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martedì 3 gennaio 2017

Grecia: i pazienti muoiono, ma lo Stato non ha soldi. Grazie austerity!



La Grecia è ormai al collasso e la permanenza nell’Euro sta portando la nazione sull’orlo del baratro. Mancano i soldi anche per le analisi del sangue e i pazienti muoiono per interventi di routine.

L’austerity ha ormai messo in ginocchio la Grecia, che da anni arranca e cerca di non cadere nel baratro di disperazione da cui non riesce ad uscire. La crisi non accenna a rallentare e le finanze pubbliche sono ormai ridotte all’osso.
Dopo sette anni di politiche di austerity anche gli ospedali arrivano al collasso e le strutture sanitarie non hanno più soldi.
L’inchiesta svolta del The Guardian mostra chiaramente come la Grecia sia ormai alla disperazione, causata da politiche economiche errate. Le strategie di austerità non hanno infatti funzionato, portando invece il paese a dover sopportare una crisi profonda.
Crisi che adesso intacca anche il sistema sanitario e potrebbe portare a tremende ripercussioni per il Paese: l’aumento della mortalità.
La situazione sembra infatti ad un punto di non ritorno e le strutture sanitarie non sembrano avere i mezzi, né finanziari né di altro genere, dal momento che nelle strutture si cominciano ad avere carenze di personale, macchinari e attrezzatura.
Una situazione che sta portando la Grecia a diventare più vicina ad un paese del terzo mondo, invece che ad un Paese europeo. Nel caso in cui non si riuscisse a trovare una soluzione le ripercussioni potrebbero essere pesanti e a farne le spese sarebbero solo i cittadini.
Ecco cosa emerge dalle ricerche svolte dal The Guardian, che ci mostra uno spaccato inquietante.

L’austerità in Grecia non conosce tregua

Nel 3.200 a.C. in Grecia sorge il primo insediamento civilizzato nella storia europea, si cominciano a sviluppare le prime tipologie di arte e codificazione della cultura. Nel 3.200 a.C. insieme alla Grecia nasceva la cultura e l’umanità si cominciava ad innalzare dal suo stato bestiale, divenendo così uomo.
Nel 2017 la Grecia è invece un Paese sottosviluppato, dove le persone muoiono perché i soldi per la spesa sanitaria sono stati tagliati. L’Euro e le politiche di austerità sono riuscite in ciò che nessun altro popolo barbaro è riuscito ad attuare: distruggere la culla della cultura antica e moderna.
I dati che emergono sulla sanità in Grecia sono infatti agghiaccianti e ci mostrano un paese distrutto dalla crisi. La spesa sanitaria negli ultimi anni è stata diminuita a tal punto che ora è 1/3 per abitante, rispetto all’inizio della crisi.
In Grecia si muore per l’austerity e non è un modo di dire, ma una dichiarazione che arriva da Michalis Giannakos, direttore della Panhellenic Federation of Public Hospital Employees.
Giannakos afferma che ormai negli ospedali della Grecia si muore (dice testualmente al The Guardian, “Our hospitals have become danger zones”.), perché non ci sono i mezzi per curare chi si ammala.
I pazienti potrebbero essere curati, ma mancando il personale, le attrezzature e i medicinali non si può fare nulla.
Le condizioni igenico sanitarie cominciano così a risentire della situazione e i dati dell’European Centre for Disease Prevention and Control mostrano uno sfacelo senza precedenti:
  • 10% dei pazienti negli ospedali greci rischia di contratte infezioni;
  • le morti per infezioni di questo tipo si stima abbiano ucciso 3.000 pazienti nell’ultimo periodo.
Un disastro che viene confermato anche da Giannakos,che riporta una situazione al limite dell’assurdo. Ogni 40 pazienti c’è un infermiere, i reparti di terapia intensiva continuano a perdere letti, arrivando a tagli 150 posti rispetto al 2011.
In Grecia si comincia così a morire per gli interventi di routine.
Giannakos, alle colonne del The Guardian, spiega come la settimana precedente una donna sia morta dopo un semplice intervento ad una gamba. L’infezione contratta in ospedale è stata infatti la causa del decesso.

Sulla sanità greca pesa la crisi e l’austerity

Le infezioni sono ormai all’ordine del giorno, mostrando una situazione che non si riscontra neanche negli ospedali da campo. Nelle strutture manca spesso il sapone antisettico, quindi i medici non possono lavarsi prima dell’intervento, ma anche se ci fosse il carico di lavoro non lo permetterebbe.
I pochi medici hanno infatti così tanti impegni che non hanno il tempo per lavarsi e spesso iniziano le operazioni senza averlo fatto.
Lo stesso avviene per la preparazione delle camere, dove più pazienti passano per lo stesso letto, senza che vengano cambiate le lenzuola. Una situazione che porta a contrarre infezioni e all’aumento del tasso di mortalità.
Nessun paese in Europa ha subito una pressione fiscale e una stretta alle finanze pubbliche come quella che è avvenuta in Grecia. Per i 300 miliardi che sono arrivati dal fondo salva stati le ripercussioni sono state tremende:
  • taglio della produzione del 25%;
  • corrosivi tagli alla spesa pubblica;
  • 25.000 licenziamenti solo nella sanità pubblica;
  • spesa sanitaria che passa dal 9.9% del Pil all’attuale 4.7%.
Oltre 2.5 milioni di Greci si trova così senza assistenza sanitaria e a doversi rivolgere alle strutture private per le più semplici analisi. Molti ospedali non effettuano più le analisi del sangue, dal momento che i testi di laboratorio sono troppo costosi. 
La maggior parte delle macchine per le radiografiche e le tac non hanno i pezzi di ricambio e non possono esser quindi utilizzate.
La sanità pubblica, dice Yiannis Papadatos, dottore intervistato dal The Guardian, si regge in piedi grazie alle donazioni. La maggior parte delle macchine sono infatti state donate, il personale lavora spesso senza essere pagato per le sue ore di straordinario e la sanità pubblica procede, sebbene con molti problemi, grazie ai soldi di benefattori e privati.

Sistema sanitario greco: il peggio deve ancora venire

La crisi peggiore sembra però ancora da affrontare, dal momento che a breve mancheranno gli specialisti. Il paese non ha opportunità per i giovani medici, che si trovano costretti ad emigrare, andando in Gran Bretagna o in Germania.
I giovani laureati non hanno prospettive di crescita né nel settore pubblico né nel privato e così emigrano. Ciò negli anni porta ad un impoverimento senza precedenti, ad una mancanza estrema di risorse e nuovi studenti.
Il sistema sanitario della Grecia potrebbe quindi ben presto arrivare al collasso totale, non solo per la carenza di mezzi.
Fonte: forexinfo.it

venerdì 19 settembre 2014

L'Italia come la Grecia. Il FMI ordina all’Italia di tagliare su pensioni e sanità!


La spending review e’ uno ”strumento importante”, ma le analisi suggeriscono che ”ulteriori risparmi saranno difficili senza affrontare l’elevata spesa per le pensioni”. Lo afferma il Fmi  nell’Article VI sull’Italia, sottolineando che ci sono spazi per migliorare anche la spesa sanitaria. “L’Italia resta ”vulnerabile a una perdita di fiducia del mercato” e al ”contagio finanziario”. Per questo l’Italia potrebbe anche essere ”fonte di contagio per il resto del mondo”.
Il Fmi promuove l”’agenda ambiziosa di riforme” del premier Matteo Renzi. ”La loro risoluta attuazione e’ essenziale per creare lavoro, aumentare la produttivita’ e aumentare il potenziale di crescita” afferma il Fmi. ”Attuare le riforme strutturali simultaneamente e genererebbe significate sinergie di crescita”. ”Un ulteriore aggiustamento rispetto ai piani delle autorita’ (fino allo 0,5% del pil a seconda della forza della ripresa) aiuterebbe a raggiungere un piccolo surplus strutturale nel 2015”. Lo afferma il Fmi nell’Article VI sull’Italia. Lo 0,5% del pil equivale a una correzione di circa 7,5-8 miliardi. Il Fmi, che spiega che l’Italia deve ”muoversi rapidamente sulle riforme”. Bene l’idea di un ”singolo contratto di lavoro”. ”Con il 70% dei nuovi contratti a tempo determinato, ulteriore flessibilita’ ai margini fa poco per ridurre dualita’ e spingere investimenti”. La legge elettorale e’ importante per la crescita perche’ aiuta il sostegno e l’attuazione delle riforme. Lo afferma il Fmi nell’Article Iv sull’Italia, annoverando la riforma della giustizia e del lavoro le altre centrali per l’Italia.


Fonte: http://www.imolaoggi.it/2014/09/18/il-fmi-ordina-allitalia-di-tagliare-su-pensioni-e-sanita/
Tratto da: http://terrarealtime.blogspot.it/2014/09/litalia-come-la-grecia-il-fmi-ordina.html


LEGGI ANCHE: Grecia: ormai è generazione 300 euro


mercoledì 9 aprile 2014

Paul Murphy, l'eurodeputato che aveva previsto TUTTO (e fu censurato)



L'europarlamentare del Socialist Party Irlandese Paul Murphy sfida il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi sul tentativo della BCE di rendere le classi lavoratrici europee ostaggio dell'austerità.

Questo discorso pronunciato da Paul Murphy risale al 2011 e prende spunto dalla lettera che Draghi inviò a Tremonti, che varò immediatamente una manovra finanziaria da 50 miliardi, per poi passare il testimone, pochi mesi dopo, a Mario Monti. 

L'intervento risale, in pratica, al periodo in cui i poteri forti europei - UE-Troika-BCE - hanno imposti i governi di Monti e Papademos a Italia e Grecia, dando inizio alla pesantissima austerity: è stato a dir poco profetico.

OVVIAMENTE FU CENSURATO DA TUTTE LE TV ED I GIORNALI ITALIANI...


 
Staff nocensura.com

http://www.nocensura.com/2014/04/paul-murphy-leurodeputato-che-aveva.html

lunedì 31 marzo 2014

Voto inutile, D’Andrea: la truffa delle europee 2014

Vi hanno raccontato che queste elezioni europee saranno decisive per il futuro del continente prostrato dall’austerity? Sperare di cambiare le cose con il voto di maggio è una pia illusione, sostiene Stefano D’Andrea, perché chi esibisce propositi bellicosi contro Bruxelles in realtà non ha un vero programma, e perché – soprattutto – il Parlamento Europeo non conta niente. Boicottare le elezioni? Non occorrono appelli: l’astensionismo è in crescita costante. Se non altro, scrive D’Andrea su “Appello al popolo”, rinunciare alle urne può contribuire a delegittimare ulteriormente l’Unione Europea, in attesa che si “estingua” da sola, nell’unico modo possibile: cioè l’uscita unilaterale di uno dei paesi-cardine, come la Francia di Marine Le Pen o l’Inghilterra, che ha già messo in agenda un referendum per scegliere se restare o meno nell’istituzione comunitaria.
Se appare ormai evidente l’insostenibilità economica e democratica dei trattati-capestro europei, da Maastricht al Fiscal Compact, il blogger ricorda Alexis Tsiprasche «sono gli Stati dell’Unione che possono modificare i trattati, non i cittadini attraverso i loro rappresentanti eletti in Parlamento», che ha poteri paragonabili a quelli del collegio sindacale di un’azienda, non certo dell’assemblea degli azionisti. Per l’approvazione del bilancio annuale dell’Ue, Strasburgo «non ha effettivi poteri, perché la richiesta unanimità dei membri del Consiglio impone di trovare l’accordo a livello intergovernativo». Idem per la funzione legislativa: «La regola è che “un atto legislativo dell’Unione può essere adottato solo su proposta della Commissione, salvo che i Trattati non dispongano diversamente”. Quindi il Parlamento “legifera” ma ha una limitata iniziativa: in linea di principio legifera su impulso della Commissione. E comunque quando legifera, lo fa per per attuare i trattati».

martedì 25 marzo 2014

ALLUCINANTE! Grecia. Arrestata malata di Alzheimer di 90 anni per evasione fiscale

Se in Italia l'inquisizione fiscale è arrivata al punto di disporre accertamenti anche su chi è stato costretto dalla chemioterapia a lavorare meno del solito, con i conti correnti passati sotto la lente di ingrandimento, redditometro ed equitalia pronta a distruggere le famiglie pur di esercitare pressione e recuperare soldi, in Grecia grazie alle riforme volute dalla Troika se la passano ben peggio: QUESTO è CIO' CHE POTREBBE ACCADERE IN ITALIA nei prossimi anni, poiché che la crisi si acuirà ulteriormente è scontato, vista la situazione, ed i governanti per nascondere le VERE cause cercheranno di deviare l'attenzione sull'evasione, alimentando la "guerra tra poveri" e le tensioni sociali...

Staff nocensura.com
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Grecia. Arrestata malata di Alzheimer di 90 anni per evasione fiscaleUn paese sempre più lontano dalla realtà
Una donna di 90 anni malata di Alzheimer è stata la protagonista di un'incredibile storia in una Grecia sempre più lontana dalla realtà. In una notte di febbraio, riporta la vicenda il blog KTG il 3 marzo scorso, è stata arrestata a causa di una presunta evasione da 5 mila euro, a cui gli inquirenti sono arrivati tramite un'indagine sui conti dei familiari.

Invece di portare la paziente di Alzheimer a casa in un luogo a lei sicuro, la polizia doveva applicare la nuova legge che prevede la detenzione e il processo penale. L'incredibile arresto si è dunque compiuto. Solo il giorno seguente, continua KTG, i parenti sono stati informati della detenzione e hanno trovato la donna in uno stato di attacco di panico nella cella della stazione di polizia, per poi scoprire come come non avessero il diritto di portare la donna a casa, dato che doveva apparire davanti al Procuratore.

Alla tv Mega TV, una nipote della donna ha spiegato tutta la vicenda e denunciato come la nonna fosse caduta dal letto durante la notte e avesse riportato alcune ferite. Solo dopo diverse insistenze da parte dei parenti, la donna è stata trasferita in una clinica psichiatrica pubblica dove è stata ricoverata per dieci giorni sotto sorveglianza della polizia. Solo dopo che l'ospedale ha confermato la malattia, la donna è potuta tornare a casa e i lProcuratore ha aggiornato il processo a aprile.

Anche una paradossale multa da 100 euro è stata imposta alla donna, rea di non aver risposto in tempo per e-mail alle richieste dell'ufficio delle tasse. Per la nuova legislazione del ministero delle finanze greco non è possibile non avere un account e-mail, ma non ci sono leggi, conclude KTG, che proteggano i diritti dei pazienti di Alzheimer.


Fonte: lantidiplomatico.it

Tratto da nocensura.com

domenica 23 marzo 2014

E’ in arrivo la maxi-tassa per l’Europa: mille euro all’anno per persona per vent’anni L’ultimo mostro targato UE


E’ in arrivo la maxi-tassa per l’Europa: mille euro all’anno per persona per vent’anni

L’ultimo mostro targato UE: il Debt Redemption Fund (Fondo di Redenzione del Debito)


Altro che le buffonate del berluschino fiorentino! Altro che l’altra Europa dei sinistrati dalla vista corta! E’ in arrivo sul binario n° 20 (anni) un trenino carico di tasse targate Europa. Ma come!? E le riduzioni dell’Irpef dell’emulo del Berluska? Roba per le urne, che le cose serie verranno subito dopo.



Di cosa si tratta è presto detto. Tutti avranno notato lo strano silenzio della politica italiana sulFiscal Compact, quasi che se lo fossero scordato, magari con la nascosta speranza di un abbuono dell’ultimo minuto, un po’ come avvenne al momento dell’ingresso nell’eurozona per i famosi parametri di Maastricht.



Ma mentre i politicanti italiani fingono che le priorità siano altre, a Bruxelles c’è chi lavora alacremente per dare al Fiscal Compact una forma attuativa precisa quanto atroce. Anche in questo caso, come in quello dell’italica Spending Review, sono all’opera gli “esperti“: undici tecnocrati di provata fede liberista, guidati dall’ex governatrice della banca centrale austriaca, la signora Gertrude Trumpel-Gugerell. Entro marzo, costoro dovranno presentare al presidente della Commissione UE, Barroso, le proprie proposte operative. Poi arriverà la decisione politica, presumibilmente dopo il voto degli europei che di quel che si sta preparando niente devono sapere, specie se sono cittadini degli stati dell’Europa mediterranea.

Europa, votate tranquilli, il massacro arriva dopo


i-massacri-sociali-e-colpa-di-excel-L-2E4ZHiAllo studio di Bruxelles il prelievo forzoso delle entrate tributarie per pagare il fiscal Compact
A scanso di sorprese “populiste” o comunque sgradite nelle urne, l’Europa bancocentrica cerca di mettere a punto le linee guida dei massacri futuri prima delle elezioni: il trattato transatlantico destinato a togliere sovranità agli stati per conferirla alle multinazionali, ma anche un nuovo strumento destinato a garantire l’osservanza scrupolosa del fiscal compact, che com’è noto opererà dal 2015. Una nuova inquietante sigla di questa inquietante Ue: si chiamerà Debt o European Redemption Fund e sarà destinato appunto a redimere i vari Paesi facendo confluire nelle sue casse i debiti di ogni Stato che eccedono il 60% in rapporto al pil. Naturalmente si tratta di un programma ventennale che vedrà pure l’emissione di titoli da immettere sul mercato.
Ma naturalmente qualche stato si potrebbe trovare in difficoltà a pagare cifre che per l’Italia, allo stato attuale, sarebbero intorno ai 1100 miliardi, pagabili in tranche di circa 55 -50 miliardi l’anno fino al 2035. Magari qualche governo potrebbe pensare di non adempiere all’obbligo, pressato dalle proteste popolari (naturalmente populiste), potrebbe anche pensare di diventare euroscettico, il peccato che nei confessionali della politica ha sostituito quello di appropriazione indebita. Tanto più che dal 2016 – sempre per effetto del fiscal compact e patti correlati – il deficit di bilancio non dovrà più essere contenuto entro il 3% ma non potrà sforare più dello 0,5%,  cosa che aggiunge al massacro il colpo di grazia. E allora ecco l’idea geniale: il nuovo organismo preleverebbe automaticamente e forzosamente un ventesimo delle entrate fiscali di ciascun Paese, bypassando completamente gli stati e di fatto sottraendo loro risorse tali da rendere impensabile qualsiasi reale politica di bilancio, ma anche la possibilità di far fronte ad eventuali emergenze o necessità di rilancio o  redistribuzione del reddito. Una sottrazione di sovranità del tutto inedita che non si è vista nemmeno dopo le guerre perse, ma della quale nemmeno si parla pur potendo avere conseguenze disastrose e di fatto ne ha già con l’instaurazione di un’oligarchia di fatto destinata a gestire il governo della finanza.

sabato 22 marzo 2014

“L’austerità è peggio della guerra in Vietnam”, l’ex segretario del Lavoro Usa Reich

“L’austerità è peggio della guerra in Vietnam”, l’ex segretario del Lavoro Usa Reich Non usa mezzi termini Robert Reich, ex capo del Dipartimento del Lavoro dell’amministrazione Clinton, per condannare le tanto odiate e nocive politiche di smantellamento dello stato sociale. Reich, intervistato dal Guardian, ha paragonato l’austerity al conflitto vietnamita: “Un disastro, si vorrebbe salvare l’economia uccidendola”, ha quindi sentenziato lo storico esponente democratico.
Ma i punti deboli della logica austerica – come l’ha definita Paul Krugman – non finiscono qui: “E’ inammissibile che gli effetti di queste politiche abbiano ricadute sfavorevoli sulla popolazione più debole e non sulla fetta che detiene la maggior parte della ricchezza mondiale”, ha aggiunto Reich, che ha preso a esempio negativo il Regno Unito di David Cameron, reo di non avere compreso la fragilità dell’attuale momento economico: “Bisogna puntare su politiche fiscali più coraggiose, anche perché la ripresa è possibile soltanto incrementando i consumi delle classi medio-basse e con gli investimenti nei beni pubblici”.

lunedì 17 marzo 2014

La Bce detta l'agenda dell'austerità: Nuove manovre entro 2016

I paesi membri non abbassino la guardia sul risanamento dei conti: per centrare gli obiettivi del Patto di Stabilità servirebbero nuove manovre nel 2015-16. Sono le parole forti e chiare lanciate dagli analisti della Bce in un articolo pubblicato sull'ultimo Bollettino mensile dell'istituto. «È necessario ma è anche probabile che entro il 2016 la maggior parte dei governi adotti ulteriori interventi di risanamento», si legge nel testo. «Serve infatti ulteriore impegno nel riequilibrio dei conti per ripristinare finanze pubbliche solide nell'area dell'euro. In assenza di tale riequilibrio - si legge nel testo - vi è il rischio di ricadute negative sui titoli di Stato. Inoltre, le ulteriori possibili conseguenze avverse sul clima di fiducia potrebbero ostacolare la ripresa dell'economia». Gli analisi si basano su ipotesi che includono tutti i provvedimenti già approvati dai parlamenti nazionali, o che sono stati definiti in sufficiente dettaglio dai governi e probabilmente supereranno l'iter legislativo. «Per la maggior parte dei paesi le misure considerate nello scenario di base delle proiezioni - si sottolinea - non bastano a realizzare il risanamento richiesto nel quadro del meccanismo correttivo e di quello preventivo del Patto di stabilità e crescita».

sabato 30 novembre 2013

Perché non infuria la protesta contro l'austerità ?

Su MainlyMacro ci si chiede perché in Gran Bretagna non ci sia un forte dibattito nell'opinione pubblica sull'austerità (ma la stessa domanda si pone  anche da noi e negli altri paesi periferici...): forse perché manca qualcuno che guidi il dibattito, e i media lo oscurano? 


Janan Ganesh ha pubblicato un articolo sul Financial Times di oggi che mi ha fatto talmente arrabbiare che non mi resta che scriverci su, anche se forse dovrei lasciar perdere. Il tema di questo articolo verte su quanta maturità abbiano dimostrato gli inglesinell'accettare l'austerità. Per citare : "Per i paesi minacciati dalla simbiosi di sofferenza economica e turbolenze politiche, la Gran Bretagna ha delle lezioni da impartire. "

Certo io la vedo piuttosto diversamente. L'austerità è o un grande errore tecnico, o una truffa politica. Secondo delle stime moltoprudenti del OBR, l'austerità è già costata circa il 5% del PIL del Regno Unito. Che è una quantità enorme di soldi sprecata: risorse che avrebbero potuto essere utilizzate per produrre beni e redditi di cui tutti avrebbero potuto godere, ma che sono rimaste inutilizzate come conseguenza dell'azione del governo. Naturalmente questo costo non è stato ripartito equamente, e per alcuni è stato molto più alto.

giovedì 28 novembre 2013

Sisa, la super-devastante droga che dilaga nella Grecia della Troika

A cura di Nocensura.com

Ieri Le Iene hanno trasmesso un servizio sulle condizioni di estremo degrado in cui vivono i cittadini greci più poveri, quelli che hanno perso la casa vivono in strada, dove da un paio d'anni si sta diffondendo a macchia d'olio una devastante droga sintetica, derivata dall'acido delle batterie: la sisa.

Una droga che genera violenza, e devasta, nel giro di pochi mesi, il corpo e la mente di chi la assume.

Il servizio delle Iene potete guardarlo QUI sul sito di Mediaset.

Sullo stesso argomento, ovvero la povertà dilagante in Grecia, il forte aumento dei senzatetto che vivono in strada e sull'uso della droga sopracitata, vi consigliamo di guardare il documentario che vi proponiamo di seguito: MOLTO PIU' COMPLETO di quello delle Iene.

Mentre il servizio delle Iene, pur interessante, si concentra sulla droga, questo illustra il degrado sociale che ha condotto a questa situazione; spiega come tantissime persone che hanno perso tutto siano finite in strada, e il trattamento che ricevono a quel punto dalle autorità.

Il governo di Atene ha fortemente ridotto gli stanziamenti per i poveri, e questo si è tradotto in minore assistenza ai senzatetto: abbandonati praticamente a se stessi, e anzi, trattati come un PROBLEMA. Chi non è tossicodipendente e finisce a vivere in strada, molto spesso, lo diventa; e in breve, contrae qualche malattia.

La Polizia nei mesi scorsi ha iniziato a fare, su ordine del ministero, veri e propri "rastrellamenti", per confinare i poveri nelle periferie: dove passano inosservati agli occhi degli altri cittadini...

Se avete guardato il servizio delle Iene e vi è piaciuto, non perdetevi Sisa: la cocaina dei poveri documentario in inglese, sottotitolato italiano. Durata: 30 minuti circa.

Sisa: la cocaina dei poveri - Parte 1
- Sisa: la cocaina dei poveri - Parte 2


PS: In chiusura, nella seconda parte del documentario, l'autore si chiede se questo sia "il destino dell'Italia e delle altre nazioni colpite dall'austerity"...

Alessandro Raffa per nocensura.com


Fonte: nocensura.com

mercoledì 29 maggio 2013

Ocse "Italia in recessione a causa dell'austerity, peggio del previsto nel 2013"

(AGI) - Roma, 29 mag. - L'Italia "restera' in recessione per tutto il 2013 a causa degli effetti sull'attivita' economica del consolidamento fiscale e della stretta sul credito". E' quanto prevede l'Ocse nel suo Economic Outlook. "L'occupazione e le ore lavorate", prosegue, "continueranno a calare, pesando sui bilanci delle famiglie e sulla spesa per consumi".

Nonostante le ricapitalizzazioni, sottolinea l'organizzazione di Parigi, il settore bancario non riuscira' a sostenere gli investimenti e i consumi a causa dei bilanci in perdita. Nei dettagli, l'Ocse prevede per l'Italia un Pil in calo dell'1,8% nel 2013 e in crescita dello 0,4% l'anno successivo. "La bassa crescita e la debolezza delle banche interagiscono per prolungare la recessione", tira le somme l'Ocse che rileva pero' un "miglioramento della competitivita'" legato da una parte al "rallentamento della crescita dei salari" e "ai costi unitari del lavoro che iniziano a migliorare". E dall'altra al "rafforzamento della competitivita' sui prezzi" degli esportatori, causato dalla riduzione dei margini di profitto.
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