IL PROBLEMA
L’Elettrosmog, cioè l’inquinamento ambientale artificiale derivante da campi elettrici e magnetici prodotti dall’Uomo (elettrodotti, telefonia mobile, strumentazioni elettriche e elettroniche) e le Geopatie, cioè gli inquinamenti ambientali elettromagnetici di origine naturale, costituiscono uno dei campi più misconosciuti della Medicina.
Ho condotto dal punto di vista medico una ricerca sull’argomento iniziata nei primi anni 90, indagando con metodiche adeguate nel mio studio un numero sempre maggiore di persone che dichiaravano di sentirsi genericamente stressate e svogliate.
In quegli anni si assisteva, come del resto è avvenuto sino ad oggi, in modo quasi esponenziale, a una diffusione e un’intensità sempre maggiore delle attività umane fondate sull’impiego della elettricità e dell’elettronica, in particolare nei seguenti settori:
Ho condotto dal punto di vista medico una ricerca sull’argomento iniziata nei primi anni 90, indagando con metodiche adeguate nel mio studio un numero sempre maggiore di persone che dichiaravano di sentirsi genericamente stressate e svogliate.
In quegli anni si assisteva, come del resto è avvenuto sino ad oggi, in modo quasi esponenziale, a una diffusione e un’intensità sempre maggiore delle attività umane fondate sull’impiego della elettricità e dell’elettronica, in particolare nei seguenti settori:
- Informatica, con completa computerizzazione della società
- Telefonia mobile, sempre più capillare e sempre più integrata con l’informatica
- Urbanizzazione, con passaggio di elettrodotti sempre più vicini ai centri abitati e nei centri abitati stessi, con diffusione capillare di ripetitori e cablaggio di ogni abitazione almeno nelle metropoli, ma con tendenza a un’estensione su tutto il territorio
- Elettrificazione e elettronizzazione sempre maggiore dei luoghi di lavoro, delle abitazioni e delle scuole; persino molti bambini dell’asilo sono collegati alla mamma con il cordone ombelicale del cellulare; i bambini delle elementari, oltre che alla telefonia mobile, accedono anche a Internet, eseguono videogiochi elettronici dal mattino alla sera, guardano la televisione o il computer per diverse ore al giorno.
Tutto ciò avveniva senza nessuna informazione riguardo ai possibili effetti nocivi derivanti da tale massiccia operazione di informatizzazione, elettronizzazione ed elettrificazione della società. E’ evidente che un progresso tecnologico porta con sé molti benefici, ma anche molti possibili malefici conseguenti alla sua introduzione.
Pensiamo alla industrializzazione della Londra e delle grandi città europee del XIX secolo, ben rappresentata da un famoso dipinto di Monet, in cui si può ammirare la colorazione rossastra dello smog di Londra.
L’industrializzazione di allora puzzava e inquinava in modo evidente l’aria, era sotto gli occhi e anche sotto il naso di tutti, oltre che nei bronchi e negli alveoli polmonari. Conseguenza ne fu, un rapido aumento delle malattie respiratorie e della tubercolosi, che è la malattia simbolo di quegli anni e dei primi decenni del XX secolo. A differenza dell’aria “industrializzata della Londra del XIX secolo, l’elettrosmog del XXI secolo non puzza, non si vede, non si tocca, non lascia le mani nere, perciò è più insidioso, perché è…
…UN NEMICO INVISIBILE
I sette sintomi principali in rapido aumento che avevo osservato erano:
- Stanchezza
- Svogliatezza
- Sonno poco riposante
- Gonfiore addominale
- Irregolarità dell’intestino
- Irregolarità mestruali
- Problemi sessuali.
La mia specialità sono i check-up elettronici, che vengono descritti più avanti in questo stesso libro: consistono nella misurazione elettrica di punti cutanei, connessi con organi e funzioni interne. In tal modo potei stabilire che ciò che accomunava tutti i casi di “stress” era un’alterazione del sistema neurovegetativo del corpo. Il sistema neurovegetativo del corpo è in pratica il sistema elettrico, che regola l’attività degli organi interni, come un impianto elettrico domestico regola l’attività degli strumenti di casa. In conclusione l’aumento dei campi elettromagnetici ambientali sovraccarica il campo elettromagnetico del corpo, producendo i sintomi dello“stress”.
Oltre ai sette sintomi principali appena sopra descritti, lo “Stress da Elettrosmog” conduce nel tempo a una serie di disturbi cronici, in particolare:
Oltre ai sette sintomi principali appena sopra descritti, lo “Stress da Elettrosmog” conduce nel tempo a una serie di disturbi cronici, in particolare:
A livello mentale:
- Stanchezza: sia fisica sia mentale, “essere tanto stanchi da non riuscire a dormire”, pigrizia, indolenza,qualsiasi compito appare gravoso, noioso, inutile, troppo difficile.
- Sonno: difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni, sonno poco riposante, attacchi di sonno diurni, specie dopo i pasti, pensieri ossessivi che impediscono il sonno, incubi notturni.
- Ragionamento: la capacità di ragionamento è rallentata, calcoli mentali difficoltosi, difficoltà nel prendere decisioni o decisioni impulsive irrazionali.
- Memoria: diminuita la memoria di fissazione di eventi del presente o del passato prossimo, lacune nella memoria di fatti del passato remoto, non trovare la parola per descrivere qualcosa, parola sulla punta della lingua, che non vuole uscire, riduzione di abilità acquisite, come la capacità di suonare uno strumento musicale.5. Attenzione e concentrazione : perdita di attenzione, rischio di incidenti, errori, incapacità di concentrarsi e dirigere la volontà verso il raggiungimento di uno scopo di valore.
- Umore: apatia, ansia, depressione, malinconia, paure vaghe e indistinte, fobie, manie, risentimento, facilità nell’incollerirsi, scarsa volontà di applicarsi in modo continuativo.
- Linguaggio: perdita della capacità di esprimersi in modo chiaro e fluente; inclinazione a parlare troppo in modo futile o al contrario troppo poco, espressione verbale bloccata, talora balbuzie, emozione eccessiva nell’esprimersi, specie in pubblico o in genere di fronte a persone sconosciute.
A livello fisico:
- Digestione: la digestione non funziona, la pancia si gonfia, sensazione di peso e sonnolenza postprandiale; eruttazioni frequenti; rigurgiti acidi specie notturni. L’Elettrosmog e le Geopatie alterano sia la qualità del cibo, sia la capacità digestiva e di assimilazione intestinale.
- Intestino: diviene stitico oppure diarroico o alternativamente l’una cosa e l’altra, possono comparire emorroidi, aumentato rischio di polipi, la cui formazione è molto favorita da Elettrosmog e Geopatie.
- Endocrino. Problemi endocrini di entrambi i sessi; problemi endocrini dei bambini, soprattutto inerenti alla crescita, eccessiva o carente, per alterazione della produzione o dell’efficacia dell’ormone della crescita, a causa dei campi di disturbo elettromagnetici.
- Invecchiamento. Complessivamente vi è un’accelerazione e un aumento di processi di invecchiamento o processi disfunzionali, legati all’attività ormonale, che risente moltissimo soprattutto nella donna dell’inquinamento da Elettrosmog e Geopatie. Aumentato rischio di demenza senile precoce, sindrome di Parkinson, Alzheimer.
- Nella donna il ciclo rallenta o accelera o diviene irregolare, dolori mestruali; aumento delle vampate nel climaterio; aumento della cellulite, della pancetta; tendenza alla formazione di noduli al seno e alla tiroide; aumentato rischio di osteoporosi.
- Nell’uomo, perdita di potenza sessuale, della libido; frequente minzione notturna; ingrossamento della prostata; perdita di potenza e continuità del getto urinario; formazione di pancetta e maniglie dell’amore. Aumentato rischio di cancro della vescica soprattutto nelle metropoli.
- Allergie: allergie soprattutto cutanee, respiratorie; allergie e intolleranze alimentari. Si sta diffondendo sempre di più il fenomeno delle allergie e intolleranze alimentari, particolarmente legate all’inquinamento da Elettrosmog.
- Cute: alterazioni cutanee come foruncoli, macchie, orzaioli, i nei si ingrandiscono e cambiano colore, la pelle diviene secca e maleodorante o eccessivamente untuosa; formazione di macchie scure o l contrario vitiligine, con depigmentazione cutanea (la vitiligine è una malattia in cui è alterata la pigmentazione cutanea, che viene meno per effetto di complessi problemi endocrini, favoriti dall’Elettrosmog), pelle a buccia di arancio; formazione di occhiaie più intense e persistenti.
- Appetito: vi è appetito eccessivo o mancanza di appetito; appetito irregolare; il sapore dei cibi sembra essere cambiato; i cibi sembrano troppo salati o insipidi.
- Articolazioni: le articolazioni, soprattutto delle mani, cominciano a dolere, gonfiarsi, meta tarsalgie ai piedi, caviglie gonfie; facilità alle slogature, perché l’inquinamento da Elettrosmog e Geopatie.
- Arti inferiori: piedi e gambe si gonfiano, divengono dolenti, compare facilmente cellulite sulle cosce, tendenza alla insufficienza venosa e linfatica 12. Peso: il peso aumenta anche seguendo diete da fame; o al contrario diminuisce in modo inspiegabile;tendenza alla bulimia, cioè ad attacchi di fame, specie notturni o al contrario, mancanza di appetito, il cibo appare senza sapore e privo di interesse, tendenza all’anoressia; sensazione di pesantezza generale.
- Esami del sangue: mostrano un’elevazione della glicemia, del colesterolo, dei trigliceridi, a volte pur mantenendo una dieta attenta; aumento della omocisteina, sostanza fondamentale al centro del metabolismo delle proteine, degli acidi nucleici, della vitamina B; carenza di vitamine del gruppo B; stress ossidativo, con aumentato rischio di cancerogenicità; aumento del rapporto AA ( acido arachidonico)/EPA (acido eicosapentenoico), espressione di aumentato rischio di processi infiammatori, autoimmuni, allergici; comparsa o aumento di anticorpi antitiroidei soprattutto nella donna (anti-TPO-tireoperossidasi- e anti TG –antitireoglobulina), dovuti al maggior rischio derivante dall’alterazione del rapporto AA/EPA, con conseguente disfunzione tiroidea e quindi tendenza ad aumento di peso o dimagramento eccessivo.
- Vitalità: la voglia di fare, di vedere amici, di viaggiare non è più quella di una volta; diminuisce il desiderio sessuale; le prestazioni sportive e la forza e la resistenza in generale sono diminuite o si percepiscono tali.
- Aspetto: l’aspetto generale è avvizzito, invecchiato; la naturale bellezza d’aspetto, che deriva dalla salute, anziché radiosa, appare spenta, avvizzita, rugosa e disidratata come un fiore colto troppo presto, come un cibo rimasto troppo a lungo nel forno a micro-onde. In effetti l’elettrosmog e le geopatie costituiscono un vero e proprio forno a micro-onde per i tessuti viventi.
- Forza fisica: perdita di forza sia di potenza, sia di resistenza; riduzione dell’efficienza sportiva; mancanza del desiderio di praticare sport sempre praticati; nell’atleta, perdita di posizioni nelle classifiche.
- Vista, Udito e Organi di senso.
- • Vista. Si assiste a una riduzione della acuità visiva; talora per certi periodi, anche di pochi minuti o poche ore, compaiono macchie scure o chiare e/o non si distinguono i contorni degli oggetti; talora momenti di visione doppia.
• Particolarmente sensibile all’Elettrosmog è il nervo ottico, che risulta frequentemente danneggiato all’inizio della malattia degenerativa nota come “Sclerosi a placche” o “Sclerosi multipla”; alterazioni visive dovute al danno del nervo ottico sono i primi segni di questa malattia, che è la più frequente e importante malattia degenerativa in cui l’inquinamento da Elettrosmog e da Geopatia hanno una parte molto importante.
• Udito: si riduce l’udito, compaiono facilmente acufeni, cioè rumori molesti alle orecchie, come fischi, eco, soffi, sfregamenti, dato che l’Elettrosmog sovraccarica l’attività elettrica del sistema visivo e uditivo, alterando la conversione dello stimolo meccanico dell’onda sonora in stimolo elettrico e alterando anche la registrazione e trasmissione di quest’ultimo.
• Gusto. Sensazione di cattivo sapore, troppo acido o troppo dolce o astringente o salato o piccante o amaro.
Questi sintomi indicano difficoltà digestive, con emergere del sapore di cibi non ben digeriti. L’Elettrosmog e le Geopatie riducono la digeribilità dei cibi e la funzionalità dell’apparato digestivo.
• Olfatto. Percezione di cattivi odori o alterazione percettiva di un profumo noto, come il profumo di lavanda, che a volte viene percepito come un odore disgustoso, ma ciò può avvenire con diverse essenze profumate. Oppure al contrario vi può essere riduzione della capacità olfattiva, perché le cellule olfattorie del cervello possono facilmente essere disturbate dall’elettrosmog. Le cellule olfattorie, situate nella parte anteriore della scatola cranica, diramano dei sottili filuzzi nervosi nella parte alta del naso.
• Questi filuzzi nervosi entrano in contatto con le molecole odorose delle essenze volatili presenti nell’aria; il contatto produce una scarica elettrica, che rappresenta una sorta di impronta digitale elettronica del profumo percepito. L’impronta digitale elettronica dell’essenza odorosa giunge alle cellule olfattorie presenti nel cervello, le quali interpretano il segnale, assegnandolo alla specifica categoria dei profumi o degli odori fastidiosi. Ma sel’impronta digitale elettronica è alterata dalla presenza di un campo di disturbo elettromagnetico da Elettrosmog, anche l’impronta digitale è alterata e le cellule olfattorie del cervello non sanno come interpretarlo o lo interpretano male, insomma non riconoscono la password del profumo e inviano alla coscienza individuale della persona colpita dall’Elettrosmog, un segnale contraddittorio o anche nessun segnale.
• Tatto: quanto accade per la vista, l’udito e l’olfatto accade anche per il tatto, in particolare viene colpita la percezione tattile dei polpastrelli, che è la più sviluppata. Sono sempre più frequenti casi di parestesie, cioè di alterazioni tattili o formicolio alle mani, specie nelle donne. Le cause possono essere diverse, ma soprattutto compressioni dei nervi che arrivano sino alle dita principalmente a livello di:
- Vertebre cervicali, il cui avvicinamento o spostamento comprime le radici del nervo.
- Triangolo degli scaleni nella parte bassa del collo (cosiddetta “sindrome degli scaleni”, che io chiamo “sindrome da sollevamento di valigia”, dovuta al sollevamento della prima costa da parte dei muscoli scaleni, quando si posiziona in alto un oggetto pesante come una valigia e in seguito il mancato riposizionamento in basso della prima costa, che comprime il fascio vascolo-nervoso del braccio),
- Omero (che io chiamo “sindrome della marcia indietro”, perché è dovuta alla contrattura dei rotatori esterni del braccio, che per esempio si azionano quando si sposta il braccio all’indietro per fare la marcia indietro in macchina e poi possono rimanere contratti)
- Gomito, per traumi o microtraumi, come nel gomito del tennista (“epicondilite”) e gomito del golfista,“epitrocleite”, che una volta si chiamava “gomito della lavandaia”
- Polso, per effetto della “sindrome del tunnel carpale”, che consiste nella compressione del nervo mediano a livello del passaggio fra avambraccio e mano, sulla parte volare, cioè quella del palmo della mano, a causa di sforzi prolungati della mano, come afferrare oggetti pesanti, potare, fatti che causano un gonfiore dei tessuti intorno al nervo e quindi una sua compressione.
L’Elettrosmog incrementa gli effetti della compressione aumentando il gonfiore dei tessuti e dunque contribuendo in modo determinante ai disturbi del tatto chiamati “parestesie” a livello della mano, che divengono sempre più frequenti soprattutto nelle donne. Ciò che avviene è che si moltiplicano le operazioni chirurgiche per tunnel carpale, inutili nel 90% dei casi. La protezione dall’Elettrosmog può risolvere o aiutare la soluzione del problema, evitando il ricorso a un intervento chirurgico.
ALLA RICERCA DI UNA SOLUZIONE
Ciascuno di questi sintomi, sia fisici, sia mentali ha una sua patogenesi, che l’Elettrosmog e le Geopatie facilitano, quando non ne sono i principali responsabili.
Perciò io cercavo una soluzione di tali problemi sia fisici, sia mentali causati e/o favoriti da Elettrosmog e Geopatie. Avevo dei successi parziali ma non soddisfacenti per la soluzione delle difficoltà poste da tale tipo di inquinamento ambientale. Con le cure naturali, in particolare l’agopuntura, i rimedi omeopatici, minerali, vitaminici, omotossicologici, fitoterapici, riuscivo e riesco a ottenere successi importanti per la cura delle malattie più difficili.
Ho descritto questi casi e le possibilità di cura nel mio libro “Guarire l’Inguaribile”, Ed. Sugarco, 2007, Milano.
Perciò io cercavo una soluzione di tali problemi sia fisici, sia mentali causati e/o favoriti da Elettrosmog e Geopatie. Avevo dei successi parziali ma non soddisfacenti per la soluzione delle difficoltà poste da tale tipo di inquinamento ambientale. Con le cure naturali, in particolare l’agopuntura, i rimedi omeopatici, minerali, vitaminici, omotossicologici, fitoterapici, riuscivo e riesco a ottenere successi importanti per la cura delle malattie più difficili.
Ho descritto questi casi e le possibilità di cura nel mio libro “Guarire l’Inguaribile”, Ed. Sugarco, 2007, Milano.
Tuttavia uno dei problemi che mi ero posto allora, quando nei primi anni novanta, mi ero reso conto dell’importanza dell’Elettrosmog nel creare uno squilibrio neurovegetativo, era che se un paziente, il cui corpo era stato particolarmente colpito dall’Elettrosmog, continuava con le stesse abitudini (casa, lavoro, computer, cellulare, televisione, elettrodotto vicino all’abitazione, radiosveglia o strumentazione elettronica a meno di un metro dalla testa quando dorme o lavora, ecc.), i problemi di salute tendevano a ripresentarsi in quanto veniva di nuovo sovraccaricato il sistema neurovegetativo.
E il sistema neurovegetativo, ovvero l’impianto elettrico del corpo costituisce l’interruttore, che fa scattare lo squilibrio organico. Per analogia si può pensare all’impianto elettrico di casa. Se l’impianto elettrico di casa non funzionasse per qualche motivo, ci troveremmo al buio, al freddo o al caldo secondo la stagione, senza possibilità di conservare il cibo in frigorifero, senza lavatrice, lavastoviglie, radio, televisione, computer, possibilità di ricaricare il cellulare, né comunicare, non avremmo nemmeno il campanello o il citofono o il cancello elettrico del garage che funziona, nemmeno il rasoio elettrico; se abitassimo in un condominio non avremmo nemmeno l’ascensore e se avessimo le tapparelle elettriche non potremmo nemmeno chiuderle o aprirle…insomma un disastro! Mi appariva dunque necessario riabilitare il sistema neurovegetativo in modo permanente per evitare le ricadute e la cronicizzazione dei casi, eliminando il sovraccarico prodotto dall’Elettrosmog, malgrado le necessità o le abitudini di vita del paziente non fossero ideali e continuassero ad esporlo ad un alto livello di inquinamento.
BASSE E ALTE FREQUENZE, I LIMITI, LE UNITA’ DI MISURA
In sintesi l’elettrosmog (inquinamento elettromagnetico) è costituito da due componenti: una a bassa frequenza (ELF: Extremely Low Frequencies) emessa da elettrodotti, conduttori e apparecchiature elettriche domestiche, e una ad alta frequenza (RF: Radio Frequency e microonde) generata da antenne trasmittenti quali le stazioni radiobase per la telefonia cellulare, i ponti ripetitori radiotelevisivi e telefonici, gli apparati di radiotrasmissione in genere, inclusi i telefonini , le stazioni radio e i forni a microonde. Le radiazioni a bassa e alta frequenza si dicono non ionizzanti (NIR) per distinguerle da quelle ionizzanti (IR), cioè “radioattive” come i raggi gamma, beta e X .
I limiti di esposizione totale, previsti dalla normativa nazionale, per le basse frequenze (ELF) sono di 100 micro Tesla, il valore di attenzione è di 10 micro Tesla e l’obiettivo qualitaà è di 3 micro Tesla. I limiti per le alte frequenze (radio frequenze e microonde), sono di 6 V/m per le zone residenziali e intensamente frequentate (ad esempio in citta) e di 20 V/m per le zone non intensamente frequentate (ad esempio zone artigianali, campagna).
Tuttavia, per quanto riguarda l’effetto sulla salute dei cellulari, non si utilizzano le misure in Volt/m ma si valuta il Sar (Specific Absorption Rate: tasso di penetrazione o assorbimento dei tessuti) per il quale non vi sono riferimenti normativi in merito ma raccomandazioni.
Secondo una indagine dell’Apat (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici), il 7% degli impianti radiotelevisivi e lo 0,3% delle stazioni radiobase per la telefonia mobile superano il limite di 6 V/m e il 2% della lunghezza complessiva delle linee elettriche supera i 100 microtesla.
Il Testla (T) è un’unità di misura del flusso di induzione magnetica prodotto dalla corrente (A). Il Volt/metro (V/m) è l’unità di misura del campo elettrico prodotto dalla tensione (V).
I limiti di esposizione totale, previsti dalla normativa nazionale, per le basse frequenze (ELF) sono di 100 micro Tesla, il valore di attenzione è di 10 micro Tesla e l’obiettivo qualitaà è di 3 micro Tesla. I limiti per le alte frequenze (radio frequenze e microonde), sono di 6 V/m per le zone residenziali e intensamente frequentate (ad esempio in citta) e di 20 V/m per le zone non intensamente frequentate (ad esempio zone artigianali, campagna).
Tuttavia, per quanto riguarda l’effetto sulla salute dei cellulari, non si utilizzano le misure in Volt/m ma si valuta il Sar (Specific Absorption Rate: tasso di penetrazione o assorbimento dei tessuti) per il quale non vi sono riferimenti normativi in merito ma raccomandazioni.
Secondo una indagine dell’Apat (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici), il 7% degli impianti radiotelevisivi e lo 0,3% delle stazioni radiobase per la telefonia mobile superano il limite di 6 V/m e il 2% della lunghezza complessiva delle linee elettriche supera i 100 microtesla.
Il Testla (T) è un’unità di misura del flusso di induzione magnetica prodotto dalla corrente (A). Il Volt/metro (V/m) è l’unità di misura del campo elettrico prodotto dalla tensione (V).
ANTENNE PER TELEFONIA MOBILE E CELLULARI
Quando si parla di elettrosmog il pensiero va immediatamente alle antenne per la telefonia mobile, che suscitano una forte opposizione nella popolazione a causa delle onde emesse dai “tralicci” spesso collocati sulle terrazze dei palazzi. Questi apparati si compongono di antenne che trasmettono il segnale al telefono cellulare e di antenne che ricevono il segnale trasmesso dal cellulare stesso. L’aumento vertiginoso dei possessori di telefonini determina un aumento delle stazioni fisse, soprattutto nelle città, il che desta preoccupazione per la salute pubblica.
La diffusione delle antenne per telefonia mobile è notevole e le tecnologie di comunicazione in veloce trasformazione: GSM, GPRS, Umts, HSDPA, OFDM. Hanno una potenza da 10 a 100 volte inferiori a quelle degli impianti radiotelevisivi, trasmettono solitamente su un angolo verticale di 5-10 gradi e orizzontale di 50-60 gradi. È importante sapere che spesso chi ha gli impianti sul tetto di casa propria, è meno esposto di chi è posto frontalmente al fascio di irradiazione delle celle, analogamente alle persone che sono distanti oltre i 150-200 metri.
Attenzione: anche il telefonino è un ricetrasmettitore, che tramite l’antenna irradia onde la cui potenza decresce all’aumentare della distanza dall’antenna stessa. In questo caso però la sorgente di emissione si trova vicino alla testa dell’utente. Gli studi hanno dimostrato che esposizioni a elevata intensità di campo elettromagnetico possono generare nell’uomo un effetto termico, cioè il riscaldamento del corpo o di sue parti esposte alle radiazioni a causa dell’assorbimento dell’energia elettromagnetica. Studi e Istituti di settore raccomandano accorgimenti per limitare l’esposizione umana. Uno di queste difese è la distanza dalla sorgente tanto è che un decreto Ministero delle poste e delle telecomunicazioni del 20 giugno 1995 n. 458 nonché alcuni produttori stessi, avvertono l’utente che per la sicurezza personale “…nessuna parte del corpo deve trovarsi ad una distanza inferiore a 20 cm dall’antenna durante il funzionamento dell’apparato.”
La diffusione delle antenne per telefonia mobile è notevole e le tecnologie di comunicazione in veloce trasformazione: GSM, GPRS, Umts, HSDPA, OFDM. Hanno una potenza da 10 a 100 volte inferiori a quelle degli impianti radiotelevisivi, trasmettono solitamente su un angolo verticale di 5-10 gradi e orizzontale di 50-60 gradi. È importante sapere che spesso chi ha gli impianti sul tetto di casa propria, è meno esposto di chi è posto frontalmente al fascio di irradiazione delle celle, analogamente alle persone che sono distanti oltre i 150-200 metri.
Attenzione: anche il telefonino è un ricetrasmettitore, che tramite l’antenna irradia onde la cui potenza decresce all’aumentare della distanza dall’antenna stessa. In questo caso però la sorgente di emissione si trova vicino alla testa dell’utente. Gli studi hanno dimostrato che esposizioni a elevata intensità di campo elettromagnetico possono generare nell’uomo un effetto termico, cioè il riscaldamento del corpo o di sue parti esposte alle radiazioni a causa dell’assorbimento dell’energia elettromagnetica. Studi e Istituti di settore raccomandano accorgimenti per limitare l’esposizione umana. Uno di queste difese è la distanza dalla sorgente tanto è che un decreto Ministero delle poste e delle telecomunicazioni del 20 giugno 1995 n. 458 nonché alcuni produttori stessi, avvertono l’utente che per la sicurezza personale “…nessuna parte del corpo deve trovarsi ad una distanza inferiore a 20 cm dall’antenna durante il funzionamento dell’apparato.”
RIPETITORI RADIO – RIPETITORI TELEVISIVI
Particolarmente insidiose sono le antenne radiotelevisive e, come anzidetto, sono molto più “pericolose” di quelle per la telefonia. Esse devono “coprire” aree piuttosto vaste per arrivare alle abitazioni distanti anche decine di km. Per questo hanno potenze d’emissione piuttosto elevate.
ELETTRODOTTI
Un campo elettromagnetico viene prodotto dagli elettrodotti la cui tensione può raggiungere valori elevati, fino a 380.000 Volt (380 kV). L’azione di questi campi si esplica su distanze di decine di metri. Il campo elettrico è schermato da edifici e alberature mentre non lo è il campo magnetico. Qui di seguito la tabella indica il valore del campo elettrico e campo magnetico in relazione alla distanza da un elettrodotto.
Di seguito si riporta una tabella che evidenzia che il campo magnetico prodotto da alcuni elettrodomestici possa esser notevolmente ridotto dalla distanza dalla sorgente. Naturalmente il periodo di tempo di utilizzo per questi elettrodomestici è comunque ridotto rispetto alla durata di esposizione di campo prodotto da un elettrodotto posto vicino ad una abitazione.
GLI EFFETTI DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha diffuso un documento di cautela sull’argomento considerando la contrastante documentazione scientifica e dove non esclude il rischio per la salute a causa dell’elettrosmog: una parte degli studi presi in esame ammette un possibile incremento del rischio di leucemia infantile, associato all’esposizione a campi elettrici e magnetici ma d’altro canto occorrono ulteriori ricerche in particolare per chiarire risultati contraddittori e per valutare l’eventuale impatto sulla salute delle tecnologie emergenti.
Si cita che nel giugno 2001, un gruppo di lavoro della IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), formato da scienziati esperti nel settore, ha esaminato gli studi relativi alla cancerogenicità dei campi elettrici e magnetici statici ed ELF. Usando la classificazione standardizzata della IARC, che soppesa i dati di studi sull’uomo, sull’animale e di laboratorio, i campi magnetici ELF sono stati classificati come possibilmente cancerogeni per l’uomo, sulla base degli studi epidemiologici relativi alla leucemia infantile. “Possibilmente cancerogeno per l’uomo” è una classificazione usata per connotare un agente per il quale vi sia una limitata evidenza di cancerogenicità nell’uomo e un’evidenza meno che sufficiente negli animali da laboratorio. La classificazione è la più debole tra le tre (“possibilmente cancerogeno per l’uomo”, “probabilmente cancerogeno per l’uomo” e “cancerogeno per l’uomo”) usate dalla IARC per classificare i potenziali cancerogeni in base all’evidenza scientifica.
Si cita che nel giugno 2001, un gruppo di lavoro della IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), formato da scienziati esperti nel settore, ha esaminato gli studi relativi alla cancerogenicità dei campi elettrici e magnetici statici ed ELF. Usando la classificazione standardizzata della IARC, che soppesa i dati di studi sull’uomo, sull’animale e di laboratorio, i campi magnetici ELF sono stati classificati come possibilmente cancerogeni per l’uomo, sulla base degli studi epidemiologici relativi alla leucemia infantile. “Possibilmente cancerogeno per l’uomo” è una classificazione usata per connotare un agente per il quale vi sia una limitata evidenza di cancerogenicità nell’uomo e un’evidenza meno che sufficiente negli animali da laboratorio. La classificazione è la più debole tra le tre (“possibilmente cancerogeno per l’uomo”, “probabilmente cancerogeno per l’uomo” e “cancerogeno per l’uomo”) usate dalla IARC per classificare i potenziali cancerogeni in base all’evidenza scientifica.
COME SI FA
In attesa di far chiarezza degli effetti sulla salute dell’uomo è necessario avere cautela e ridurre la propria esposizione ai campi elettromagnetici limitando l’uso dei apparecchi elettrici e aumentando la distanza da sorgenti che possono produrre campi relativamente elevati. Basta infatti allontanarsi alcune decine di centimetri dagli elettrodomestici, usare radiosveglie a pile, limitare l’uso dell’asciugacapelli (meglio quello fisso con tubo allungabile) e in ogni modo spegnere gli apparecchi elettrici se non si usano.
Per quanto riguarda il cellulare è sconsigliabile l’impiego ai bambini e bisogna infine ricordare che l’utilizzo dell’auricolare (con il cavo) riduce del 75% – 95% circa l’esposizione alle radiazioni. È inoltre raccomandabile servirsi del vivavoce, limitare il tempo di conversazione, alternare l’orecchio, metterlo a distanza quando si riceve o si effettua una chiamata, non riporlo nel taschino vicino al cuore, o nella tasca anteriore dei pantaloni.
Non sostare troppo tempo davanti ad un forno a microonde e attendere prima di aprirlo.
Per quanto riguarda il cellulare è sconsigliabile l’impiego ai bambini e bisogna infine ricordare che l’utilizzo dell’auricolare (con il cavo) riduce del 75% – 95% circa l’esposizione alle radiazioni. È inoltre raccomandabile servirsi del vivavoce, limitare il tempo di conversazione, alternare l’orecchio, metterlo a distanza quando si riceve o si effettua una chiamata, non riporlo nel taschino vicino al cuore, o nella tasca anteriore dei pantaloni.
Non sostare troppo tempo davanti ad un forno a microonde e attendere prima di aprirlo.
CHI
Viene chiamata “medicina dell’habitat”: spesso un tecnico specializzato (un “bio-architetto”) individua le sorgenti particolarmente elevate di campo elettrico e magnetico prodotto da apparecchiature o da fonti esterne (elettrodotti, telefonia mobile, radiotrasmettitori, eccetera) mediante un indagine utilizzando opportuni strumenti e secondo una metodologia di misura attendibile e riconosciuta dalla normativa.
Medicina dell’habitat.
Domoterapia, medicina dell’habitat, Feng shui,…sono molte le vie, antiche e moderne, attraverso cui l’uomo ha studiato metodi per rendere salubri ed accoglienti le proprie abitazioni.
Materiali nocivi, inquinamento acustico o elettromagnetico, polveri, aree geopatogene, sono solo alcune delle problematiche che può incontrare un domoterapeuta.
Molte discipline parlano di posti preferenziali in cui costruire, disposizione di mobili e stanze, circolazione energetica ed equilibrio con le forze naturali.
Spesso poi l’ambiente che creiamo intorno a noi (ordine meticoloso, tendenza ad accumulare oggetti, sensazione che la casa non sia mai a posto,…) non è che una riproduzione simbolica dei nostri percorsi mentali.
Anche in questo ambito la possibilità di percepire le ‘energie sottili’ e gli insegnamenti della TEV possono fare la differenza, dando la possibilità di percepire direttamente eventuali congestioni o altre problematiche.
E gli altri animali?
Beh, loro le ‘energie sottili’ le sentono eccome.
I ragni fanno spesso le loro ragnatele nei posti in cui l’energia rallenta e si accumula, cani, cicogne e rondini cercano luoghi privi di nodi geopatogeni per dormire o costruire il nido, al contrario ad esempio di gatti, civette, termiti, formiche, api e serpenti, che li scelgono quali luoghi preferenziali.
E le piante?
Anche loro hanno comportamenti vari: i nodi geopatogeni possono causare tumori del legno ad esempio a faggio, ciliegio, betulla, melo e pesco, far ingiallire le siepi o far morire salici e querce, ed essere invece graditi ad ortica, acero, frassino, nocciolo (non a caso le forcelle rabdomantiche erano di frassino o nocciolo) e vischio, il quale, assorbendo energia elettromagnetica, sarebbe dunque utile alla quercia, di cui ufficialmente rappresenta un ‘parassita’.
L’intero pianeta sembra così avvolto da una fitta rete elettromagnetica (rete di Hartmann, rete di Curry,…), i cui nodi avrebbero quindi per alcune specie potenziale patogeno (ad esempio cancerogeno), soprattutto in seguito a soste lunghe ed al sonno, per altre benefico.
La ‘Rete di Hartmann’ fu scoperta casualmente negli anni ’50 dal dott. Hartmann, in seguito al miglioramento di una paziente dopo che il suo letto fu spostato, evento che lo portò ad effettuare ricerche e sperimentazioni.
Più recentemente l’arch. Limardo ha affermato che dai nodi di Hartmann fuoriuscirebbero pericolose radiazioni gamma ionizzanti.
L’irradiamento tellurico può inoltre essere potenziato da cause quali faglie geobiologiche, corsi d’acqua sotterranei, tipologie dei terreni o interferenze umane, ad esempio la presenza di grosse strutture di metallo (vedasi struttura portante dei palazzi o garages pieni di macchine), etc,…
Le regole domoterapeutiche valide per i nostri amici animali sono pertanto simili alle nostre solo in parte.
Una grande importanza è rivestita dalla libertà dell’animale, senz’altro più sensibile di noi alle ‘energie’ spesse e sottili, di potersi spostare liberamente e decidere in quale luogo sostare o dormire.
Detenere animali ‘esotici’ o particolari rende molto difficile se non impossibile seguire questo consiglio, pertanto sarebbe meglio lasciare certe specie nel loro habitat naturale.
Viceversa diventa importantissimo ricreare un habitat il più simile possibile a quello in cui gli animali vivrebbero in natura, rispettando non solo illuminazione, calore ed umidità, ma anche la possibilità da parte dell’animale di poter scegliere dove e come muoversi, se nascondersi, la temperatura a cui sostare (quindi è importante creare un gradiente), e valutando la possibilità di relazione con conspecifici.
Queste indicazioni spesso non vengono rispettate, vedasi il caso di uccellini che conducono un’intera vita in gabbia senza mai poter volare, cani alla catena o ‘pesci rossi’ costretti a vivere all’interno di una piccola boccia.
A tale proposito ricordo che i pesci rossi (Carassius auratus) sono creature sociali e curiose, inadatte ad una vita di solitudine, sono longevi (vivono 20, 30, anche 50 anni!), ed arrivano in pochi anni a superare i 30 cm di lunghezza coda esclusa per 2-3 kg di peso, tanto che in alcuni paesi vengono venduti esclusivamente come pesci da laghetto.
Il fatto che così tanta gente sia convinta che un pesce rosso sia un animale destinato a restare piccolino ed a vivere al massimo un paio d’anni la dice lunga sulle condizioni assurde ed ormai date per scontate, in cui vengono detenuti questi animali.
Un discorso assolutamente analogo andrebbe fatto per le popolari ‘tartarughine d’acqua’, spesso abbandonate (con seri danni alla fauna autoctona) al primo rendersi conto di quanto crescano,…
E che dire degli animali ‘da reddito’? Già il termine con cui vengono definiti rende l’idea dei lager degli allevamenti intensivi,…ben vengano le leggi sul ‘benessere animale’, ma probabilmente l’uomo ignora a quale tipo di vita sia costretto gran parte del suo ‘cibo’, animale e vegetale, senza parlare degli animali ‘da laboratorio’ o quelli detenuti nei circhi,…
Concludo il discorso sulla ‘domoterapia trans specie’ con un accenno all’uso del brucia essenze quale mezzo per diffondere energie e molecole benefiche in un ambiente.
Allo scopo è possibile utilizzare rimedi omeopatici, fiori di Bach, ferormoni, oli essenziali,…
Questi ultimi in particolare trovano qui un loro largo impiego in medicina veterinaria, in quanto negli animali non umani altre vie possono talvolta risultare un po’ aggressive.
Eucalipto per febbre e tosse, Lavanda per rilassare, Arancio amaro per energizzare,…sono esempi di come sia possibile utilizzare la via olfattiva (‘spessa’ e ‘sottile’) per favorire il benessere di tutti.
Fonte: megachirottera.blogspot.it