martedì 7 giugno 2016

Un senatore americano (legalmente) in Siria



Il senatore della Virginia Richard Black è fin dall’inizio della crisi siriana uno dei pochissimi politici americani a parlare in difesa della Siria e del suo popolo contro l’aggressione che questa nazione del Medio Oriente sta subendo da quasi sei anni.
Pochi giorni fa ci ha concesso una video intervista di cui qui riportiamo una sintesi.
Il senatore Black ha raggiunto la Siria attraverso il Libano in un suo recente viaggio ed ha incontrato personalità politiche e militari di entrambi i Paesi nel corso di una serie di incontri informali ma non per questo meno importanti. E’ opinione del senatore che sia tempo che il popolo americano sappia che sono stati gli Stati Uniti ad aver iniziato questa guerra di cui in Occidente si conosce solo la versione ufficiale. Non si è trattato di una insurrezione spontanea come i grandi media cercano di farci credere ma di una operazione segreta e codarda lanciata dal governo Americano per sovvertirne un altro, quello siriano, che non era nemico degli Stati Uniti.
E’ rischioso affermare questa ed altre verità connesse, come testimoniano gli strani ma mortali incidenti capitati in Turchia ad alcuni giornalisti coraggiosi o l’incarcerazione di altri più fortunati, ma è una cosa che deve essere fatta.
Riguardo Palmira, che Black ha visitato accompagnato dai militari siriani,  il senatore è stato chiaro: la cosiddetta “coalizione” occidentale non ha fatto nulla per impedire la presa dell’antica città né ha fatto qualcosa dopo per liberarla o difenderla. Così, uno dei più grandi tesori della civiltà umana ha rischiato di essere cancellato via dalla follia distruttiva delle milizie islamiste. Parole molto dure sono state dette dal senatore nei riguardi della Turchia, definita una vera e propria cleptocrazia [presente nel video al min. 5:30] essendo la Turchia ed il governo del dittatore Erdogan[presente nel video al min. 5:50] coinvolti non solo nella guerra ma anche nel furto continuo del petrolio siriano, dei tesori archeologici della Siria e nel traffico di organi umani.
Parole commoventi sono invece state riservate per il soldato russo Alexander Prokhorenko che si è sacrificato durante un’azione militare e per Khaleed al-Asaad, il vecchio archeologo di Palmira che è stato decapitato dagli islamisti dopo un mese di prigionia. E’ stato un grande onore per Richard Black poter stringere la mano al figlio di quest’uomo.
Tra le personalità incontrate dal senatore Black nel corso del suo viaggio, ci sono il generale libanese Aoun, futuro presidente del Libano, ma soprattutto il presidente Assad e sua moglie Asma: una donna incantevole ed amabile, a tratti perfino timida.  L’impressione che Black si è fatto di entrambi è che siano più vicini all’Occidente di quanto si pensi, in totale contrasto con altre coppie presidenziali di quell’area. E’ facile demonizzare qualcuno prima di conoscerlo, difficile dopo averne fatto la conoscenza.
L’intervento russo ha cambiato le carte in tavola, riconosce Black, e lo ha fatto in meglio, per esempio distruggendo tutte le cisterne con le quali i miliziani trasportavano in Turchia il petrolio rubato ai siriani. Non esiste più l’Unione Sovietica con il suo comunismo e quindi l’atteggiamento Occidentale nei confronti della Russia deve cambiare: la NATO, che in origine è stata un’alleanza ammirevole, ora è diventata uno dei più grandi pericoli per la pace [presente nel video al min. 19:00]. La cosiddetta “coalizione”, continua Black, si coordina con l’Arabia Saudita che è uno dei più grandi sponsor sulla Terra del terrorismo internazionale e con la Turchia il cui presidente ha detto di volere il potere di Adolf Hitler [presente nel video al min. 19:35].
Il senatore Black non si capacita di tutto questo: ironicamente, la Russia è diventata il difensore della civiltà umana e dei valori Occidentali. Di più, Assad must not go dice il senatore perché altrimenti in Siria si scatenerà il caos, come in Libia. La Turchia è poi il principale ostacolo ad ogni processo di pace per questa crisi ed il principale sostenitore dei gruppi terroristi. Non ci sono, continua Black, “ribelli moderati”: sono tutti jihadisti viscidi e violenti.
Con le prossime elezioni presidenziali americane vi è la possibilità di un nuovo inizio per gli Stati Uniti e quindi la possibilità di correggere le scelte passate. Ma di certo non con Hillary Clinton alla presidenza: per il senatore Black, la signora Clinton è una dei leader più assetati di sangue che l’America abbia mai avuto [presente nel video al min. 32:30]. Richard Black ricorda il comportamento di Hillary Clinton all’aeroporto di Tripoli, poco dopo la morte di Gheddafi:  “We came, we saw, he died”  e poi è scoppiata a ridere come fosse una strega [presente nel video al min. 33:00].
Gheddafi è stato un problema per l’America, molti anni fa, ma negli ultimi tempi era un buon amico del governo statunitense. Abbatterlo è stato più che un errore e lo stesso sarebbe con il presidente siriano Assad.
La scelta politica obbligatoria per Richard Black sembra quindi essere Donald Trump nella cui agenda trova spazio la normalizzazione dei rapporti tra Occidente, Russia e  Medio Oriente.
L’ultima domanda non poteva che essere sulla Turchia ed il suo presidente, Recep Tayyip Erdoğan che secondo Black è uno degli uomini più pericolosi della Terra, l’uomo che vuole far risorgere l’impero Ottomano, da sempre nemico dell’Europa e della sua cultura.
Vogliamo concludere con una nota personale: l’intervista dura circa quaranta minuti. Non sono pochi e tuttavia pensiamo meriti di essere vista per intero. Riteniamo che essa non sia solo un insieme di suoni ed immagini ma un documento, storico benché recente, di chi poteva tacere di fronte ad una ingiustizia e non lo ha fatto, di chi poteva voltarsi dall’altra parte ed invece ha preferito guardare ed assumersi delle responsabilità.

Video su YouTube: https://youtu.be/wRRB5TKYZJA
Costantino Ceoldo – Pravda freelance


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