sabato 6 dicembre 2014

ERASMUS AD ATENE

DI PANAGIOTIS GRIGORIOU
greekcrisis.fr

L’inverno europeo continua e si manifesta incontestabilmente in Grecia. Lunedi 17 novembre, durante le manifestazioni commemorative della rivolta degli studenti contro l’altra dittatura, quella del 1973, alcun poliziotti hanno deliberatamente attaccato i manifestanti al grido di “siete venuti alla manifestazione, eh?… morirete!!”. Anche uno studente tedesco dell' Erasmus è stato violentemente aggredito dai “nostri” poliziotti-pretoriani, per il semplice fatto che quel lunedì sera si trovava nel posto sbagliato: in Grecia.

Un paese che ormai non è più democratico (e non lo è più nemmeno in maniera relativa) e nel quale – per ammissione della Commissione Europea – il rispetto o il non rispetto dei diritti fondamentali non dipende che dal governo. In altri termini, la Carta dei diritti fondamentali, che garantisce una serie di diritti personali, civili, politici, economici e sociali ai cittadini dell’UE, non è più valida per i paesi sotto la legge della Troika e del suo «memorandum». 

La stampa ha diffuso la foto di questo studente tedesco (o secondo altre fonti svedese, ma al momento è impossibile verificare), un giovane che ha usato le iniziali “Ni Ls” per il suo account facebook e che protesta con rabbia raccontando la disavventura avuta con la polizia greca durante il suo Erasmus: “Che razza di paese è questo, nel quale bisogna avere paura della polizia?” si chiede il ragazzo.

Apories... de l'étudiant allemand frappé par la police grecque. Athènes, le 17 novembre 2014

Les encadrements du 17 novembre 2014

È evidente a tutti lo slittamento dallo Stato di diritto allo Stato di polizia. Al di là del carattere “sensazionalistico” della foto del giovane studente, una parte della stampa greca crede (non senza ragione) che essa esprima lo spirito del momento o, quanto meno, di una buona parte della popolazione. 

“I poliziotti proteggevano l’Assemblea Nazionale come se si trattasse di proteggere un altro Stato, e per giunta uno Stato nemico”, sottolineava un manifestante lunedì sera. E tutti quanti concordavano: bisogna dire che c’erano circa centomila manifestanti ad Atene nella sera del 17 novembre, ai quali vanno aggiunti quelli di Salonicco, Patrasso e altre città. 



Antónis Samarás et son chien de “MAT”. “Quotidien des Rédacteurs”, le 15 novembre 2014

Touristes et hommes des “MAT” devant l'Université. Athènes, novembre 2014

Il lugubre Antònis Samaràs [premier greco, N.d.T.] è disegnato dalla satira di sinistra come un uomo tenuto al laccio dai suoi padroni della Troika, mentre a sua volta tiene al laccio il suo braccio esecutivo, vale a dire le unità antisommossa MAT della polizia greca, rappresentate con l’immagine animalesca di un cane. 

Quasi per coincidenza, l’altra notizia della sera del 17 novembre è stata quella dell’ultimatum che la Troika ha lanciato al governo greco: 48 ore per piegarsi – per l’ennesima volta – ad una prossima versione del memorandum… sempre più approfondito e distruttore dei diritti e delle vite umane. Dal canto suo, Bloomberg sentenzia: “Greek Bailout Review Stalls as Troika Demands Final Steps”.

La Grèce... face à l'UE. “Quotidien des Rédacteurs” du 13 novembre 2014
Non c’è più mistero sulla natura di questo «step finale» e sulle soluzioni amministrate a dosi massicce di mitridatizzazione. Un amico scrittore mi dice che ormai nei caffè ateniesi ci si domanda se con Samaràs non si sia toccato il fondo, con il peggior politico dal 1945, per non dire dal 1821 (l’anno della Rivoluzione e dell’Indipendenza greca). È per questo che la maggior parte della stampa, anche quella più allineata come «To Vima», sta gradualmente abbandonando il governo. 

Samaras resterà solo, circondato dai suoi consiglieri e ministri sempre più di estrema destra, per lasciare poi ai successori queste unità antisommossa MAT, aggressive, incontrollabili e apertamente vicine ad Alba Dorata. Tutto ciò sotto impulso dell’UE, ufficialmente democratica e pluralista, in realtà la più grande truffa dal 1945 ad oggi, nella storia del (troppo) vecchio continente.

Le lugubre Samarás à travers la presse grecque. Novembre 2014


Lo «step finale» e le soluzioni amministrate significano anche il coma. Lo sa bene il nostro concittadino Artémis Roussounélos, portato in condizioni molto critiche all’Ospedale Generale dell’Isola di Syros il 15 novembre. Padre di tre bambini e affetto da diabete di tipo 1, venerdì scorso l’azienda elettrica gli ha tagliato la luce nella sua abitazione della regione di Dili. Peccato che questo significhi per lui mettere a repentaglio la sua vita: le iniezioni di insulina devono essere conservate in frigorifero, altrimenti diventano inutili o peggio dannose, se utilizzate.

 
Piuttosto che farsi un’iniezione di insulina “inutile”, Artémis Roussounélos aveva tentato di suicidarsi con il figlio di sei mesi in braccio saltando giù dal tetto di casa. Una donna l’ha convinto a scendere all’ultimo minuto. Disperato ormai da giorni, aveva chiesto aiuto dappertutto ma senza esito. Deve 3200 euro all’azienda elettrica. “La sua situazione è tragica, alla fine è stato trasportato qui all’ospedale, ma ormai è in coma”, ha dichiarato sua suocera Marcella.


Artémis Roussounélos dans le coma. Le 16 novembre 2014

Senza dubbio i turisti che nella prossima stagione verranno in Grecia non sentiranno la mancanza, ormai probabile, di Artémis o di chiunque altro, quando verranno a visitare Syros o le nostre altre belle località soleggiate.
 
L’altro giorno, parlando con Yorgos Vichas, cardiologo e fondatore dell’Ambulatorio sociale e solidale metropolitano di Ellinikon, ad Atene, dicevamo che sarebbe necessario un tribunale internazionale per chiedere conto agli attuali politici, in Grecia come altrove (compresa la Commissione Europea), di questo genere di crimini, così come dei suicidi disposti dalla Troika.

Atene come Norimberga.
Athènes, novembre 2014

Panagiotis Grigoriou
 
Fonte originale: :  greekcrisis.fr


Fonte: comedonchisciotte.net Traduzione a cura di MARTINO LAURENTI


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