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venerdì 3 giugno 2016

Neovitruvian: "Giuseppe Mazzini: Il massone fondatore della Mafia"




Giuseppe Mazzini: 

Il massone fondatore della Mafia


Articolo di: Neovitruvian.com

Guiseppi Mazzini è stato l’individuo a cui Albert Pike scrisse alcune lettere, nelle quali espose che ci sarebbero state tre guerre mondiali che avrebbero alla fine unito il mondo sotto una dittatura luciferina. Come Pike, Mazzini fù un Illuminato e possedeva il 33esimo grado massonico. Egli è anche il fondatore della Mafia.(Fonte) Le forze dell’ordine conoscevano da tempo i rapporti che vi erano tra massoneria e Cosa Nostra.

“Il comitato ritiene che il legame tra Cosa Nostra e le istituzioni è basato gran parte sulla Massoneria.”
Il terreno fondamentale su cui è stato creato e rinforzato il collegamento tra Cosa Nostra con i funzionari pubblici e i professionisti privati è la Massoneria. Il legame Massoneria serve per mantenere le relazioni costanti e organiche. L’ammissione di membri in Cosa Nostra, anche a livelli elevati, non è un evento occasionale o episodico, ma una scelta strategica. Il giuramento di fedeltà a Cosa Nostra rimane il punto cardine attorno al quale gli”Uomini d’onore”, devono essere chiaramente legati. Ma le associazioni Massoniche offrono alla mafia uno strumento formidabile per estendere il proprio potere, per ottenere favori e privilegi in ogni campo: sia per la conclusione delle grandi imprese sia per “sistemare le dispute”, come molti collaboratori di giustizia hanno rivelato “.

Mazzini nacque in Francia e suo padre fù un “giacobino” (massone del gruppo degli Illuminati che hanno provocato la Rivoluzione francese). Come suo padre, che era anche un professore universitario, Mazzini gravitò nell’ambiente delle società segrete.

Nel 1830 Mazzini si recò in Toscana, dove divenne membro della carboneria, un’associazione segreta con scopi politici. Il 31 ottobre dello stesso anno fu arrestato a Genova e internato a Savona. Durante la sua prigionia ideò un nuovo movimento patriottico, diretto a sostituire il fallimentare movimento della carboneria. Anche se fù liberato all’inizio del 1831, scelse l’esilio, invece di una vita confinata nel piccolo borgo assegnato lui dalla polizia, spostandosi a Ginevra in Svizzera. 

Ancora più interessante è il desiderio di Mazzini di creare gli “Stati Uniti d’Europa”, un secolo prima che l’Unione europea nascesse. Il globalismo è Illuminismo e Mazzini fu fedele a entrambi. Ora, tornando alla mafia:

“Giuseppe Mazzini, un massone di 33esimo grado, fondò un gruppo di rivoluzionari chiamato Giovine Italia. Il loro obiettivo era quello di liberare l’Italia dal controllo della monarchia e dal papa. Ebbero successo e Mazzini fù onorato come un patriota in Italia. Ma, nel processo, nacque la mafia. 

I rivoluzionari della Giovine Italia ebbero bisogno di soldi, e quindi: “… per procurarsi da vivere rapinarono banche, saccheggiarono o bruciarono le aziende, se da queste non veniva pagato il pizzo e sequestrarono persone per ricavarne un riscatto. 

In tutta Italia si diffuse la frase” Mazzini Autorizza Furti, Incendi e Attentati (o avvelenamenti)” Questa frase è stata accorciata nella sigla, MAFIA, nasce ora la criminalità organizzata. ” (John Daniel, “Scarlet and the Beast,” Vol. I., pages 330-331)(Fonte)

Mazzini fù anche il fondatore del Rito scozzese della massoneria in Italia. Dobbiamo renderci conto che il Rito Scozzese è il ramo degli Illuminati nella Massoneria. Fù fondato dagli illuministi Albert Pike e Mazzini. Il Rito scozzese ha 33 gradi. La maggior parte delle persone avanzano solo nei primi tre livelli e ignorano i veri obiettivi del Rito Scozzese, e gli adoratori di Lucifero che comandano dall’alto.
Detto questo, la mafia è solo un altro strumento degli Illuminati, funzionando, nella realizzazione della loro agenda luciferina.

“La strategia politica di Cosa Nostra è la seguente:


L’occupazione e il governo del territorio in concorrenza con le autorità legittime, possiede immense risorse finanziarie, ha un esercito segreto ben armato, ha un programma di espansione illimitata, tutte queste caratteristiche ne fanno una organizzazione che opera secondo la logica del potere e della convenienza, senza regole se non quelle che si prodigano a difendere. La strategia politica di Cosa Nostra non viene modificata da altri,ma viene imposta sugli altri in termini di corruzione e violenza.

La mafia e la politica hanno un rapporto di “convivenza”,convivenza la quale ha favorito i tentativi di infiltrazione negli organi di governo, nella magistratura, nella polizia e nelle autorità locali. Alcuni tentativi hanno avuto successo, con conseguenze disastrose per la legittimità e la credibilità delle azioni intraprese dalle autorità pubbliche. ”

Queste azioni includono omicidi, ricatti, intimidazioni, corruzione e altri metodi per man tenere la gente sotto il controllo della mafia. “Ordine dal caos” sotto il mantra de “il fine giustifica i mezzi.”

Fonte: https://neovitruvian.wordpress.com/2010/11/09/giuseppe-mazzini-il-massone-fondatore-della-mafia/


Tratto da ilnuovomondodanielereale.blogspot.com

venerdì 8 aprile 2016

Don Luigi Ciotti: "Il figlio di Riina da Vespa ha usato codici mafiosi"

Don Luigi Ciotti:
«Il servizio pubblico può affrontare  tutto ma il punto sta nel modo in cui lo fa e nelle riflessioni del giorno dopo ci sono molte cose che ritengo insopportabili: dall’inizio alla fine Salvo Riina ha dato una intervista da mafioso». Lo afferma,  ascoltata dalla commissione Antimafia, la presidente della Rai Monica  Maggioni, precisando subito però che «la Rai non è ’appiattibile' su  un personaggio. La Rai è un’azienda che ogni giorno si dà da fare  nella lotta alla mafia e nessuno delle 13mila persone che lavorano in  questa azienda ha un atteggiamento incerto rispetto a questo».
«Inquietante perchè lui usa dei codici mafiosi»: cosi il presidente di Libera, Don Luigi Ciotti, ha commentato l’intervista a Salvo Riina andata in onda ieri sera a «Porta a Porta» riferendosi alla parte in cui il figlio di Totò parla dei collaboratori di giustizia e specificando di non aver visto la puntata ma di averne letto i contenuti su alcuni quotidiani. «Per me - ha detto Don Ciotti a margine di un incontro a Bologna con gli studenti universitari - è molto importante alzare il tono della voce perchè a Libera aderiscono alcune migliaia di familiari delle vittime innocenti delle mafie a cui sono stati strappati i loro affetti. Il 70 per cento di queste persone non conosce la verità. C’è bisogno di verità non di creare enfasi su storie che hanno fatto soffrire il nostro Paese».

martedì 28 aprile 2015

”Aiutiamoli a casa loro”, ma solo a parole: meno fondi per la Cooperazione internazionale

L'Europa ha deciso che il "blocco navale" è "illegale e realizzabile", e ha triplicato i fondi per la missione "Triton", aumentati a 9 milioni al mese: una cifra ridicola rispetto alle spese che l'Italia deve affrontare per la gestione dei flussi, visto che i migranti, anche quelli che vorrebbero andare nel nord Europa, vengono costretti a restare "nel primo paese che li ha identificati" alias Italia. E non è finita qui: altro che "aiutarli a casa loro"... i fondi per la cooperazione internazionale sono stati tagliati!!! 



Il tormentone è sempre lo stesso e da più parti uguale: “Aiutiamoli a casa loro”. Quando si tratta di commentare eventuali soluzioni agli incessanti flussi migratori verso l’Europa, non è infrequente ascoltare questo slogan, divenuto ormai trasversale in Parlamento. Eppure, a fronte di tanti buoni propositi, a fare la differenza sono sempre i fondi stanziati per le azioni mirate a supportare governi e popolazioni nei Paesi più svantaggiati.

A differenza di quanto spesso viene dichiarato, infatti, i finanziamenti dedicati alla Cooperazione e ai progetti per “aiutarli a casa loro”, sono diminuiti. Una percentuale che non si discosta mai dallo 0 virgola e che al contrario scende. Dall’analisi degli ultimi dati pubblicati dall’Ocse risulta infatti che nel 2014 l’aiuto pubblico allo sviluppo italiano è sceso allo 0.16% del Pil dallo 0,17% del 2013.

Marco Simonelli, esperto della rete internazionale Action for Global Health, nei giorni scorsi ha dichiarato che “gli aiuti del canale bilaterale hanno visto un taglio di oltre 90 milioni di euro, solo parzialmente compensato da un incremento di quasi 30 milioni di euro donati attraverso il multilaterale”. E non fanno meglio neanche governi europei come Francia, Spagna e Portogallo o – oltreoceano – gli USA.

mercoledì 22 aprile 2015

L'iniziativa (censurata) per abolire il vitalizio a mafiosi e corrotti: firmate e fate girare!


Servono 1.000.000 di firme per mettere renzi e soci con le spalle al muro, con una legge di iniziativa popolare. Il comitato promotore ha raccolto 850.000 firme, tra web e dal vivo, i media non ne parlano e non ne parleranno, per evitare imbarazzi a Renzi, che sarebbe in difficoltà a dire NO alla cancellazione del vitalizio a corrotti, mafiosi e affini... vogliamo continuare a dire "tanto non cambia niente" - "tanto non serve a niente" o ci iniziamo a muovere per ottenere ciò che esigiamo? Una semplice firma conta più di quanto sembra. Grazie ai referendum non ci hanno imposto il nucleare, anche se c'è da dire che quello sull'acqua è stato disatteso... e più ne disattenderanno, più la gente aprirà gli occhi... calano i consensi e convincere la gente è sempre più difficile per loro...

CLICCA QUI per saperne di più sull'iniziativa e per firmare


Servono 1.000.000 di firme per mettere in seria difficoltà la casta con l'iniziativa; i promotori sono arrivati ad oltre...
Posted by Cose che nessuno ti dirà di nocensura.com on Mercoledì 22 aprile 2015

Fonte: nocensura.com


sabato 18 aprile 2015

Un pentito: “Andreotti ordinò l’assassinio di Falcone”

E’ stato eletto capomafia a Messina dal boss palermitano Salvatore Lo Piccolo. Oggi è stato il suo giorno. Ha parlato tanto, tantissimo, il pentito di mafia Carmelo d’Amico deponendo al processo per la trattativa Stato-mafia che si celebra davanti alla Corte d’assise di Palermo. Il collaboratore di giustizia è stato ascoltato per quasi quattro ore dai pm Roberto Tartaglia e Nino Di Matteo. Da Berlusconi, ad Andreotti, passando per Falcone e la trattativa. “Oggi Forza Italia andrà a morire perché non ha più l’appoggio di Cosa nostra”, ha puntualizzato D’Amico. Che sull’ex ministro Dc, Calogero Mannino, ha spiegato: “Aveva l’accordo con Cosa nostra. Non meritava di essere assolto, faceva parte di Cosa nostra”.

domenica 29 marzo 2015

ECCO COME GLI SCAFISTI DERIDONO GLI ITALIANI

Gli scafisti deridono gli italiani: "Facciamo 800mila euro a tratta ​e in patria diventiamo dei miti"

Ecco le conversazioni choc di tre scafisti rinchiusi in carcere: Quando torniamo, dobbiamo comprare una nuova barca. Speriamo di riempirla..."




Di Sergio Rame - Il Giornale


Il barcone naufragato viene raccolto da una nave mercantile che deve fare rotta nel porto del capoluogo ligure.
Nonostante cerchino di confondersi tra i clandestini, gli scafisti vengono presi e sbattuti in cella al carcere di Marassi.
Qui parlano liberamente, senza sapere della cimice che registra le loro conversazioni. Per loro essere arrivati a portare gliimmigrati fino a Genova è un motivo di vanto. "Perché nessuno è mai arrivato fino qui - si lodano gli egiziani Idris, Hani e Abdalla - in patria diventeremo dei miti, quando tutti sapranno che siamo riusciti ad arrivare fino nel porto di Genova diventeremo famosi. Nessuno dei migranti è stato mandato indietro". Dietro alle sbarre parlano anche del risvolto pubblicitario che avrà il viaggio. "Quando sapranno che tutti quelli che erano a bordo - dice Mohamed, un loro connazionale recluso - sono entrati a Genova con il vostro viaggio lavorerete proprio tanto".

domenica 15 marzo 2015

Riflessioni circa la tragedia di Terni


A cura di nocensura.com

Se lasciamo entrare decine di migliaia di persone che non hanno documenti, non possono lavorare e quindi delinquono, non si integrano nel tessuto sociale, gli consentiamo di vivere di espedienti, quasi sempre in situazioni di disagio e degrado, è ovvio che accadano casi come quello di Kobobo e di Terni. E ce ne saranno inevitabilmente altri se la situazione non cambia!

Chi non può lavorare, chi non ha prospettiva, senza aspettare che si metta a delinquere per sopravvivere, deve essere rimandato a casa, come accade in Belgio anche con i cittadini comunitari. Il governo belga ha rispedito al mittente persino 265 italiani (vedi: http://www.mattinonline.ch/il-belgio-espelle-265-italiani-troppo-poveri-per-stare-da-noi-a-spese-dello-stato/)

RICHIEDENTI ASILO
Dare ospitalità a chi scappa dalla guerra è doveroso. Ma a chi scappa dalla guerra, non a chi FINGE di scappare dalla guerra. La domanda di asilo deve essere valutata in 2 settimane, non in 7/8 mesi e talvolta di più.
I richiedenti asilo sono seguiti dagli assistenti sociali, vivono in strutture, hanno da mangiare e un tetto, non sono abbandonati a se stessi a spacciare, drogarsi e ubriacarsi nelle piazze.

Questo è l'unico modo per evitare stragi, che sono la logica conseguenza della situazione sopra descritta.

Quando D'Alema disse: "L'Europa ha bisogno di altri 30 milioni di immigrati"Il



Massimo D'Alema, nel 2011, in occasione della Conferenza nazionale del Pd sull’immigrazione, interviene sostenendo la necessità che in Europa arrivino altri 30 milioni di immigrati.

L'immigrazione selvaggia non è un "problema che l'Europa non riesce ad affrontare" come vogliono farci credere; Figuriamoci se le venti nazioni europee in cima alla classifica degli stati più ricchi del mondo non riuscirebbero, se ce ne fosse la volontà, a fermare i flussi migratori.

La verità è che non sono incapaci come i fatti sembrerebbero dimostrare, bensì c'è la volontà politica di accogliere milioni di persone dal terzo mondo, e questo non certo per solidarietà umana, altrimenti li farebbero entrare in modo regolare, non li costringerebbero a raggiungere l'Italia a bordo di carrette del mare gestite dalle mafie.

Il motivo per cui l'elite che guida l'Europa vuole tutto questo? Informatevi sul PIANO KALERGI... tutto questo è propedeutico alla creazione dell'Europa-stato, il passo che precederà il governo unico mondiale...


Staff nocensura.com



Fonte: nocensura.com



lunedì 9 marzo 2015

La morte del magistrato Bisceglia, tutte le prove del depistaggio

Di seguito pubblichiamo il coraggioso articolo di laprovinciadicosenza.it circa l'incidente stradale che è costato la vita al magistrato Federico Bisceglia, 45 anni, pubblico ministero della Procura di Napoli Nord. Se non conoscete la vicenda, leggete l'articolo Giudici scomodi ai quali capitano improbabili incidenti del 2 Marzo.


Informatitalia


La morte del magistrato Bisceglia, tutte le prove del depistaggio

Di Michele Santagata -  laprovinciadicosenza.it

Alcuni testimoni riferiscono di un incidente sulla carreggiata nord 


“A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. Diceva Andreotti. E lui di complotti, depistaggi e insabbiamenti era uno che se ne intendeva. Noi abbiamo voluto seguire il suo consiglio. Abbiamo pensato male. E così ci siamo recati sul luogo dell’incidente che ha coinvolto, e in cui ha perso la vita, il dottor Federico Bisceglia. Insieme a lui viaggiava Anna Russolillo, un medico di 34 anni, che è rimasta ferita e subito trasportata in ospedale in prognosi riservata. “L’Anas comunica che intorno alla mezzanotte di oggi domenica 1° marzo 2015, si è verificato un incidente mortale al km 205,700 dell’autostrada A3 Salerno–Reggio Calabria, in carreggiata sud, tra gli svincoli di Frascineto e Sibari. Un’autovettura, per cause in corso di accertamento, ha impattato contro le barriere laterali in un tratto rettilineo non interessato da lavori di ammodernamento, finendo fuori strada dopo alcuni testacoda. L’impatto ha provocato il decesso di un esponente della magistratura e il ferimento di una seconda persona, entrambi a bordo del veicolo. Nell’incidente non sono stati coinvolti altri veicoli. L’autostrada è rimasta chiusa fino alle ore 5,00 circa di questa mattina, al termine della messa in sicurezza del tratto e la conclusione dei rilievi delle Forze dell’Ordine”. In seguito a questo comunicato abbiamo contattato gli uffici dell’Anas, per meglio capire la dinamica dell’incidente. Nei primi comunicati si parlava di colpo di sonno ma il responsabile romano dell’ufficio stampa dell’Anas ci dice che le cause dell’incidente sono da ricercarsi nell’elevata velocità della vettura guidata dal magistrato. C’è da dire che una prima anomalia di questo strano incidente si riscontra dai vari articoli, pubblicati su tutti i giornali, nazionali, locali e on line, in cui ognuno dice la sua sulle dinamiche e sul luogo dell’incidente.

domenica 8 marzo 2015

Droghe leggere, lo Stato si arrende: "Legalizzate gli spinelli"

Finalmente una inversione di rotta??? Noi purtroppo non ci crediamo. Gli interessi in ballo sono altissimi, un giro di affari miliardario gestito dai clan mafiosi, che da sempre hanno saldi legami con la politica... speriamo di sbagliarci...


Staff nocensura.com

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Droghe leggere,  lo Stato si arrende: "Legalizzate gli spinelli"
Da liberoquotidiano.it

Lo Stato si arrende alle droghe leggere. La Direzione Nazionale Antimafia lo scrive nero su bianco: è giunto il tempo di legalizzare gli spinelli. In un rapporto di sei cartelle, reso pubblico dal Garantista, la Dna sostiene che nonostante siano state impiegate nel 2014 "enormi risorse umane e materiali" per contrastare il fenomeno in Italia l’anno scorso sono stati immessi sul mercato 3 milioni di kg di cannabis, tra hashish marijuana e piantine. Tradotto in dosi, fanno 200 per ciascuno italiano. Duecento spinelli a testa, vecchi e bambini compresi. Parliamo dunque di qualcosa come 10 miliardi di dosi, o canne, commercializzate ogni anno nel nostro Paese. "Con le risorse attuali", si legge nel rapporto, "non è né pensabile né auspicabile, non solo impegnare ulteriori mezzi ed uomini sul front anti-droga inteso in senso globale, comprensivo di tutte le droghe", ma neppure "tantomeno, è pensabile spostare risorse all’interno del medesimo fronte, vale a dire dal contrasto al traffico delle (letali) droghe pesanti al contrasto al traffico di droghe leggere. In tutta evidenza sarebbe un grottesco controsenso".

mercoledì 4 marzo 2015

Terra dei fuochi, dichiarazione shock di un finanziere: ”Colleghi pagati per insabbiare le inchieste”

Giuseppe Carione, maresciallo in pensione, racconta gli sversamenti di rifiuti nei campi in provincia di Caserta. “Ora lì crescono le fragole, nessuno ha mai scavato: se i pm me lo chiedono, li accompagno sul posto”. Colpa della camorra,
certo. E anche di certa imprenditoria senza scrupoli. Ma se per anni è stato possibile sversare nei campi della Terra dei Fuochi qualsiasi genere di veleno, questo è avvenuto anche grazie al silenzio di pezzi dello Stato, che dovevano controllare i luoghi e perseguire i criminali. Ma qualcuno non ha fatto il suo dovere. Lo afferma un maresciallo in pensione della Guardia di Finanza, che ha raccontato ai magistrati di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) una storia che fa venire i brividi. Si chiama Giuseppe Carione e per quindici anni, dal 1989 al 2004, è stato in servizio presso la compagnia di Aversa con il grado di maresciallo capo e la qualifica di verificatore fiscale. Carione dice di aver visto sotterrare schifezze di ogni tipo nei campi tra Aversa, Lusciano e Parete, nella provincia casertana. Dice che alcuni colleghi finanzieri, tra i quali colonnelli e generali, sapevano tutto, ma hanno chiuso un occhio e non hanno indagato. Dice che su quei terreni ora ci fanno crescere le fragole. “Se i magistrati me lo chiedono, li porterò nei luoghi precisi dove scavare.

lunedì 2 marzo 2015

Giudici scomodi ai quali capitano improbabili incidenti

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Di veritanwo

Non so se avete letto la notizia della morte del PM Federico Bisceglia, 45 anni, pubblico ministero della Procura di Napoli Nord. E' morto nella notte in un incidente stradale, volando da un cavalcavia. Su un rettilineo.

Su ilmessaggero.it leggiamo:
"Bisceglia era esperto in reati ambientali ed era titolare delle indagini sul caso della piccola Fortuna precipitata da un palazzo al Parco Verde di Caivano e sulla relativa rete di pedofili emersa dalla tragedia."
un'indagine importante, con reati gravi e infamanti, che vanno dai reati ambientali fino ad una non meglio precisata "rete di pedofili", che stando a quanto si apprende da Il Messaggero, sarebbe emersa nell'ambito dell'inchiesta stessa. Un affare torbido, insomma. 

L'avvocato Paolo Franceschetti, autore di numerose pubblicazioni sulla massoneria (vedi la triologia Sistema massonico e ordine della rosa rossa) su Facebook ha commentato così la vicenda:
"Indagava su un rete di pedofili e su una bambina morta per essere precipitata dall'alto? E con un bel contrappasso precipita anche lui, finendo fuori strada in rettilineo e precipitando dal cavalcavia."
frnc

Certo, il fatto che un magistrato che sta svolgendo indagini molto scomode vada fuori strada su un rettilineo, di notte, volando da un cavalcavia, può apparire strano, ma se qualcuno dicesse che "questo non prova niente" e che "gli elementi sono deboli, per gridare al complotto" avrebbe ragione, tutto sommato.

Cosa dire però, dopo aver appreso la sconvolgente testimonianza rilasciata subito dopo l'incidente, dall'oncologo Marfella? E' riportata sul Corriere del Mezzogiornone riporto di seguito alcuni stralci:
Marfella: «Schiavone mi avvertì, attenzione a strani incidenti stradali» L’oncologo nutre dubbi sulla morte del pm Bisceglia deceduto stanotte sulla Sa-Rc: «Lo stesso è capitato al generale Niglio che indaga su questi reati, ora ho paura»
Si addensano ombre sull’incidente stradale in cui stamattina è morto il pm della Procura di Napoli Federico Bisceglia che aveva condotto, tra l’altro, indagini su reati ambientali nella Terra dei fuochi. A lanciare inquietanti sospetti è l’oncologo del Pascale Antonio Marfella, stretto collaboratore di don Maurizio Patriciello, in prima linea nella lotta ai roghi e agli sversamenti illegali di veleni. LEGGI TUTTO
Schiavone, il super-boss della camorra pentito - che è morto pochi giorni fa a causa di un infarto - lo aveva avvertito: "occhio agli incidenti stradali". Ma guarda, anche Schiavone è andato al creatore in questi giorni. Ma un infarto passa inosservato, a quell'età. Un po' come l'infarto che tolse di mezzo D'Ambrosio, collaboratore di Napolitano, proprio nel periodo della vicenda "trattativa stato mafia"

sabato 21 febbraio 2015

Stanno massacrando anche i fiumi e nessuno fa niente!!! ALLARME!


A.R. per nocensura.com

Vi segnaliamo la denuncia pubblicata oggi da ilsecoloxix.it circa la pesca selvaggia ed illecita nel fiume Po ad opera di bande dell'est Europa che contrabbandano pesce. Per pescare utilizzano tecniche devastanti per la flora e per la fauna. OCCORRE CHE LE AUTORITA' INTERVENGANO SERIAMENTE! Ma purtroppo, mentre in alcune regioni del sud i forestali sono in forte esubero (1) migliaia di uomini impiegati in pochi km di territorio, il Corpo Forestale dello Stato è sottodimensionato, e più volte il governo ne ha ventilato la chiusura e l'accorpamento nella Polizia.

(1) Una precisazione: i forestali in esubero in certe regioni sono quelli assunti dalla Regione, ovvero dall'amministrazione regionale, e non dallo Stato. Molti confondono i forestali regionali con il Corpo Forestale dello Stato: non è la stessa cosa, ne abbiamo parlato qui.


I predatori del Po: le bande dell’est che massacrano il fiume

Cacciati dalla valle del Danubio, come antichi barbari hanno trovato un’altra terra da depredare. Anzi, un altro fiume. Il Po. Sono i circa 200 bracconieri di origine romena che stanno distruggendo l’ecosistema più grande fiume italiano in nome di un business illegale e feroce, condotto con metodi da Far West. E che lo Stato non riesce a fermare.
L’allarme dei “predatori del Po” viene rilanciato oggi a Gonzaga, provincia di Mantova, a “Carpitaly”, convegno nazionale dedicato alla pesca sportiva. E dove quest’emergenza è al centro di uno dei dibattiti più attesi. «Parliamo di bracconaggio 2.0 – spiega Roberto Ripamonti, mito della pesca sportiva italiana e divulgatore televisivo – perché qui non siamo ai vecchi, romantici fenomeni di pesca illegale che non lasciavano tracce sugli ecosistemi». LEGGI TUTTO sul sito del Secolo XIX
Come si evince dall'articolo, la situazione è grave: si tratta di un business colossale per i contrabbandieri, ai quali delle sorti del fiume, della flora e della fauna di certo non interessa niente. Devono essere fermati, e vista la gravità della situazione, sarebbe necessaria l'istituzione di una task force, composta da uomini delle forze dell'ordine e dell'esercito, da affiancare al Corpo Forestale.  Devono essere fermati!

Sono rimasto esterrefatto apprendendo questa notizia. Che mi fa arrabbiare non poco. Ormai l'Italia è sotto attacco concentrico: qui non si salva niente, NEMMENO I PESCI DEL PO!

Siamo allo sfascio... "state sereni" un cazzo!


A.R. per nocensura.com

Fonte: nocensura

PS: la foto in alto è di repertorio, non legata al caso citato. 

domenica 1 febbraio 2015

‘Ndrangheta in Emilia: amianto nelle scuole ricostruite dopo il sisma del 2012



Amianto misto a terra per farne materiale da pavimentazione ed ottenere, secondo i pm, un“ingiusto profitto”. È la sconcertante verità venuta a galla da una maxi inchiesta sulle cosche in Emilia, culminata, il 28 gennaio, con l’arresto di 117 persone, molte indagate per associazione per delinquere di stampo mafioso, altre per concorso esterno ed altri reati, tra i quali quelli contro l’ambiente.
A svolgere, con l’amianto, i lavori di rifacimento di scuole, campi di accoglienza per gli sfollati dopo il terremoto, caserme dei pompieri e capannoni, era la ditta emiliana Bianchini Costruzioni, dietro la quale si celava la mano fagocitante della ‘ndrangheta.
L’occasione che si presentava alla ditta era una delle più ghiotte: a luglio del 2012 infatti il commissario per l’emergenza Vasco Errani, aveva stanziato l’ingente somma di 56 milioni di euro, al fine di ricostruire, in tempi record, entro la fine di settembre, edifici scolastici temporanei, a seguito della rovina di quelli esistenti, semidistrutti dalle sollecitazioni del terremoto. La ditta Bianchini, il cui capo Augusto Bianchini è ora in carcere con l’accusa, tra le altre, di concorso esterno in associazione mafiosa, raccolse diversi appalti.

sabato 3 gennaio 2015

Navi ‘fantasma’ senza equipaggio, nuovo metodo dei trafficanti di immigrati

sbarchi
ADNKRONOS - Navi ‘fantasma’, comprate a poche centinaia di migliaia di dollari ed abbandonate dagli scafisti in vista delle coste italiane dopo aver fruttato guadagni milionari ai trafficanti di esseri umani: la vicenda del cargo Ezadeen, lasciato dall’equipaggio a 40 miglia al largo di Capo Leuca, “è il terzo caso che registriamo in queste ultime settimane di nave abbandonata al suo destino con centinaia di persone a bordo”. Il monitoraggio delle Capitanerie di Porto, spiega all’Adnkronos l’Ammiraglio Giovanni Pettorino, comandante dei reparti operativi della Guardia Costiera, ha fatto emergere questo nuovo modus operandi nelle strategie delle organizzazioni che sfruttano il traffico di migranti.
Si tratta, spiega Pettorino, di “mercantili al termine della loro vita operativa, carrette del mare acquistate a 100-150mila dollari e poi riempite di centinaia di migranti, in prevalenza di nazionalità siriana, che arrivano a pagare ciascuno anche 6mila dollari per la traversata dalle coste turche alla volta dell’Europa”. I trafficanti arrivano così a guadagnare fino a 5 milioni di dollari per ogni viaggio “e quindi non hanno alcuna remora ad abbandonare la nave, considerando il margine di guadagno” assicurato dal business dell’immigrazione irregolare.

sabato 20 dicembre 2014

Mafia capitale, infiltrazioni alla Rai e nessuno ne parla! Omertà mediatica!

Mafia capitale, infiltrazioni alla Rai e nessuno ne parla. Omertà mediatica

Nell’inchiesta Mafia Capitale, malgrado compaia al numero 8 dell’ordinanza di custodia cautelare, c’è un personaggio stranamente ignorato da tutti i media. Si chiama Giuseppe Ietto, ha 56 anni ed è il titolare della “Unibar”, la società che da 11 anni gestisce il bar all’ottavo piano della Rai a viale Mazzini e da 5 anche quello del Centro Sportivo di Tor di Quinto.

Uno dei personaggi chiave di Mafia Capitale è stranamente ignorato dai media; si tratta  Giuseppe Ietto 56 anni , titolare della Unibar la società che da 11 anni gestisce il bar all'ottavo piano della Rai a Viale Mazzini e da 5 anche del bar del centro Sportivo di Tor di Quinto. Ietto non è un personaggio di secondo piano; se aveva bisogno si denaro Carminati glielo prestava e lui, per sdebitarsi, gli assumeva la sorella MIchela come pr dell'azienda.
Eppure su questa figura è calato il silenzio: i media fanno finta di niente, magari per non dispiacere i vertici della Rai e, quindi, diventa un tabù parlare di infiltrazioni mafiose alla Rai e di strani prolungamenti di contratto e se in Viale Mazzini arriva la Guardia di Finanza e mette sotto sequestro il bar, procedendo anche alla nomina di un custode giudiziario nessuno ne parla perché dall’interno della Rai, c'è qualcuno che chiama i media, pregando gli amici di evitare l’argomento, assicurando che si tratta di “una cosa trascurabile”.

domenica 14 dicembre 2014

Il business dei migranti e dei Rom - VIDEO



Che i "richiedenti asilo" che sbarcano con "mare nostrum" costino allo stato 35-40€ al giorno è vero; ma questa somma non va in tasca al migrante, come credono molti grazie alla disinformazione e alla propaganda; ai migranti vengono passati 2,50€ al giorno, mentre la somma di 35€ al giorno è incassata dalle COOPERATIVE, che garantiscono ai migranti vitto, alloggio e la presenza di operatori.

Ebbene, nell'ambito dell'inchiesta #MafiaCapitale è emerso che ai migranti in certi casi fosse erogato un livello di servizio ASSAI SCADENTE, con un valore assai inferiore allo standard che dovrebbe essere offerto per 35€ al giorno a persona. Un pasto arrivava a costare 50 centesimi al giorno, pasta poco condita e poco altro, anziché 2.50€;

In pratica dallo stato vengono incassati 35€ al giorno e poi viene erogato un servizio che dovrebbe costare, al massimo 15€ al giorno!

MA NON è FINITA QUI: la questione dell'accoglienza e delle cooperative, come abbiamo appreso anche grazie all'inchiesta di #Roma, riguarda anche la gestione dei "campi nomadi", la cui gestione è un altro immenso scandalo.

PENSATE CHE ALLO STATO UNA FAMIGLIA ROM OSPITATA IN UN CAMPO OPPURE IN ALTRE STRUTTURE PREPOSTE COSTA MIGLIAIA DI EURO: FINO A 600€ PER PERSONA!

Nel video un Consigliere Comunale dei Radicali di Roma parla dello SCANDALO di un centro di accoglienza per Rom dove questi vivono in PESSIME CONDIZIONI e costano al Comune 600€ al mese, una spesa di tutto rispetto.

Una famiglia di 5 persone - padre, madre e tre figli - COSTA 3.000€ AL MESE, una cifra con la quale sarebbe possibile fornire un'abitazione + uno stipendio e avanzerebbero 1.300-1.500€ al mese!!!

Quando qualcuno osa parlare di "chiudere i campi Rom" e dare una casa a queste persone in molti insorgono: "la casa diamola alla famiglie italiane" - ebbene premesso che circa la metà dei Rom sono cittadini italiani, LA GENTE IGNORA (poiché i media non ne parlano praticamente mai) CHE MANTENERE I CAMPI ROM COSTA PIU' CHE MANTENERE LE STESSE PERSONE IN UNA CASA! Oltre al fatto che i campi nomadi spesso sono centri fuori controllo, dove l'illegalità la fa da padrone...

Pensate che la gestione dei campi Rom nel 2013 è costata al Comune di Roma - SOLO AL COMUNE DI ROMA - oltre 24.000.000€ che divisi per 7.000 persone fanno una spesa procapite di circa 3.500€.

E CHE LA SITUAZIONE FOSSE QUESTA, LO SAPEVANO TUTTI GIA' PRIMA CHE EMERGESSE LO SCANDALO DELLA MAFIA ROMANA:

"Rom, soldi sprecati 24 milioni l'anno e servizi pessimi"
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/06/13/rom-soldi-sprecati-24-milioni-lanno-e-servizi-pessimiRoma15.html

Quarantadue milioni di euro. È la cifra spesa dal Campidoglio negli ultimi tre anni per l'inclusione dei circa settemila rom residenti a Roma. "E non sappiamo davvero dove siano finiti", ammette un funzionario del Comune
http://www.huffingtonpost.it/2013/10/31/campi-rom-roma-mistero-42-milioni_n_4180702.html


Redazione Informati



domenica 7 dicembre 2014

Mafia capitale: Belen Rodriguez, De Rossi, Mammuccari, D'Alessio: i contatti vip della cupola romana

DE CARLO
Giovanni De Carlo, uno degli indagati nell'inchiesta "Mondo di Mezzo" consegnatosi ieri ai carabinieri a Fiumicino appena atterrato con un volo proveniente da Doha, "era in frequente contatto con personaggi del mondo delle spettacolo e dello sport".
Stando agli atti dell'inchiesta "mafia capitale", infatti, emerge in particolare che De Carlo intratteneva "numerosi contatti e frequentazioni" con le compagne dei calciatori Mattia Destro e Blerim Dzemaili, con centrocampista della Roma Daniele De Rossi e con la coppia Stefano De Martino-Belen Rodriguez, il conduttore televisivo Teo Mammuccari. Il Ros, in una informativa, fornisce anche i dettagli di un incontro tra lo stesso De Carlo e il cantante  Gigi D'Alessio, risalente al 4 giugno del 2013. In quella circostanza, De Carlo, si trattenne in casa del cantante -al quale era appena stata rubata una collezione di Rolex- per oltre trenta minuti. Tra i calciatori in contatto con De Carlo c'è anche Giuseppe Sculli, coinvolto di recente nell'inchiesta sul calcioscommesse della procura di Cremona.

sabato 6 dicembre 2014

La trattativa tra Stato e mafia è cominciata con l’unità d’Italia e non è mai stata interrotta

Ignazio Coppola - palermo.meridionews.it 
Per questo e’ difficile sconfiggere i mafiosi. Perche’ dal 1860 si annidano dentro le istituzioni. Ai piu’ alti livelli. Era cosi’ gia’ ai tempi di garibaldi, di crispi e di giolitti. Ed e’ cosi’ ancora oggi. Da qui le enormi difficolta’ dei magistrati che oggi indagano sulle stragi del 1992. Perche’ vanno a toccare gli interessi di ‘p’ezzi’ dello stato. Cioe’ di uomini ancora al vertice del nostro paese
PER QUESTO E’ DIFFICILE SCONFIGGERE I MAFIOSI. PERCHE’ DAL 1860 SI ANNIDANO DENTRO LE ISTITUZIONI. AI PIU’ ALTI LIVELLI. ERA COSI’ GIA’ AI TEMPI DI GARIBALDI, DI CRISPI E DI GIOLITTI. ED E’ COSI’ ANCORA OGGI. DA QUI LE ENORMI DIFFICOLTA’ DEI MAGISTRATI CHE OGGI INDAGANO SULLE STRAGI DEL 1992. PERCHE’ VANNO A TOCCARE GLI INTERESSI DI ‘P’EZZI’ DELLO STATO. CIOE’ DI UOMINI ANCORA AL VERTICE DEL NOSTRO PAESE
Quando oggi parliamo di trattativa “Stato-mafia”, non possiamo non andare indietro nel tempo e riferire questo vituperato ed aborrito binomio alle origini del nostro Paese inteso nella sua accezione unitaria. In parole povere, questo sodale rapporto tra la mafia e lo Stato nasce con l’Unità d’Italia o, peggio ancora, con la mala unità d’Italia e sin dai tempi dell’invasione garibaldina che si servì per le sue discusse e dubbie vittorie del contributo determinante della mafia in Sicilia e della camorra a Napoli.

giovedì 4 dicembre 2014

178 miliardi di dollari in "tangenti" ai governi: ecco a voi la principale associazione criminale della storia

178 miliardi di dollari in tangenti ai governi: ecco a voi la principale associazione criminale della storia
Quanti banchieri sono finiti in carcere negli ultimi 6 anni? Rifletteteci bene prima di rispondere...

Nel giorno in cui in Italia è montata l'indignazione per una classifica di un'istituto internazionale sulla corruzione percepita, in pochi si sono posti il vero problema di fondo: se c'è un corrotto, ci sarà anche un coruttore. E qual è secondo voi l'associazione criminale con cui i governi preferiscono mantenere i loro “affari”?  La risposta ce la fornisce un nuovo rapporto del Boston Consulting Group riportato da Zero Hedge, che mostra  come negli ultimi sei anni siano stati spesi 178 miliardi di dollari in spese per sanzioni per crimini commessi dalle banche.


 
La nuova era bancaria è caratterizzata da una rigorosa attuazione delle sanzioni pecuniarie. Dall'inizio della crisi a settembre 2014, i costi processuali accumulati per le banche europee e americane hanno raggiunto la cifra di 178 miliardi di dollari.
Molti dei costi si riferiscono ai crediti ipotecari negli Usa e le rimanenti spese processuali sono divisi fra pretese focalizzati su condotta impropria, manipolazione del mercato, l'evasione fiscale e false dichiarazioni. Le spese processuali di banche con sede negli Stati Uniti sono aumentate vertiginosamente dal 2011, quelle nell'Ue dal 2012 soprattutto per vendita abusiva di protezioni assicurative nel Regno Unito, seguito da questioni per manipolazione del mercato ad esempio lo scandalo della London Interbank Offered Rate e vari casi di riciclaggio del denaro.
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