sabato 23 aprile 2016

Trilaterale: il PAS lancia il presidio davanti alle procure

Comunicato Ufficiale Congiunto Aperto a Tutte le Forze Politiche e Singoli Cittadini.
Dopo le ultime dichiarazioni e analisi dell'Avv. Alfonso Luigi Marra contro le opposizioni del parlamento, sterili e discutibili, abbiamo convenuto con il PAS FermiamoLeBanche, di passare a fare i fatti evitando ogni possibile scenografia, fatti che hanno come obiettivo il risveglio delle coscienze del popolo, superando le fittizie opposizioni.
Pertanto ci rivolgiamo con questo comunicato a Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Luigi Di Maio, e tutti i partiti, movimenti, associazioni e Uomini liberi, di prendere posizione netta nel sensibilizzare la magistratura, affinchè intervenga, nell'ambito della funzione che discende dai suoi poteri.
Tutto ciò si può ottenere con un presidio ad oltranza presso tutte le Procure Italiane, se tali forze si uniranno in maniera solidale e determinata in data, Lunedì 23/05/2016.
Nel caso non ci sarà l'adesione di dette forze, il PAS e altri Movimenti si daranno appuntamento, presso la sede della Procura della Repubblica di Roma in Via Mario Amato 13/152 (Piazzale Clodio).
Vedremo se questa volta tutti coloro che si oppongono a questo sistema se saranno presenti...ne daremo comunicazione, nel bene e nel male.
In data 17/04/2016 il Capo dello Stato Sergio Mattarella, il ministro Boschi, il presidente della Rai, Monica Maggioni e numerosi esponenti delle imprese e dell’alta finanza hanno partecipato alla riunione Plenaria della Commissione Trilaterale tenuta a porte chiuse. Nel corso di tale riunione il Presidente Mattarella nel portare i suoi saluti ai presenti ha fatto un’ampia prolusione, non mancando di elogiare la funzione, i fini e le attività di tale benemerita struttura. I più non sanno che la commissione trilaterale è un'associazione privata, fondata nel 1973 da un gruppo di cittadini Nord Americani, Europei e Giapponesi con la finalità, in verità poco chiare, di offrire ai soci un forum permanente di dibattito per approfondire i grandi temi comuni alle tre aree interessate al di fuori dei canali ufficiali.
Ancora una volta assistiamo ad interventi “discutibili” da parte di coloro che dovrebbero rappresentare con imparzialità le istituzioni, ma non è tutto, infatti in un recente passato sono stati posti in essere comportamenti che mal si conciliano con i principi di diritto e con la prassi istituzionale cui dovrebbe uniformarsi la condotta di chi ricopre una funzione pubblica apicale.

Pochi sono a conoscenza che sono state già presentate in varie Procure della Repubblica italiana a cura oltre che dell'Avv. Marra, di cui le prime denunce risalgono nei primi anni 80, dell’Avv. Marco Mori e di altri Avvocati e cittadini comuni degli esposti-denuncia contro quanti hanno ceduto la sovranità nazionale ed hanno privato lo Stato italiano di ogni potere di imperio in determinate materie essenziali per la sua stessa sopravvivenza.
La nostra Costituzione all’art.11 prevede la possibilità di consentire alle limitazioni della sovranità, a condizioni di reciprocità ed uguaglianza con gli altri Stati,
Come dovrebbe essere a tutti noto vi è una notevole differenza tra il concetto di limitazione della sovranità nazionale in condizioni di reciprocità e quello della "cessione di sovranità".
Infatti “limitare” ha il significato di circoscrivere un potere di uno Stato entro determinati ambiti, di non esercitare in un certo settore il potere statale d’imperio, che tuttavia rimane intatto, oppure ancora di esercitarlo con qualche limite in virtù dell’adesione a determinati trattati internazionali.
La cessione di sovranità comporta invece il trasferimento ad un terzo di un potere d’imperio proprio di uno Stato, il quale quindi rinuncia al suo esercizio, perdendo anche autonomia e indipendenza.
Se tale ragionamento è valido sotto il profilo giuridico-costituzionale, appaiono di tutta evidenza illegittimi i Trattati di Maastricht e di Lisbona che prevedono la vera e propria cessione della sovranità monetaria ed economica degli Stati aderenti, in quanto sono in contrasto con le norme costituzionali che prevedono dei “controlimiti” all’ingresso nel nostro ordinamento giuridico delle norme internazionali.
Le competenze attribuite all’UE privano di fatto sia lo Stato italiano, che gli altri stati aderenti all’unione, che è una entità di matrice esclusivamente economica, di ogni autonomia e indipendenza, trasferendo ogni potere economico, tributario (cfr.Legge n. 1/2012 che ha introdotto il pareggio in bilancio nella Costituzione, in tema di "fiscal compact") e monetario, alla BCE, al di fuori da qualsiasi controllo democratico e popolare.
Sarebbe il caso di rammentare a coloro i quali sembrano non averne più conoscenza, il dettato dell'art.1, comma secondo, della Costituzione italiana: "LA SOVRANITÀ APPARTIENE AL POPOLO, CHE LA ESERCITA NELLE FORME E NEI LIMITI DELLA COSTITUZIONE".
Dunque le ipotesi sono due: o la Costituzione non ha più alcun valore, oppure è stata violata da chi invece avrebbe avuto il compito di rispettarla, avendo prestato un apposito giuramento prima di assumere le funzioni pubbliche.
Da quando è stata trasferita all’UE la sovranità economica italiana ed alla BCE quella monetaria, è venuta meno ogni indipendenza nazionale in materia.
Il passaggio successivo dovrebbe essere, secondo i fautori della tesi “meno sovranità nazionale, più Europa” la dissoluzione dello Stato italiano in favore di una artificiosa costruzione di natura esclusivamente economica gestita da burocrati e dai detentori del potere economico.
Si dimentica, da parte dei sostenitori di tali progetti eversivi che i loro comportamenti non sono soltanto illegittimi, ma potrebbero rientrare nell'ipotesi di alto tradimento ed attentato alla costituzione, se provenienti da chi rappresenta l'unità della Nazione, oltre che integrare per tutti i promotori e gli altri autori i seguenti delitti:
- art. 241 c.p. (Attentati contro l'integrità, l'indipendenza e l'unità dello Stato) che punisce la violazione dei precetti costituzionali disponendo: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque compie atti violenti diretti e idonei a sottoporre il territorio dello Stato o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, ovvero a menomare l'indipendenza o l'unità dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni.
La pena è aggravata se il fatto è commesso con violazione dei doveri inerenti l'esercizio di funzioni pubbliche” Articolo così sostituito dall'art. 1, l. 24 febbraio 2006, n. 85, con effetto a decorrere dal 28 marzo 2006.; Il testo dell'articolo era il seguente: «Chiunque commette un fatto diretto a sottoporre il territorio dello Stato o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, ovvero a menomare l'indipendenza dello Stato, è punito con l'ergastolo.
Alla stessa pena soggiace chiunque commette un fatto diretto a disciogliere l'unità dello Stato, o a distaccare dalla madre Patria una colonia o un altro territorio soggetto, anche temporaneamente, alla sua sovranità». Per questa ipotesi criminosa il testo originario comminava la pena di morte.
- art. 243 c.p. (Intelligenze con lo straniero a scopo di guerra contro lo Stato italiano) che punisce: “Chiunque tiene intelligenze con lo straniero affinché uno Stato estero muova guerra o compia atti di ostilità contro lo Stato italiano, ovvero commette altri fatti diretti allo stesso scopo, è punito con la reclusione non inferiore a dieci anni. Se la guerra segue, si applica la pena di morte; se le ostilità si verificano, si applica l'ergastolo”;
-art.246 (Corruzione del cittadino da parte dello straniero) che persegue la condotta del cittadino, che, anche indirettamente, riceve o si fa promettere dallo straniero, per sé o per altri, denaro o qualsiasi utilità, o soltanto ne accetta la promessa, al fine di compiere atti contrari agli interessi nazionali, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con la reclusione da tre a dieci anni e con la multa da 516 euro a 2.065 euro. Alla stessa pena soggiace lo straniero che dà o promette il denaro o l'utilità.
La pena è aumentata:
1) se il fatto è commesso in tempo di guerra;2) se il denaro o l'utilità sono dati o promessi per una propaganda col mezzo della stampa;
- art. 264 c.p. (Infedeltà in affari di Stato) che punisce: “Infedeltà in affari di Stato. Chiunque, incaricato dal Governo italiano di trattare all’estero affari di Stato, si rende infedele al mandato è punito, se dal fatto possa derivare nocumento all’interesse nazionale, con la reclusione non inferiore a cinque anni”;
- art. 294 c.p. (Attentati contro i diritti politici del cittadino) che punisce: “Chiunque con violenza, minaccia o inganno impedisce in tutto o in parte l'esercizio di un diritto politico, ovvero determina taluno ad esercitarlo in senso difforme dalla sua volontà, è punito con la reclusione da uno a cinque anni”.
Nel 2006, due mesi dopo l’approvazione della incostituzionale legge elettorale denominata “porcellum”, il Parlamento ha riformato i delitti contro la personalità dello Stato con la previsione del requisito della violenza.
Tuttavia la riforma del codice penale non ha messo in salvo dalla commissione dei vari reati contemplati nelle norme sopra citate quanti hanno dato corso alle cessioni di sovranità ed alla compressione dell’indipendenza nazionale, perché il concetto di violenza include anche quello di coercizione.
La prova della violenza necessaria ad integrare la fattispecie dei reati contro la personalità dello Stato, va ricercata e individuata nei pesanti condizionamenti e nella selvaggia coercizione messa in atto da Stati stranieri, dai cd. "mercati" e dalle agenzie di rating, che costrinsero l'ultimo presidente del consiglio eletto, Silvio Berlusconi, a presentare le dimissioni al Capo dello Stato.
La violenza, come è noto, non è solo quella fisica, ma anche quella psicologica; una coercizione è sempre violenza.
Ed è probabilmente per questo che Mario Monti, al fine di garantirsi con l’immunità parlamentare, prima di accettare l’incarico di presidente del consiglio, pretese da Napolitano la nomina a senatore a vita e subito dopo pose mano a tutti quei provvedimenti che tanto danno hanno arrecato agli Italiani tutti e continuò ad auspicare la coercizione dei popoli attraverso crisi sempre maggiori onde ottenere cessioni di sovranità.
Non si possono dimenticare i suoi ragionamenti in merito alle cessioni di sovranità: “Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di crisi, e di gravi crisi, per fare passi avanti.
I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario.
È chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale, possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi in atto, visibile, conclamata”.
Si confida che la Magistratura italiana, che per il suo ruolo di garanzia del rispetto delle leggi da parte di tutti e di punizione di quanti le violano, abbia il coraggio, l’autorevolezza e la capacità di accendere un faro su questi delicati aspetti politico-istituzionali che hanno già danneggiato e continueranno a danneggiare gravemente i diritti e gli interessi del Popolo italiano.
Soltanto l’intervento della Magistratura può ormai aiutarci ad uscire da quella che è una vera e propria gabbia europea in cui ci hanno rinchiuso, privandoci di sovranità, autonomia, indipendenza e libertà per effetto di decisioni verticistiche, operate senza che venisse richiesta la preventiva approvazione ed il consenso dei cittadini italiani.
Se ciò avverrà, la Magistratura italiana riaffermerà la sua indipendenza ed autonomia rispetto agli altri poteri e renderà giustizia a tutto il Popolo italiano.
(di Vittorio Boschelli)



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