in avanti è fatto, ora deve pensarci il governo. La politica, il mondo dell'associazionismo, i movimenti, ma anche l'opinione pubblica, facciano pressione per arrivare ad una regolamentazione completa: anche perché a questo punto manca solo di fargli pagare le tasse...

PS: chi è eticamente contrario alla prostituzione - opinione degnissima di rispetto, come tutte le opinioni - deve considerare che, di fatto, la prostituzione è legale da sempre, visto che in tutta Italia ci sono strade letteralmente INVASE dalle prostitute, così come gli annunci delle 'case di piacere' illegali sono pubblicati anche nei quotidiani più importanti, annunci espliciti alla luce del sole, per non parlare della miriade di siti web dedicati alle escort...

FINIAMO QUESTA FARSA PRIMA POSSIBILE, FACCIAMO PAGARE LE TASSE A QUESTE "LAVORATRICI ATIPICHE" E LEGALIZZIAMO LA CANAPA COME HANNO FATTO ANCHE IN SPAGNA ED IN USA!


Staff nocensura.com
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Di seguito l'articolo dell'AGI:

Prostituzione: Roma avra' il suo quartiere a luci rosse, da aprile all'Eur
(AGI) - Roma, 6 feb. - Entro aprile Roma avra' la sua prima zona a luci rosse, nel quartiere Eur, dove la prostituzione sara' tollerata e agiranno operatori sociali in funzione anti-sfruttamento. E' quanto emerso da un incontro che si e' tenuto ieri tra l'assessore capitolino alle politiche sociali, Francesca Danese, e il presidente del Municipio IX, Andrea Santoro. La sperimentazione, piu' volte annunciata e poi rimandata, sembra dunque al via e prevede che in una o piu' strade del quartiere, ancora da individuare, le 'lucciole' possano esercitare senza il rischio di sanzioni a carico dei loro clienti. Nelle altre aree dell'Eur, invece, il divieto di prostituzione in strada verra' fissato con un apposita ordinanza che prevedera' multe fino a 500 euro. Nella zona a luci rosse saranno operative unita' di strada con il compito di effettuare controlli sanitari sulle ragazze, distribuire condom ed evitare lo sfruttamento da parte dei cosiddetti 'protettori'. Il progetto, che costera' 5mila euro al mese, ha infatti l'obiettivo di ripulire le strade del quartiere della capitale dalla prostituzione selvaggia, e dal relativo degrado.

sabato 25 ottobre 2014

Rita Dalla Chiesa, intervista choc: "L’omicidio di mio padre? Deciso a Roma"

Le dichiarazioni della conduttrice televisiva Rita Dalla Chiesa, circa la "regia romana" della morte di suo padre, il Generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, inviato a Palermo nella veste di Prefetto per combattere la mafia e ucciso in un agguato, la "strage di Via Carini", fanno tornare alla mente le dichiarazioni del Giudice Ferdinando Imposimato, circa la "strategia della tensione".

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Rita Dalla Chiesa: "L’omicidio di mio padre? Deciso a Roma"

Intervista di Gabriele Lazzaro (ilgiornaleoff)

In questa intervista Rita Dalla Chiesa denuncia la responsabilità dello Stato nell'assassinio del padre, il generale Carlo Alberto Della Chiesa. Per lei la strage di via Carini a Palermo il 3 settembre 1982, in cui morirono il padre, che era il prefetto di Palermo, la giovane moglie Emanuela Setti Carraro e l'agente di scorta Domenico Russo, fu un omicidio perpetrato dalla mafia e commissionato dallo Stato.

Una data che è rimasta impressa nella tua vita è il 3 settembre 1982, quella dell’omicidio di tuo padre, Carlo Alberto Dalla Chiesa. Posso chiederti cosa ricordi di quel giorno?
"La solitudine nella quale mi sono sentita proiettata nel giro di mezzo secondo. Io ho saputo di questa cosa da un giornalista del Tg2, non dai carabinieri, che sono la mia famiglia, la mia anima, il mio cuore, il mio tutto. Evidentemente al comando generale in quel momento c’era qualcuno che non amava mio padre. Mi sono seduta sotto la doccia e ho passato metà nottata lì, inebetita. La mattina dopo sono arrivata a Fiumicino, mi sono fatta il biglietto per Palermo. All’epoca ero solo giornalista di carta stampata, nessuno mi riconosceva. Mi hanno detto “signora, non c’è un posto perché stanotte hanno ammazzato il Generale Dalla Chiesa”. Ed io ho detto “era mio padre”, e allora il posto è saltato fuori".

Il racconto che Riina ha fatto sulla strage di via Carini è tremendo. Se ne è tornato a parlare anche nei giorni scorsi.
"Non riesco a capire se sia vero. È possibile che io debba venire a sapere la verità non dai magistrati, non dai giudici, ma da Totò Riina? Che peraltro parla soltanto adesso! C’è qualcosa di strano, come tutto quello che riguarda la morte di mio padre".

lunedì 6 ottobre 2014

La BUFALA dell'arresto degli scafisti


Redazione Informatitalia

Anche oggi il governo ha reso noto di aver ARRESTATO 4 SCAFISTI: 
"Quattro presunti scafisti sono stati fermati dalla polizia al termine delle indagini avviate in seguito allo sbarco di 210 migranti, avvenuto sabato scorso nel porto di Pozzallo, nel ragusano. In manette sono finiti due somali e due ghanesi che erano al timone di due gommoni. Gli indagati devono rispondere di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina." Fonte

Dall'inizio dell'anno hanno sbandierato di averne arrestati un centinaio... 

Peccato che NONOSTANTE LA LEGGE PREVEDA MOLTI ANNI DI RECLUSIONE, DOPO 2 GIORNI VENGONO RILASCIATI E TORNANO AL LORO LAVORO...

Ne abbiamo parlato alcune settimane fa con l'articolo "Altro che "legge dura"... gli scafisti se la ridono impuniti!"





Praticamente dopo il rischioso e stressante viaggio viene concesso loro alcuni giorni di "ospitalità" per fare una doccia, visite mediche, mangiare e riposarsi prima di tornare in Libia a fare un nuovo viaggio.

C'è da dire che gli scafisti in questione sono "pesci piccoli", giovani che a loro volta rischiano la vita (e in teoria la galera... ma solo in teoria) per guadagnare, per ciascuna traversata, ciò che lavorando nei loro paesi di origine guadagnerebbero in almeno 1-2 ANNI di lavoro...

domenica 21 settembre 2014

Altro che "legge dura"... gli scafisti se la ridono impuniti!



A cura di Staff nocensura.com

Chi non è giovanissimo ricorderà i proclami anti-scafisti del 2006, quando fu modificata la fallimentare legge "Bossi-Fini" introducendo "pene durissime" per gli scafisti, pene che sarebbero dovute arrivare fino a 15 anni di reclusione:

In questo articolo de L'Unità del 13 Ottobre 2006, leggiamo:

Guerra agli scafisti: carcere fino a 15 anniIl governo modifica la Bossi-Fini: introdotto il reato di «trasporto di clandestini e xtracomunitari»
IMMIGRAZIONE Giro di vite contro i trafficanti di esseri umani: fino a 15 anni di carcere per gli scafisti che favoriscono l'immigrazione clandestina. Custodia cau telare obbligatoria, come quella riservata alla criminalità organizzata. Strumenti più forti per gli investigatori che indagano su questi reati (fino a due anni la durata delle indagini prelimiari) e innalzamento delle pene per il favoreggiamento aggravato dell'immigrazione clandestina. Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri il ddl anti-scafisti... Leggi tutto 

Ebbene, i proclami sono rimasti lettera morta. Gli scafisti, i "trafficanti di esseri umani", che spesso si macchiano anche di altri crimini - trasportano sostanze stupefacenti o altro, maltrattano i passeggeri, impongono loro un "pizzo" extra per i bagagli, più volte in passato ne hanno lanciati alcuni in acqua per costringere i motoscafi della Polizia a fermarsi a soccorrerli e interrompere l'inseguimento, etc - in Italia la passano sempre liscia! Tanto che mentre in passato, quando venivano identificati, se la passavano liscia (riuscendo a passare per "passeggeri che guidano lo scafo in cambio del viaggio gratis") si guardavano bene dal ripresentarsi: essere scoperti più volte avrebbe rappresentato la PROVA del fatto che l'individuo è uno scafista, e non un migrante.

Ebbene, ci sono scafisti fermati e identificati sette - 7 - volte! Ormai hanno capito come funzionano le cose in questo paese, si permettono persino di rilasciare interviste ai giornali e deridere l'Italia.


Dello scafista identificato 7 volte ne ha parlato anche Libero (vedi articolo)

Dopo un viaggio in mare in condizioni di totale insicurezza, sotto il sole, cosa c'è di meglio di farsi qualche giorno di prigione, per rilassarsi, riposarsi un po', e magari essere rimpatriato a spese dello stato italiano? Praticamente una breve vacanza... si fanno la doccia, si rifocillano, passano un paio di giorni in branda senza scomodarsi nemmeno per preparare il cibo, e poi tornano a casa: per organizzare una nuova traversata.

La questione non è emersa oggi; già ad Aprile di quest'anno ne aveva parlato Il Giornale:


Anche gli scafisti se la ridono: "L'Italia? Qui non ci arrestano"
Fermati dalla polizia non si scompongono. E uno rassicura  tutti: "Tranquilli, al massimo stiamo in cella due giorni"

Facciamo ridere. E il bello è che ormai lo sanno anche gli scafisti. Talmente scassata è la nostra Giustizia; così improbabile è diventato finire in carcere (e restarci, soprattutto) per reati che non siano di sangue, che siamo diventati lo zimbello del Maghreb. Leggi tutto

Ma in un contesto come quello attuale, è quasi giusto che sia così... (ovviamente siamo sarcastici) dopotutto le mafie stanno facendo affari d'oro con i viaggi, le cooperative deputate all'accoglienza pure...  perché mai dovrebbero punire gli scafisti, che alla fine sono "pesci piccoli", dei disperati che in cambio di qualche migliaia di euro si prestano a guidare i barconi; a guadagnare milioni con gli sbarchi non sono loro, ma chi li ingaggia...


Staff nocensura.com


Fonte: http://www.nocensura.com/2014/09/altro-che-legge-dura-gli-scafisti-se-la.html

domenica 7 settembre 2014

Uccisione di Davide Bifolco: ciò che i media non diranno MAI!

napoli

A cura di Antonio B. - nocensura.com

Ieri a Napoli si è svolta una partecipatissima manifestazione per chiedere giustizia e verità in merito all'uccisione, da parte di un Carabiniere, del 16enne Davide Bifolco, residente nel quartiere Traiano. Più di mille persone sono scese in piazza, dove abbiamo assistito a scene di grande disperazione e di grande indignazione, con cori indirizzati alle forze dell'ordine. Ci sono stati momenti di tensione e lancio di lacrimogeni e scontri, i manifestanti hanno bloccato l'uscita della tangenziale, ma quando la polizia ha indietreggiato e si è tolta il casco, come gesto distensivo, i manifestanti hanno applaudito.

Tralasciamo la cronaca della giornata, riportata un po' da tutti i giornali, e ci concentriamo sui fatti che riteniamo IMPORTANTI:
  • Secondo la ricostruzione dei testimoni, lo scooter è stato speronato dall'auto dei Carabinieri (i tre ragazzi erano senza casco... poteva finire in tragedia anche a causa della caduta) e il carabiniere avrebbe sparato al ragazzo quando era a terra e si stava per rialzare. I Carabinieri invece sostengono che sono caduti da soli e che sono andati a sbattere contro la loro auto, e che il colpo è partito in modo involontario... (fate una ricerca su google, guardate quanti colpi partono da soli... è impressionante!)
  • NON C'ERA NESSUN LATITANTE SUL MOTORINO, NE PREGIUDICATO: TUTTI I RAGAZZI SONO RISULTATI INCENSURATI. Voci che assomigliano molto a quelle che definivano "un drogato" il povero Federico Aldrovandi... o il povero Stefano Cucchi. 
  • Vedi l'intervista al ragazzo che guidava lo scooter e che ha ammesso di essere lui colui che è scappato: http://youtu.be/_I_u3lVU5nM
  • Pare addirittura che sia stata trovata una pistola giocattolo a terra... sarebbe interessante che fossero fatti i rilievi dattiloscopici (impronte digitali) per vedere se era dei ragazzi... 
  • Una testimone che abita sopra la strada dove è stato ucciso Davide, ha rilasciato una intervista dove dichiara che il giovane è stato ucciso a sangue freddo. Guarda il video.
  • Le indagini sono state affidate ai Carabinieri stessi! Probabilmente se fossero state affidate alla Polizia sarebbe cambiato poco, ma sarebbe stato doveroso. Inoltre le telecamere di sorveglianza del Comune installate nella zona, che potevano essere preziose per capire la dinamica dei fatti, sono risultate non attive! Ma guarda i casi della vita... questi fatti i media non li evidenziano. Così come il fatto che non c'erano latitanti / pregiudicati a bordo non ha avuto il risalto che ha avuto l'accusa, rivelatasi infondata.
NELLA GIORNATA DI IERI INOLTRE SAREBBE ACCADUTO UN FATTO CHE I MASS MEDIA SI SONO GUARDATI BENE DAL RIPORTARE, E CHE SE è EMERSO, SE NON è RIMASTO "CONFINATO" NEL QUARTIERE, è SOLO GRAZIE AL CORAGGIO DEL  GIORNALISTA NAPOLETANO ROSARIO DELLO IACOVO, CHE HA RACCONTATO LA VICENDA SULLA SUA PAGINA FACEBOOK E RILANCIATA DA CENTINAIA DI PERSONE, tra cui l'attivista napoletana pro-Palestina Rosa Schiano. Sempre su Facebook anche altre persone hanno raccontato la vicenda, su gruppi e pagine.

La polizia avanza, con l'intento di liberare la rotonda, occupata da un nutrito gruppo di ragazzini del quartiere. Volano dei lacrimogeni, ma i ragazzini di sgombrare non ne vogliono sapere. Restano lì, determinati, probabilmente disposti a prendere le manganellate. Per sgombrarli avrebbero dovuto usare la forza, nei confronti di ragazzini, di bambini, visto che buona parte di questi non avevano più di 13-14 anni. Ma dopo l'uccisione di Davide hanno preferito desistere, probabilmente per non far degenerare la situazione, visto che gli animi erano caldissimi, oltre al fatto che i video sarebbero sicuramente finiti sui social, e avrebbero scatenato un'ondata di indignazione. 

A quel punto gli agenti rinunciano: e dopo poco arrivano due uomini a bordo di uno scooter, "personaggi inequivocabili" a detta di chi se ne intende. Parlano con alcuni presenti, dopodiché si dileguano.

Ma i ragazzini, nella loro beata incoscienza di certe logiche e dinamiche, di spostarsi non ne vogliono sapere! Alla fine intervengono i genitori ed i parenti, che li convincono a desistere.

Cosa ne pensano di questa vicenda i presenti, è ben illustrato dal post di Rosario Dello Iacovo, che in 21 ore ha ottenuto più di 520 "mi piace" e 247 condivisioni, in costante aumento; moltissimi se pensiamo che la pagina del coraggioso giornalista ha poco più di 6.000 iscritti.

Il post su Facebook lo trovi QUI

Come mai sono intervenuti questi individui? Interrogativo che non avrà mai una risposta ufficiale, visto che in certi quartieri nessuno osa opporsi a certe logiche, e certo non per "complicità". Le zone popolari di Napoli, a dispetto di quanto crede l'immaginario collettivo di molte persone che a Napoli non ci sono mai state e che basano i propri pensieri su pregiudizi, giornali e romanzi, sono popolati da persone per bene, gente che è vittima del sistema di cui qualcuno li accusa di fare parte o di essere complici. L'unico complice sembra essere lo Stato, visto che fatti come questi avvengono alla luce del sole, dinnanzi a cittadini e rappresentanti dello Stato. Persone di cuore, che conoscono la solidarietà - come dimostra l'ampia partecipazione alla manifestazione per Davide - e che hanno una grandissima dignità, sicuramente molta di più di tanti che giudicano e pontificano su cose che non conoscono.

I media hanno parlato di un "latitante" coinvolto nella vicenda. E hanno ragione, solo che hanno sbagliato latitante. Il latitante non era a bordo dello scooter, il latitante è lo stato. Uno stato che criminalizza i giovani che fumano uno spinello, e poi tollera che certi quartieri (non solo a Napoli) siano relegati a veri e propri supermercati della droga a cielo aperto, dove 24 ore su 24 è possibile acquistare ogni genere di sostanza. Uno stato che è l'unico vero responsabile della situazione di certi quartieri, dove chi sono i "Boss" lo sanno tutti - istituzioni comprese - ma questi non finiscono in cella e continuano a sottomettere un intero quartiere alle proprie logiche. Quando finiscono in cella, spesso a causa di cambiamenti negli equilibri nei clan, e ovviamente vengono immediatamente sostituiti da un nuovo boss.

Quartieri dove stato e clan si "fondono", dove per molti giovani l'unico modo per ottenere un posto di lavoro - non solo in ambito criminale - è affidarsi ai boss, diventare loro debitori. Quartieri dove girare in due, in tre, su un motorino e senza casco, è considerato normale. Scene che non si vedono solo nelle periferie degradate, ma anche in centro.

Lo stato ha grandi responsabilità nella morte di Davide, ben oltre il colpo esploso da un suo rappresentante.


Antonio B. - nocensura.com

Fonte: http://www.nocensura.com/2014/09/uccisione-di-davide-bifolco-cio-che-i.html

giovedì 31 luglio 2014

Giornalista sotto scorta minacciato dalla mafia: massima solidarietà!

L'immagine su Facebook la trovi QUI: condividila!

NON è AMMISSIBILE E TOLLERABILE CHE UN GIORNALISTA DEBBA VIVERE SOTTO SCORTA PER AVER FATTO IL SUO LAVORO; PER AVER "OSATO" PARLARE DELL'INCHINO AL BOSS MAFIOSO, UN'IMMAGINE CHE HA FATTO IL GIRO DEL MONDO, DIPINGENDO IL NOSTRO PAESE IN MODO INDEGNO!

MASSIMA SOLIDARIETA' A MICHELE ALBANESE: AUSPICHIAMO CHE DA PARTE DELLE FORZE DELL'ORDINE CI SIA IL MASSIMO IMPEGNO PER ASSICURARE ALLA GIUSTIZIA I MINACCIATORI E TUTTI I MAFIOSI: 

FATE GIRARE!!! OPPONIAMOCI A QUESTI SISTEMI MAFIOSI, ROMPIAMO IL MURO DI OMERTA' !!!  

Staff nocensura.com

Sotto scorta il giornalista che ha svelato l’inchino di Oppido Mamertina
Di Tiziana Scelli - ladiscussione.com

Chi svolge l'attività giornalistica in territorio ad alta densità criminale sa bene di poter finire, a causa de suo lavoro, vittima delle attenzioni della criminalità organizzata. È quello che è accaduto al collega Michele Albanese del Quotidiano del Sud, il giornalista che ha svelato all'Italia e, perché no, al mondo il gesto sacrilego dell'inchino della Statua della Madonna delle Grazie ad un boss locale agli arresti tra le mura domestiche per problemi di salute. Gli inquirenti hanno, infatti. intercettato un piano della 'ndrangheta per uccidere il giornalista Michele Albanese. Lo rivela il sito di Ossigeno, l'Osservatorio sulle minacce e intimidazioni ai giornalisti. Michele Albanese, cronista del Quotidiano del Sud, ha, da diversi giorni, una scorta delle forze dell'ordine. Deve muoversi su un'auto blindata e con due uomini di scorta. Lo ha deciso il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Reggio Calabria, in una riunione convocata d'urgenza. Sembra che gli inquirenti abbiano intercettato una conversazione fra persone legate alla 'ndrangheta che progettavano di ucciderlo. Gli investigatori mantengono il più assoluto riserbo sulle indagini in corso. Michele Albanese è il giornalista che per primo ha dato notizia sui giornali dell'inchino della “vara” della Madonna delle Grazie di Oppido Mamertina davanti alla casa di un boss della 'ndrangheta che sconta l'ergastolo agli arresti domiciliari. Negli anni scorsi è stato vittima di gravi minacce della criminalità organizzata, portate davanti alla Commissione Parlamentare Antimafia. Fra l'altro ha subito una intrusione nella sua abitazione. Dopo lo scandalo che si è abbattuto su processioni e riti religiosi in Calabria, a Paola, si è riunita la Conferenza episcopale Calabra in seduta straordinaria, convocata dal presidente mons. Salvatore Nunnari, arcivescovo metropolita di Cosenza, proprio «per dibattere alcuni temi pastorali di particolare urgenza» alla luce di quanto accaduto in alcune processioni. In maniera unanime i religiosi calabresi hanno definito la 'ndrangheta «un'organizzazione criminale che come altre vuole realizzare i propri illeciti affari, con mezzi illeciti, ma, attraverso un uso distorto e strumentale di riti religiosi, è una vera e propria forma di religiosità capovolta, di sacralità atea». «Si tratta - concludono - di una disonorante piaga della società, che deturpa da troppo tempo la vita dei calabresi». 

Fonte: ladiscussione.com

Tratto da: http://www.nocensura.com/2014/07/giornalista-sotto-scorta-minacciato.html

martedì 24 giugno 2014

Incredibile discorso di Magdi Allam: "In Italia la mafia è lo stato!"



A cura di Alessandro Raffa per nocensura.com

Incredibile presa di posizione dell'On. Magdi Cristiano Allam, che commenta le dichiarazioni di Papa Francesco circa la scomunica dei mafiosi:

Trascriviamo una parte del discorso:

Magdi Cristiano Allam
"E' doveroso domandarci chi è, veramente, la mafia in Italia; sono semplicemente dei gruppi criminali che pongono il pizzo ai commercianti, che lucrano attraverso il traffico della droga e dei clandestini? E' la MASSONERIA, che in modo più o meno occulto controlla il potere ovunque nel mondo? E' il gruppo Bilderberg, che associa 'chi conta'nella finanza, nell'economia, nella politica internazionale?  (...)

C'è invece un'altra realtà che è lampante, che è cristallina, che è di fronte ai nostri occhi, ed è la realtà di questo nostro stato. E' uno stato che ci vessa imponendoci fino all'80% delle tasse, che finisce per impoverirci. E' uno stato che sta condannando a morte le imprese imponendo circa un centinaio di diversi tipi di tassazioni e di balzelli, e circa un centinaio di controlli amministrativi. E' uno Stato che ha svenduto la nostra sovranità monetaria, all'80% quella legislativa, e che si appresta a rinunciare del tutto alla sovranità nazionale. E' uno stato che ci impone di essere assoggettati ad una moneta straniera, l'euro, che ci obbliga a indebitarci per ripianare il debito. Attraverso il debito noi veniamo noi di fatto veniamo condannati alla povertà. E' uno stato che oggi ha prodotto 4.100.000 italiani che non hanno i soldi per mangiare..." (...)

Infine, rivolgendosi a Papa Francesco:

(...) quindi Papa Francesco, i veri mafiosi che tu hai scomunicato, sono le alte personalità che tu hai invitato in Vaticano; a cui hai stretto la mano; a cui hai augurato successo; perché PER NOI SONO LORO I VERI MAFIOSI!


http://www.nocensura.com/2014/06/incredibile-discorso-di-magdi-allam-in.html


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