Redazione Informatitalia
Con
la crisi se ne notano anche più di prima agli angoli delle strade, ma
secondo la Cassazione – espressasi sul punto lo scorso febbraio – chi
espone frutta e verdura all’aperto è passibile di condanna penale e di
relativa ammenda per il reato di cattiva conservazione degli alimenti.
Se in Italia non vige il precedente vincolante per gli altri giudici, le
pronunce della suprema corte assumono in ogni caso una rilevanza
preminente, essendo tese a garantire l’uniformità del diritto nazionale.
Se è successo una volta, quindi, che un fruttivendolo sia stato
condannato per aver esposto la mercanzia all’aperto, mancando di
proteggerla da agenti atmosferici e inquinanti, potrebbe accadere altre
volte.
Tutto parte dalla vicenda di un
commerciante di Pomigliano D’Arco (Napoli), condannato a seguito di
controllo delle forze dell’ordine dal tribunale di Nola per aver messo
in vendita tre cassette di ortaggi tenute, per l’appunto, all’aperto. Il
caso ha seguito le normali tappe processuali ed è poi approdato in
Cassazione. L’esercente, tra gli altri, aveva addotto come motivo del
ricorso il fatto che il tribunale avesse fondato la decisione sulle
semplici dichiarazioni dei testimoni senza aver effettuato accertamenti
tecnici sullo stato di conservazione degli alimenti. I giudici supremi,
però, hanno stabilito che il reato si configura a prescindere ed è un
cosiddetto reato di pericolo (per la salute dei consumatori) e non di
danno effettivamente procurato: in pratica, la mera esposizione di
frutta e verdura agli eventuali agenti patogeni ne comporta la
sussistenza.
Conseguenza dell’interpretazione
normativa offerta dalla Corte è quindi il divieto di esporre merce
all’aperto, conseguenza da non sottovalutare e per comprendere di cosa
si parla, è sufficiente lanciare uno sguardo attorno: quasi in ogni ci
s’imbatte, se non in un fruttivendolo, in un ambulante – autorizzato o
meno – con tanto di motoape, carretto o banco-vetrina, rigorosamente
all’aperto.
Fonte: http://www.lostrillonenews.it/2014/03/18/la-cassazione-commette-reato-chi-espone-frutta-e-verdura-allaperto