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martedì 19 luglio 2016

PER FAVORE, PROCESSATE TONY BLAIR





di Fulvio Scaglione

L'ex premier inglese che, con Bush, inventò la guerra contro l'Iraq e porta la responsabilità di 500 mila morti, dispensa lezioni e conferenze sulla pace e sull'islam moderato. Senza vergogna.

Lo so che si fa la figura del fanatico, con 'ste storie, anche di sabato... Però, uno se ne sta tranquillo a casa sua aspettando la partita in Tv quando gli cade l'occhio su un  grande e stimabile quotidiano nazionale che annuncia in prima pagina la pubblicazione di un discorso tenuto alla Biblioteca del Congresso di Washington da Tony Blair. E fin qui...

Ma sapete quale tema si era scelto Blair per l'occasione? Ecco il titolo del suo discorso: The Depth Of The Challenge: Why Force Alone Will Not Defeat Islamist Extremism (ovvero: La profondità della sfida: ecco perché la forza, da sola, non sconfiggerà l'estremismo islamista), liberamente tradotto dal giornale italiano in "Aiutiamo l'islam a sconfiggere la follia jihadista".E' un discorsetto banale, pare incredibile che a produrlo sia stato l'uomo che per dieci anni ha guidato il Regno Unito, ovvero una delle potenze europee, e che per otto anni è stato il rappresentante del Quartetto (Onu, Ue, Usa e Russia) per il Medio Oriente e le trattative di pace tra Israele e Palestinesi. Si capisce perché, della sua opera di pacificatore, si ricordano ora soprattutto le note spese, e quell'intero piano del prestigioso hotel American Colony, a Gerusalemme, riservato per anni a lui e al suo staff.

Ma questo è ancor il meno. In realtà, il titolo del giornale italiano è più corretto e azzeccato. Perché il Tony, dette due robette sul fatto che bisogna sconfiggere il Daesh (alla lettera: "Il primo pilastro di una strategia a largo raggio è sconfiggere Daesh, non soltanto in Siria e in Iraq, ma ovunque". E questo è quanto, per l'aspetto militare), passa al resto: che è (vedi appunto il titolo) la necessità di appoggiare l'islam moderato contro quello jihadista.

Ora, che per avere successo in politica occorra un po' di faccia tosta lo sappiamo. Ma così tanta? Tony Blair, nel caso la cosa fosse già passata nel dimenticatoio, è quel distinto signore che un paio di mesi fa (due mesi, non due secoli), dopo la pubblicazione di alcune mail fino a quel momento secretate, ha dovuto ammettere che la guerra in Iraq del 2003 era stata combinata e decisa tra lui e George Bush addirittura un anno prima, nel 2002, fregandosene altamente delle ispezioni dell'Onu, dell'esistenza o meno delle armi di distruzione di massa che in effetti non esistevano, delle proteste di larga parte dell'opinione pubblica mondiale che, a differenza dei giornali, aveva capito benissimo che cosa bolliva in pentola.

I due, pochi mesi dopo l'attacco all'Afghanistan dei talebani, volevano far la guerra all'Iraq, avevano deciso che l'avrebbero fatta e la fecero, punto e basta. Una guerra che, secondo gli studi più recenti, ha provocato mezzo milione di morti, arrivati dopo un altro mezzo milione di morti (su una popolazione totale di 32,5 milioni di abitanti) causati dall'embargo durato 13 anni (1990-2003), che non scalfì di una virgola il potere di Saddam Hussein ma inflisse agli iracheni sofferenze indicibili. Va anche ricordato che nel 2003, dopo l'invasione dell'Iraq, le Nazioni Unite (buone pure quelle) affidarono a due Paesi la ricostruzione dell'Iraq. Indovinate quali? Usa e Regno Unito, perbacco!

La parte di Tony Blair, in quella porcheria, fu particolarmente penosa. Perché dalle mail l'allora premier inglese fa la figura della dama di compagnia della Casa Bianca, tanto da offrirsi a Bush come propagandista delle ragioni americane presso gli altri Paesi europei. Infine, per completare l'opera, Blair seminò di spie il suo stesso partito, per capire chi andava convinto e come.

Dopo la pubblicazione delle mail, Tony Blair ha chiesto scusa. Ma continua a rifilarci predicozzi come questo della Biblioteca del Congresso, in cui non si vergogna di dire cose come "in quel vuoto (il Medio Oriente, n.d.r) si faranno spazio individui i cui interessi e i cui valori potrebbero essere contrari ai nostri". Cioè, proprio ciò che è successo in Iraq con il terrorismo bombarolo prima e con l'Isis poi, grazie a quella guerra inventata da lui e Bush, che ha massacrato un popolo e ha trasformato il Paese  in una fucina di instabilità. A me è capitato di andare diverse volte in Iraq, tra il 2003 e il 2008: e ricordo benissimo il clima di terrore, le esplosioni improvvise, gli ospedali che rigurgitavano di morti e feriti, il settarismo che andava inesorabilmente crescendo.

Se vivessimo in un mondo civile, se le cosiddette "democrazie liberali" fossero davvero tali nell'intimo, personaggi come Bush e Blair sarebbero già finiti sotto processo, in una qualche Norimberga o Aja delle nostre, accusati di crimini di guerra come Milosevic e Karadzic. e a promuovere il processo sarebbero i loro stessi Paesi, perché i soldati inglesi e americani li hanno uccisi i miliziani di Al Qaeda ma a morire ce li hanno mandati loro, Bush e Blair. Invece noi li copriamo di denaro perché possano ancora spiegarci come funziona la democrazia, il diritto internazionale, i processi di pace.

Per favore, processate Tony Blair. Se non per altro, per impedirgli di parlare e scrivere.


Fonte: http://m.famigliacristiana.it/articolo/blair.htm


mercoledì 15 giugno 2016

Aiutarli a casa loro? Finora li abbiamo solo rapinati, sempre



La propaganda anti immigrati ricorre spesso ad un argomento apparentemente ragionevole: aiutiamoli sì, ma a casa loro. Personalmente non credo affatto alla buona fede di chi lo dice (secondo me è solo un modo ipocrita di dire “fuori dai piedi”)  ma facciamo conto che sia un discorso serio ed entriamo nel merito. In effetti, lo sviluppo dei paesi africani, asiatici, latino americani sarebbe il modo migliore sia per rallentare la pressione su Europa e Usa, sia per evitare molte sofferenze a chi emigra e magari preferirebbe restare nel suo paese, se ci fossero condizioni di vita accettabili. Dunque sarebbe ragionevole farlo. Aiutiamoli a casa loro? Facile a dirsi, molto meno a farsi, perché ci sono non pochi ostacoli per realizzare i vari “piani Marshall per l’Africa” di cui spesso qualcuno blatera. Per la verità, già oggi ci sono cospicui aiuti internazionali da parte dei paesi più ricchi, ma, a quanto pare, i risultati non sono particolarmente brillanti e la riflessione dovrebbe partire proprio da questo punto: come mai, nonostante decenni di aiuti, ci sono paesi in cui i risultati sono così scarsi? Il problema è che dovremmo aumentare le sovvenzioni? Quelle attuali sono insufficienti? Non è solo questo ed il problema è molto più complesso.
In primo luogo, ci sono non poche situazioni di guerra o guerra civile (Iraq, Siria, Libia, Mali, Afghanistan eccetera) o con forti turbolenze (Sudan, Somalia, Zaire, Sri Lanka, Indonesia, eccetera) che hanno ostacolato, quando non hanno reso del tutto Migrantiirrealistico, ogni piano del genere. E questa condizione perdura. Poi c’è una seconda ragione: molti di questi paesi (direi la netta maggioranza) hanno governi corrottissimi che usano gli aiuti internazionali per metterseli in tasca, o meglio, nei loro pingui conti off shore. E, peraltro, più di qualche rivolo di quel fiume di denaro, torna al paese di partenza, dove qualche vispo politico lo indirizza verso il proprio conto off shore. E questo senza tener conto della “mano morta” di tante Onlus che tutto sono, meno che “no profit”. Poi c’è il ruolo delle multinazionali che speculano sugli aiuti, fornendo prodotti scadenti o fortemente sovraprezzati, in parte per la complicità dei governi corrotti, in parte per le condizioni di monopolio in cui operano.
Ma, sin qui, stiamo parlando della superficie del problema: tutte cose emendabili o eliminabili sol che lo si voglia davvero. Ma ci sono dati strutturali più profondi, in parte dovuti alle condizioni particolari di alcuni contesti (dalla scarsità di infrastrutture, alle percentuali altissime di analfabetismo, dall’assenza di strutture sanitarie alla permanenza di metodi di coltura primitivi ecc.) ma in parte ancora più significativa, dalle condizioni del commercio internazionale che ostacolano lo sviluppo di molto paesi. Lo scambio ineguale fra prezzi delle materie prime e dei semi-lavorati da un lato e tecnologie e costo del denaro dall’altro, è stata la principale ragione che ha impedito il decollo dei paesi del sud del Mondo dalla fine del colonialismo ai primi anni novanta. Poi, mentre paesi come Cina, Brasile, India, e poi via via Turchia, Vietnam, Messico, Indonesia ecc iniziavano a decollare in parte grazie alle delocalizzazioni industriali, in parte alla rivalutazioni del mercato delle commodities, è subentrato un nuovo ostacolo Giannuliallo sviluppo dei paesi che erano rimasti indietro: gli accordi di Marrakesh e la particolare disciplina dei brevetti, per cui multinazionali occidentali hanno “brevettato” (cioè ottenuto l’esclusiva della produzione) specie vegetali ed animali che, in realtà esistevano da sempre ed appartenevano a quei popoli.
Far sviluppare i paesi africani arretrati, oggi, imporrebbe un riallineamento della divisione mondiale del lavoro e questo potrebbe proporre indesiderate concorrenze: il libero mercato è una delle più clamorose balle della storia umana. E le politiche di landgrabbing non vengono fuori dal nulla: sono il riflesso di un ordine mondiale che riserva all’Africa due funzioni, deposito di materie prime (della terra in primo luogo) a basso costo e serbatoio di forza lavoro di riserva per quando il costo del lavoro dovesse crescere troppo nei paesi attualmente emergenti. E’ molto facile dire “aiutiamoli a casa loro”, ma una vera politica di sviluppo dei paesi africani implica l’abbattimento di questo ordine mondiale, l’azzeramento della rete di accordi sottoscritti da Marrakesh in poi, la fine dell’ordine neo liberista. Siete ancora a dirlo?
(Aldo Giannuli, “Aiutiamoli a casa loro?”, dal blog di Giannuli del 7 giugno 2016).



mercoledì 11 maggio 2016

Ecco cos’ha detto il ministro Giannini nell’intervista sparita dal web


Welfare e immigrati: ecco cos’ha detto il ministro Giannini nell’intervista sparita dal web

Il mondo del web in Italia è in subbuglio per un’intervista rilasciata dal Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca Stefania Giannini al giornalista Luca Steinmann a Villa Vigoni il 4 maggio a margine dell’incontro con l’omologa tedesca Johanna Wanka e pubblicata sull’Huffington Post. Intervista che ha suscitato vivaci reazioni per alcune affermazioni del ministro sugli immigrati, sul precariato e sul futuro della famiglia. Alcuni siti hanno ripreso l’articolo, il ministero ha pubblicato un breve comunicato stampa di precisazione, smentendo alcune frasi, in gran parte riferite ad altri articoli apparsi sul web che avevano impropriamente citato l’articolo apparso sull’Huffington Post. Alla fine lo stesso Huffington Post ha deciso di cancellare l’articolo; il che non ha avuto altro effetto che di ampliare ulteriormente il rumore mediatico sui social.

Luca Steinmann è un freelance svizzero, in contatto con il Corriere del Ticino, testata leader del gruppo editoriale che dirigo a Lugano. A questo punto gli abbiamo offerto la possibilità di chiarire una volta per tutte cosa gli abbia detto il ministro Giannini, che peraltro non ha smentito l’incontro. E dunque di riportare fedelmente gli appunti che l’autore ha trascritto durante il suo colloquio con il Ministro.

Trovate qui l’intervista.

A voi il giudizio, sulla base di fatti.

Di Marcello Foa

Fonte: blog.ilgiornale.it

domenica 1 maggio 2016

Profughi? Quanto è ipocrita Obama!


Di Marcello Foa

Dunque Barack Obama dà lezioni all’Europa ricordando che “il mondo non ha bisogno di muri” e invitandola ad aprire le porte agli immigrati. Il discorso è molto politically correct e perfettamente in linea con i desideri dell’establishment transnazionale, di cui peraltro lo stesso Obama è espressione. Nessuna sorpresa, ma, pronunciato dal presidente degli Stati Uniti suona piuttosto strano.
Se c’è un Paese che da diversi anni cerca di tener le porte ben chiuse e che frappone ogni forma di ostacolo burocratico alla libera circolazione delle persone, è proprio l’America, come sa chiunque cerchi di trasferirsi negli Stati Uniti. Provate a chiedere la famosa green card. E’ come vincere alla lotteria. E la green card viene concessa prevalentemente ai Paesi occidentali, figuriamoci se sei originario del Nord Africa! L’Obama che si commuove per i rifugiati ed elogia la Merkel, collocandola “dalla parte giusta della storia”, si guarda bene dall’accogliere siriani, iracheni, afghani o libici. Quella gente in America non potrà mai arrivarci. Però è bene che sbarchi nell’Unione europea.

giovedì 14 aprile 2016

Migranti, l'Austria minaccia di chiudere le frontiere con l'Italia


MINISTRO DELLA DIFESA AUSTRIACO: CHIUDEREMO TUTTI I VALICHI DI FRONTIERA CON L'ITALIA SE CI SARA' INVASIONE DI MIGRANTI
giovedì 14 aprile 2016
VIENNA - E' di questa mattina l'annuncio del governo austriaco di una "chiusura dei valichi di frontiera con l'Italia a partire dal Brennero se dovesse arrivare dall'Italia un flusso massicio di migranti". Il comunicato di Vienna è firmato da minsro della Difesa in persona, Hans-Peter Doskozil, per non lasciare dubbi circa la messa in atto di tale decisione.

Intanto, i controlli di frontiera sul Brennero annunciati dall'Austria hanno già inasprito i toni del dialogo tra Roma e Vienna. Il governo italiano chiede l'intervento della Commissione europea per assicurare il libero passaggio attraverso il valico di frontiera. Gli austriaci, invece, si mostrano indifferenti e mettono in guardia da un "lasciapassare senza controlli". E' uno scontro frontale.

Questa settimana, sul versante austriaco, sono iniziati i lavori di costruzione di una infrastruttura per gestire i controlli di frontiera, una misura annunciata gia' lo scorso febbraio e per contenere e bloccare i flussi di migranti africani - senza alcun diritto di permanenza legale nella Ue, non tattandosi di profughi - in arrivo dall'Italia.

martedì 12 aprile 2016

Il flusso di migranti continua a crescere

L'agenzia per il controllo delle frontiere Ue diffonde i dati sull'Analisi dei rischi 2016: richieste di asilo più che raddoppiate dal 2014.



Sono stati oltre 1,8 milioni i "passaggi illegali dalla frontiera esterna" e 1,3 milioni le domande di asilo presentate agli Stati membri dell'Unione Europea nel 2015, una cifra più che raddoppiata rispetto al 2014.


Fonte: sputniknews.com



martedì 28 aprile 2015

”Aiutiamoli a casa loro”, ma solo a parole: meno fondi per la Cooperazione internazionale

L'Europa ha deciso che il "blocco navale" è "illegale e realizzabile", e ha triplicato i fondi per la missione "Triton", aumentati a 9 milioni al mese: una cifra ridicola rispetto alle spese che l'Italia deve affrontare per la gestione dei flussi, visto che i migranti, anche quelli che vorrebbero andare nel nord Europa, vengono costretti a restare "nel primo paese che li ha identificati" alias Italia. E non è finita qui: altro che "aiutarli a casa loro"... i fondi per la cooperazione internazionale sono stati tagliati!!! 



Il tormentone è sempre lo stesso e da più parti uguale: “Aiutiamoli a casa loro”. Quando si tratta di commentare eventuali soluzioni agli incessanti flussi migratori verso l’Europa, non è infrequente ascoltare questo slogan, divenuto ormai trasversale in Parlamento. Eppure, a fronte di tanti buoni propositi, a fare la differenza sono sempre i fondi stanziati per le azioni mirate a supportare governi e popolazioni nei Paesi più svantaggiati.

A differenza di quanto spesso viene dichiarato, infatti, i finanziamenti dedicati alla Cooperazione e ai progetti per “aiutarli a casa loro”, sono diminuiti. Una percentuale che non si discosta mai dallo 0 virgola e che al contrario scende. Dall’analisi degli ultimi dati pubblicati dall’Ocse risulta infatti che nel 2014 l’aiuto pubblico allo sviluppo italiano è sceso allo 0.16% del Pil dallo 0,17% del 2013.

Marco Simonelli, esperto della rete internazionale Action for Global Health, nei giorni scorsi ha dichiarato che “gli aiuti del canale bilaterale hanno visto un taglio di oltre 90 milioni di euro, solo parzialmente compensato da un incremento di quasi 30 milioni di euro donati attraverso il multilaterale”. E non fanno meglio neanche governi europei come Francia, Spagna e Portogallo o – oltreoceano – gli USA.

domenica 29 marzo 2015

Boom di donne italiane che si prostituiscono in Ticino. Lo rivela la TV svizzera!

A cura di nocensura.com

Poche settimane fa, un'emittente televisiva svizzera ha dedicato un servizio ad un fenomeno nuovo a cui stanno assistendo i ticinesi: un vero e proprio boom di prostitute italiane, che varcano la frontiera per poter esercitare questa professione in modo regolare e sicuro, al riparo di sguardi indiscreti (anche se il numero dei clienti italiani è elevato...)

Proprio così. 

Se fino a qualche anno fa in Italia giungevano prostitute da tutti gli angoli del pianeta (in alcuni casi "volontarie", in altre costrette dal racketci stiamo trasformando, lentamente ma inesorabilmente, in un paese che esporta prostitute. Anche nel mercato italiano sono aumentate notevolmente le prostitute autoctone, che lavorano illegalmente in abitazioni.

ECCO COME GLI SCAFISTI DERIDONO GLI ITALIANI

Gli scafisti deridono gli italiani: "Facciamo 800mila euro a tratta ​e in patria diventiamo dei miti"

Ecco le conversazioni choc di tre scafisti rinchiusi in carcere: Quando torniamo, dobbiamo comprare una nuova barca. Speriamo di riempirla..."




Di Sergio Rame - Il Giornale


Il barcone naufragato viene raccolto da una nave mercantile che deve fare rotta nel porto del capoluogo ligure.
Nonostante cerchino di confondersi tra i clandestini, gli scafisti vengono presi e sbattuti in cella al carcere di Marassi.
Qui parlano liberamente, senza sapere della cimice che registra le loro conversazioni. Per loro essere arrivati a portare gliimmigrati fino a Genova è un motivo di vanto. "Perché nessuno è mai arrivato fino qui - si lodano gli egiziani Idris, Hani e Abdalla - in patria diventeremo dei miti, quando tutti sapranno che siamo riusciti ad arrivare fino nel porto di Genova diventeremo famosi. Nessuno dei migranti è stato mandato indietro". Dietro alle sbarre parlano anche del risvolto pubblicitario che avrà il viaggio. "Quando sapranno che tutti quelli che erano a bordo - dice Mohamed, un loro connazionale recluso - sono entrati a Genova con il vostro viaggio lavorerete proprio tanto".

domenica 15 marzo 2015

Riflessioni circa la tragedia di Terni


A cura di nocensura.com

Se lasciamo entrare decine di migliaia di persone che non hanno documenti, non possono lavorare e quindi delinquono, non si integrano nel tessuto sociale, gli consentiamo di vivere di espedienti, quasi sempre in situazioni di disagio e degrado, è ovvio che accadano casi come quello di Kobobo e di Terni. E ce ne saranno inevitabilmente altri se la situazione non cambia!

Chi non può lavorare, chi non ha prospettiva, senza aspettare che si metta a delinquere per sopravvivere, deve essere rimandato a casa, come accade in Belgio anche con i cittadini comunitari. Il governo belga ha rispedito al mittente persino 265 italiani (vedi: http://www.mattinonline.ch/il-belgio-espelle-265-italiani-troppo-poveri-per-stare-da-noi-a-spese-dello-stato/)

RICHIEDENTI ASILO
Dare ospitalità a chi scappa dalla guerra è doveroso. Ma a chi scappa dalla guerra, non a chi FINGE di scappare dalla guerra. La domanda di asilo deve essere valutata in 2 settimane, non in 7/8 mesi e talvolta di più.
I richiedenti asilo sono seguiti dagli assistenti sociali, vivono in strutture, hanno da mangiare e un tetto, non sono abbandonati a se stessi a spacciare, drogarsi e ubriacarsi nelle piazze.

Questo è l'unico modo per evitare stragi, che sono la logica conseguenza della situazione sopra descritta.

Quando D'Alema disse: "L'Europa ha bisogno di altri 30 milioni di immigrati"Il



Massimo D'Alema, nel 2011, in occasione della Conferenza nazionale del Pd sull’immigrazione, interviene sostenendo la necessità che in Europa arrivino altri 30 milioni di immigrati.

L'immigrazione selvaggia non è un "problema che l'Europa non riesce ad affrontare" come vogliono farci credere; Figuriamoci se le venti nazioni europee in cima alla classifica degli stati più ricchi del mondo non riuscirebbero, se ce ne fosse la volontà, a fermare i flussi migratori.

La verità è che non sono incapaci come i fatti sembrerebbero dimostrare, bensì c'è la volontà politica di accogliere milioni di persone dal terzo mondo, e questo non certo per solidarietà umana, altrimenti li farebbero entrare in modo regolare, non li costringerebbero a raggiungere l'Italia a bordo di carrette del mare gestite dalle mafie.

Il motivo per cui l'elite che guida l'Europa vuole tutto questo? Informatevi sul PIANO KALERGI... tutto questo è propedeutico alla creazione dell'Europa-stato, il passo che precederà il governo unico mondiale...


Staff nocensura.com



Fonte: nocensura.com



venerdì 13 marzo 2015

Ubriaco esce da un locale e colpisce con una bottiglia il primo che passa: muore giovane


Ancora un crimine brutale commesso nella nostra Umbria. Un crimine inspiegabile perchè la vittima non conosceva il suo killer, non aveva nessun attrito con lui. La follia di uno straniero, completamente ubriaco, sta alla base di questa tragedia avvenuta nel centro di Terni, questa notte

Di Nicola Bossi - Perugia Today

Ubriaco esce da un locale e colpisce con una bottiglia il primo che passa: muore giovane

E' morto perchè si è trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato. E' morto senza rendersi nemmeno conto  di chi e per quale motivo è stato colpito con un "qualcosa" - forse un coltello... avrà pensato nei suoi ultimi istanti di vita mentre cercava di tamponarsi con le mani il sangue - mentre stava passeggiando nella sua città ed era appena arrivato in prossimità di un pub.
E' morto senza un motivo, senza una colpa e senza nemmeno conoscere, neanche di vista, il suo killer. La vittima, David Raggi, aveva appena 27 anni, ternano doc, ed i soccorritori del 118 hanno tentato a lungo di salvargli la vita ma quelle profonde ferite al collo hanno provocato una perdita di sangue immediata e copiosa. Ucciso con un colpo di collo di bottiglia rotto. Terni è in lutto, l'Umbria è in lutto.

mercoledì 11 marzo 2015

Il 2015 sarà l’anno della grande invasione La profezia nera sull’ondata di immigrati



A parlare non è Matteo Salvini, nè la sua amica Marine Le Pen. Ma il direttore di Frontex, l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea. Fabrice Leggeri spiega in una intervista alla vigilia della stagione estiva, che è quella più delicata per gli sbarchi dal Nord Africa, che ci dobbiamo preparare al peggio per l’anno che è appena iniziato. Che la “invasione” dello scorso anno sarà nulla rispetto a quel che ci attende nei prossimi mesi.

domenica 8 marzo 2015

Un'orda di giovani italiani disoccupati invade l'Europa in cerca di fortuna


Di staff Nocensura.com

*** Testimonianza molto interessante  di un connazionale che da 18 anni vive alle Canarie. ORDE di giovani italiani si stanno recando li, fuggendo dalla disoccupazione, per cercare lavoro. Sono moltissimi , e 9 su 10 torneranno in Italia con più problemi di prima. Sono cosi tanti da creare problemi, e molti spagnoli iniziano a non affittare agli italiani!!! ESATTAMENTE QUELLO CHE STA ACCADENDO ANCHE A LONDRA e in alcune zone della Germania ... STIAMO DIVENTANDO, ANZI, TORNANDO AD ESSERE UN PAESE DI IMMIGRAZIONE... gli italiani che se ne vanno dal 2013 sono più degli immigrati regolari che vengono in Italia!!! Ascoltate la testimonianza e meditate...


Pubblicazione di Cose che nessuno ti dirà di nocensura.com

Se non visualizzi il video clicca QUI


Staff Nocensura.com

Fonte nocensura



lunedì 5 gennaio 2015

Le bufale propagandistiche di Salvini in 5 punti

Estratto dall'articolo Immigrazione, se Matteo Salvini fosse davvero al governo de Il Fatto Quotidiano, a cura di di Massimiliano Sfregola
(...) Siamo tra il piazzismo e l’abuso della credulità popolare. Ecco 5 esempi abbastanza clamorosi:
1) Le normative sull’immigrazione sono incatenate da Trattati e Convenzioni Internazionali come poche altre discipline. L’Italia ha sottoscritto le più importanti Convenzioni e Trattatti a tutela dei diritti umani, è parte della IV Convenzione di Ginevra, del Consiglio d’Europa e della Corte Europea per i diritti umani ed è tra i soci fondatori della Corte Penale dell’Aja. Soprattutto la Carta dei Diritti fondamentali Ue riconosce a tutti, invasori o meno, diritti base. Di recente, un parere del Consiglio d’Europa, sostenuto da una mobilitazione dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani, a proposito di un caso sollevato in Olanda, ha stabilito che gli Stati hanno l’obbligo di garantire a chi non ha documenti un pasto ed un alloggio. Misure umanitarie, ovvero quello standard minimo che dovrebbe distinguere gli uomini dalle bestie. Magari Salvini potrebbe inserire nel suo programma il piano per l’abbandono di Ue ed Onu e perché no anche la colonizzazione di Marte e di Saturno, garantendo però che gli alieni restino a casa loro.
2) Il reato di immigrazione clandestina era già morto, prima ancora di essere abrogato: tramortito in più fasi dalla Corte Costituzionale ha ricevuto lo scorso anno il colpo di grazia con la cancellazione dell‘ingresso illegale sul territorio nazionale.

sabato 3 gennaio 2015

Navi ‘fantasma’ senza equipaggio, nuovo metodo dei trafficanti di immigrati

sbarchi
ADNKRONOS - Navi ‘fantasma’, comprate a poche centinaia di migliaia di dollari ed abbandonate dagli scafisti in vista delle coste italiane dopo aver fruttato guadagni milionari ai trafficanti di esseri umani: la vicenda del cargo Ezadeen, lasciato dall’equipaggio a 40 miglia al largo di Capo Leuca, “è il terzo caso che registriamo in queste ultime settimane di nave abbandonata al suo destino con centinaia di persone a bordo”. Il monitoraggio delle Capitanerie di Porto, spiega all’Adnkronos l’Ammiraglio Giovanni Pettorino, comandante dei reparti operativi della Guardia Costiera, ha fatto emergere questo nuovo modus operandi nelle strategie delle organizzazioni che sfruttano il traffico di migranti.
Si tratta, spiega Pettorino, di “mercantili al termine della loro vita operativa, carrette del mare acquistate a 100-150mila dollari e poi riempite di centinaia di migranti, in prevalenza di nazionalità siriana, che arrivano a pagare ciascuno anche 6mila dollari per la traversata dalle coste turche alla volta dell’Europa”. I trafficanti arrivano così a guadagnare fino a 5 milioni di dollari per ogni viaggio “e quindi non hanno alcuna remora ad abbandonare la nave, considerando il margine di guadagno” assicurato dal business dell’immigrazione irregolare.

venerdì 2 gennaio 2015

La tragedia del norman atlantic ha portato alla luce un traffico di clandestini


1. UN’ITALIA ANSIOSA DI SMACCHIARE IL CASO SCHETTINO HA GIÀ COMINCIATO LA BEATIFICAZIONE DI ARGILIO GIACOMAZZI, MA FORSE SERVIREBBE UN MINIMO DI PRUDENZA - 2. L’INCIDENTE HA PORTATO ALLA LUCE UN TRAFFICO DI CLANDESTINI DALLA GRECIA CHE SEMBRA ESSERE LA NORMA: UN FLUSSO COSTANTE, AMPIAMENTE TOLLERATO (A QUALE PREZZO?) DALLE COMPAGNIE, EMERSO SOLO GRAZIE ALL'INCENDIO SCOPPIATO NELLA STIVA - 3. DA AFGHANISTAN, SIRIA, IRAN E IRAQ SFOLLATI E PERSEGUITATI ARRIVANO A PATRASSO DOPO VIAGGI INCREDIBILI, PER SALIRE SUI TRAGHETTI PER L’ITALIA E NESSUNO CONTROLLA - 4. CHE COSA CI FACEVA A BORDO TUTTO QUELL’OLIO? SERVE PER CASO AL MERCATO DELLE CONTRAFFAZIONI? IL COMANDANTE SAPEVA QUANTI E QUALI TIR ERANO PRESENTI SULLA NAVE?5. L’ARMATORE HA PROVATO IN TUTTI I MODI A PORTARE IL RELITTO A VALONA E A FARLO “ISPEZIONARE” DAI SUOI UOMINI PRIMA CHE LO FACESSE LA MAGISTRATURA ITALIANA. DI CHE COSA AVEVANO PAURA? HANNO QUALCHE IDEA DI QUELLO CHE SI PUÒ TROVARE NELLA STIVA? -

Ma quale eroe, ma quale “comandante coraggio”. Nell’ansia di cancellare la vergogna per Schettino e per la Costa Concordia, da giorni va in scena la beatificazione di Argilio Giacomazzi da La Spezia, comandante della Norman Atlantic. Non ha abbondonato la nave, certo, e non ha causato la tragedia facendo “inchini” o manovre azzardate, ma l’inchiesta della magistratura dovrà stabilire come e quando si è sviluppato l’incendio nella stiva e al momento gli interrogativi sono tanti. Troppi.

Tra le ipotesi che circolano c’è che a prendere fuoco per primo sia stato qualche camion che trasportava olio con il cassone troppo alto: con il rollio si sarebbe surriscaldato il tetto e, da una scintilla, sarebbe divampato con violenza l’incendio. La magistratura stabilirà se tutti i carichi di questo tipo erano regolari o meno, ma al momento non è un’ipotesi da scartare quella della presenza a bordo di camion clandestini, carichi di olio scadente destinato alle contraffazioni alimentari. Dell’esatto carico del traghetto dovrebbe essere a conoscenza anche il comandante, non solo la compagnia armatrice. E infatti nelle interviste Giacomazzi glissa su questo punto, facendosi scudo con l’inchiesta in corso.

E a proposito di clandestini: dall’olio passiamo agli esseri umani. Il casino sui numeri dei dispersi tra autorità greche e italiane è dovuto alla presenza a bordo di un buon numero di passeggeri clandestini: siriani, pachistani e afgani che si sono imbarcati a Patrasso per raggiungere Ancona e poi, di solito, la Germania.

domenica 14 dicembre 2014

Mare Monstrum: bugie e tabù, quello che i media nascondono

Mare Monstrum - LibroCapire cos’è realmente l’immigrazione di massa in Italia negli ultimi anni significa sbugiardare la falsificazione politicamente corretta del migrante idealizzato o demonizzato a priori, cioè dipinto alternativamente come un nemico invasore o confratello universale, quando invece è, al tempo stesso, vittima e strumento di uno scempio umano.
Un fenomeno certamente epocale viene rappresentato come destino ineluttabile e giusto in sé, mentre ha un’origine storica ben precisa: la globalizzazione finanziaria e dei mercati che attraverso l’ideologia della crescita infinita e del progresso illimitato ha colonizzato a scopi economici l’immaginario planetario, attirando in Occidente e nei Paesi globalizzati le bestie da soma dello sradicamento sociale e culturale incarnato dal Consumatore Unico Mondiale.
Ricostruendo le motivazioni di fondo delle transumanze umane, il libro tratta gli aspetti principali del fenomeno migratorio sulla base dei dati e dei fatti di cronaca emersi nell’ultimo periodo.
Una critica al falso mito dell’immigrazione come necessità irreversibile e gioiosa, sbandierata dai missionari laici del cieco buonismo e sostenuta dal calcolo utilitaristico del sistema industriale che non distingue popoli, storie e culture ma conosce soltanto le esigenze del mercato fine a se stesso.

Il business dei migranti e dei Rom - VIDEO



Che i "richiedenti asilo" che sbarcano con "mare nostrum" costino allo stato 35-40€ al giorno è vero; ma questa somma non va in tasca al migrante, come credono molti grazie alla disinformazione e alla propaganda; ai migranti vengono passati 2,50€ al giorno, mentre la somma di 35€ al giorno è incassata dalle COOPERATIVE, che garantiscono ai migranti vitto, alloggio e la presenza di operatori.

Ebbene, nell'ambito dell'inchiesta #MafiaCapitale è emerso che ai migranti in certi casi fosse erogato un livello di servizio ASSAI SCADENTE, con un valore assai inferiore allo standard che dovrebbe essere offerto per 35€ al giorno a persona. Un pasto arrivava a costare 50 centesimi al giorno, pasta poco condita e poco altro, anziché 2.50€;

In pratica dallo stato vengono incassati 35€ al giorno e poi viene erogato un servizio che dovrebbe costare, al massimo 15€ al giorno!

MA NON è FINITA QUI: la questione dell'accoglienza e delle cooperative, come abbiamo appreso anche grazie all'inchiesta di #Roma, riguarda anche la gestione dei "campi nomadi", la cui gestione è un altro immenso scandalo.

PENSATE CHE ALLO STATO UNA FAMIGLIA ROM OSPITATA IN UN CAMPO OPPURE IN ALTRE STRUTTURE PREPOSTE COSTA MIGLIAIA DI EURO: FINO A 600€ PER PERSONA!

Nel video un Consigliere Comunale dei Radicali di Roma parla dello SCANDALO di un centro di accoglienza per Rom dove questi vivono in PESSIME CONDIZIONI e costano al Comune 600€ al mese, una spesa di tutto rispetto.

Una famiglia di 5 persone - padre, madre e tre figli - COSTA 3.000€ AL MESE, una cifra con la quale sarebbe possibile fornire un'abitazione + uno stipendio e avanzerebbero 1.300-1.500€ al mese!!!

Quando qualcuno osa parlare di "chiudere i campi Rom" e dare una casa a queste persone in molti insorgono: "la casa diamola alla famiglie italiane" - ebbene premesso che circa la metà dei Rom sono cittadini italiani, LA GENTE IGNORA (poiché i media non ne parlano praticamente mai) CHE MANTENERE I CAMPI ROM COSTA PIU' CHE MANTENERE LE STESSE PERSONE IN UNA CASA! Oltre al fatto che i campi nomadi spesso sono centri fuori controllo, dove l'illegalità la fa da padrone...

Pensate che la gestione dei campi Rom nel 2013 è costata al Comune di Roma - SOLO AL COMUNE DI ROMA - oltre 24.000.000€ che divisi per 7.000 persone fanno una spesa procapite di circa 3.500€.

E CHE LA SITUAZIONE FOSSE QUESTA, LO SAPEVANO TUTTI GIA' PRIMA CHE EMERGESSE LO SCANDALO DELLA MAFIA ROMANA:

"Rom, soldi sprecati 24 milioni l'anno e servizi pessimi"
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/06/13/rom-soldi-sprecati-24-milioni-lanno-e-servizi-pessimiRoma15.html

Quarantadue milioni di euro. È la cifra spesa dal Campidoglio negli ultimi tre anni per l'inclusione dei circa settemila rom residenti a Roma. "E non sappiamo davvero dove siano finiti", ammette un funzionario del Comune
http://www.huffingtonpost.it/2013/10/31/campi-rom-roma-mistero-42-milioni_n_4180702.html


Redazione Informati



venerdì 28 novembre 2014

Una tassa per gli ucraini che lavorano o risiedono all'estero

PoroshenkoNon ci sono parole per commentare l'ultima follia del governo ucraino. Un governo in mano ad un gruppo di tecnocrati senza scrupoli manipolati dagli Stati Uniti.
Da gente come questa non ci si poteva certo aspettare nuove iniziative positive.
Infatti questi qua hanno in mente di introdurre una tassa straordinaria sui cittadini ucraini che lavorano e/o risiedono all’estero.
Gli importi sono questi:
- 500$ al mese per chi lavora e risiede in Russia
- da 200$ a 700$ per chi lavora e risiedi in Europa
Tutti i cittadini ucraini saranno controllati dall'autorità fiscale e se risulterà che lavorano o risiedono in un'altra nazione saranno soggetti al pagamento della tassa.
The tax will be collected from those unable to officially confirm their presence in Ukraine in the event that the fiscal authority receives information about a person’s probable absence for more than 2 months from his place of residence.
Questa iniziativa dell'Ucraina è inquietante e molto pericolosa perché potrebbe fungere come 'esempio da seguire' per altri paesi europei. Un'ottima idea per impoverire ulteriormente tutti quei cittadini che, nella peggior delle ipotesi, sono magari costretti ad andare via dalla propria nazione per motivi di lavoro. Pure quelli che decidono di spostarsi in un'altra nazione per studio o per altri motivi verrebbero penalizzati.
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