mercoledì 15 giugno 2016

Pillole taroccate: un affare per il mercato criminale




di Adelaide Conti
E’ attorno al malato e alle sue cure che il mercato criminale fiuta oggi l’affare. Dati alla mano, le nuove frontiere del business sono i farmaci taroccati. A rendere appetibile questo genere di mercato sono i costi astronomici di alcune categorie di pillole. E se prima il mercato criminale puntava unicamente su pillole blu e integratori, oggi l’attenzione si è spostata sui farmaci essenziali: medicine antitumorali, cardiovascolari, contro le malattie psichiatriche o le leucemie. I cosiddetti farmaci salvavita hanno un listino prezzi da capogiro e chi non può farne a meno non ha scelta. Un esempio fra tutti, il Sofosbuvir utilizzato per sradicare il virus dell’epatite C è a carico del Ssn solo per i malati in condizioni già gravissime. Tutti gli altri per evitare l’aggravarsi della malattia dovrebbero pagare qualcosa come 74mila euro. E non è finita qui. In America sono già in commercio i nuovi potenti anti-tumorali che agiscono puntando sul nostro sistema immunitario. Costo di un solo ciclo di terapia 100mila dollari. In Italia si tarda a farli arrivare per evitare che il nostro sistema sanitario crolli. Per non parlare dei farmaci oncologici grazie ai quali alcune case farmaceutiche, veri e propri colossi multinazionali, hanno messo il turbo facendo lievitare la spesa farmaceutica mondiale di 100miliardi di dollari.
Pillole taroccate: un affare per il mercato criminale
Il costo elevatissimo di questi farmaci ha inevitabilmente reso appetibile questo mercato attirando le organizzazioni criminali che stanno facendo affari d’oro smerciando pillole false. Secondo i dati Ocse, il mercato nero dei farmaci muove oramai qualcosa come 200 miliardi di dollari l’anno. Un traffico che viaggia soprattutto on-line. Come dimostrano i numeri resi noti dall’Aifa (Agenzia del farmaco italiana). Su 40 mila farmacie in rete il 99,4% è illegale e un medicinale su due venduto sul web è falso. Una contraffazione che sta prendendo piede anche in Italia. A questo proposito Domenico Di Giorgio, dirigente dell’Unità contraffazione dell’Aifa avverte: “Oggi siamo sicuramente sopra il 3% di persone che dichiarano di acquistare on line i farmaci, quindi almeno due milioni di persone sono esposte a pericolo” – ed aggiunge – “Oggi cominciamo ad avere un problema con i prodotti di nuova generazione, che sono molto costosi e così li ritroviamo su internet. Un business facile perché magari basta piazzare una sola scatola, visto che arrivano a costare 200 mila euro”.
Ma a quali rischi va incontro chi decide di acquistare le pillole taroccate? Vediamo di capire cosa contengono questi farmaci. Nel 32% troviamo acqua fresca, nel 21% un principio sbagliato, nel 20% una quantità non corretta e nell’8,5% dei casi impurità e contaminazioni. E sono proprio questi due ultimi elementi a destare preoccupazione come dimostrato dalla denuncia  dei produttori italiani dei principi attivi: almeno un prodotto su dieci è contaminato. Si tratta di farmaci prodotti dalle grandi industrie, che hanno ricevuto le autorizzazioni dalle autorità competenti ma che contengono principi attivi “impuri”, acquistati a basso costo da Paesi in prevalenza asiatici, dove il massimo del controllo previsto sono le autocertificazioni di chi li produce. «Il mercato europeo è invaso per circa il 70% da principi attivi che provengono da Paesi come Cina ed India dove gli impianti, in gran parte, non sono ispezionati da autorità europee o americane e non è azzardato ritenere che oltre il 10% dei prodotti in circolazione sia composto da sostanze non conformi alle norma di buona fabbricazione europee e non perfettamente rispondenti alle specifiche e al profilo delle impurezze richieste», denuncia Gian Mario Baccalini, Presidente di Aschimfarma (Federchimica, che associa i produttori di principi attivi).
«Di norma – spiega – un principio attivo è puro al 95 per cento mentre circolano confezioni con sostanza pure solo al 70% e che hanno un rischio tossicologico elevato».
Uno scenario decisamente inquietante che aggiunge altre preoccupazioni a chi deve far fronte ai tanti problemi, non ultimi quelli di natura economica, legati ad una condizione di salute precaria.


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