domenica 1 febbraio 2015

‘Ndrangheta in Emilia: amianto nelle scuole ricostruite dopo il sisma del 2012



Amianto misto a terra per farne materiale da pavimentazione ed ottenere, secondo i pm, un“ingiusto profitto”. È la sconcertante verità venuta a galla da una maxi inchiesta sulle cosche in Emilia, culminata, il 28 gennaio, con l’arresto di 117 persone, molte indagate per associazione per delinquere di stampo mafioso, altre per concorso esterno ed altri reati, tra i quali quelli contro l’ambiente.
A svolgere, con l’amianto, i lavori di rifacimento di scuole, campi di accoglienza per gli sfollati dopo il terremoto, caserme dei pompieri e capannoni, era la ditta emiliana Bianchini Costruzioni, dietro la quale si celava la mano fagocitante della ‘ndrangheta.
L’occasione che si presentava alla ditta era una delle più ghiotte: a luglio del 2012 infatti il commissario per l’emergenza Vasco Errani, aveva stanziato l’ingente somma di 56 milioni di euro, al fine di ricostruire, in tempi record, entro la fine di settembre, edifici scolastici temporanei, a seguito della rovina di quelli esistenti, semidistrutti dalle sollecitazioni del terremoto. La ditta Bianchini, il cui capo Augusto Bianchini è ora in carcere con l’accusa, tra le altre, di concorso esterno in associazione mafiosa, raccolse diversi appalti.

Il 9 novembre del 2012 però, i carabinieri intercettarono una conversazione nell’auto dello stesso Bianchini. Insieme a lui c’era Antonio Vignali, un consulente ambientale della ditta. I due parlavano dell’eventuale controllo dell’Arpa (l’agenzia regionale per l’ambiente), che avrebbe portato alla luce quasi sicuramente l’utilizzo di amianto da parte della ditta Bianchini, nel giardino della scuola di Reggiolo, che la stessa azienda aveva precedentemente sistemato.
Bianchini temeva, in quella conversazione, che i controlli sarebbero stati in seguito estesi anche ad altri lavori, da lui condotti. Tutto ciò avrebbe comportato per l’azienda un ulteriore costo, dopo la bonifica dell’amianto, sicuramente imposto dall’Arpa.
La ditta Bianchini dovrà infatti in seguito bonificare quella ed altre scuole.
Non solo. Secondo le indagini condotte dal procuratore Roberto Alfonso e dal sostituto Marco Mescolini della Dda di Bologna, la manovalanza della ditta Bianchini sarebbe stata assoldata da Michele Bolognino, uomo, secondo gli inquirenti, della ‘ndrangheta, nonché promotore di associazioni a delinquere, oltre che in diretto contatto con Bianchini.
Una brutta storia dunque, che testimonia come la criminalità organizzata abbia esteso, ormai da tempo, la sua influenza ed il suo controllo in tutta la Penisola.

Fonte: Net1news


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