L'impegno a soddisfare tali requisiti si riflette ampiamente negli obiettivi di bilancio delineati dai governi nelle leggi di bilancio o nei progetti di documenti programmatici di bilancio per il 2014, spiegano gli analisti della Bce. Tuttavia, «gli interventi tesi al raggiungimento di tali obiettivi spesso mancano oppure non sono sufficientemente precisati nel dettaglio e, pertanto - si legge - non se ne tiene conto nello scenario di base delle proiezioni, in particolare per il 2015-2016, periodo che non è compreso nelle manovre di finanza pubblica e nelle leggi di bilancio di gran parte dei paesi». Il punto è dunque il «divario» fra gli obiettivi di bilancio dei governi e lo scenario dei conti pubblici utilizzato per le proiezioni. Ma non solo, gli analisti rilevano «incertezze» nei target di finanza pubblica fissati dai governi con la probabilità di ulteriori interventi di risanamento. In base a queste premesse, per «l'area dell'euro si valuta un risanamento aggiuntivo pari a circa lo 0,1% del Pil nel 2014, mentre ulteriori interventi di riequilibrio saranno probabilmente adottati nel 2015 (intorno allo 0,6%) e in misura inferiore nel 2016 (circa lo 0,3%); il valore cumulato si collocherebbe quindi intorno all'1% del Pil entro la fine del 2016», affermano gli esperti della Bce.
Insomma, la Bce detta l'agenda dell'austerità dei prossimi anni e i Paesi membri dovranno fare altre manovre 'lacrime e sangue' per rispettarla. Serve davvero un'altra Europa e anche un'altra banca europea.
Fonte: controlacrisi.org