lunedì 1 dicembre 2014

Carburante: crolla il prezzo del petrolio, ma quello della benzina aumenta. Ecco perché

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IL PREZZO DEL PETROLIO CROLLA, MA QUELLO DELLA BENZINA RIMANE STABILE. DAL 2015 PREVISTO UN’ULTERIORE AUMENTO. ECCO PERCHÉ.
Mentre prezzi del petrolio continuano a scendere in maniera inesorabile, quelli della benzina rimangono invariati.
La crisi del settore petrolifero non accenna ad arrestarsi, la domanda scende e l’offerta sale. La «colpa» è degli Stati Uniti che spingono sulle trivellazioni, ma anche dell’Opec che, al momento, ha deciso di non reagire e di non applicare quel taglio alla produzione che alcuni speravano.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: il prezzo del petrolio è calato ai minimi da 5 anni: i future sul Light crude scendono di 2,09 dollari a 64,06 dollari, dopo aver toccato un minimo dal luglio 2009 di 63,72 dollari mentre quelli sul Brent cedono 2,20 dollari a 67,96 dollari, dopo aver sfiorato anch’essi un minimo da ottobre 2009 di 67,82 dollari.
A questo punto, a rigor di logica, anche il prezzo della benzina dovrebbe subire un ribasso e comportare un bel risparmio per i cittadini. Ma così non è e il prezzo medio si mantiene stabile a quota 1,7 euro al litro a fronte degli 1,2 euro di 5 anni fa, il 29% in più. Secondo i calcoli di Federconsumatori sarebbero 12 i centesimi di troppo sul prezzo attuale della benzina e addirittura 17 su quello del gasolio

Il perché è presto detto: Accise, Iva, andamento del cambio, costi di raffinazione e via dicendo. Ma andiamo con ordine.
In Italia è ormai chiaro come il sole che i prezzi al consumo siano totalmente slegati da quelli sulle materie prime. Parlando della benzina, negli ultimi 5 anni il costo industriale è aumentato di circa il 46%, da 0,47 a 0,68 euro al litro
Allo stesso tempo, l’IVA è salita, così come le accise che hanno fatto segnare un +29%.
Il risultato è quindi palese: a pesare sul prezzo della benzina non è il costo delle materie prime, bensì le tanto adorate tasse. Ma oltre il danno arriva anche la beffa, perché con ogni probabilità, nonostante il crollo del settore petrolifero e il conseguente ribasso dei prezzi, in Italia il costo della benzina continuerà a salire.Nel 2015 potrebbe infatti arrivare un’ulteriore aumento delle accise, pari a 8 centesimi al litro. Il motivo? Ovviamente lo Stato ha bisogno di soldi e i carburanti sono sempre il modo più semplice per ottenerli (almeno secondo i nostri amministratori).
Sulla questione è intervenuta anche Federconsumatori Nazionale che, attraverso un comunicato, afferma:
È indispensabile che il Governo intervenga prontamente per porre fine a questa situazione. Non è tollerabile questa lentezza nell’adeguamento dei prezzi, che avviene subito al rialzo e quasi mai al ribasso.
Su tali aumenti pesano anche le decisioni del Governo. È impressionante osservare, infatti, come sia aumentata l’accisa rispetto a 4 anni fa: passando da 0,56 cent al litro a 0,73 Euro al litro (per la benzina).
Per questo è fondamentale avviare misure tese al calmieramento dei prezzi, attraverso la completa liberalizzazione del canale di distribuzione e l’ampliamento della rete no-logo (presso la quale si risparmiano anche 8-9 centesimi al litro). È necessario inoltre evitare categoricamente qualsiasi nuovo aumento delle accise.
Fonte: forexinfo.it
Tratto da: morasta.it 


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